WitchandAngel : dicembre 2017

Capitolo 54: Are you ok?

Capitolo 54: Are you ok?

Angy si sedette meglio e osservò cosa aveva creato Alexander.

Alexander riapparve seduto su un trono. L’intero piano sembrava un castello medievale. Vide come effettivamente il piano di Alexander funzionasse. Aveva delle sfide molto complicate e stava riuscendo a eliminare i finti concorrenti.

-Ha un buon piano…- mormorò Nikki

-Le sfide sono estreme però –notò Dori- non ci sono via di fuga

-Le ha fatte di proposito così, vuole eliminare tutti- mormorò Ele

-Non so però…sembra eccessivo- disse Isy

Angy si morse la lingua- non piacerà alla casa

-Perché dici questo? –chiese Nikki

-Guardalo- disse solo Angy- Mr House è il capo della casa…ma se tu entrassi nel suo piano chi penseresti sarebbe il vero boss?

-Lui…oh…pensi che non piacerà per questo? –chiese Isy

Lei annuì- lo lascerà vivere per sicurezza nel caso il mio piano sia orrido…ha finito

Le ragazze la videro alzarsi- ciò che ho chiesto è lì?

-Si signorina- disse Ian- buona fortuna

Angy annuì uscendo dalla stanza e dirigendosi verso la stanza della prova. Alexander la incrociò per il corridoio- preparati a perdere

Lei si fermò- sai Alexander…non dovresti mai sfidare un demone

-E che c’entra ora? –chiese lui

-Lo scoprirai…e capirai troppo tardi l’errore che hai fatto…- Angy lo guardò andare via e aspettò due minuti

Mr House la raggiunse- sono curioso di vedere che piano farà signorina

-La stupirò

-Usi un nickname. Come hanno fatto gli altri. Ne ha uno?

-Si- disse Angy- con permesso. Buona visione

Angy sorrise piano nella stanza buia, avrebbe usato tutti poteri che la casa le offriva…e anche i suoi se necessario

****

I venticinque concorrenti aprirono gli occhi. Angy aveva impostato la situazione di entrata con il massimo di concorrenti sopravvissuti, aveva lasciato alla casa libera scelta su chi aveva davanti come aspetto e carattere ma era certa di potercela fare

-Oh grazie a dio siete tutti interi- sospirò di sollievo Angy, i suoi vestiti erano cambiati. Indossava ora un elegante abito da sera nero con uno scollo a V sul petto e sulla schiena, ai piedi aveva delle scarpe d’argento con tacco alto a spillo, era decorata da vari accessori in argento e oro e aveva un sorriso pacifico sul viso. Le ali erano riapparse così come l’aureola, la coda era anche lì e le corna anche.

-Dove siamo? –chiese uno dei manichini guardandosi intorno. Sembrava il salone della casa quello. Come Angy aveva scelto che fosse per il suo piano.

-Siete nella casa. La sfida è finita. State tutti bene? –chiese lei gentile

-Si…sei la padrona del piano? –chiese un’altra molto confusa

-Io? –Angy rise- oh no mi spiace deludervi. Il padrone del piano è un altro temo. Dovete essere affamati…venite vi accompagno nella sala da pranzo

-Chi sei? –chiese uno di loro

-Io Angelica Desdemona. Mi potete chiamare Angy o Demy se preferite. Sono la vostra guida in questo piano, il mio compito è controllare che nessuno di voi infranga le regole del piano –spiegò Angy

-Come possiamo fidarci di te? –chiese un manichino

-Dovrete temo. Perché qui sarò l’unica che vi darà una mano a sopravvivere- sorrise Angy

 

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Capitolo 64: Come posso aiutarli se ora non mi fido di loro?

Capitolo 64: Come posso aiutarli se ora non mi fido di loro?

*secoli prima*
Elphien uscì di nascosto dal castello, Reaf era sotto controllo di Entità e gli altri dormivano, doveva muoversi se voleva che nessuno la scoprisse.
Schioccò le dita e si lasciò trasportare nel Limbo.
Si sistemò una ciocca ribelle e si guardò intorno.
-Dove diavolo ho lasciato le celle ora?
Sospirò e si mise a camminare, il rumore dei tacchi era l’unica cosa che si sentiva nel Limbo…quello e le urla dei condannati. Scese i gradini che andavano verso il basso, nessuno eccetto lei aveva percorso quelle scale. Tutti i prigionieri del Limbo sapevano che era la zona peggiore di quella prigione, la zona da cui se entravi non uscivi. Non uscivi mai.
Le celle erano vuote. Elphien le usava poco perché chi considerava degno di quel posto lo considerava degno del Void. Ma aveva le sue eccezioni. Lui era tra queste.
Al livello più basso del Limbo c’era lui.
-Lasciami in pace ti prego- mormorò il moro dagli occhi neri
-Lyon- disse Elphien facendolo sobbalzare
-Morte…- mormorò lui- vuoi finire la mia condanna?
-Lyon, alzati- disse Elphien
Lui eseguì. Era un ragazzo di diciotto anni, aveva i capelli lunghi, trascurati, profonde occhiaie, il fisico un tempo muscoloso e dritto era ora magro e ricurvo, aveva tracce di polvere ovunque e i vestiti strappati- morte…cosa la porta…qui?
Lei aprì la sua cella- seguimi
Lui tenendo la testa china seguì Elphien su per le scale, la seguì nell’edificio centrale, dove i prigionieri di Limbo venivano finalmente condannati o liberati. Entrarono in una bella stanza, era elegante, chiara, pulita e luminosa, stonava con l’oscurità che aleggiava nella zona colpevoli del Limbo ma nemmeno nella zona di chi doveva solo ricevere giudizio l’ambiente era così luminoso. Elphien gli indicò una porta- credo che tu voglia farti un bagno. Ti aspetto qui. Fa con comodo Lyon
Lyon la guardò insicuro però entrò nel bagno e con immenso piacere si lavò per la prima volta dopo anni in maniera decente. Si prese il suo tempo, si rilassò. Elphien intanto posò sul letto della stanza dei vestiti puliti. Era una divisa quella ed era certa che Lyon avrebbe capito a cosa serviva. Era composta da pantaloni neri, una camicia bianca con su una giacca da ufficiale delle tenebre, aveva dei stivali particolari per uso di magia e lei avrebbe poi aggiunto la spilla in oro e argento con il simbolo della morte sopra, segno che ubbidiva ai suoi comandi. Lyon uscì dal bagno con l’accappatoio ben stretto, in leggero imbarazzo, si era fatto la barba e aveva cercato di sbrogliare i nodi dei capelli fin troppo lunghi a suo parere. Elphien gli indicò i vestiti e uscì dalla stanza per lasciarlo cambiare. Appena finì di vestirsi le disse che poteva rientrare.
-Perché? –chiese indicando la divisa
Lei gli fece cenno di sedersi davanti allo specchio e prese da un cassetto una spazzola. Si mise a spazzolargli i capelli con estrema gentilezza- come hai visto, voglio che diventi un mio alleato
-Ma perché io? Sono il figlio di…ahi…- mormorò quando lei di proposito gli tirò un po’ più forte i capelli
-Non siamo i nostri genitori Lyon. In questo tempo qui hai maturato il tuo comportamento e i tuoi desideri di assecondare tuo padre sono andati persi, sostituiti dalla voglia di ucciderlo, vero? –chiese Elphien
-Come lo…è vero…sei la morte, sai tutto- disse lui guardandola stupito dalla velocità con cui stava sbrogliando quella matassa- è così. Voglio la morte di Artemos e di Mefistes
-Io voglio averti come mio generale. Sarai membro delle mie truppe, seguirai i miei comandi e agirai nell’ombra in mio nome- disse Elphien
-E cosa dovrò fare? –chiese lui
-Aiuterai la morte a controllare questo mondo Lyon. Sono stanca di interferenze da altri sul corso degli eventi di questo universo. La storia non si doveva svolgere con queste regole e quindi riporteremo tutto a una pace. Io riprenderò il controllo di tutto e sistemerò la situazione, eliminerò chi ha rovinato questo universo e darò di nuovo potere a chi l’ha creato…e tu mi darai una mano
-Che devo fare? –chiese lui guardandola negli occhi. Elphien legò i capelli in una coda e gli sorrise piano
-Sarai i miei occhi, le mie orecchie e la mia mano nelle ombre. Spierai e agirai per me. Osserverai cosa complottano gli altri e mi darai i resoconti. Sarai il mio famiglio. Il mio braccio destro.
Lui la guardò e si alzò dalla sedia per poi inginocchiarsi senza esitazione di fronte a lei- sarà un onore servirla mia regina. Ma vorrei poter essere io a togliere la vita di mio padre
Lei sorrise- e così sarà. Alzati.
Lui ubbidì e lei gli appuntò la spilla che subito si illuminò e creò il marchio sul braccio. Lyon prese fiato e tornò a inginocchiarsi- giuro fedeltà eterna alla creatura che vita e morte governa. Giuro di seguirne il fato e il suo destino e di morire per continuare il suo cammino. Giuro di servire Morte e solo Morte fino alla fine dei tempi, sotto questo e altro nome, servirò colei che è la mia signora. Io da ora sono il primo dei Reaper, signori dei viventi.
Elphien sorrise e gli mise al collo una collana d’argento con un ciondolo a forma di falce- lei è Roze Black. Evocala
Lyon si alzò e afferrò la falce- servi il nostro destino. Roze!
La falce si illuminò e una falce vera apparve in mano a Lyon che la guardava ammirato- è fantastica…- la fece roteare e sorrise a sentirne il suono
-Sono felice che ti piaccia…ma puoi evocarla solo dicendone il nome senza tutta quella scenetta di prima…e anche il giuramento era un po’ eccessivo sai? –rise Elphien- d’ora in poi userai Roze per catturare le anime che vanno giudicate che incontrerai sul tuo cammino mentre eseguirai i miei ordini. Tutto chiaro?
-Si mia regina- disse Lyon
Lei sorrise- bene…vieni, usciamo dal Limbo. Ho la tua prima missione per te
Lyon fece tornare la falce nel pendente e guardò Elphien allontanarsi con calma. Strinse un pugno deciso- non lascerò che mio padre torni al potere…costi quel che costi…



