My Wife
Capitolo 1: Can I Marry you?
I matrimoni combinati per l’epoca che stiamo visitando è una
delle cose più naturali e normali che esistano. Benvenuti sul pianeta Iria.
Spesso tra sposo e sposa potevano esserci dieci come venti
anni di differenza, l’importante era che la dote fosse ricca e che il marito
fosse in grado di compensare tale dote. Ovviamente la moglie era sottomessa al
volere del marito, raramente erano istruite, perfino nella nobiltà la donna era
inferiore. La donna ubbidiva silente al marito, senza poter opporre resistenza
o lamentela, in caso di disobbedienza il marito poteva farle tutto ciò che
voleva, compreso ucciderla. Queste erano regole normali in tutti i continenti e
regni…beh tutti tranne l’impero di Eramthgin, uno degli imperi più grandi che
esistano, nonché il meno incline a fare alleanze. Pari a lui come potenza c’era
il regno di MaerdKrad. Tra i vari regni, c’era un regno che entrambi voleva, il
regno di Cigam, guidato da un signore molto rigido con tutti, le sue tre figlie
comprese, avendo zero eredi maschi, a seguito della morte dei due gemelli per
mano della sorella della moglie che poi si rifugiò nel regno di MaerdKrad, chi
avrebbe avuto le figlie in moglie avrebbe avuto le sue terre in eredità, una
ricca eredità. E fin qui penserete: “ok sarà facile farle sposare no?”
SBAGLIATO.
La primo genita, Lorraine, 28 anni, dai capelli neri e occhi
blu, era indomabile, sgarbata, crudele e tre dei suoi cavalieri erano morti in
circostanze sospette. Era pratica della magia, insegnata alle tre dalla zia
prima di uccidere i gemelli. Suo marito era un nobile di nome Jeremy, biondo
con occhi chiari, che possedeva le terre di Rhys, riusciva a mitigarne l’indole
maligna con doni preziosi.
La seconda, Juliette, 25 anni, dai capelli biondi e occhi
verdi, era aggressiva, intrattabile e cinque dei suoi pretendenti avevano
giurato di averla beccata a fare sesso con le sue dame di compagnia. Il marito
Thomas, moro occhi verdi, proprietario delle terre di Mical, la teneva buona
procurandole cibo di alta qualità e lasciandole carta bianca sul farsi chi
voleva.
E ora penserete, chissà la terza che problemi darà…e invece…la
minore, di appena 18 anni, con lunghissimi capelli color fuoco e con occhi di
un grigio così chiaro che potevi usarli come specchio, non era ancora stata
sposata e non vi erano notizie di lei, a parte la reputazione delle sorelle, su
lei si sapeva ben poco. Il suo nome era Faith Enchantress
Del regno di Eramthgin il sovrano era ancora senza moglie e,
essendo buon amico di Thomas e Jeremy, e sapendo bene i rischi che correva, si
diresse nel regno di Cigam, accompagnato dagli amici e dalle loro
insopportabili mogli, per proporsi come marito di Faith. Il nome di questo
pazzo? Alexander Blackgunn, dai capelli neri e occhi di un rosso sangue molto
scuro.
E non avendola mai vista e volendo assicurarsi la sua mano
andò di sua volontà, accompagnato dagli amici e dalle loro mogli, oltre ovviamente
alla sua scorta, al castello di Cigam, dove avrebbe poi discusso il prezzo
della dote. Era leggermente nervoso. Non tanto per il denaro, quello ne aveva o
per la futura moglie, l’avrebbe trovato un modo per gestirla, era nervoso
perché il padre non aveva mai accettato le proposte per la figlia. Se avesse
rifiutato la sua? Perché si faceva problemi se rifiutava? Beh avere una delle
eredi di quel regno eguagliava a essere un uomo forte e potente, era ben nota
lo loro fama e chi riusciva a tenerle era al pari di un guerriero e veniva
rispettato, inoltre gli interessava il regno e visto i precedenti delle due la
dote della terza era il regno.
