Capitolo 12: Oh, the Bitch
came back
La protagonista del gioco, la bella bionda dagli occhi verdi
Genevieve, era la figlia di un conte. Era una ragazza che poteva essere
considerata come “leggermente sopra la media” in tutto, compreso i propri look.
Nel gioco era l’emblema del “sono innocente e non ho un briciolo di cattiveria
in me!”, il che di per sé era una bugia visto che nel gioco aveva fatto
parecchie cose cattive ma venivano giustificate con un “ma è perché gli altri l’hanno
forzata”. Nella prima vita di Wolfe era pressoché la stessa personalità da
fanciulla innocente, purtroppo per lei nessuno ora le avrebbe dato un briciolo
di attenzione, dopotutto perché farsi sedurre da lei quando vi era Aife che
aveva già vinto i cuori di tutti? Una cosa che Aife non poteva perdonare alla
protagonista del gioco era la seduzione di Mireille per avvicinarsi di più ai
principi. Ricordava ancora come la ragazza fosse rimasta quando venne rigettata
dopo mesi e mesi di falsa speranza datale da Genevieve.
Genevieve era diversa dal gioco, sapendo già gli eventi del
gioco per lei era tutto rose e fiori. Sapeva che avrebbe vinto alla fine quindi
perché preoccuparsi? Per questo ebbe una vita molto facile fino ad allora. Non si
curò di andare a eventi sociali o di interagire al di fuori della propria
dimora, dopotutto sarebbe diventata Imperatrice, a cosa le serviva?
Per questo non seppe nulla di Aife.
Genevieve non era stupida, era figlia di un proprietario di
una grossa compagnia prima di morire. Aveva tutto nella sua prima vita, soldi,
ragazzi, popolarità…nessuno poteva andarle contro. Aveva portato a letto di
tutto e di più, era felicissima del potere che aveva sugli uomini nel suo primo
mondo. Poteva controllare tutto con i soldi, dopotutto…gli uomini esistevano
solamente per servirla.
Seguire la storia fino a quel punto era stata una
passeggiata. Entrare nelle varie locazioni con tesoro era anche stato molto
facile. Non capiva però l’idiozia della gente del tempo, la grotta ad esempio
aveva pochissime cose di valore…beh per l’originale Genevieve che non era ricca
doveva essere parecchio. Il libro che l’avrebbe salvata era una guida ad atti
sessuali di una concubina, aveva senso vista l’era. Qui le donne erano
considerate giocattoli ma a lei che importava? Avrebbe trionfato lo stesso come
Imperatrice, avuto un figlio, ucciso il marito, e instaurato un dominio totale.
Fece l’ennesima smorfia guardandosi nel riflesso della
carrozza. Quel corpo non le piaceva a dirla tutta. Era nella media come
altezza, praticamente piatta per i suoi standard e troppo bambinesca per essere
seducente. Passare da una sesta a una prima era proprio un declassamento, come
lo era stato passare dall’essere una ricca ragazza a una figlia di un conte
decaduto. Era diventata Genevieve quando questa aveva sette anni. Se i suoi
calcoli erano giusti i principi avevano tutti undici anni. A dirla tutta non
vedeva l’ora che l’anno accademico arrivasse, era stanca di fingersi dolce,
carina e coccolosa. Scese dalla carrozza e si guardò intorno, quest’Accademia
era meno dei suoi standard ma cosa poteva farci? Non era così stupida da
insultare nessun nobile o persona di potere, avrebbe dovuto aspettare di essere
Imperatrice. Nel gioco Genevieve indossava l’uniforme più casta, il che
significava una gonna lunga fino a sotto il ginocchio. Quell’anno le uniformi
erano cambiate per tutti gli studenti per fortuna. La nuova uniforme era quella
del gioco.
L’uniforme femminile era un vestito bianco con una gonna a
campana, la cui lunghezza poteva essere sopra il ginocchio o sotto di esso, una
giacca blu era posta sopra il vestito bianco, era a maniche lunghe ma copriva
solo fino a poco sotto il seno, un foulard bianco di pizzo era legato al posto
della cravatta e una spilla a forma di ovale con una gemma sopra indicava l’anno
in base alla forma del decoro e il colore della gemma. La giacca aveva decori
di oro e argento con il simbolo della scuola cucito all’angolo sopra il cuore. Le
ragazze avevano un fiocco molto grande sul dietro della schiena e nastri del
colore dell’anno che si incrociavano sui lati del vestito. Le scarpe potevano
essere gli stivali bianchi con tacco alto e decori oro e argento dell’anno
precedente o scarpe con il tacco alto bianche e nere o scarpe basse nere. Purtroppo
Genevieve fu costretta a scegliere le scarpe basse nere, il tacco era così
inesistente che le veniva da piangere. I capelli biondi di Genevieve erano
stati tagliati a caschetto come nel gioco e aveva un fiocco laterale rosa
chiaro.
