Capitolo 6: I don’t need her
Aife poggiata sul balcone della sua camera a prendere un po’
di aria fresca. Non le importava della madre, non era sua madre dopotutto, ma
il corpo aveva ancora emozioni proprie che avevano effetto. Aveva imparato a
gestirle ora che aveva sette anni ma la cosa non cambiava…il tradimento di
quella donna non era mai stato qualcosa che Aife avrebbe accettato del tutto.
La madre originale era una donna meravigliosa, una dottoressa di alto calibro
che lavorava turni su turni per garantirle una vita felice. Solo pensare che le
due avevano lo stesso ruolo le dava ribrezzo. La madre che aveva prima era una
donna piena di vita, intrepida, forte e coraggiosa, una donna che staccava da
lavoro alle cinque del mattino e riprendeva alle due del pomeriggio ma stava in
piedi lo stesso per spendere tempo con lei. Una donna che contava ogni secondo
in modo da averne con lei e spendere tempo con lei. Quella era una madre vera.
Era qualcuno che avrebbe dato tutto l’universo pur di vederla felice. Ricordava
la lite che ebbe sull’entrare nei militari, era spaventata che la sua bambina
morisse in guerra ma non la fermò lo stesso perché la felicità di lei aveva la
priorità…invece ecco una donna che si chiamava madre e pensava solo a come
farsi felice. La precedente era una madre single che lavorava come una pazza
per sostenerla prima di prendere un lavoro a tempo pieno, la madre attuale era
una puttana che voleva solo soldi, fama e potere. Come poteva anche solo osare
a paragonarsi a una madre se non aveva nemmeno i requisiti base?
Sentì qualcosa venirle posato sulle spalle e si girò
velocemente- Wolfe…
Il principe le sorrise- prenderai freddo se stai fuori così…
Lei sorrise piano stringendo lo scialle che le aveva posato
sulle spalle- grazie…
Lui le sorrise e si poggiò alla ringhiera- sai…mi sono sempre
chiesto com’era tua madre…perché senza offesa ma tuo padre non credo avrebbe
mai avuto modo di darti alla luce così bella…
Lei ridacchiò- ma sentilo…deluso?
-Parecchio –ammise lui sorprendendola- quella donna potrà
essere bella ma non ho mai visto persona più meschina, crudele e orribile…e io
ne ho visti di nobili vista la mia posizione a corte…
Lei sorrise piano- già…
-Quello che voglio dire… -disse lui girandosi a guardarla e
avvicinandosi- non hai bisogno di lei Aife…non sei sola al mondo, hai tuo padre,
i cavalieri, la corte, mia madre che sono quasi certo stia pianificando le
nozze- Aife scoppiò a ridere alla cosa, cosa che lo fece sorridere- e…hai me
Lei lo guardò
-So che sei la mia guardia e mi stai intorno solo per
quello…ma non sei sola. Fintanto che sarò in vita sarò sempre dalla tua parte e
sarai sempre qualcuno di prezioso per me Aife- disse lui prendendole le mani
Lei arrossì leggermente. Certo era un bambino di sette anni
che lo diceva a una bambina di sette anni, problema era che la mente adulta di
Aife non aveva esperienza con relazioni amorose, non era single a caso- grazie
Wolfe…
Lui sorrise- rientriamo su
Lei lo bloccò tenendogli la mano- non sto intorno a te solo
perché sono la tua guardia…sei…sei importante per me…
Lui arrossì al commento e lei ridacchiò, era ancora un
bambino dopotutto- vuoi dormire insieme stanotte?
Lui divenne viola- ehm…ecco…
Lei ridacchiò- abbiamo due camere comunicanti con balcone
collegato…non è che non dormiamo già insieme in teoria
-Non è la stessa cosa- disse lui subito
-Uhm? A cosa pensi? –chiese lei fingendosi innocente
-N…nulla- disse lui schiarendosi la voce- camera mia?
Lei annuì- vieni?
-Dammi un secondo e entro –disse lui guardandola entrare per
poi scompigliarsi i capelli- ah! Togli la mente dai pantaloni Wolfe! Non è il
momento!