-La smetti di toccarmi?! –disse Lorraine al marito
-Cara calmati- provò Jeremy- stiamo andando da tuo padre
-Vi permettiamo di stare con noi solo perché possiamo vedere
la nostra sorellina! –disse Juliette a cavallo con il marito Thomas
Alexander non le capiva sinceramente, i mariti le adoravano,
facevano di tutto per loro ma quelle due non sembravano ricambiare ma forse il
fatto stesso che fossero vivi doveva essere un segno che infondo, anche se poco,
si erano affezionate a loro
-Siete sicuro di volerlo fare? –gli chiese Jason
guardandolo. Jason era il suo migliore amico, aveva capelli biondi e occhi blu,
era l’unico a cui si rivolgeva in caso di dubbi
-Beh mi dovrò sposare prima o poi no?
-Si ma una delle figlie di re Patrick? I suoi amici non
hanno proprio la vita facile- gli ricordò lui
-Ognuno ha un prezzo troverò il suo- disse lui scendendo da
cavallo. Il regno di Cigam era rigoglioso, una primavera in fiore,
caratterizzato da una natura verde, un clima primaverile e paesaggi da mozzare
il fiato. Il castello era sui toni chiari e imponente sovrastava una pianura.
Senza paura entrò dal portone principale, preceduto dalle due donne che subito
corsero urlando a destra e manca ordini, vide i servi da allegri diventare
impauriti. Se la terza era lì perché sembravano così calmi prima dell’arrivo
delle due?
Si allontanò dal gruppo per parlare con un anziano
cameriere- posso una domanda?
-Certo giovanotto- disse lui
-La terza figlia del re è terribile come le altre due?
–chiese svelto, non girava mai intorno a una domanda e voleva sempre risposte
chiare
-L’unica cosa di terribile che ha la ragazza è la sua
bellezza. Le prime due sono vipere in corpo di bella donna, lei è una bambola
che si muove per le mura di questa prigione. Le maledizioni che sono le sue
sorelle le hanno portato una fama che non merita. Non ha mai mostrato
cattiveria, è ubbidiente e l’unica cosa che si può dire di male è che non
mostra emozione…e ora giovanotto devo tornare a lavoro. Con permesso
-Vada pure…grazie- disse tornando a seguire i suoi compagni
-Dov’eri? –chiese Jeremy
-A caccia di informazioni…non dovresti fermare la tua
vipera? –chiese lui
-Se si sfoga su loro lascia in pace me- rispose lui
-Sante parole- disse Thomas
-Oh i miei generi…benvenuti e…chi è questo ragazzo? -chiese
entrando nella sala del trono Patrick, un uomo dai capelli castani e occhi
verdi con un sorriso gentile e decisamente il volto di uno che aveva passato
l’inferno ed era tornato indietro
-Sono l’imperatore Alexander Blackgunn- rispose lui
-Imperatore, con il dovuto rispetto cosa ci fa qui? Lei non
fa alleanze da ciò che si dice
-Vorrei la vostra terza figlia come moglie- rispose lui
-COSA?! –urlarono Lorraine e Juliette entrando correndo-
QUESTO NON…
-Sicuro di volerla? –chiese il re stanco- le mie maggiori
non sono del miglior carattere
-Non importa- disse lui- sono certo di poter essere un buon
marito per lei
-Un altro? –chiese una voce femminile che congelò tutti sul
posto. Sembrava una creatura eterea agli occhi di Alex, una fata del bosco, una
creatura uscita da un libro…una dea in terra forse. La terza figlia era entrata
nella sala e la differenza con le altre era più che ovvia. Era alta ma, a occhio,
a Alexander arrivava alla spalla, aveva lunghissimi capelli rosso sangue, occhi
color argento, pelle chiara…l’aspetto spaventava molti proprio per come si
presentava loro. Non si abbelliva o rendeva più “innocente”, non aveva lo
sguardo da gatta morta di molte dame, non aveva lo sguardo adorante o
lussurioso delle Lady che lo vedevano. Era calma, posata, annoiata forse? Una
bellezza del genere dubitava fortemente fosse passata inosservata a conti,
duchi, principi, re…aveva di certo colpito l’imperatore che ormai vedeva quasi
tutte le donne uguali. E a giudicare dal suo sguardo lei stessa pensava che
tutti gli uomini fossero uguali. I lunghi capelli arrivavano alle caviglie e
non erano legati o decorati come quelli delle sorelle, e di certo erano quelli
più lunghi mai visti, indossava un vestito nero con decori in argento, semplice
eppure regale indosso a lei, nero un colore inusuale per una giovane di
quell’età e senza marito da piangere. Gli occhi di Alex continuavano a fermarsi
sui capelli di lei, immaginava per qualche motivo di giocarci e di porteli
accarezzare, il rosso era un colore che amava e quella tonalità era perfetta sulla
pelle chiara di lei.