Capitolo 53: Ok...she is...going crazy...

Capitolo 53: OK…She is…going crazy…

Loren scoppiò a ridere quando entrò nella sua sala, era vestita come una dominatrice, con tanto di frusta in mano.

La sala era piena di strumenti per BDSM, c’erano ragazzi e ragazze vestiti come sottomessi o dominatrici e la situazione stava leggermente sfuggendo di mano

Angy si schiarì la gola- scusate…ma non doveva essere un piano per…uccidere?

Ian fece facepalm- che diavolo di problemi hanno i concorrenti di quest’anno!?

Angy gli sorrise- magari ha in mente qualcosa…la casa non l’ha uccisa no?

Ian sospirò- sto pregando che lo faccia

Nikki strappò il foglio- ok, un’insegnante di matematica sadica e perversa…fantastico…e io che pensavo che la mia fosse sadica fino al midollo…

Isy le mise una mano sulla spalla- tranquilla su…

Loren intanto aveva iniziato a usare la frusta su chiunque le capitasse a tiro.

Angy era arrossita- posso non guardare?

-Vuoi guardare me piuttosto? –chiese Jackson ridendo e beccandosi un ceffone sulla nuca da Isy- hey…

-Non provarci pirata dei miei stivali o ti faccio fare la fine di Nemo

-Perso? –chiese Alexander

-Fritto- disse Ele

-Aveva un pesce di nome Nemo e il cugino per sbaglio l’ha fatto finire sulla friggitrice- disse Angy

-Come diavolo ha fatto a far finire…sai cosa? Non voglio sapere- disse Jackson

-Meglio- rispose Isy- anche perché la prossima volta friggo lui

-Isy non avevi in mente quel film sui pirati? –chiese di colpo Angy

-Si perché? –chiese lei

-Hai la possibilità di chiedere a un pirata vero, in carne e ossa, consigli sulla tua trama e non sfrutti l’occasione? –chiese Angy

Isy stette a fissarla due minuti e poi si voltò verso Jackson- tu ora rispondi alle mie domande

-Ok? –rispose lui confuso lasciandosi trascinare in un angolo per parlare

-Nikki non dovevi scrivere qualcosa su un manicomio o qualcosa del genere? –chiese Angy

-Io avevo quella storia sui trattamenti in manicomio da fare…- confermò lei, si voltò verso Malachia con il blocco in mano e la penna pronta a scrivere- posso farti un paio di domande?

Lui annuì- tutto ciò che vuoi

Angy si voltò verso Ele- non dovevi fare una collezione estiva…tema sirene…

Ele si illuminò- con tutto quello che è successo me l’ero scordata! Voi tre- indicò le tre Sirene- ho domande, disegni e vestiti da chiedervi!

-Ok…

Angy si voltò verso Dori. Lei la guardò- non ho nessun progetto in corso

-Ma un videogame sui licantropi che non ti pare realistico sospeso da tre anni- rispose Angy- e ora hai un licantropo vero a cui chiedere consiglio- disse spingendo James verso Dori

Dori si illuminò- posso farti due domande?

-OK! –disse lui facendosi trascinare dalla ragazza

Steven scoppiò a ridere- tu hai qualche progetto o volevi solo sbarazzarti delle ragazze?

-No, in realtà volevo distrarle e rilassarle un po’…- guardò Steven- parliamo un po’?

Lui si sedette accanto a lei- ho delle domande sul tuo tempo

-E io sul tuo- ammise lei- tanto…per come sta andando Loren direi che la ucciderà a breve

Neanche a dirlo, venti minuti dopo, Loren fu uccisa dalla casa.