Ciò che Aife aveva scordato era che per il mondo in cui
vivevano, i fidanzamenti erano fatti dall’età di sei anni e ci si poteva
sposare dai dodici in poi. Ciò comportava che la mentalità dei ragazzi, specie
i membri della famiglia reale, diventasse molto più matura di ciò che credeva
inoltre…nessuno aveva detto che lei fosse l’unica a non essere una vera bambina
di sette anni.
***
Wolfe non ricordava bene quando lui era tornato ad avere
cinque anni, ma ricordava che fine avesse fatto nella sua precedente vita. Era
rinato come se stesso e aveva ogni desiderio di vendicarsi del finale che aveva
ottenuto a causa di quella puttana e dei suoi fratelli minori. Si risvegliò con
Sebastian nel momento in cui stava per perdere l’occhio, era pronto a
difendersi questa volta ma non servì. Lei era apparsa.
Aife Lance Nightsword, la fiancé proposta per uno dei suoi
fratelli, la donna che in Accademia lo trattò come un essere umano e non mostrò
mai cattiveria verso di lui. L’unica che aveva smosso il suo cuore quando
divenne di pietra. La ricordava ancora quando venne ingiustamente accusata e
portata alla ghigliottina perché quella puttana voleva sposarsi con un
principe. Ricordava anche venir ucciso dalla puttana perché l’aveva rifiutata.
Aveva sempre avuto un debole per Aife, era una bellissima ragazza con una mente
brillante ed era l’unica creatura che sembrava capirlo in precedenza. Ricordava
come l’aveva trovata spesso a piangere di nascosto, lo sguardo del padre che
l’aveva rifiutata, sapeva anche delle circostanze con la madre e non poteva che
compatirla. Erano simili per i suoi occhi. Non poteva mentire…si era innamorato
di lei nella sua vita precedente e voleva sposarla in questa…chi avrebbe
pensato però che in questa vita qualcosa avesse cambiato la ragazza.
Nel secondo in cui si riprese chiese di prenderla come
guardia e scoprì che molte cose erano cambiate in lei. Il carattere era più
vivace e allegro, era più viva della bambola che aveva imparato ad amare e
conoscere nella sua prima vita. Questa Aife era perfetta per lui e iniziò a
credere che fosse una specie di ricompensa per il dolore subito nella sua prima
vita. Era la sua dama, la sua felicità. La sua vita divenne molto più felice e
semplice con lei al fianco, per iniziare le lezioni di ballo erano molto più
divertenti. Aife era una bellissima ballerina nella sua prima vita, la ammirava
sempre mentre volteggiava con i fratelli e sperava di poterla prendere, in
questa era anche eccelsa ma stavolta era solo la sua dama. I sorrisi che faceva
prima erano rari e scarsamente veri, ora erano vivi e sinceri, specie per lui.
Fu egoista ma si assicurò che nessun ragazzo l’avrebbe avvicinata, questa Aife
era forse migliore della precedente nell’attirare l’attenzione di quelle pulci
di maschi. Sebastian, che nella sua prima vita era morto al suo fianco, era
anche come lui, ricordava anche ciò che era successo e subito agì per mettere
le cose nella migliore delle condizioni. Una mente di adulto nel corpo di un
bambino…era strano ma non era così brutto, se questo dava ai due la possibilità
di vincere i loro nemici avrebbe fatto di nuovo il giro per la pubertà e
l’Accademia. Ciò che non si aspettava era che Aife fosse anche stranamente
matura per la sua età, ma era chiaro, era qualcuno nato per lui. Ovviamente sarebbe
stata matura così da poter parlare a un pari livello mentale. Delle volte era
adorabilmente infantile ma per l’appunto, era adorabile. Con lei sia lui che
Sebastian avevano una vita più facile.
