Capitolo 14: I wish I
lived in the present with the guilt of my past mistake
Una settimana era passata dal primo incontro tra Sarff e il
misterioso Nessuno. Le cose tra i due erano andate velocemente e si ritrovavano
a un punto nella loro relazione in cui sapevano cose che famigliari o amici non
sapevano. Erano arrivati a un punto in cui entrambi erano abbastanza certi che
nessun’altro avrebbe potuto sapere di più di loro che loro.
-Ade siamo qui- disse Medusa contenta della bella giornata
che avrebbero passato
-La mia nipotina! –sorrise il dio apparendo e superando
Cerbero nell’abbracciare Sarff.
La cosa era abbastanza divertente, almeno per Sarff. Qualche
giorno dopo aver adottato Sarff, Medusa aveva iniziato a presentarla come
figlia sua e di Basil a chiunque fosse nella sua cerchia di amici, la cerchia
di amici comprendeva ovviamente Cerbero. Il giorno in cui la presentò a
Cerbero, Ade, che stava tornando in casa da un’orribile giornata sull’Olimpo,
da ciò che Sarff sapeva a Zeus gli era venuta voglia di stringere le relazioni
famigliari e creare un miglior rapporto tra fratelli o cose del genere…Ade era
di pessimo umore insomma. Non era contrario a visite al suo cane da compagnia
ma quel giorno non voleva averne di visitatori e di fatto fece per scacciarli
ma la più tenera delle creaturine gli sorrise bloccandolo sui suoi passi.
-E questa chi è? –chiese lui guardando la bambina e
realizzando che non poteva vederlo
-Io sono Sarff, sono la figlia di Medusa…sei uno degli amici
di mamma? –chiese Sarff alzando la testa verso dove aveva sentito la sua voce
provenire e sorridendo come solo un bambino poteva fare.
Ade le sorrise- io sono Ade, dio degli Inferi…vuoi chiamarmi
Zio Ade?
Medusa guardò Basil molto preoccupata e Cerbero stesso stava
guardando Ade come se fosse uscito di testa. Sarff gli sorrise contenta- va
bene, Zio Ade
Strano ma vero ad Ade i bambini andavano a genio, da ciò che
diceva erano quelli che creavano meno casini e si potevano gestire più
facilmente rispetto agli adulti, che Sarff poi fosse un angelo aiutò anche a
farlo affezionare alla bambina.
-Sei venuta a trovare il tuo zio preferito? –chiese contento
di vederla
Sarff gli sorrise- sono sempre contenta di vedere Zio Ade!
Cerbero ruotò gli occhi, anche lui per una volta in forma
umana. In forma umana era un ragazzo con coda e orecchie da lupo dai capelli
neri e occhi rossi, nonostante l’aspetto da ribelle era incredibilmente
affettuoso- Sorellina coccola anche me però! Non coccolarti solo il
vecchiaccio!
-A chi dai del vecchiaccio sacco di pulci? –chiese Ade
guardandolo male
-A te vecchiaccio –rispose Cerbero
Sarff ridacchiò- andate d’accordo come sempre
-Ma da dove!? –chiesero in coro i due
Cerbero approfittò di un momento di distrazione di Ade per
sottrargli Sarff e coccolarsela- mi sei mancata! Non vieni più a giocare con me
sorellina
Sarff ridacchiò- vedrò di venirti a trovare più spesso
allora
Cerbero le sorrise- andiamo a giocare su!
