Capitolo 25: Bad decision?
I don’t think it is
Quando Seth era stato creato vi erano stati
leggeri…problemi. I servamp erano stati creati con l’uso dell’Alchimia usando e
modificando DNA vampiro e animale. Seth fu il primo creato ma l’ultimo a
svegliarsi per problemi con la connessione dell’anima al corpo. Anche se Pride
era il quinto dei fratelli fu lui il primo a svegliarsi, seguito da Greed,
secondo fratello, Lust, quarto fratello, Envy, settimo fratello, Gluttony,
sesto fratello, Wrath, terzo fratello e per ultimo quasi un decennio dopo
Sloth, il primo dei fratelli.
L’ipotesi che l’Alchimista si fece fu che i loro peccati da
cui traevano forza erano l’ordine in cui si erano svegliati. Ovvero Pride, che
era superbo e voleva eccellere, era stato il primo mentre Sloth, che era pigro
e non aveva desiderio di competere, era stato l’ultimo.
Ciò era ciò che gli aveva detto l’Alchimista a Sloth quando
gli chiese perché era il minore anche se era il maggiore. Era complicato per
loro decidere chi era il primo fratello ma alla fine decisero di andare per
ordine di creazione e non di risveglio, Sloth però delle volte si toglieva dal
ruolo dandosi del fratello minore perché era infondo dieci anni più piccolo di tutti
loro. Era per lui orribile essere il maggiore, parte di lui voleva solo venir
coccolato e stare privo di responsabilità.
L’Alchimista non era particolarmente felice dei risultati
con i Servamp a dirla tutta. Voleva considerarli figli ma sei di loro erano
insopportabili per lui, Sloth era l’unico che riuscisse a sopportare e quindi
l’unico che conobbe e imparò, forzato, alcune formule alchemiche e parte della
conoscenza del loro master. Questo e la sua naturale tendenza a comportarsi più
maturatamente dei sei minori lo rese velocemente un fratello maggiore per i sei
servamp che all’inizio volevano considerarlo solo come l’ultimo arrivato.
Sloth era trattato come un figlio prediletto, certo anche
gli altri erano figli ma…non vi era quel rapporto stretto. A dirla tutta i
Servamp non erano originariamente sette. L’Alchimista aveva creato un totale di
ottantanove esperimenti e aveva lavorato sui servamp per più di settecento
anni. Sloth fu il primo a formarsi nel tubetto dell’esperimento e la gioia dell’Alchimista
era parecchia all’epoca. Continuava gli esperimenti, ora certo di avere un modo
per creare il corpo ma continuava a guardare Sloth nel suo contenitore crescere
lentamente da embrione fino a un neonato e poi continuare in quello che sarebbe
diventato il suo aspetto di Servamp. Trovò le sue code e orecchie molto carine
e gli venne voglia di coccolarlo, doveva mantenere l’immagine di un bravo
Alchimista però e non poteva andare di testa così. Continuò a creare
modificazioni genetiche e ottenne altri ottantotto successi. Purtroppo non
tutti furono però successi. La cosa che notò fu che se il soggetto aveva più o
meno di sette era difettoso e moriva velocemente una volta svegliatosi. Sloth
aveva sette code infondo ma ancora non si era deciso a svegliarsi, continuando
lentamente a crescere. I suoi fratelli si svegliarono prima di lui e l’Alchimista
fu pronto a vederli soffocare, iniziare a sputare sangue o impazzire fino a
togliersi la vita come i precedenti casi ma non fu così. Loro furono gli unici
successi e Sloth non mostrava voglia di svegliarsi. Degli ottantanove solo sei
si svegliarono con successo e solo uno rimaneva in vita ma incerto era se si
sarebbe svegliato con successo o meno.
L’Alchimista dopo il risvegli del sesto Servamp rinunciò a
creare altri esperimenti e si interessò invece a controllare le condizioni di
crescita di Sloth che aveva già superato la media di altezza di un ragazzo
della sua età fisica. Era più alto di tutti gli altri Servamp e aveva un volto
privo di espressioni mentre dormiva, gli altri avevano tutti un’espressione che
indicava la personalità e la cosa incuriosì il loro creatore.
