Capitolo 18: Okey, I don’t
like fish anymore
La porta si aprì con un orrendo scricchiolio. Le ragazze si
guardarono intorno e videro il nulla.
Ele tirò fuori un accendino e accese una lampada a oli che
era rotolata ai suoi piedi- oh cazzo…
Le ragazze guardarono quello che poteva essere definito una
stanza degli orrori.
Appesi alle pareti c’erano cadaveri, molti cadaveri. Non
erano umani, non tutti almeno. Erano divisi a metà. Parte erano umani, parti
erano pesci di varie forme. Angy guardò il centro della stanza- Ele…
Ele alzò la lampada e vide con orrore cosa Angy vedeva.
Donne nude erano messe in lunghi tubi di vetro. Le loro labbra erano cucite con
punti di sutura, l’acqua era sporca, alcune di loro si stavano decomponendo o
mancavano di parti del corpo. Ele alzò leggermente di più la lampada e vide le
gambe delle donne. Qualcuno si era divertito a cucirle insieme, le gambe una
volta umane erano ora cucite con poca cura insieme come a formare una coda di
sirena…
-Dio santo…- disse Ele guardando le donne
-Ele…- chiamò Angy guardando un punto nella sala- troviamo
il modo di uscire…ora
Ele la raggiunse, sul muro c’erano foto di uomini che
mangiavano le donne-sirena. Un conato di vomito le venne spontaneo, ma riuscì a
non vomitare- non voglio più toccare pesce in vita mia
Angy sembrava però persa su un altro dettaglio. Si portò le
mani davanti alle labbra e strinse gli occhi forte e dopo poco Eleonora notò
del sangue gocciolare dalla sua mano
-Angy!
Lei non rispose cercando di calmare il suo respiro
-Angy…?
Angélique mosse la mano, tremava- e…esci…esci di qui…- disse
piano
-Angy? –chiese Ele
Lei tolse l’altra mano dalle labbra rivelando dei canini più
lunghi del solito, gli occhi erano chiusi saldamente ma era chiaro che non
erano normali- Ele…esci…di…qui…non…so…cosa…sta…succedendo…
Ele la guardò- Angy…le tue mani…
Le unghie erano affilate e di argento, sembravano in grado
di lacerare qualsiasi cosa. Angy si lasciò crollare in ginocchio sul pavimento
mentre cercava disperatamente di controllare il respiro
-Angy? –chiese Ele
-Questa…è…la…prova…
Ele la guardò e capì. Era la prova, dovevano trovare la
cura…probabilmente avrebbe dovuto essere anche lei sotto l’effetto di qualsiasi
cosa fosse quello che stava accadendo a Angy, ma forse il patto dell’amica
l’aveva risparmiata. Nella semi oscurità Ele cercò di trovare una soluzione.
Boccette vuote erano versate a terra, il liquido ormai perduto. Arrivò a uno
scaffale fatto di cadaveri di pesce, o almeno sperava che quelle fossero ossa
di pesce. Centinaia di boccette erano lì con nomi in una lingua mai vista
prima. Sul tavolo c’era il secondo pezzo dell’oggetto tondo che doveva
recuperare e notò che era composto da lettere
-Una combinazione? Diamine…- iniziò a girare i vari pezzi
del puzzle sperando di trovare la giusta chiave, intanto i rumori che sentiva
nella stanza la rassicuravano ben poco. Erano inumani e non era più certa che
in stanza con lei ci fosse Angélique
I rumori aumentavano e l’ansia di Ele continuava a
aumentare. Dei passi pesanti fecero gelare il sangue a Ele che riuscì tuttavia
a aprire la dannata scatola in tempo e trovare il nome della boccetta. Si girò
e un essere in umano le stava per saltare al collo ma qualcosa lo scaraventò
lontano da lei.
Ele guardò chi l’aveva difesa e vide Angélique al suolo. Il
suo aspetto le ricordava una specie di vampiro. Senza pensarci le diede il
contenuto della boccetta e dopo dieci minuti di ansia la ragazza si risvegliò.
I denti erano comunque lunghi, ma meno di prima, le unghie non cambiarono, ma
gli occhi di Angélique restarono sigillati.
-Angy stai bene?
-Ora sì…mi…mi presti lo specchio?
Ele glielo diede e la vide girarsi in modo che lei non
potesse guardarla in faccia. La ragazza aprì gli occhi piano e guardò i suoi
occhi. Il cerchio nero della pupilla era stato sostituito da un teschio e il
colore era diventato, sebbene per un secondo, un rosso sangue. Dopo pochi
istanti gli occhi tornarono normali e lei sembrava essere normale.
-Stai bene?
-Si…- si girò e le diede lo specchietto- usciamo da qui.
Ele mostrò una chiave trovata insieme alla boccetta- cosa mi
ha attaccato?
-Non lo voglio sapere- disse Angy assicurandosi che la porta
fosse sigillata dietro di loro. Le due salirono le scale per raggiungere la
prossima parte del labirinto
-Angy?
-Si?
-Cosa ti era successo?
-Non lo so…so solo che avevo sete- disse lei- e non
respiravo…credo…mi stessi trasformando in qualcosa…
-Una Siren?
-Può essere…non voglio saperlo
-Nemmeno io…sono solo contenta che tu stia bene.
-Anch’io…
Nessun commento:
Posta un commento