-Quel dannato sacco di pulci che mi ruba la mia nipotina…-
brontolò Ade seguendolo
Cerbero era il secondo figlio della sua famiglia. La sua
famiglia era…particolare. Comprendeva lui, il famoso cane a tre teste a guardia
del regno di Ade, suo fratello Ortro, un cane a due teste più piccolo di
dimensioni rispetto all’enorme Cerbero con un serpente come coda, suo fratello
Nemeo, un enorme Leone dalla pelliccia invulnerabile, suo fratello Chimera, che
aveva testa e corpo di leone ma con una testa di capra sulla schiena ed una
coda di serpente e Hydra, il più potente di loro che era anche l’unico ad
essere dichiarato morto di cui loro non avevano notizie. Le loro storie erano
unite da più del semplice essere fratelli. Tutti e cinque avevano avuto
problemi con lo stesso dannatissimo eroe: Eracle. Eracle, o Ercole se preferite,
ebbe a che fare con tutti e cinque ma non uccise nessuno di loro eccezion fatta
per Hydra, anche se c’era da dire che Chimera non fu direttamente coinvolto
nella lista delle fatiche dell’eroe ma ebbe i suoi problemi con lui lo stesso. Fu
dura nascondersi e scampare alla morte ma furono premiati per la fedeltà che
avevano mostrato alla dea Era. Era fu colei che li allevò e prese pietà per
loro in punto di morte, guarendoli e facendoli scappare quando l’eroe li diede
per morti. Ovviamente Eracle sapeva che i quattro erano vivi ora ma se avesse
detto qualcosa le sue fatiche sarebbero state annullate e quindi divenne un
gioco di “se tu stai zitto io sto zitto” in cui nessuno disse niente. Tutti portavano
ferite dallo scontro, emotive e non. Cerbero era quello che se la cavò più
facilmente ma fu grazie al fatto che Ade consigliò caldamente all’eroe di non
ferire il suo cane da compagnia o gli avrebbe fatto compagnia nel regno dei
morti e non sarebbe stato vivo in tutto ciò. Nemeo aveva avuto la pelliccia
rimossa che, anche se ora era ricresciuta e non aveva lasciato cicatrici sul
suo aspetto di mostro, su quello umano aveva lasciato brutte cicatrici e i
capelli biondi e occhi chiari che lo rendevano di bell’aspetto ora
enfatizzavano le cicatrici che aveva sull’intero corpo. Erano meno gravi di
come erano quando si era ritrasformato dopo il periodo di convalescenza ma
erano presenti, sul viso ne aveva una particolarmente visibile che andava da
sopra il sopracciglio al mento passando attraverso l’occhio destro, poteva
usare l’occhio e vedere benissimo ma la cicatrice era anche molto grosso e
visibile. Sarff non poteva vederlo ma poteva sentire le cicatrici, cosa che lo
indusse a non farsi toccare nei primi periodi in cui conobbe la bambina ma poi,
dopo che Cerbero l’aveva praticamente forzato, la lasciò sfiorargli il viso e
fu sollevato nel sentirla dire che non era per nulla spaventoso ed era anzi fan
delle sue orecchi e coda da leone che erano morbidose e che le piacevano
parecchio al tatto. Ortro aveva qualche cicatrice per i colpi di clava e le
frecce ma fortunatamente erano sparite con il tempo, i capelli bianchi e gli
occhi verdi della sua forma umana poi nascondevano benissimo le piccole
cicatrici rimaste. Nella sua forma umana aveva ancora la coda di Serpente e
delle orecchie da cane tra i capelli bianchi. Chimera non fu direttamente
connesso a Eracle ma fu lui a dover fermare l’eroe dal ritrovare Nemeo e Ortro
dopo lo scontro, ingannando l’eroe e facendolo allontanare. Chimera nella sua
forma umana aveva capelli grigi, corna da capra, occhi verde da serpente e una
coda da leone.
I quattro avevano un ottimo rapporto con Sarff e ovviamente
chiunque andasse contro la loro sorellina era destinato a prendersi un viaggio
di sola andata a trovare Ade, che non sarebbe stato per nulla scontento dell’arrivo
di un nuovo membro.
-COSA!? –chiese Ade facendo tremare tutto
-Più volte- disse Basil sospirando- non ho idea di chi
diavolo questi semidei si credono di essere ma stanno tentando di rapire Sarff
da un paio di settimane ormai…
Cerbero sorrise- posso usarli come ossa da masticare?
