Capitolo 63: Avrei voluto dirle tutto
Non ho mai avuto il coraggio di dire a Elphien che sua madre
è Elizabeth.
Non ho mai avuto il coraggio di dire a Dyanas che so tutto
Non ho mai avuto il coraggio di dire ai miei che amavo
Elizabeth e non Dyanas
-A cosa pensi? –mi chiede Elizabeth
-Se Elphien sapesse la verità forse…tutto questo sarebbe più
semplice…
Lei sorride- e chi dice che non lo sappia
-Noi non glielo abbiamo detto e siamo gli unici a saperlo
-Stiamo parlando di mia figlia Reaf, senza offesa ma, ha il
mio intelletto. Avrà capito chi ero al primo incontro. Non è stupida, secondo
me ha anche capito perché non le abbiamo detto nulla
-Non sa di noi, non sa di Artemos, Mefistes e Lyon…che altro
non sa?
-Io non ci giurerei sul “Non sa” voglio dire, nostra figlia
è molto furba sai…
-Cosa non so io a questo punto?
Lei ride- sai dicono che il confine tra verità e finzione
sia così sottile che in molti passano da uno all’altro
-E questo che c’entra?
-Nulla…ma infondo non posso risponderti quindi qualcosa la
dovrò pur dire…in ogni caso…la morte sa tutto
-E questo con nostra figlia ha a che fare perché…?
Lei ride- lo scoprirai. Non è un mistero comunque che nel
Limbo ci si entra solo se morte da consenso e solo con il suo consenso se ne
esce
-Rispiegami cos’è sto Limbo grazie
-Il Limbo è una prigione situata sotto lo strato della
nostra realtà chiunque vi entri è al confine tra vita e morte…o meglio tra vita
e Void. La morte è l’unica che può uscire e entrare senza essere condizionata
dal suo clima ed è da lì che controlla ogni suo suddito e emette giudizio su
chi finisce dove
-Non ho ancora capito a cosa serva. Non sarebbe meglio
mandarli tutti nel Void?
-Il tuo compito di guardiano è di spedirli nel Limbo e
lasciare alla Morte il giudizio. I Guardiani come te non hanno purtroppo un
giudizio totalmente neutro, avete sentimenti e sensazioni unite da controllare.
Il giudizio di voi può essere errato o dettato da circostanze. Per questo è
alla Morte che viene dato l’ultimo giudizio, quello importante. Se una persona
va condannata o meno è la Morte a deciderlo.
-Dal Void non c’è via di uscita giusto?
-Mai stata. La morte può entrare e uscire da lì, ma non c’è
nulla. L’anima viene distrutta, il corpo devastato e chi resiste diventa una
delle ombre che vagano in quel luogo, prive di malignità ma anche di vita- dice
lei
-Perché creare un luogo così pacifico?
-Non lo so in realtà. Non lo creai io ma il creatore dell’universo.
Mi diede poi a me il ruolo di creatrice e mi mise a comando di questo universo,
ma il creatore non ha mai amato spiegare tutto. Adora mettere indizi e lasciare
a altri il compito di capire cosa sta creando
-E come si capisce che siamo in un suo universo? –chiedo io
-Oh semplice. Di solito c’è sempre un personaggio con nomi
strani o molto lunghi, la protagonista o il protagonista di quell’universo per
il creatore
-Non capisco…
-Il creatore di questi universi si diverte a confondere le
cose, ama creare storie complicate e intrecciare mondi che non dovrebbero
essere intrecciati per puro svago…vedi…ama chi osserva i suoi lavori e spera
che il suo lavoro venga apprezzato da chi ha il tempo di fermarsi a guardarlo. Adora
vedere che ciò che crea viene visto in maniera positiva e questo aiuta a
aumentare la sua creatività e il suo impegno nella storia. Crea personaggi
assurdi, situazioni strane, logiche di base che non hanno senso iniziale e poi
si incastrano alla perfezione in una trama complicata che nessuno riesce a
predirne il corso. Ed è questo che le piace fare. Scrivere una trama così
complicata o con più soluzioni possibili che chi la segue può teorizzare ciò
che vuole e può comunque essere corretto. Le piace pensare che crea qualcosa che
un giorno verrà visto come una lettura piacevole e che magari rallegrerà la
giornata a qualcuno…
Sorrido- non ho idea di cosa stai dicendo
Lei ride- non importa che tu capisca Reaf
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