Capitolo 28: I…
Non sono mai stato buono. Non nei
miei occhi almeno. La prima vita che ricordo fu almeno la seconda che vissi.
Nacqui come Alexander, figlio di un uomo nobile con tredici mogli e parecchi
figli. Da mia madre nacqui solo io e la mia sorellina Crystal. Non ricordo più
che numero avessi di fratelli e sorelle…so che nessuno di loro rimase in vita a
prescindere.
Io non li lasciai in vita.
Ero molto piccolo quando mi resi
conto di non essere normale. Ero più furbo, intelligente e maturo degli altri
miei fratelli, per questo motivo potevo vedere il mondo sotto un altro paio di
occhi. Quel mondo corrotto mi faceva ribollire il sangue.
Al tempo le donne erano considerate
oggetti di lusso, per metterla in maniera più diretta…più potevi averne più
ricco eri. Non importava se poi erano misere, si uccidevano o altro. Quella
mentalità non la capivo.
Nella mia famiglia nessuno si
curava di nessuno. L’unica cosa che alle mogli importava era rimanere in buona
relazione con il marito, i figli…i servi esistevano per quello.
Nessuno si prendeva gioco di me,
ero il figlio della prima moglie, ergo avevo più potere sugli altri ma…ero
comunque un continuo bersaglio delle critiche delle megere. Quando beccai una
di loro a provare a ferire la mia sorellina la presi io di mira.
Crystal era l’unica cosa a cui io
tenevo in quella fottuta famiglia dopotutto.
Durante la notte mi introdussi
nella camera della donna e la strangolai a morte. Ero un bambino ma la mia
presa era quella di un adulto. Quello fu il primo di molti omicidi che feci.
Crystal sapeva ciò che facevo ma
non disse mai nulla contro di me. Sapeva che era per sopravvivere che dovevamo
liberarci di loro. Uno a uno.
Essere in una famiglia con tante
mogli significa una cosa: nessuno si fida di nessuno.
Da bambini, chi poteva aspettarsi
omicidi? Le mogli erano sull’attenti contro tutti i figli più grandi e tra di
loro. I servi erano in panico.
Il secondo omicidio lo fece
Crystal, del veleno nel thè uccise un’altra concubina che aveva provato a farmi
del male.
La terza volta fui…più violento.
Beccai tre concubine e delle serve
con forbici in mano e fruste. Non credo serva dire che cosa volevano fare a
Crystal.
Persi la calma e il mio corpo si
mosse da solo. Le forbici di tutte furono conficcate nei loro colli.
Una serva scappò ad avvisare papà
quel giorno e lui entrò con soldati pronto a farmi fuori…
-Non ci servono- disse Crystal-
possiamo vivere da soli…
Quello fu il momento in cui ruppi
ogni singolo collo di ogni singolo abitante della nostra dimora. Il mio corpo
sapeva come uccidere, sapevo cosa fare per molte cose e non sapevo perché ciò.
Ciò non mi vietò di usare le mie
conoscenze per distruggere la mia famiglia e proteggere mia sorella.
Non so perché.
Ma questo attirò gli occhi di quell’essere
fatto di rose.
-Il tuo nome?
-Alexander
-Alexander…noi saremo i tuoi nuovi
alleati- aveva detto
-Alleati?
-In futuro sarai solo…noi possiamo
aiutare
Quando persi Crystal scelsi di
aiutarlo.
In quella vita sono morto per
permettergli di scappare.
In quella dopo sono morto per
permettere alla nuova Light Princess di fuggire.
In questa vita…mi assicurerò di
uccidere ogni nemico prima che abbia la possibilità di fare nulla.
Prima di queste vite? Non ne ho
idea ma…
Non mi chiamano Dark King per nulla…
Nessun commento:
Posta un commento