 

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Capitolo 63: Avrei voluto dirle tutto

Capitolo 63: Avrei voluto dirle tutto

Non ho mai avuto il coraggio di dire a Elphien che sua madre è Elizabeth.
Non ho mai avuto il coraggio di dire a Dyanas che so tutto
Non ho mai avuto il coraggio di dire ai miei che amavo Elizabeth e non Dyanas
-A cosa pensi? –mi chiede Elizabeth
-Se Elphien sapesse la verità forse…tutto questo sarebbe più semplice…
Lei sorride- e chi dice che non lo sappia
-Noi non glielo abbiamo detto e siamo gli unici a saperlo
-Stiamo parlando di mia figlia Reaf, senza offesa ma, ha il mio intelletto. Avrà capito chi ero al primo incontro. Non è stupida, secondo me ha anche capito perché non le abbiamo detto nulla
-Non sa di noi, non sa di Artemos, Mefistes e Lyon…che altro non sa?
-Io non ci giurerei sul “Non sa” voglio dire, nostra figlia è molto furba sai…
-Cosa non so io a questo punto?
Lei ride- sai dicono che il confine tra verità e finzione sia così sottile che in molti passano da uno all’altro
-E questo che c’entra?
-Nulla…ma infondo non posso risponderti quindi qualcosa la dovrò pur dire…in ogni caso…la morte sa tutto
-E questo con nostra figlia ha a che fare perché…?
Lei ride- lo scoprirai. Non è un mistero comunque che nel Limbo ci si entra solo se morte da consenso e solo con il suo consenso se ne esce
-Rispiegami cos’è sto Limbo grazie
-Il Limbo è una prigione situata sotto lo strato della nostra realtà chiunque vi entri è al confine tra vita e morte…o meglio tra vita e Void. La morte è l’unica che può uscire e entrare senza essere condizionata dal suo clima ed è da lì che controlla ogni suo suddito e emette giudizio su chi finisce dove
-Non ho ancora capito a cosa serva. Non sarebbe meglio mandarli tutti nel Void?
-Il tuo compito di guardiano è di spedirli nel Limbo e lasciare alla Morte il giudizio. I Guardiani come te non hanno purtroppo un giudizio totalmente neutro, avete sentimenti e sensazioni unite da controllare. Il giudizio di voi può essere errato o dettato da circostanze. Per questo è alla Morte che viene dato l’ultimo giudizio, quello importante. Se una persona va condannata o meno è la Morte a deciderlo.
-Dal Void non c’è via di uscita giusto?
-Mai stata. La morte può entrare e uscire da lì, ma non c’è nulla. L’anima viene distrutta, il corpo devastato e chi resiste diventa una delle ombre che vagano in quel luogo, prive di malignità ma anche di vita- dice lei
-Perché creare un luogo così pacifico?
-Non lo so in realtà. Non lo creai io ma il creatore dell’universo. Mi diede poi a me il ruolo di creatrice e mi mise a comando di questo universo, ma il creatore non ha mai amato spiegare tutto. Adora mettere indizi e lasciare a altri il compito di capire cosa sta creando
-E come si capisce che siamo in un suo universo? –chiedo io
-Oh semplice. Di solito c’è sempre un personaggio con nomi strani o molto lunghi, la protagonista o il protagonista di quell’universo per il creatore
-Non capisco…
-Il creatore di questi universi si diverte a confondere le cose, ama creare storie complicate e intrecciare mondi che non dovrebbero essere intrecciati per puro svago…vedi…ama chi osserva i suoi lavori e spera che il suo lavoro venga apprezzato da chi ha il tempo di fermarsi a guardarlo. Adora vedere che ciò che crea viene visto in maniera positiva e questo aiuta a aumentare la sua creatività e il suo impegno nella storia. Crea personaggi assurdi, situazioni strane, logiche di base che non hanno senso iniziale e poi si incastrano alla perfezione in una trama complicata che nessuno riesce a predirne il corso. Ed è questo che le piace fare. Scrivere una trama così complicata o con più soluzioni possibili che chi la segue può teorizzare ciò che vuole e può comunque essere corretto. Le piace pensare che crea qualcosa che un giorno verrà visto come una lettura piacevole e che magari rallegrerà la giornata a qualcuno…
Sorrido- non ho idea di cosa stai dicendo
Lei ride- non importa che tu capisca Reaf

Capitolo 62: Bugiardi. Bugiardi

Capitolo 62: Bugiardi. Bugiardi

-Entità- mi chiama Reaf
Proprio ora che mi stavo godendo Elphien che si fa una doccia mi devi distrarre? Chiudo lo specchio magico e faccio riaffiorare Reaf in modo che possa vedere cosa faccio- dimmi
-Sai nulla di Artemos e Mefistes?
Sbuffo, per questo mi distrai?! –si so qualcosa
-Ti dispiacerebbe dirmelo?
-Furono creati da uno dei capi piano. Mefistes doveva controllare i mostri e Artemos evitare lo scoppio di guerre
-Che successe?
-Mentirono- dico io con calma
-Mentirono?
-Erano in una posizione di potere e controllavano un regno. Ma questo non bastava a loro. Mefistes era completamente fuori di testa e avrebbe dato la vita per Artemos. Artemos era semplicemente…crudele. Non gli importava di evitare la morte a qualcuno. Si divertiva a giocare a fare dio e nulla lo spaventava
-Che è successo allora?
-Usarono i loro poteri per scatenare una guerra e cercare di prendere la posizione di comando
-Ci riuscirono?
-No. L’angelo della morte, quello che viene chiamato Morte per gli esseri viventi, intervenne e bloccò tutto. Non aveva un corpo fisico ma l’aspetto di una donna bellissima. Li affrontò senza paura e uccise ogni loro alleato
-La Morte che ne ha fatto degli alleati?
-La Morte non è stupida. Ha reso innocui i loro alleati mandandoli nel Void. Non si sarebbe mai arrischiata a una seconda rivolta
-E dei due che fece?
-Li privò dei poteri. Gran parte dei poteri almeno, ma non li uccise
-Come sarebbe a dire che non li uccise?!- chiede Reaf
-Non ebbe tempo per farlo purtroppo. Li ferì mortalmente ma dubito che i due morirono
-Perché non li ha uccisi?
-I due avevano un figlio. Lyon. Di lui non sono certo cosa fece ma si vocifera l’abbia messo nel Limbo per tenerlo al sicuro o forse per impedirgli di provare le follie del padre…
-Che c’entra con la loro fuga? –chiede Reaf
-Artemos provò ad uccidere il figlio davanti alla Morte- dico io- per salvarlo dalla Morte ha perso tempo e i due se la sono data a gambe
-Avrebbero…ucciso il loro stesso figlio? –chiede Reaf stringendo i pugni
-Non dovrebbe stupirti molto infondo
-Perché?
-Perché Dyanas, aka la discendente di Mefistes, voleva fare lo stesso
Reaf mi fissa- Dyanas è imparentata con…
-No. Mefistes la scelse come sua futura erede visto che a follia Dyanas era molto vicina a Mefistes. Se Mefistes fosse morta Dyanas avrebbe il suo ruolo. Per questo dico che lei non è morta
-Chi avrebbe il ruolo di Artemos? –chiede lui
-Lui non vuole eredi. Lui vuole il dominio per sé e solo per sé. Credo avrebbe ucciso Lyon lo stesso…ma in caso di morte avrà un piano B, qualcosa che lo riporti in vita.
-Capisco…- mormora Reaf- come si potrebbe ucciderli in caso siano vivi?
-Non saprei sinceramente. La Morte è l’unica creatura che ha potere su tutti, persino la creatrice secondo me avrebbe problemi a ucciderli, ma non si sa mai…
-C’è modo per sapere se sono vivi o meno?
-O escono loro allo scoperto…o aspettiamo e vediamo cosa succede…oppure…potremmo cercare traccia della loro morte sul campo di battaglia…purtroppo però solo con il permesso di Morte possiamo andare lì…
-Quindi non c’è niente che possiamo fare?
-No- dico io- nulla di nulla
O almeno…nulla che tu possa fare Reaf…dobbiamo solo lasciare a Elphien le carte…lei saprà che fare…



