WitchandAngel : Capitolo 64: Come posso aiutarli se ora non mi fido di loro?

Capitolo 64: Come posso aiutarli se ora non mi fido di loro?

Capitolo 64: Come posso aiutarli se ora non mi fido di loro?

*secoli prima*
Elphien uscì di nascosto dal castello, Reaf era sotto controllo di Entità e gli altri dormivano, doveva muoversi se voleva che nessuno la scoprisse.
Schioccò le dita e si lasciò trasportare nel Limbo.
Si sistemò una ciocca ribelle e si guardò intorno.
-Dove diavolo ho lasciato le celle ora?
Sospirò e si mise a camminare, il rumore dei tacchi era l’unica cosa che si sentiva nel Limbo…quello e le urla dei condannati. Scese i gradini che andavano verso il basso, nessuno eccetto lei aveva percorso quelle scale. Tutti i prigionieri del Limbo sapevano che era la zona peggiore di quella prigione, la zona da cui se entravi non uscivi. Non uscivi mai.
Le celle erano vuote. Elphien le usava poco perché chi considerava degno di quel posto lo considerava degno del Void. Ma aveva le sue eccezioni. Lui era tra queste.
Al livello più basso del Limbo c’era lui.
-Lasciami in pace ti prego- mormorò il moro dagli occhi neri
-Lyon- disse Elphien facendolo sobbalzare
-Morte…- mormorò lui- vuoi finire la mia condanna?
-Lyon, alzati- disse Elphien
Lui eseguì. Era un ragazzo di diciotto anni, aveva i capelli lunghi, trascurati, profonde occhiaie, il fisico un tempo muscoloso e dritto era ora magro e ricurvo, aveva tracce di polvere ovunque e i vestiti strappati- morte…cosa la porta…qui?
Lei aprì la sua cella- seguimi
Lui tenendo la testa china seguì Elphien su per le scale, la seguì nell’edificio centrale, dove i prigionieri di Limbo venivano finalmente condannati o liberati. Entrarono in una bella stanza, era elegante, chiara, pulita e luminosa, stonava con l’oscurità che aleggiava nella zona colpevoli del Limbo ma nemmeno nella zona di chi doveva solo ricevere giudizio l’ambiente era così luminoso. Elphien gli indicò una porta- credo che tu voglia farti un bagno. Ti aspetto qui. Fa con comodo Lyon
Lyon la guardò insicuro però entrò nel bagno e con immenso piacere si lavò per la prima volta dopo anni in maniera decente. Si prese il suo tempo, si rilassò. Elphien intanto posò sul letto della stanza dei vestiti puliti. Era una divisa quella ed era certa che Lyon avrebbe capito a cosa serviva. Era composta da pantaloni neri, una camicia bianca con su una giacca da ufficiale delle tenebre, aveva dei stivali particolari per uso di magia e lei avrebbe poi aggiunto la spilla in oro e argento con il simbolo della morte sopra, segno che ubbidiva ai suoi comandi. Lyon uscì dal bagno con l’accappatoio ben stretto, in leggero imbarazzo, si era fatto la barba e aveva cercato di sbrogliare i nodi dei capelli fin troppo lunghi a suo parere. Elphien gli indicò i vestiti e uscì dalla stanza per lasciarlo cambiare. Appena finì di vestirsi le disse che poteva rientrare.
-Perché? –chiese indicando la divisa
Lei gli fece cenno di sedersi davanti allo specchio e prese da un cassetto una spazzola. Si mise a spazzolargli i capelli con estrema gentilezza- come hai visto, voglio che diventi un mio alleato
-Ma perché io? Sono il figlio di…ahi…- mormorò quando lei di proposito gli tirò un po’ più forte i capelli
-Non siamo i nostri genitori Lyon. In questo tempo qui hai maturato il tuo comportamento e i tuoi desideri di assecondare tuo padre sono andati persi, sostituiti dalla voglia di ucciderlo, vero? –chiese Elphien
-Come lo…è vero…sei la morte, sai tutto- disse lui guardandola stupito dalla velocità con cui stava sbrogliando quella matassa- è così. Voglio la morte di Artemos e di Mefistes
-Io voglio averti come mio generale. Sarai membro delle mie truppe, seguirai i miei comandi e agirai nell’ombra in mio nome- disse Elphien
-E cosa dovrò fare? –chiese lui
-Aiuterai la morte a controllare questo mondo Lyon. Sono stanca di interferenze da altri sul corso degli eventi di questo universo. La storia non si doveva svolgere con queste regole e quindi riporteremo tutto a una pace. Io riprenderò il controllo di tutto e sistemerò la situazione, eliminerò chi ha rovinato questo universo e darò di nuovo potere a chi l’ha creato…e tu mi darai una mano
-Che devo fare? –chiese lui guardandola negli occhi. Elphien legò i capelli in una coda e gli sorrise piano
-Sarai i miei occhi, le mie orecchie e la mia mano nelle ombre. Spierai e agirai per me. Osserverai cosa complottano gli altri e mi darai i resoconti. Sarai il mio famiglio. Il mio braccio destro.
Lui la guardò e si alzò dalla sedia per poi inginocchiarsi senza esitazione di fronte a lei- sarà un onore servirla mia regina. Ma vorrei poter essere io a togliere la vita di mio padre
Lei sorrise- e così sarà. Alzati.
Lui ubbidì e lei gli appuntò la spilla che subito si illuminò e creò il marchio sul braccio. Lyon prese fiato e tornò a inginocchiarsi- giuro fedeltà eterna alla creatura che vita e morte governa. Giuro di seguirne il fato e il suo destino e di morire per continuare il suo cammino. Giuro di servire Morte e solo Morte fino alla fine dei tempi, sotto questo e altro nome, servirò colei che è la mia signora. Io da ora sono il primo dei Reaper, signori dei viventi.
Elphien sorrise e gli mise al collo una collana d’argento con un ciondolo a forma di falce- lei è Roze Black. Evocala
Lyon si alzò e afferrò la falce- servi il nostro destino. Roze!
La falce si illuminò e una falce vera apparve in mano a Lyon che la guardava ammirato- è fantastica…- la fece roteare e sorrise a sentirne il suono
-Sono felice che ti piaccia…ma puoi evocarla solo dicendone il nome senza tutta quella scenetta di prima…e anche il giuramento era un po’ eccessivo sai? –rise Elphien- d’ora in poi userai Roze per catturare le anime che vanno giudicate che incontrerai sul tuo cammino mentre eseguirai i miei ordini. Tutto chiaro?
-Si mia regina- disse Lyon
Lei sorrise- bene…vieni, usciamo dal Limbo. Ho la tua prima missione per te
Lyon fece tornare la falce nel pendente e guardò Elphien allontanarsi con calma. Strinse un pugno deciso- non lascerò che mio padre torni al potere…costi quel che costi…



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