Dieci anni dopo Sloth si svegliò. La personalità era calma,
composta, matura e poco irritabile. Era il perfetto servamp. Era ciò che lui
sperava di creare: un figlio. Gli altri Servamp furono anche suoi figli ma era
chiaro che non avessero interesse nell’esserlo più di tanto ed erano
interessati più al mondo esterno e imparare cose nuove. Sloth era l’unico che
rimaneva sempre al fianco del suo “Master” e che lo aiutava con gli esperimenti
senza lamentarsi. Era incerto se Sloth volesse o meno imparare il ruolo di un
Alchimista ma non si lamentava mai quando lo istruiva quindi decise di
sorvolare sulla possibilità che non volesse vivere come Alchimista.
-Sloth in futuro di sicuro sarai potente- disse un giorno l’uomo-
ma dubito che io sarò in giro per vederlo
-Master? –chiese Sloth
-Sloth dovrai proteggere i tuoi fratelli ok? Gli originali
hanno preso interesse in voi e so che vi faranno male se finirete in mano loro
ma so che andrà tutto bene –disse lui
-Che intende? –chiese Sloth
-In futuro finirete in mano a un essere della mia razza-
disse lui
-Un vampiro? –chiese Sloth- o un alchimista?
L’Alchimista sorrise- non ho solo quelle razze Sloth. Quelle
sono solo maschere che indosso, la persona che vi prenderà e terrà al sicuro
sarà qualcuno che potrà facilmente uccidere ogni originale che proverà ad
uccidervi e sarà anche l’unica ad avere un contratto con tutti voi
Sloth lo guardò dubbioso- e come la trovo?
-Non devi trovarla- rise lui- lei troverà te
Sloth annuì- cercherò di non fare contratti allora…
-Andrà bene- disse l’Alchimista- non farai una cattiva
scelta
-Perché? –chiese lui lasciandosi accarezzare la testa
-Perché la tua personalità si attiverà a pieno con quella
persona –sorrise l’Alchimista- ah quella persona saprà chi io sono
-Lei ti conosce? –chiese Sloth- la conosco questa persona?
-Non è ancora nata- rise lui- ma la nostra razza è diversa
dalla norma, la nostra razza eredita la conoscenza di ogni altro membro della
razza che è esistito fino a quel punto e sa già chi sarà il futuro nato…sarete
felici promesso
Sloth lo guardò- Master…perché suona come se questa persona
può nascere solo dopo la tua morte?
Lui sorrise- perché non esiste mai più di uno della nostra
razza nello stesso secolo. Quando io morirò un altro nascerà al mio posto,
potrà essere umano, potrà essere vampiro, dipenderà dalla fortuna del mio erede…
-Può morire pure alla nascita? –chiese Sloth
-Oh sì. Non siamo mica invincibili sai? La razza in cui
nasciamo condiziona i nostri poteri. Molti di noi muoiono umani dopotutto –disse
l’Alchimista- quando starai ricorda una cosa…
-Cosa?
-Va bene essere egoisti di tanto in tanto- disse lui
*****
Seth aprì piano gli occhi e guardò il soffitto della camera-
master?
Qualcosa si mosse al suo fianco e gli occhi del gatto
osservarono la sua Althea, l’Alpha che aveva preso lui e i fratelli, la sua
mate…
Allungò una mano e le sfiorò il viso prima di tirarla piano
in un abbraccio.
“Va bene essere egoisti di tanto in tanto”
Seth sorrise coccolandola piano.
-Seth?
-Nulla. Possiamo dormire accoccolati? –chiese lui
-Certo amore- disse lei dandogli un bacio e tornando a
chiudere gli occhi.
“Saremo della stessa razza”
Seth guardò Althea. Stessa razza? Quindi Althea non era un
licantropo? O almeno non solo?
Sorrise piano chiudendo gli occhi. Era troppo pigro per
indagare la cosa. Fintanto che era la sua Althea non gli importava che lei
fosse un licantropo, un vampiro, un umano o il re dei demoni. Se era sua non
importava. Infondo non c’era gatto che permetteva alle sue cose di venir prese
da lui no?
Althea aprì un occhio e sorrise accarezzando la testa di
Seth.
“Hai creato un bravo figlio Tyler” pensò lei contenta “mi
prenderò cura di loro come promesso e mi eliminerò quelle sanguisughe troppo
cresciute che ti hanno forzato a morire”
Un sorriso cattivo le apparve sul volto “ora che ci penso,
lui è ancora in giro no? Dovrebbe essere ancora ferito a causa tua…sarà
divertente fargli ricordare quale razza ha offeso…”
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