Stava cercando di mettere su la migliore impressione di
eccitazione possibile che aveva ma venne presto spinta a terra. Strinse i denti
e cercò di sembrare indifesa- ahi…
-Oh scusa- disse Ciel, uno dei principi, prima di
allontanarsi- guarda dove vai la prossima volta
Genevieve strinse i pugni, voleva prenderle? Bene. Tempo che
prendeva la fottuta corona e la testa di quel principe sarebbe caduta!
-Stai bene? –chiese una voce soave.
Genevieve si girò per vedere una mano estesa verso di lei e
un sorriso gentile. Una ragazza alta, formosa, con un volto dolce era davanti a
lei. Indossava l’uniforme con l’opzione della gonna più corta e gli stivali. Portava
due spade incrociate dietro la schiena sotto il fiocco della gonna. Aveva lunghissimi
capelli biondi legati in una coda alta, con due ciocche libere che le
incorniciavano il viso. Due specchi di argento la guardarono dolcemente, le
lunghe ciglia della ragazza rendevano lo sguardo di essa estremamente dolce. Le
labbra rosse erano carnose e invitavano a baciarla. Era una bellissima ragazza,
senza se o ma.
-Sì –disse Genevieve accettando la mano e rialzandosi con
facilità. La bionda aveva all’incirca diciassette anni, il simbolo sul suo
foulard era dopotutto quello del quarto anno- un ragazzo mi ha spinta a terra…
-Ti accompagno in infermeria allora- disse la bionda con
dolcezza- non vorrei mai che una bella ragazza come te si sia fatta male…
-Non c’è bisogno di… -iniziò Genevieve
-Non è un problema- le sorrise la bionda
Genevieve sorrise mentalmente, le erano sempre piaciute le
ragazze del genere. Cercò di ricordare gli eventi dell’opening, non c’era
nessuna ragazza che le ricordasse questa…- ehm…allora per piacere…
La bionda le sorrise facendole strada. Anche il modo in cui
camminava era di alta classe. La ragazza la portò velocemente in infermeria-
eccoci qui…beh io vado allora…
-Posso sapere come ti chiami? –chiese Genevieve non fregandosene
di tutte le regole che aveva appena infranto dell’etichetta di una lady, tra
cui il presentarsi prima di chiedere il nome.
La bionda non sembrò curarsene e le sorrise- io sono Aife
Lance Nightsword, Aife va bene però…
La cattiva. Quelle parole fecero tornare in mente a
Genevieve l’immagine della cattiva nel gioco, le due non potevano essere più
diverse, la fredda e priva di emozioni Aife non era questa sorridente dea di
fronte a lei…qualche altro reincarnato era presente quindi…da come Aife si
comportava, qualcosa le diceva ciò- io sono Genevieve, Genevieve Mon Blanche
Quando notò che la bionda non ebbe reazioni si calmò, non
sapeva del gioco forse…
-Beh è un piacere conoscerti Lady Mon Blanche
-Genevieve va bene –disse lei subito
-Genevieve sia allora- sorrise Aife- se hai bisogno di aiuto
puoi venirmi a cercare, sono nel dormitorio imperiale
-Fiancé di qualcuno? –chiese subito Genevieve
-Oh no- rise Aife, dopotutto che lei e Wolfe erano insieme
era qualcosa che avevano tenuto nascosto al di fuori della corte- io sono la
guardia di Wolfe Artù DeDragon
-La guardia? –chiese Genevieve, nel gioco non era così
Aife annuì- quando avevamo cinque anni insistette al padre
nel rendermi la sua guardia, di conseguenza il mio mi addestrò per il ruolo e…beh
eccomi qui
Nella sua mente Genevieve segnò la cosa, avrebbe indagato-
oh…beh allora grazie mille
-Di nulla mia cara, se servisse aiuto cercami pure…buona
giornata- disse Aife uscendo con grazia dalla stanza.
Genevieve sorrise segnandosi la cosa, forse si sarebbe
divertita parecchio…
Wolfe guardò Aife raggiungerli- allora
Aife sorrise- la trappola è stata messa
-E adesso si aspetta che l’idiota abbocchi –disse Sebastian-
il tuo sospetto?
-Quella non è l’originale Genevieve, che abbia già fatto
questa vita o meno è un altro discorso –disse Aife
-Come lo sai? –chiese Wolfe
-Perché la prima cosa che mi ha chiesto era di chi ero la
fiancé –rispose Aife- sa com’era la prima Aife…verrà a disturbarti
-Che venga- disse Wolfe- farò il cattivo della situazione
molto volentieri…
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