-Lasciamene uno –disse Ortro, i fratelli passavano la
maggior parte del tempo insieme, sia per compagnia sia per sicurezza, non era
il caso di farsi uccidere di nuovo e tutti sentivano la mancanza di Hydra. Secoli
di mancanza non avrebbero dato loro indietro il fratello perso però
Nemeo ruggì piano, più per non dare fastidio a Sarff che si
stava divertendo a coccolarlo come solito che altro- come osano?!
Chimera annuì- chi si credono di essere per rapire figli
altrui ora?!
-Perché ho la sensazione che sia un fratello di quel
coglione di Eracle a capo della cosa? –chiese invece Cerbero
-Perché avete tutti un grosso conto in sospeso con lui? –propose
Sarff portando la sua attenzione alla conversazione
-Sarff… -disse piano Medusa
Lei si allontanò un po’- solo perché un cantore ha detto che
un mostro è morto non vuol dire nulla
-Ci avrebbe contattato- disse Chimera
-Potrebbe essere solo ferito e si sta riprendendo- ribatté
Sarff- Nemeo ci ha messo quasi vent’anni a riprendersi a un punto in cui
potesse muoversi da solo e quasi mezzo secolo per recuperare appieno tutte le
sue funzioni e la sua pelliccia
-Si ma sono secoli che non lo sentiamo- disse Nemeo
-Ci avrebbe contattato- disse di nuovo Cerbero
-Se non può contattarvi ci deve essere una ragione –disse Sarff-
per me è vivo
-Ma i cantori…- iniziò Ortro
Sarff gli sorrise- a chi preferisci credere? A cantori che
narrano che mostri qui presenti sono stati sconfitti e uccisi? Oppure…a
qualcuno che può vedere passato, presente e futuro?
-Hai…hai visto Hydra? –chiese Cerbero alzandosi subito a
guardarla
Sarff sorrise- ho visto uno scontro tra voi quattro e Eracle…non
dirò altro…mamma vado da Dryon per un po’ va bene? Vi lascio parlare con calma
****
Mi lascio cadere sul letto di Nessuno e lo sento
ridacchiare- sai che è un bell’invito questo?
Io sorrido- vuoi unirti a me?
Lui ridacchia coricandosi al mio fianco e io ne approfitto
subito per accoccolarmi a lui- ma guardala…
-Sei caldo e coccoloso, non è colpa mia se voglio coccolarti
ogni volta che ti vedo voglio coccolarti…
Lui sorride e mi stringe- tutto tuo principessa
Io sorrido chiudendo gli occhi, non che cambi molto ma
dettagli.
-Mal di testa? –chiede lui notando qualcosa
Io annuisco- i ricordi stanno iniziando a farsi prepotenti
per qualche motivo…
Lui mi coccola piano- vuoi rimanere per la notte?
Io ridacchio- non credo di poter rimanere…
Lui mi alza il mento dandomi un bacio sulla fronte- non puoi
proprio?
Io ridacchio- non posso
-Sarà per un’altra volta allora- sorride lui tenendomi
stretta- cosa vorresti per il compleanno?
-Coccole- dico io
-Sono serio- ride lui
-Anch’io –replico io
Lui scuote la testa- desideri da esprimere?
-Vorrei vivere nel presente con il peso dei miei errori
passati…- dico io- credo sia stato grazie ai ricordi che ho che riesco a vivere
senza commetterne troppi
Lui annuisce- dormi un po’ su, ti sveglio quando è ora di
andare a casa
Io annuisco- gli manchi…
-A chi? –chiede lui
Io sorrido- io non dico chi ma so che tu sai chi è che prova
la tua mancanza…
Lui sorride- per ora non si può
-Mi dirai mai perché? –chiedo io
-Sono ancora ferito- dice con un sospiro lui- dormi su
Un giorno forse potrò aiutarlo…
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