Capitolo 61: Le bugie delle madri e le falsità dei fratelli

Capitolo 61: Le bugie delle madri e le falsità dei fratelli

Elphien si accoccolò al petto di Shin.
-Stai bene? –chiese lui coccolandola piano
Lei sospirò- le madri dei ragazzi hanno provato a contattarmi. È una rottura di scatole. Continuano a mentire e loro continuano a fingere…bugie e finzione…
Shin si sollevò leggermente in modo da poterla guardare negli occhi- Elphien sembri stanca…è successo qualcosa?
-Non ora…nel passato si però- disse Elphien facendo cerchi immaginari con le dita sul petto muscoloso del marito- mi mettono tristezza…
Shin si mise a giocare con una ciocca di Elphien e si ricoricò- vuoi che uccida uno di loro?
Elphien si sollevò e si poggiò al petto di Shin- solo se vuoi
Lui sorrise- per te ucciderei il mondo Elphien…ucciderò…- ci pensò un secondo- che ne dici di Demos?
-Come lo vuoi far fuori? –chiese Elphien curiosa lasciandolo accarezzarla
-Siamo vicini a un lago…- disse lui tirandola più vicino al suo volto e mettendosi quasi a sedere. Le alzò il mento sogghignando piano- ma voglio qualcosa in cambio…
-E cosa mai potrebbe volere questo demone da me? –chiese lei sorridendo
Lui la baciò per poi bloccarla sotto di sé- una coppia di gemelli
Lei lo guardò stupita e poi sorrise piano- se è ciò che vuoi…farò sì che tu diventi di nuovo padre
Lui sorrise soddisfatto e le baciò il collo. Il marchio si illuminò e Shin la tirò a sedere per osservare il marchio dietro la schiena di lei. Una falce con delle rose e un fuoco che le bruciava con dietro il simbolo della magia- non mi stancherò mai di guardare il mio marchio su di te…
-Poco possessivo amore vero? –chiese lei sorridendo
Lui rise- beh mi puoi biasimare? Attiri rivali per me come il miele le api
-Sai che sarai sempre l’unico per me Shin…- disse lei baciandolo dolcemente
Lui cominciò a baciarle il collo per poi scendere piano al seno, tornò a baciarla per poi separarsi da lei
-Resta qui- disse lui alzandosi dal letto e rivestendosi
-Mi hai seriamente eccitata per poi mollarmi così!? –chiese lei fissandolo incredula
Lui ridacchiò- sono un demone ricordi?
-Si ma questo non significa che devi essere stronzo!
Lui rise- uccido il cretino e ti dedico tutto il tempo del mondo…
Lei sbuffò- spero per te che ne valga la pena…altrimenti me la paghi
Lui la baciò- fidati…- gli occhi erano rosso sangue- nulla mi potrà mai separare da te My Queen…dovessi anche ritornare in vita sotto altra forma per averti…
Elphien stava per rispondere ma lui pensò bene di filarsela.
Lei si lasciò cadere sul letto e si avvolse nelle lenzuola- gemelli eh?
Chiuse gli occhi e vide il marito divertirsi ad affogare Demos che, invano aggiungerei, provava a liberarsi dalla presa di Shin
Elphien aprì gli occhi e guardò il soffitto stellato della camera. L’aveva realizzato Shin con l’alchimia. Era un bellissimo regalo che le aveva fatto, anche se non dormivano, era bello avere un celo stellato sopra di loro.
Sentì dei rumori e si coricò di lato. Due secondi dopo Shin era in camera con lei- scusa l’attesa…Elphien?
Lei guardò altrove
-Non dirmi che ti sei arrabbiata? –sorrise lui avvicinandosi
Lei non rispondeva così lui la tirò a sé e la baciò. Dopo pochi attimi lei cedette al bacio e ricambiò con egual passione- non osare mai più uscire dalla stanza mentre sei a letto con me Shin Flamel…
-Altrimenti? –chiese lui
-Ti lego a letto- rispose lei tranquilla tirandolo sopra di sé

Capitolo 52: Well...She is strange...

Capitolo 52: Well…She is strange…

-Come diavolo è successo!? –chiese Angy guardando Marcus a terra sgozzato

Ian si sistemo la cravatta- il suo compagno di squadra ha avuto una lite con lui e ha deciso di…ucciderlo prima della sfida

-Dio santo…- mormorò Dori- sapevo che Alexander fosse matto…ma fino a questo punto…

-In ogni caso…è ora che lei signorina Angélique si prepari per l’ultima sfida. Le sue amiche la potranno aiutare ma durante la sfida sarà solamente lei…intesi? –chiese Ian

Angy annuì- bene, grazie Ian

Nikki aspettò che fossero sole per parlare- Marcus era lo stilista che rubava le idee a Ele, era in causa con un certo Pier per una borsa copiata…non ci riesco a credere che Alexander abbia ucciso così il suo migliore amico

-L’ho sempre pensato che fosse falso- rispose Dori

Isy scosse la testa- che sfida ti tocca Angy?

-La casa vuole vedere il mio piano come sarebbe- rispose Angélique cercando qualcosa nella borsa- quindi le mie sfide, la mia letalità ecc.

-Chissà cosa hanno in mente gli altri- si chiese Ele

-Non so- Angy sorrise tranquilla

-Tu hai già un piano vero? –chiese Nikki

-Sapevo di questa sfida grazie a un incontro fortuito, se si può dire così, con Mr. House. Mi sto preparando da prima della sfida di Steven- spiegò lei- ho già tutto pronto e mi sono già fatto portare le cose dalle gemelle. Non dovete preoccuparvi

-Bello vederti così positiva…- sorrise Isy

Ian tornò nella stanza- seguitemi. Andremo nella stanza dell’osservazione per vedere il piano ideato da Jessica.

Le ragazze seguirono con calma Ian nel salotto e lo specchio mostrava una stanza buia con Jessica in piedi- quindi basta che penso al piano e questo appare?

-Si signorina- disse Ian- ricordi che chi non è abbastanza buono come ideatore di prove verrà ucciso seduta stante

Angy guardò le ragazze e sorrise tranquilla- osserviamo per ora ok?

-Chi farà la sfida? –chiese Dori

-Beh visto che con la morte di Becca il gruppo 4 è stato sterminato, che del gruppo due rimane solo Alexander, che del gruppo tre rimane solo Loren e del cinque solo Jessica…direi loro. Del nostro c’ è Angy- disse Isy

-Shh…- disse Ele- concentratevi su cosa fanno gli altri. Dobbiamo stare attente ora

Nikki tirò fuori il blocco appunti- tanto vale prendere nota…

****

In fretta l’oscurità si dipartì rivelando quella che sembrava una sala del trono. Sul trono vi era seduta Jessica, intorno a lei c’erano degli arazzi con su cucite le locandine dei film porno da lei realizzate. Ai suoi piedi inchinati vi erano degli uomini e delle donne che dir vestiti era dir molto.

-Chi sono io? –chiese Jessica

-La regina –risposero loro in coro

Lei rise- io qui dichiaro di uccidere i concorrenti del mio piano per il troppo sesso!

Una spada le tagliò la testa.

****

Angy scosse la testa- ma…ci ha provato dai?

-Ok…- Nikki strappò il foglio che aveva scritto- fingerò di non aver visto niente…

-Qualcuno mi cancelli la memoria! –chiese Isy- non volevo vederli gli uomini con i perizoma…

Ele scosse la testa- quella non stava bene…

Ian sospirò- la prova doveva avere dei manichini che avrebbero mosso se stessi come dei veri concorrenti che il piano avrebbe dovuto rimuovere…era chiedere troppo almeno arrivare all’ingresso dei concorrenti?