Era rimasto contrariato quando Sebastian l’aveva messa a sei
anni nell’Arena ma Aife era eccezionale e ovviamente gli aveva vinto parecchio
onore. Il problema era che avevano anche aumentato le pesti da eliminare…l’espansione
dell’Impero sembrava sempre più allettante…
Un problema che né lui né Sebastian avevano calcolato era
che quella puttana della madre di Aife tornasse prima del tempo, per quel
motivo non vi erano state precauzioni. Fortunatamente Aife era stata veloce nel
levarsela di torno. Per avere sette anni era davvero straordinaria. Beh in
teoria, fisicamente tutti e tre avevano sette anni…la cosa bella? Visto che
aveva la stessa età dei suoi fratelli, lui risultava agli occhi di altri come
un genio indiscusso e metteva in cattiva luce i sette idioti…mai fu più felice
di ciò.
Un piccolo problema era che Wolfe era attratto da lei, il
corpo era di sette anni come quello di lei e pareva trovarla molto attraente
inoltre…ogni volta che lei sorrideva o lo chiamava Wolfe si ricordava come
sarebbe diventata da grande e…beh non era la vincitrice, senza che lei lo
sapesse, della classifica segreta fatta dai ragazzi sulle ragazze più sexy dell’Accademia
per nulla diciamolo. E visto che lui era un adulto, le cose più innocenti
andavano velocemente all’inferno. Cavolo voleva tornare all’età in cui potevano
fare qualcosa…no forse era meglio di no, a quell’età avrebbe avuto a che fare
con la puttana in biondo che sedusse sette principi su otto e gli causò la
morte…oh se si sarebbe vendicato…
Sorrise coccolandosela nel letto…doveva solo aspettare di poter
casualmente portarsela a letto in altro senso…ma per ora andava bene così…il
fatto che ora stava pensando se i loro figli avrebbero preso da lei era
preoccupante…
****
-Quindi…perché mi hai chiamato qui mamma? –chiese Wolfe
guardando il thè offertogli
L’Imperatrice sorrise- non posso voler vedere mio figlio?
Lui alzò un sopracciglio. Mancava poco al suo ottavo
compleanno, quindi sapeva che ci sarebbe stata una festa ma più che altro
voleva iniziarsi a preparare per l’ottavo compleanno di Aife tra due mesi e
pensare a come rovinare quelli dei fratelli in un mese circa.
-Ok…hai otto anni quasi –disse lei- e dobbiamo parlare di
fidanzamento…so che non…
-Aife o non mi sposo- disse diretto Wolfe
L’Imperatrice sorrise e batté una mano sul tavolo- Sapevo
che eri mio figlio! Non preoccuparti piccolo mio, mamma si assicurerà che lei
sia la tua fiancé!
Lui sorrise soddisfatto della conversazione.
Il suo ottavo compleanno arrivò velocemente e ovviamente la
dama di Wolfe era Aife. Wolfe indossò un completo scuro dai decori in oro e
aspettò vicino alle scale Aife che si stava finendo di preparare con l’aiuto
delle maid dell’Imperatrice.
-Ti ho fatto aspettare? –chiese Aife apparendo dalla camera
-Non…wow- disse lui guardandola con ammirazione. Aife
indossava un lungo vestito bianco, il corpetto era ricoperto di diamantini e
lasciava le spalle nude, le maniche erano corte e finivano poco sotto l’ascella,
la gonna era formata da più veli di cui l’ultimo aveva mini cristalli all’interno,
facendo splendere la ragazza come si muoveva, in vita aveva una cintura di oro.
I capelli erano stati fatti a boccoli e legati leggermente, aveva due orecchini
pendenti di diamanti, una collana di diamanti molto delicata, un bracciale di
diamanti e le unghie erano state dipinte di argento per l’occasione. Ai piedi
aveva delle scarpe con un leggero tacco in oro. Era leggermente truccata e il
viso di lei risaltava, in testa poi vi era una tiara di diamanti, cosa che la
rendeva una vera principessa.