Mentre Alexander guardava lei, lei guardava lui. Di uomini
beh…era stanca. Non ne aveva mai avuti nel suo letto o aveva permesso loro di
toccarla o baciarla, era libera, pura, non che le importasse ma abbassarsi al
livello di una di quelle donnacce? No mai. Preferiva morire vergine che morire
sapendo che un uomo qualunque o peggio un marito infedele l’avesse avuta. Di
uomini alla sua porta per fare proposte ve ne erano arrivati, tanti, troppi per
i suoi gusti. Una bella donna e una bella dote, questo era lei per loro. Il
padre l’avrebbe anche maritata ma non senza il suo di consenso. Tra le figlie
era risaputo che lei fosse la prediletta, cosa facile visto che le altre
avevano reso la vita del re un inferno in terra e lei era invece così calma che
appena la notavi nel castello, non chiedeva o pretendeva nulla e forse per
questo il padre era più lieto di farle regali, insoliti per una nobildonna, non
voleva gioielli o vestiti, voleva libri, conoscenza, e oltre a quei regali che
le faceva accontentava l’unico suo capriccio, scegliere il marito. Nessun uomo
l’aveva mai colpita, erano stupidi, rozzi, perversi…noiosi. Non voleva l’amore,
non pretendeva tanto, ma voleva qualcuno di sopportabile e soprattutto che non
tradisse. Quell’uomo che aveva davanti però era qualcosa di diverso. I capelli
neri dell’uomo erano ribelli, la barba era ben curata e si notava appena, gli
occhi rispecchiavano l’anima da guerriero. Era attraente? Molto, ma era il
carattere che doveva testare. Un bell’uomo era una cosa, un bell’uomo che
sopportasse lei era tutta un’altra storia. Di fatto aveva poche possibilità di
passare a suo parere.
-Faith, ti presento l’imperatore Alexander- disse il padre
mentre le sorelle si mettevano sedute e per una volta in silenzio- è qui per
chiederti in moglie
-Incantato –disse lui facendole un inchino. Niente contatto?
Era strano, di solito lo cercavano sempre…
-Piacere- disse lei allora. Alexander non era scemo o
stupido, l’aveva capito appena l’aveva vista, se voleva il matrimonio non era
il bonaccione del padre quello da convincere ma quella rossa mozzafiato, lei
era la vera sfida e lui amava le sfide. Se una donna normale amava il contatto
fisico come un baciamano era logico che lei lo evitasse- quindi vorrebbe me in
moglie?
-Si- disse diretto lui guardandola negli occhi- e senza
offesa per il re ma credo che sia tu quella da convincere e non lui
Il re alzò le mani in segno di resa, divertito dal carattere
dell’imperatore.
-Già al tu? Mi pare scorretto Alexander- disse lei scendendo
gli ultimi gradini
-Sono il tipo di persona che combatte per ciò che vuole e
non scende a patti
-Quindi se io dicessi no a andare a letto con te tu mi
forzeresti? –chiese lei irritata
-Affatto. Non sono uno stupratore- disse lui, notando che
lei si era rilassata- sarei piuttosto capace di istigare in lei la voglia di
andare a letto con me e poi non credo sia la cosa più importante in una
relazione
Lei lo guardò con interesse, sembrava sincero e sinceramente
l’idea di essere sedotta non le dispiaceva, come non le dispiaceva chi diceva
ciò che pensava in faccia, senza imbarazzo- e come vorrebbe ottenere la mia
mano se non con la forza?