-A quanto pare si- disse Dori

-Loren. Tocca a te- disse Nikita accompagnandola fuori

Alexander sogghignò- spero tu abbia una buona idea Angelo. Perché io ne ho una ottima…

Lei sorrise- non ti preoccupare, la mia sarà molto interessante…

 

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Capitolo 51: I just hate this luck

Capitolo 51: I just Hate this Luck

Angy guardò le ragazze, qualcosa non andava e lo sapeva, ma aveva come la sensazione che se avesse chiesto avrebbe ottenuto una finta risposta. Lo sguardo le cadde su un pezzo di lente a terra. In quel momento notò che c’era qualcosa incastrato sotto il divano. Raccolse una fotografia di sé che dormiva e vide chiaramente l’ombra. Guardò le ragazze e fu certa che qualcosa le aveva costrette al silenzio.

Nella sua mente Victor era stato…momentaneamente messo a nanna. Aveva imparato a farlo da uno dei libri di Victor. Ironico vero? Usava le sue conoscenze contro di lui.

Non aveva nulla da temere se il suo piano avrebbe funzionato Victor, la casa e quella serata sarebbero state un orrendo e lontano ricordo.

Si allontanò dal gruppo, aveva bisogno di concentrarsi, si isolò dal mondo e si sedette sulla ringhiera del balcone a guardare il cielo notturno. Doveva avere calma nel cuore perché ciò che voleva fare funzionasse…e l’unico modo era…affrontare il passato da cui voleva così tanto scappare…

Il primo nome che le venne in mente fu quello di suo padre Elias King, il generale con i capelli neri e occhi verdi che terrorizzava chiunque lo conoscesse. Suo padre era un gran uomo, non poteva negarlo, ma pensandoci oggi lei vedeva che in realtà era sempre nell’ombra di suo padre, Arnold King, ogni cosa che Elias faceva era sempre messa a confronto con il padre e nulla avrebbe mai smesso di farlo risultare l’eterno “figlio di”. Suo padre era severo, rigido e mancava di tatto spesso e volentieri. Odiava mostrare emozioni e anche se il mondo stava crollando non mostrava un singolo segno di incertezza. Quando era piccola sapeva bene che il padre non sapeva come crescerla. Era figlio unico lui, cresciuto in una famiglia rigidamente militare, senza sapere chi fosse la madre e senza mai dimostrare l’affetto che provava per il padre. Era severo. Era rigido. Ma sapeva che per un periodo di tempo aveva avuto occhi solo per lei, il piccolo prodigio che aveva superato ogni aspettativa. Ma poi lei aveva deciso di rompere quell’orgoglio cambiando vita…

Sua madre, il colonnello Phoebe Roze, capelli biondi e occhi blu, era di sicuro meno rigida come il padre ma sentimentale era un termine che non avrebbe mai trovato appoggio con quella donna. Era cresciuta anche lei come figlia unica in una famiglia militare, in realtà aveva un fratello morto però durante il parto della madre. Aveva voluto entrare nei militari per dimostrare a tutti che non era una femminuccia e fu lì che incontro il suo futuro marito Elias. Litigavano come cane e gatto. Neanche a dirlo l’odio iniziale divenne amore, una strana forma visto l’incapacità sentimentale dei due a dimostrare i sentimenti, ma si amavano. La madre non era mai stata debole, era sì femminile ma non era lei quella che le aveva insegnato a truccarsi o a comportarsi da signorina. Sua madre era molto dura, ricordava che era molto severa soprattutto sull’educazione di lei e dei suoi fratelli. Quando era nata sapeva che sua madre aveva Alte aspettative per lei, unica femmina della casa, doveva dimostrare di essere migliore dei ragazzi, che lei sarebbe riuscita dove sua madre non era riuscita, superare i suoi fratelli e diventare Generale molto prima di loro, diventare la migliore. L’aveva di certo resa fiera quando la nominarono Generale…e aveva rovinato tutto cambiando mondo…

Kain, Fallon e Kasey, tutti e tre biondi con occhi blu, erano più grandi di lei di quindici anni. Aveva tuttavia un buon rapporto con tutti e tre. Kain era il maggiore di tutti i suoi fratelli. Amava andare a fare arrampicate e passeggiate in montagna quando era libero di tornare a casa dalla base militare. La portava spesso in giro per i monti, mostrandole ciò che sapeva. Fallon amava nuotare, aveva deciso di prendere servizio su una di quelle grandi navi da guerra e stava spesso in mare per giorni, quando tornava a casa però nulla lo allontanava dal portarla al mare o in qualsiasi luogo con una vasca d’acqua dove potesse nuotare. Kasey amava il Giappone e l’era medievale. Amava i cavalieri con le spade e i samurai con le loro Katane, si ricordava bene le dolorose cadute fatte con lui mentre le insegnava a lottare con la spada.

Liam, Murphy e Neal, tutti bruni con occhi verdi, le passavano dodici anni di differenza. Anche con loro andava molto d’accordo, sebbene come per i primi tre li vedesse poco o niente. Liam amava volare, si ricordava con lui parecchi voli. Se poteva di fatto la portava a volare su uno dei suoi aerei e quando era più piccola la sollevava e la faceva girare come se stesse volando. Aveva delle ali secondo lui, lei aveva le ali per volare in alto. Murphy amava andare a esplorare i fondali marini, lui lavorava su un sottomarino, l’aveva anche portata sott’acqua molte volte e con lei faceva a gara a chi teneva il respiro per più tempo sott’acqua. Neal invece era l’appassionato di escursioni, aveva imparato le differenti piante da lui, aveva imparato a cavarsela da sola nel bosco con lui e quando tornava dal servizio militare le portava sempre qualche strana piantina, una volta le aveva portato a casa una pianta carnivora di un’isola del Pacifico che aveva cercato di mangiarsi il gatto dei vicini.

Phelan, Roan e Ryann, capelli neri e occhi scuri, le passavano nove anni. Phelan era uno spirito libero. Odiava rispettare le regole, ma era il più serio se la situazione lo richiedeva. Era un colonnello serio e determinato a diventare il migliore. Amava disegnare, amava il suo lavoro nell’esercito perché poteva viaggiare molto, poteva vedere molti luoghi e disegnarli tutti. Roan era invece l’appassionato degli animali. Gliela aveva trasmessa lui la passione per gli animali, insegnandole a distinguerli uno dall’altro. Era lui che le aveva regalato i lupi che vivevano con lei. Ryann amava le armi, era un cecchino scelto e le aveva insegnato a non sbagliare un singolo colpo. Amava così tanto le sue adorate pistole che riusciva a smontarle e rimontarle senza guardare nemmeno cosa faceva.

Finn, Light e Shin, capelli biondo rossastri e occhi chiari, le passavano sei anni di differenza. Finn lo ricordava particolarmente ubidiente e ligio al dovere. Le aveva insegnato lui a comportarsi secondo le regole e come evitare di finire nei guai. Light era invece quello appassionato di minerali e pietre. Le aveva sempre portato qualcosa dai luoghi che visitava e le aveva insegnato a distinguere una pietra e un minorale da un altro. Shin invece era l’appassionato di stelle, era lui che le aveva insegnato a distinguerle una dall’altra e a riconoscere le varie costellazioni e per sua fortuna il suo lavoro gli permetteva di passare le notti a guardare le stelle.

Ares e Rhys, capelli rossi e occhi verdi, le passavano appena tre anni. Era particolarmente legata a loro due, anche se mai avrebbe ammesso questo con Ares. Ares era quello che le aveva insegnato a mentire e recitare per uscire fuori dai guai. Rhys le aveva insegnato invece come raggirare le persone e muoversi come una ladra. Erano due combina guai ma erano i suoi combina guai.