-Allora? –chiese lei curiosa della reazione
-Sei bellissima- disse lui prendendola per mano e tirandola
più vicino. Si sua madre aveva decisamente scelto di proposito l’abito bianco e
la tiara…dovevano controllare chi diavolo l’aveva dato alla luce perché quella
donna aveva troppo in comune con lui per essere solo una madre adottiva-
davvero bellissima…
Lei sorrise- sarò l’invidia di ogni nobildonna con un tale
cavaliere al mio fianco
Lui sorrise e le baciò la mano- non sarai la sola…sei
davvero meravigliosa…non che vi fossero dubbi visto che parliamo di te
Lei ridacchiò scendendo con lui le scale e dirigendosi all’ingresso
della sala del compleanno- oltre al regalo normale…cosa vuoi quest’anno.
Lui sorrise, ogni anno Aife gli regalava qualcosa e poi gli
faceva un regalo segreto quando erano in privato, le cose di solito non erano
estreme e lui evitava richieste strane ma…- un bacio?
Lei si bloccò e lo guardò- un…bacio? –quando lui annuì lei
continuò- sulla guancia?
-Labbra- rispose lui- o non posso?
Lei voleva dirgli no ma era il suo compleanno ed era un
bambino, che pericolo c’era? –va bene…quando saremo soli
Lui sorrise trionfante- grazie
La serata fu abbastanza piacevole, nobili che ci provavano
con Aife a parte ma quelli vennero silenziati da Sebastian o chiunque altro nel
quintetto, forse dovevano iniziare a lavorare come gruppo privato, avevano un
futuro per manipolazione e minaccia di corteggiatori non voluti. Era una serata
di luna piena e visto che nessuno aveva intenzione di lasciare la sala, Wolfe condusse
Aife fuori nel giardino di rose per una passeggiata. Una passeggiata al chiaro
di luna nel luogo in cui l’Imperatore chiese di sposarlo alla propria fiancé,
una tradizione che ogni futuro Imperatore doveva rispettare e che aveva portato
al posto il nome di realizzare i desideri dei giovani amori…era molto
probabilmente una coincidenza ma era una bella cosa da fare.
-Qui è sempre meraviglioso –sorrise Aife, e ovviamente Wolfe
la trascinava in quel luogo ogni volta che poteva
Lui sorrise- mai quanto te…
Lei ridacchiò- il tuo maestro di galateo sta davvero
esagerando con le lezioni di corteggiamento
-Forse- ammise lui baciandole la mano e tirandola a ballare-
sta di fatto che le uso solo con te queste frasi
-Ne sono onorata –rise lei contenta. Adorava venir trattata
così, nella sua vita precedente poteva solo sognare di trovare un uomo così
romantico o dolce.
Ballarono un po’, ignari di cinque paia di occhi che li
osservavano.
-Dovremmo tornare- disse Wolfe ma lei lo bloccò
-Non dovevo darti un regalo? –chiese lei ritirandolo vicino
Lui sorrise guardandola e sfiorandole il viso con dolcezza
prima di baciarla e tirarla più vicino. Rimasero così per un po’ prima che lui
la lasciò andare ma la tenne tra le sue braccia.
-D…dovremmo ritornare dentro- disse lei leggermente rossa
Lui sorrise- come preferisci
I due tornarono verso la festa. Intanto l’Imperatrice era
sul piede di matrimonio e dopo quella sorpresa, perché nessuno sapeva di queste
uscite segrete dei due, era capitato che Sebastian li avesse notati uscire e
avesse riportato la cosa agli altri, guardò Damon- ammettilo, lei è innamorata
di nostro figlio
-Non ci metterei la mano sul fuoco- disse Damon
-Oh finiscila- disse l’Imperatore- chissà quanto quei due
hanno fatto alle nostre spalle…ovviamente nei limiti della cortesia e di ciò
che è giusto –disse subito, non voleva un figlio morto perché il padre della
ragazza era protettivo
Damon si passò una mano tra i capelli- vedremo…torniamo in
sala ora…
Sebastian sorrise, hai capito cosa facevano quei due di
nascosto…il giorno dopo avrebbe fatto due domande al suo migliore amico, perché
Aife era tipo da venir torturata e star zitta piuttosto che dire qualcosa di
segreto…
-Un’intrigante sviluppo… -rise piano tornando alla sala. Era
ora che loro avessero un po’ di felicità…
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