-Accordandomi con la diretta interessata, infondo è con te
che passerò la vita, non vedo perché non accordarmi con te
-Non scendeva a patti mi sembrava di aver capito- disse lei
lasciando un sorriso compiaciuto fiorire sulle sue rosse labbra
-Diciamo che con la mia futura moglie faccio volentieri
eccezione- disse lui
-Non cantar vittoria troppo presto…ti mostro i giardini di
rose- disse poi facendogli strada
Il re sorrise, questo lo vide bene, come sentì bene la frase
“Nessuno era arrivato così vicino alla meta”
I giardini non erano distanti e dire che erano meravigliosi
era poco, fiori selvaggi, liane, fontane decorate con acqua che sembrava
argentata…uno spettacolo che non poteva mai deludere un ospite- ho una domanda
-Anch’io ne ho molte- disse lei
-Domanda per domanda, risposta per risposta? –chiese lui
-Si può fare- rispose lei sedendosi su una panca di pietra
vicino a una fontana- allora?
-Sei vergine?
-Diretto al punto vedo- sorrise lei
-Una mia pecca- disse lui sedendosi accanto a lei
-Un pregio. Non sopporto le menzogne o le cose non dette.
Meglio una relazione con liti per cose dette che una relazione basata su cose
non dette- disse lei stupendolo- non ho mai avuto uomo tra le mie gambe, non ho
mai baciato e non sono interessata al sesso femminile
Lui sorrise- sarò diretto, se mi sposerai di certo non lo
sarai a lungo
-Non mi importa esserlo- disse lei- mi tradirai?
-Non vedo motivo per farlo- disse lui
-No- lo bloccò lei- io voglio essere l’unica donna che tu
toccherai se mi sposi, nessuna altra donna dovrà soddisfare i tuoi bisogni, a
quelli ci penserò io. Non voglio essere tradita e fidati se lo farai le mie
sorelle sembreranno sante a mio confronto
Lui sorrise- non sono tipo da tradire e a differenza di
molti lord non ho bisogno di un amante, ma mi aspetto lo stesso da te
-Non sono una puttana- disse lei- se mi sposi sarai l’unico
che mi toccherà con il mio consenso e non voglio che tu mi dia a altri
-Quale deficiente darebbe la propria moglie a altri?! –disse
lui- sono possessivo donna, se sei mia sei SOLO mia e fidati non avrò altre
donne, non mi interessa. Se mi devo sfogare uccido non tradisco- si pentì
subito di aver detto quell’ultima frase.
-Direi che è perfetto- disse lei a sorpresa- finché non
sarai violento con me o i nostri figli non vedo problemi
-Non ti farò nulla che tu non voglia- le assicurò lui-
quindi?
-Hai il mio consenso di chiedere a mio padre me in moglie-
disse lei
-Le tue sorelle vogliono qualcosa per stare buone…tu?
–chiese lui alzandosi seguito da lei
Lei si fermò- rispetto, essere l’unica tua donna, che tu mi
dica sempre tutto, che sia sincero e non essere mai sottovalutata da te sono le
cose che voglio
-Niente di materiale? –chiese lui- non mi pesa di certo.
Sono ricco…
Lei si fermò- libri
-Libri? –chiese lui
-Se proprio vuoi farmi regali, amo leggere, amo conoscere,
amo studiare. Se mi vuoi regalare un oggetto regalami dei libri- disse lei- non
che gioielli o vestiti non mi piacciono ma senza significato non servono a
molto
-Libri eh? –lui sorrise- bene torniamo da tuo padre ho
intenzione di sistemare la questione velocemente e sposarti al più presto
-Come preferisci- disse solo lei
**Due mesi dopo**
-Mia Signora- disse il nocchiere- siamo quasi arrivati nelle
terre del suo sposo.