Infine c’era il suo adorato nonno. Il Terribile era chiamato così da tutti i soldati. Il generale Arnold King, capelli ormai grigi e occhi neri pece. Era considerato immortale da chiunque, aveva centocinque anni e non solo li portava bene, ma era anche più che capace di fare a botte con qualcuno e uscirne vincitore. Mandarlo in pensione era stato impossibile, ma dopo la nascita di Angy il terribile aveva deciso di allentare la presa sul lavoro e dedicarsi alla cura dei nipoti. A differenza degli altri Angy era cresciuta senza paura del nonno. Certo era anche lei passata sotto le sue urla, sotto le sue gridate e sotto le sue assurde manie, ma aveva sempre fatto breccia nel cuore del nonno e si faceva valere. Se una cosa non le stava bene non abbassava la testa e questo lui lo apprezzava. Avevano un carattere che li portava spesso a scontrarsi e la cosa la portò poi a diventare l’Incubo, l’erede al “trono” di terrore lasciato dal nonno. Cosa che non le dispiaceva, come il nonno adorava spaventare le reclute e metterle in riga. Le aveva passato lui la passione per la lettura, il cinema, la musica e il teatro. Era fiero di lei quando era nei militari ma quando decise di cambiare ruolo era ancora più fiero di lei. Amava la sua voce e amava il suo modo di comportarsi sul palco. L’aveva incoraggiata così come l’avevano fatto i fratelli e di questi non poteva che ringraziarli.

Sorrise. Una volta finita quella storia avrebbe fatto visita alla sua famiglia.

-Angy tutto bene? –chiese Steven entrando nel campo visivo di lei- sembri…triste

-Solo…ricordi- sorrise lei piano chiudendo gli occhi e godendosi la brezza notturna- quando tutto questo finirà…tu e i tuoi soldati vorreste tornare nella realtà?

-Che intendi? –chiese Steven

-Se io avessi il potere di riportare tutti voi nel mio mondo. Nel mio secolo e farvi continuare a vivere…vorreste? –chiese lei ancora con gli occhi chiusi

-S…Si! Ovvio! –disse subito lui- ma…non credo sia fattibile

Lei sorrise- una strega non rompe mai le sue promesse- lo guardò e gli prese la mano- e io ti prometto che vi farò uscire da qui

Lui sorrise- sei molto anomala sai?

-Me ne rendo perfettamente conto- sorrise lei- e sai cosa? La normalità è noiosa.

-Concordo- rise lui

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Capitolo 60: Sto perdendo coscienza di me

Capitolo 60: Sto perdendo coscienza di me

Ormai…ho più giorni senza controllo che con. Da quando ho rinchiuso i miei nipoti non ho molta libertà, quasi una punizione di Entità per aver perso Elphien. Ora si danna l’animo per trovarla e riportarla a lui.
-Stai di nuovo deprimendoti?
Mi giro e la vedo- Elizabeth…
Lei sorride piano- è così tanto che non ci vediamo…
Mi si getta tra le braccia- mi hai di nuovo richiamato sul tuo piano astrale per stare insieme?
Lei annuisce accoccolandosi- non hai idea di quanto mi sei mancato
-Questo dovrei dirlo io…come stai?
-Meglio ora che sono con te- sorride lei- e quella?
-Dyanas non è nulla per me amore mio
-Si ma ti diverti a farle il lavaggio del cervello e convincerla che fa sesso con te- mette il broncio e io rido- non ridere!
-Sei gelosa? –chiedo io
-SI! Insomma…sono io dovrei stare con te e nostra figlia e quella si prende i miei posti di madre e moglie! Non è giusto! –sbuffa lei
-L’idea è stata tua- sorrido io
-LO SO! –si mette a giocare con una ciocca- ho visto un’ombra seguire Elphien
-Un’ombra?
-Donna, mantello d’argento. Si finge un emissario del creatore- dice lei
-Strano…tu sei il creatore
-Appunto. E chi ha creato me non si interessa a questo universo, mi ha dato pieni poteri e non può nulla senza mio consenso oramai.
-Quindi abbiamo qualcuno che vuole potere…ma perché e soprattutto chi? –chiedo io
-Ho le mie idee…
-Non penserai Artemos vero?
-Non mi viene altra spiegazione
-Ma è morto! –dico io
-Non estinto però. Ricordatelo, è uno dei primi. Può sempre rinascere con le giuste condizioni
Impreco- non è possibile. Pensavo di essermi liberato di quel coglione…
-Anch’io…ma se lui è vivo…
-Anche la sua puttana lo sarà…quindi Artemos e Mefistes sono vivi…
-Artemos ha capelli neri e occhi neri, potrebbe cambiar forma ma quei tratti non cambiano ricordatelo. Quanto a Mefistes lei ha capelli neri e occhi rossi, cerca di scoprire se questa donna con il mantello d’argento ha queste caratteristiche- dice lei
-Ci posso provare- dico io- ma sei sicura che sono vivi?
-Non ho trovato tracce della loro esistenza…ma nemmeno della loro morte. L’unica che può accertarlo ora è fuori uso- dice lei con amarezza, non le piace che nostra figlia non ricordi nulla
-E se non fossero loro?
-Vorrebbe dire che il loro figlio è scappato dal Limbo- dice lei- e sappiamo che Lyon non è un avversario da sottovalutare
-Lyon…la copia del padre, forse più spietato…- mormoro io- cosa intendi fare?
-Controllerò Lyon. Se riesco a trovare traccia di una sua fuga saprò che è lui…in caso contrario…
-Dovremo prepararci alla guerra…lo so…- le sorrido- sta attenta ok?
Lei annuisce- tieni d’occhio Elphien. Lyon ha giurato vendetta e proverà a ferirla…o peggio…
-Lo farò. Fammi sapere Elizabeth
-A presto Reaf



Capitolo 59: Voglio solo che mi ami

Capitolo 59: Voglio solo che mi ami

-Entità!
Mi avvicino alla mia piccola Elphien di appena cinque anni- dimmi
-Guarda! –mi porge una collana d’oro e argento finemente decorata, ha delle incisioni in una lingua a me sconosciuta e contiene pietre che io non ho mai visto- ti piace?
-Beh…è bellissima Elphien. Dove l’hai presa?
-L’ho fatta io- sorride lei con orgoglio
-Tu? –chiedo io- dove hai trovato i materiali? E come sei riuscita a fare una catenina così fine?
Lei ridacchia- ci sono molte cose di me che non sai Entità. Per i materiali li ho semplicemente chiamati e sono venuti da me…per il lavoro…è un mio piccolo segreto
-Direi che è stupenda Elphien- le sorrido e faccio per ridargliela ma scuote la testa
-L’ho fatta per te Entità. Mi offendo se non la metti
-Per me? Perché?
-Perché mi andava! –sorride lei
-Ok ma…
Lei ride e mi accarezza la testa come si farebbe a un cane- tu sei mio, devo pur metterti il collare non credi?
-Mi stai dando del cane piccoletta? –chiedo divertito
-Cane? Beh infondo io amo i lupi di ogni forma e colore. E poi sei fedele, forte, mi proteggi sempre e sei adorabile- ride lei accarezzandomi, sono sotto forma di ombra ma anche così può toccarmi, Reaf l’ho mandato a nanna un po’ di tempo fa e resterà a nanna finché non lo sveglio
-Ma non posso metterla…
Lei sorride e la prende dalle mie mani. Dice qualcosa e la collana svanisce dalle sue mani per finire intorno al mio collo- tu e il tuo corpo la indosserete. Quando ti troverai davanti al tuo corpo la collana brillerà e vi farà riunire
-Sei fin troppo preparata per avere così pochi anni- rido io sfiorando il regalo
-Lo so. Non potevi trovare fidanzata migliore dillo –ride lei
-Molto modesta My Queen- dico io coccolandola piano- cosa vorresti?
-Perché? –chiede lei
-A un regalo si risponde con un regalo…no?
Lei ride- non è necessario Entità
-Ma voglio farlo
Lei ci pensa su e poi scuote la testa
-Cosa?
-Nulla è stupido…
-Dimmi e giudico io se è o meno stupido Elphien
-Ok ma non ridere
-Lo prometto
-Voglio solo che tu mi ami Entità- dice lei tranquilla
-Ma non vale- dico io
-Perché?
-Perché voglio darti qualcosa che già non hai Elphien- sorrido io
Lei arrossisce- allora ho tutto ciò di cui ho bisogno Entità



