Capitolo 35: The Cult
Leila ruotò il coltello e guardò i cadaveri di fronte a lei.
-Abbiamo finito –disse la voce di Steph nel suo auricolare.
Leila annuì girandosi a guardare John al suo fianco
ricoperto di sangue come lei. Sangue non loro.
-Mission Complete- disse Leila dando il segnale alla squadra
di muoversi per ritornare- lasciamo il ripulire ai soldati
John annuì seguendola velocemente e prendendole piano la
mano sinistra, due anelli erano ora messi sull’anulare di Elizabeth, uno
identico a quello che indossava con Stephanie, l’altro identico a quello che John
indossava sulla sua mano sinistra.
Steph sorrise vedendo i due rientrare nella base- buon
lavoro squadra
Leila batté la mano con lei, i due anelli di Stephanie
risplendevano nella luce dei monitor. Uno identico a quello della gemella e uno
identico a quello di Jeremy.
Il generale apparve sullo schermo- congratulazioni per il
successo della missione, l’artefatto?
Steph alzò una scatola- già preso
-Nuove notizie dal Dottore? –chiese Leila
-Le sue vittime non sanno molto- disse il Generale- lo
stesso si sta divertendo a torturarle
-Ovviamente…nuove missioni? –chiese Steph
-C’è una strana lista di scomparsi in un piccolo continente
del sud- disse il generale
-Sesso? Età? –chiese Steph
-Donne, non c’è un limite –disse il Generale
-Allora muoviamoci- disse Leila attivando il localizzatore
****
L’uomo sorrise seduto sul suo trono mentre molte donne erano
intorno a lui semi-nude. Ogni giorno una nuova donna arrivava nella sua villa,
ogni giorno una nuova vittima cadeva nel suo letto. Ognuna di loro aveva uno
sguardo spento, il colore degli occhi vitreo ed era priva di dire qualcosa
contro quello che le stava succedendo.
Erano tutte ipnotizzate infondo.
L’uomo era entrato in possesso di quell’abilità dopo un
incidente anni prima, da allora si era vendicato su quelli che l’avevano offeso
rubando loro ogni cosa: donne, madri, amanti, figlie, serve…
L’età non importava, il loro ruolo nemmeno. Regine e schiave
erano sotto mano sua lo stesso, nessuno poteva fargli nulla perché se avessero
provato avrebbe semplicemente usato la loro amata come scudo.
Sorrise aspettando la nuova arrivata, ogni notte almeno una
donna veniva da lui, avendo già la maggior parte di quelle del continente
purtroppo doveva aspettare che arrivassero.
-Una nuova donna è arrivata –disse una donna priva di
emozioni davanti a lui
Lui si alzò sorridendole e le accarezzò il viso e le diede
un bacio veloce- brava la mia gattina…
Si mosse con calma per le sale fino ad arrivare all’ingresso.
Le donne sotto la sua influenza lo seguirono docili come sempre. Avrebbe solamente
dovuto baciare la nuova arrivata e avrebbe imprigionato l’anima di lei per
sempre a sé.
Sorrise estasiato vedendola entrare piano nella stanza, gli
occhi ancora leggermente lucidi come tutte quelle che avevano ancora un
briciolo di desiderio di combattere la sua maledizione. Era una donna dalla
pelle chiara, occhi Malva e lunghi capelli platino con le punte nere. Aveva due
tatuaggi che non gli piacevano moltissimo ma ci avrebbe pensato dopo a quelli.
Le tese una mano che lei prese piano con la sua sinistra. Due
fedi? Era sposata quindi. Peccato preferiva essere il primo ma…oh beh era
abbastanza bella da potergli dare soddisfazione in altri modi.
-Come ti chiami? –chiese accarezzandole il volto
Lei lo guardò- Elizabeth Harley Wolfe
-Cosa vuoi da me piccola? –chiese lui sorridendo
Leila sorrise avvicinandosi di più senza dire nulla. Lui si
avvicinò di più pronto a baciarla finché un dolore allucinante al petto e
crollò a terra mentre il sangue cominciava a correre dalla ferita insieme al
liquido che ormai sia Steph che Leila avevano imparato a riconoscere come
quello degli artefatti. Nel secondo che il liquido corse via con il sangue le
donne ripresero i sensi in panico, alcune crollarono a terra a piangere.
Leila sorrise con il pugnale in mano- uscite da qui, la mia
squadra vi riporterà dalle vostre famiglie
Le donne appena sentirono quelle parole corsero fuori. L’uomo
guardò Leila- chi…sei?
-Il peggiore incubo di chi usa gli artefatti- disse Leila
schioccando le dita. Due soldati della squadra di Ready to Kill afferrarono l’uomo-
assicuratevi che non muoia. Dobbiamo scoprire dove ha trovato l’artefatto
-Come…fai…ad essere…immune? –chiese lui
Leila sorrise malefica- c’è un motivo per cui ci chiamano “Ready
to Kill”, non siamo esattamente umani…John pensa a lui
John annuì con un ghigno- oh tranquilla…sarà una piacevole
conversazione quella che avremo mr tocco la moglie degli altri
Leila sorrise uscendo e guardò distrattamente alcune donne
stringersi a qualche famigliare venuto a prenderla.
Tirò fuori il dispositivo- Steph. Abbiamo trovato l’artefatto,
qualcun altro ha capito come impiantarli ma pare che non fosse come il tuo
-Ovvio –disse lei- torna alla base, dobbiamo raggiungere il
prossimo punto di interesse. L’artefatto dà problemi?
Leila sfiorò distrattamente la sua schiena- sto bene
tranquilla. Ho assorbito il potere senza problemi. Funziona l’immunità
-Ottimo- disse Steph sfiorandosi la propria schiena- torna
alla base, controlliamo i risultati
-Yes M’am- disse Leila chiudendo la chiamata e continuando a
camminare verso il veicolo.
Sarebbe stata un’altra lunga missione ma ormai erano
abituate. Infondo ora dovevano dare la caccia a questi piccoli artefatti. Forse…il
fatto che potevano ora manipolare le menti altrui era meglio tenerlo nascosto
solo tra lei e Stephanie…
~The End~
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