Si erano sposati dopo appena tre settimane ma dopo il “Si”
lei era tornata dal padre e lui era andato in battaglia. La prima notte
rimandata al ritorno di lui. Un mese era passato con le due sorelle che
speravano quasi che l’uomo non tornasse, dispiaciute per la sorella. Erano
davvero crudeli con tutti, ma la loro sorellina era la loro unica famiglia,
l’unica a non trattarle da streghe crudeli. Anche se non lo mostravano erano in
ansia per i loro di mariti, matrimonio non voluto a parte, le due avevano
infondo un briciolo di amore per i propri consorti, cosa che mostravano a letto
ai due ogni volta che mancavano da casa per tanto.
Circa alla sesta settimana Alexander era tornato a casa e
lei era stata messa in viaggio per raggiungerlo. Le altre due erano già dai
propri mariti ma lei aveva dovuto affrontare due settimane di viaggio. Due
settimane in cui lui si era preparato tutto un programma per conquistare la
moglie. Tra cui un piccolo dono di nozze per farla sentire a casa.
Faith continuò la sua lettura tranquilla, non aveva fretta
anche se era nervosa. Aveva leggermente paura di cosa l’avrebbe aspettata.
Aveva accettato lei di sposarlo, era vero, ma era per pure ragioni strategiche,
aveva fatto i suoi calcoli e tra i pretendenti forse l’unico che avrebbe mai
potuto trovare sopportabile era lui, non solo per le regole del suo regno ma
anche per il carattere del suo sposo. Per non escludere che il suo sposo
l’avrebbe protetta e disponeva delle risorse per ampliare le sue ricerche o
almeno vivere una vita serena. Non si aspettava amore o altro, a quello sapeva
che non poteva ambire. Sapeva anche che l’unico motivo per cui lui aveva sposato
lei era il suo aspetto e la sua dote, l’ambita terra di Cigam. Guardò la mano
sinistre e sorrise a vedere l’anello scintillare intatto. Aveva incantato gli
anelli davanti al marito prima del matrimonio
- “Con questo incantesimo la pietra si tingerà di nero se
l’altro commetterà tradimento e l’anello diverrà bollente per il traditore”
- “Non ti fidi di me eh?” –chiese lui prendendo l’anello
- “No, è perché mi fido di te che lo faccio” –rispose lei-
“voglio che tu possa stare tranquillo con la certezza di che cosa succede
mentre non ci sei. Voglio che tu ti fidi di me Alexander e questo è il mio modo
per dimostrartelo, l’anello non potrà essere tolto, mai, non devi metterlo se
non vuoi…”
- “Mi va più che bene metterlo, specialmente perché” –disse
infilando la fede e infilandola a lei- “così avrai la certezza che da oggi che
ti ho chiesta in moglie fino alla fine della mia vita non ti ho mai tradito”
Lei sorrise al ricordo, di certo il suo lato era altrettanto
intatto, anche se le sorelle avevano provato a farle perdere la verginità in
quei due mesi…guardò fuori dalla finestrella un enorme palazzo gotico
circondato dalla foresta diventare sempre più vicino.
-Siamo arrivati Signora- disse l’uomo scendendo e andando ad
aprirle la portiera, preceduto però da un impaziente Alexander- Sire!
-Scusami Alan, ma sono mesi che non vedo la mia sposa-
l’aiutò a scendere e la strinse tra le braccia- l’anello è ancora intatto sai?