Capitolo 50: He likes her, he loves her

Capitolo 50: He likes her, he loves her

-Quindi dici sul serio? –chiese Ele- pensi che qualcuno stia osservando Angy mentre dorme?

-Si- disse Steven

-Avete una macchina fotografica? –chiese Isy a Nikita

Lei annuì portandogliela- eccotela

-Che vuoi fare? –chiese Dori

-Ricordate il pigiama party che abbiamo fatto qualche giorno dopo che ci eravamo conosciute? –chiese Isy aprendo la porta e scattando una foto a Angy che dormiva per poi richiuderla e prendere la polaroid appena fatta, la scosse mentre aspettava che l’immagine di quella vecchia fotocamera apparisse

-Si, sei stata molto nervosa dopo ora che ci penso- ammise Nikki

-Il fatto è che ho scattato una foto a voi che dormivate, volevo un ricordo della serata e la cosa era carina…però- guardò la foto- lo sapevo…quando guardai quella foto, dopo averle sviluppate, vidi un’ombra nera dagli occhi rossi vicino a Angy. La cosa mi inquietò. Ma quando gliene feci una da sveglia non successe nulla e diedi colpa alla poca luce o a qualche strano bug…invece- mostrò la foto

Angy era tranquilla coricata sul divano con la coperta sopra di lei. Non c’era un singolo difetto nella stanza o in Angy…tuttavia seduto sul divano c’era una sagoma oscura con occhi rossi che fissava l’obbiettivo della macchina fotografica.

-Cosa cazzo…- mormorò Nikki

-Dio santo…c’è qualcuno con Angy!? –chiese Ele prendendo la foto per esaminarla

-Deve essere il famoso Victor- mormorò Dori

-Victor non è cattivo- si affrettò a dire Ian- è solo molto…possessivo

-Non ama che le sue cose vengano prese- confermò Honey

-Angy non è una cosa! –urlò quasi Isy- non ha diritto di tenerla così!

-Ha anche il controllo del corpo di lei delle volte- disse Nikki

Steven le guardò- nel senso che può fare ciò che vuole?

-Beh credo di sì. Angy dice che la protegge…- rispose Dori

-Aspetta…e se quella presa omicida verso chi la ostacola fosse Victor? –chiese Jackson

-Intendi nel vero senso della parola? Cioè mando ko Angy e uso il suo corpo per uccidere? –chiese Isy

-Dio santo…- disse Juliette

-Ok…vediamo quanto possessivo è il nostro amico- disse Malachia guardando Steven- prova a baciare la fronte di Angy, se reagisce per così poco siamo nei casini

-Possiamo provare- disse Steven- anche se sarà imbarazzante

Ritornarono nella stanza e Isy si mise dietro alla fotocamera per vedere se lo vedeva e con orrore notò di riuscirlo a vedere ora. Steven si avvicinò e notò l’ombra alzarsi in piedi e fare due passi indietro. Steven si inginocchiò e fece per baciarle la fronte di Angy ma l’ombra fu più veloce e lo afferrò per il collo scaraventandolo contro la libreria. Si girò verso Angy e mosse una mano, facendola girare dall’altro lato e continuare a dormire. L’ombra si avvicinò a Isy e le tolse la camera dalle mani e la schiantò a terra.

Steven si rialzò- cazzo…fatti vedere vigliacco

-Vigliacco? –chiese la voce di Victor- disse l’uomo che cerca di baciare una ragazza dormiente…

-Fatti vedere- disse Isy

Lui rise- bene…

Accanto a Angy apparve una figura prima sfocata e poi sempre più vivida. Era un uomo alto, con capelli lunghi color platino raccolti in una coda bassa, due occhi malva molto profondi, un fisico niente male, abiti in stile vittoriano e un sorriso crudele in volto- io sono Victor Night. Vorrei dire che è un piacere ma le bugie non piacciono a Angy quindi eviterò

-Che vuoi da Angy? –chiese Nikki

Lui sorrise- io? Nulla. Il mio angelo mi tiene qui finché non riavrò un corpo mio, poi la renderò mia…ovvero…- le baciò la mano sinistra sfiorando l’anello- lei sarà mia moglie

-Lasciala in pace- disse Ele

-In pace? –rise Victor- se non fosse per me sarebbe morta non so quante volte. Io sono il suo angelo custode. Non le farò mai del male…

-Perché? –chiese Steven

-A differenza tua che solamente ti piace io…la amo. E farò tutto ciò che è in mio potere per averla al mio fianco. Compreso uccidervi se necessario. Non provate a dirle di me. Farò in modo che non vi creda…detto questo…forse è meglio che vi togliate il terrore dagli occhi…si sta svegliando…

Victor sparì. Angy si alzò piano e si stiracchiò. Guardò le ragazze- state bene? Siete pallide

Isy l’abbracciò seguita poi dalle altre.

-Hey…che succede? State tremando- notò Angy preoccupata, guardò gli altri- e voi sembrate aver visto uno spettro…

-Non hai idea di quanto tu ci abbia preso Angelo- mormorò Malachia

 

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Capitolo 49: Memory of War

Capitolo 49: Memory of War

Angy si era messa a dormire. Nessuna delle ragazze disse nulla, era chiaro che i ricordi di guerra non erano facili da gestire e se dormire l’aiutava a calmarsi era meglio così. Nessuno aveva aperto il premio dell’ultima sfida e finché Angy non si sarebbe svegliata nessuno l’avrebbe fatto

-Con tutto sto casino non ti abbiamo chiesto informazioni sui morti della sfida precedente e di questa appena finita- disse Isy guardando Nikki

Lei annuì- dunque…Ken e Kaleb della sfida prima e Edward e Becca di questa…

-Come stai? Con la morte del tuo ex intendo- chiese Ele

-Bene…non so mi sento…sollevata quasi. So che è crudele dirlo ma…almeno so che non c’è nessuna di noi al suo posto- ammise Nikki- e non ho più sentimenti per lui da tempo quindi…

-Capisco- disse Dori- comunque dicevi?