-Avevi dubbi? –chiese lei divertita, il nocchiere salì sulla
carrozza, si sistemò il cappello sui grigi capelli e li osservò con i suoi
occhi neri sorridendo prima di andarsene in silenzio- il tuo staff è davvero
molto gentile…anche se sanno chi ho come sorelle
-Sanno che non sceglierei mai una moglie crudele, si fidano
di me e poi…sei più un angelo che una strega mia bella moglie- sorrise lui
prendendola sottobraccio- i miei camerieri porteranno dentro le valigie…io ho
una sorpresa per te…il clima qui è molto più freddo di quello a cui sei
abituata, ma ho trovato un modo per fare lo stesso qualcosa che potesse
ricordarti casa
Faith lo seguì verso un giardino interno, nascosto e meno
visibile degli altri, sentì Alexander andarle dietro e coprirle gli occhi
-Ora tieni gli occhi chiusi, voglio che lo vedi
solo…aspetta- la prese in braccio stile sposa- così è meglio si
Faith tenne gli occhi chiusi ma era diventata rossa
pomodoro- potrei sapere perché?
-Beh è tradizione che lo sposo porti la sposa attraverso la
porta di ingresso in braccio no? –sorrise lui camminando con calma, godendosi
il contatto del momento
Lei annuì semplicemente in chiaro imbarazzo. Alexander
sorrise e la portò senza problemi nella parte più nascosta del giardino. La
posò a terra piano e le coprì gli occhi- pronta?
Lei annuì e lui tolse le mani da sopra gli occhi di lei.
La visione che ebbe davanti a sé era un meraviglioso
giardino pieno di piante e decorato in modo che ricordasse quello in cui i due
avevano parlato al loro primo incontro. Ma c’era qualcosa di diverso- sono erbe
magiche?
-Erbe magiche, mediche…mi avevi parlato in una delle tue
lettere mentre ero in guerra che avevi una passione per la botanica ho pensato
di regalarti le piante che avevi citato e ho chiesto ai miei giardinieri di
scegliere altre, confesso che non sono un esperto in…
A sua sorpresa lei lo strinse in un abbraccio- è la cosa più
dolce che qualcuno abbia mai fatto per me
Lui rimase interdetto, aveva capito? La cosa che sapeva di
lei era che capiva le vere intenzioni delle persone ma non sapeva quanto
preciso fosse questo suo intuito. Il suo intento era di chiederle scusa per
l’assenza, di averla portata via dalla sua famiglia, di averla in parte
costretta come sua moglie, di averla messa in un paese che non conosceva che
poteva vederla male per il suo nome, di averla posta in una condizione in cui
non aveva alleati o amici, allo stesso tempo voleva darle qualcosa che le
ricordasse casa e che ora anche quella sarebbe stata casa sua, che quello era
un gesto per mostrarle che voleva davvero che lei lo provasse ad accettare
e…che sperava che da matrimonio combinato diventasse uno di amore perché lui, a
differenza di lei, credeva che potesse nascere amore tra i due.
Stettero in silenzio stretti per un paio di minuti, lei
beandosi della calma che lui le dava e della sua stretta decisa, lui semplicemente
amava stringerla e gli era davvero mancato non poterlo fare in quei mesi…e se
pensava a cosa lo aspettava quella sera era, innegabilmente, nervoso. Non era
inesperto sia chiaro, era un imperatore e aveva perso il conto delle dame che
aveva avuto con sé…ma questa non era un dama qualunque o una smorfiosa Lady…era
sua moglie, la donna che lo aveva conquistato con la sua sola presenza, la
donna che lo aveva ipnotizzato con il suo modo di essere e che aveva bramato
dal fatidico “sì” fino all’ultima lettera ricevuta da lei, la donna che aveva
un’intelligenza che mai aveva notato prima di allora in altre donne…la donna
che avrebbe un giorno, sperava, portato in grembo i suoi figli e che lo avrebbe
amato…la donna che ora stringeva tra le sue braccia e che nemmeno per un secondo
aveva smesso di dominare i suoi pensieri nei due mesi che non l’aveva vista, la
donna che voleva ora portare in camera e fare sua ma che allo stesso tempo non
voleva ancora possedere…in una parola? La donna che amava.
-Rientriamo su- disse lui dopo poco- fa troppo freddo qui
per te
Lei annuì seguendolo con calma, non staccandosi però dalla
sua presa su di lei.
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