-Ah giusto- Nikki si schiarì la gola- dunque…Ken era uno stilista, tuo rivale Ele. Diceva apertamente di essere Gay ma nessuno l’ha mai visto con altri uomini. Pare usufruisse della sua posizione per scoparsi delle modelle o per toccarle in posti inappropriati. Era finito nei titoli di testa per un’accusa di molestia sessuale e di stupro a carico di una modella Russa. Il processo si sarebbe dovuto tenere tra due mesi. Per Kaleb, come sappiamo era un giornalista e un figlio di puttana che mi fotteva gli articoli. Ho cercato in giro e ho scoperto due o tre cosette. Tipo che era sotto accusa da parte di altre cinque giornaliste per aver rubato loro articoli e stava stalkerando un’attrice collega di Angy di nome Clare. Dio se sono felice che io e lui abbiamo rotto…

-Non sei la sola- commentò Isy- mai sopportato

-Si mi ricordo che me lo dicevi e glielo dicevi in faccia ogni volta- rise Nikki

-Un’amica ti dice sempre e solo la verità- rispose lei

-Comunque…Edward come sappiamo era un attore e aveva lavorato con Angy per un paio di ruoli. Voleva stare con lei, cosa che lei non voleva e lo rifiutava ogni volta. Comunque pare avesse iniziato a rompere le scatole a qualche donna ricca. Sembra stesse cercando lo scandalo per avere più fama.

-Stronzo- commentò Dori

-Per quanto riguarda Becca, era una scrittrice di libri porno che pare avesse una predilezione per i locali notturni di spogliarelliste, era sotto i riflettori per il suo nuovo libro, una specie di storia su come una donna si innamorava di un cavallo…- disse Nikki

-Decisamente lo andrò a comprare guarda- disse sarcastica Isy

-Che oggetti abbiamo? –chiese a quel punto Ele

-Beh…abbiamo ancora l’anello della sfida della sirena, il premio dell’ultima sfida e i pendenti- disse Dori

-Chissà per cosa potrebbero servire…- si chiese Nikki

-State scordando quello- disse Isy indicando la creatura creata da Angy che stava seduto a terra a fissare Angy dormire

Angy si mosse piano sul divano. Le ragazze si guardarono- forse è meglio andare a parlare di là per non svegliarla.

-Ok, ma torniamo presto non mi fido a lasciarla sola- disse Ele

Le ragazze uscirono piano. Angy mosse piano la mano e la coperta la coprì meglio. Victor era sveglio, non dormiva mai e questo permetteva a Angy di sapere cosa succedeva quando dormiva. Victor quando Angy dormiva era in grado di distaccare lo spirito da lei e di apparire accanto a lei come un’invisibile presenza. Era ovviamente impossibile vederlo, se non per Angy, ma se le scattavi una foto vedevi un’ombra nera con occhi rossi accanto a lei, cosa che aveva inquietato parecchio i fratelli e i genitori della ragazza che non si spiegavano il fenomeno.

La porta si aprì e Victor guardò verso il nuovo arrivato. Era il colonello della sfida precedente.

-Oh…dorme…e la lasciano sola? Non è una buona idea

Victor alzò un sopracciglio “Hai fatto colpo angelo”

Lo vide avvicinarsi, sistemarle una ciocca e poi uscire piano dalla stanza.

Victor fece una smorfia. Angy era sua dal momento in cui lui l’aveva vista. Non avrebbe permesso a nessuno di portarla via da lui. Le accarezzò la testa e la vide sorridere. Era sua e di nessun altro.

 

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Capitolo 58: Perché non sono stata rinchiusa?

Capitolo 58: Perché non sono stata rinchiusa?

Elphien sospirò piano guardando il marito giocare con i figli.
Si era ammazzata di lavoro per soddisfare la sua parte di accordo e controllando il futuro dei figli aveva visto che anche l’altra parte era stata rispettata. Ma questo la faceva comunque infuriare. Nessuno giocava con la morte. Nessuno doveva osare mettere in discussione il suo potere e avrebbe ucciso quella dannata donna dal mantello d’argento…e…
Prima di poter continuare il flusso dei suoi pensieri qualcuno la forzò a dormire
****
Si guardò intorno. Era nella stanza della mente…ma perché?
-Bentornata- sorrise una voce a lei nota
-Lady- sorrise Elphien- quanto tempo…
Lady era la donna che le appariva spesso quando era piccola e anche quando era senza memoria. Era stata lì con lei durante i parti. Era stata lì con lei durante i momenti brutti. Era stata sempre lì con lei e non sapeva nemmeno chi fosse.
-Non hai idea di quanto sia bello vederti- sorrise Elphien
-Lo potrei dire anch’io- sorrise la donna- passeggiamo forza
Uno schiocco di dita di Lady e il buio divenne un meraviglioso parco di fiori. Elphien sorrise- è sempre bello come me lo ricordavo…
Lady rise- è un piacere vederti apprezzare le mie creazioni
-Papà come sta? –chiese Elphien, sapeva che Lady era qualcosa di diverso. Sapeva che lei era legata a Lady con qualcosa di più che un’amicizia…qualcosa più simile a un legame di sangue
-Bene. Tua madre? –la parola madre uscì forzata, era sempre uscita forzata riferita a Dyanas
-Non so chi sia quindi…- Elphien alzò le spalle
-Non credi sia Dyanas? –chiese Lady
-No. Non somiglio a quella donna, non ho nulla a che vedere con lei- disse Elphien- e una madre mai farebbe ciò che lei ha provato a fare a me
Lady annuì- sei sempre stata intelligente Elphien
-Posso chiederti perché non sono stata rinchiusa? –chiese Elphien
-Parli del prima vero?
-Si
Lady guardò una rosa- nessuno ha potere su di te se non chi ti ha creata
-E quella donna con il mantello argenteo non ha poteri?
-No- disse Lady subito- non può farti nulla
Elphien strinse i pugni- ha minacciato il futuro dei miei figli
Lady le prese la mano di istinto- calma i bollori. Se dovesse contattarti ancora chiamami. Mi occuperò io di lei
-Quindi non sparirai ancora?
-Non sono mai sparita figlia mia…sono solo rimasta a guardarti da lontano- disse la donna- tu, tuo padre, tuo marito e i tuoi figli siete la cosa più importante che ho…non posso però interferire perché…
-Sei la creatrice…non il destino
-E neanche lui può far nulla- disse Lady- ti assicuro che la donna con il mantello d’argento non farà nulla. Non ha poteri veri e mi occuperò di eliminarla dalla lista degli esseri viventi dopo aver scoperto questo fantomatico “creatore”
-Avvisami quando lo fai. Le farò fare un giro eterno nel Void- disse Elphien
Lady le accarezzò il viso- rendi tua madre fiera quando metti gli altri di fronte a te. Ma ricordati che la vita va vissuta anche se si è la morte. Goditi il tempo che hai con tuo marito, la calma prima della tempesta imminente.
-Lo farò…ma i ragazzi…
-Oh i tuoi “fratelli”? Puoi ucciderli per quanto mi riguarda. Mi fido del tuo giudizio e so che se non lo farai saranno grossi guai in futuro. Cerca di non essere troppo crudele
-Lascerò fare a Shin allora
Lei rise- fa come credi…ti voglio bene Elphien- la strinse- non scordarlo mai
-Posso sapere il tuo nome?
-Elizabeth. Mi chiamo Elizabeth
-Grazie Elizabeth
Lei annuì- ti rimando da tuo marito prima che gli venga un infarto
Elphien rise.
***
Shin sospirò di sollievo vedendola aprire gli occhi- mi vuoi far morire?
-No è tra i miei desideri- disse lei guardandolo
-Dov’eri stavolta? –chiese Shin guardandola
-Da…- sorrise- mia madre


The Vampire’s Second Wife

The Vampire’s Second Wife Trama: Nerezza Daeva Dimitresque è la bellissima seconda moglie di un potente vampiro che continua a cambiare...