Capitolo 7: When I met him
Non potrò mai scordare quando ho incontrato il mio amato la
prima volta.
Al tempo eravamo ancora alle medie e fino a quel momento ero
solo una teppista che non aveva interesse in niente se non se stessa.
Mi consideravo invincibile, facevo a botte regolarmente e
nessuno aveva mai avuto la meglio su di me, cosa che montò la mia autostima e
mi fece sopravvalutare le mie stesse abilità.
Non mi spaventava girare sola di notte. Non mi spaventava
andare in zone malfamate ed ero certa che avrei sempre avuto la meglio.
Avevo torto.
Una notte venni aggredita da un gruppo di uomini, avranno
avuto intorno ai trent’anni, e venni messa in una situazione dove sarebbe
finita molto male per me.
Non per vantarmi, ma so di essere bella e affascinante.
Sapevo che mi avrebbero stuprata se mi andava bene…nel
peggiore dei casi potevo venir uccisa.
Quella fu la prima volta che mi resi conto di non essere
invincibile.
Un uomo mi teneva ferma da dietro e un altro stava giocando
con un coltellino, pronto a levarmi i vestiti.
Chiusi gli occhi e per la prima volta ero terrorizzata.
Sentii la mano dell’uomo posarsi sulla mia gamba e le risate
di loro. Poi nulla.
Qualcosa aveva scaraventato l’uomo lontano da me con forza e
quello dietro di me cadde all’indietro, sentii un rumore simile a acqua…non era
acqua. Quando aprii gli occhi e guardai le mie mani vidi sangue. Quando girai
la testa vidi un cadavere con la testa decapitata. Di fronte a me l’uomo che
stava per aggredirmi aveva un buco nel petto e potevo vedere gli organi cadere
da quell’apertura.
-Chiudi gli occhi- disse una voce maschile dandomi il suo
cappotto nero- finirò questi parassiti e ti porterò in un luogo sicuro.
Quando alzai lo sguardo a guardare chi aveva parlato lo vidi
per la prima volta. Occhi rossi come il sangue, capelli neri come la pece…sembrava
un demone.
In mano aveva qualcosa di lungo e affilato, non ebbi modo di
capire cosa fosse ma ebbi modo di vederlo in azione.
Era veloce, più di quanto un umano possa esserlo e i suoi
colpi rompevano ossa su ossa.
In pochi minuti un gruppo di cadaveri aveva preso il posto
dei miei aggressori.
Tirò fuori un cellulare e disse solo una parola “ripulite”.
Si girò verso di me e sistemò meglio il cappotto intorno
alle mie spalle prima di prendermi in braccio come se fossi una piuma.
-Stai tranquilla. Nessuno ha potuto farti nulla
Non era turbato da ciò che aveva fatto e non sembrava
nemmeno aver fatto qualcosa se lo guardavi così.
Quando guardai le mie mani notai che il sangue era sparito.
Ero certa di non essermelo immaginato ma…
Lui continuò a camminare allontanandomi dalla scena senza
dire nulla.
-Perché? –chiesi io a un certo punto
-Non posso lasciare una donna in difficoltà –disse lui
tranquillo- anche se dubito che tu sia spesso la donzella in difficoltà della
situazione. Sei in grado di badare a te stessa direi ad occhio ma non credo tu
riconosca i tuoi limiti. Una donna è una donna, per quanto forte sei non hai
molte probabilità di vincere contro un gruppo armato di adulti. Se non fossi
passato di qui non credo saresti uscita incolume…
Io annuii piano- come ti chiami?
Lui si fermò, la luna piena era dietro di lui nella mia
visione, cosa che lo fece sembrare nei miei occhi ancora più distante dai
mortali- Alex…puoi chiamarmi quello o lupo solitario se preferisci…dove vuoi
che ti porti?
Gli diedi, senza pensarci, la posizione della zona dove
abitavo e lui mi strinse leggermente dicendo “tieniti”.
In un secondo eravamo sui tetti e con l’agilità di un ninja
mi portò a destinazione.
Tirò fuori una rosa nera e la mise davanti ai miei occhi “dimenticherai
tutto di stanotte, non hai mai incontrato nessuno, non sei finita nei guai, non
hai mai visto nessuno venir ucciso ma starai più attenta d’ora in poi a dove
andrai da sola”
Credo volesse ipnotizzarmi o togliermi la memoria…per qualche
ragione però non funzionò ma io non dissi nulla.
Sparì nel nulla e non lo rividi per mesi.
Usai le conoscenze di mio padre per cercare ogni “Alex” che
parlasse la mia lingua e che avesse all’incirca la mia età.
Ci misi mesi a trovarlo ma non fu grazie ai documenti, fu
pura e semplice casualità a farci rincontrare.
Mio padre mi trascinò a una convention di giovani geni per
far vedere progetti di vario tipo creati da ragazzi della mia età. Stavo cercando
un metodo per scappare quando sono andata a sbattere contro un ragazzo che mi
prese prima che cadessi.
-Oh attenta- disse la voce che riconobbi subito come quella
del mio “Alex”.
Volendo diventare una cantante ho preso lezioni di voce e di
vari strumenti, un mio talento è sempre stato riconoscere le voci quindi subito
riconobbi la sua.
I capelli erano gli stessi ma gli occhi erano ora di
ghiaccio, portava gli occhiali e un sorriso gentile…non sembrava in grado di
combattere ma ero certa fosse lui.
Non sembrò riconoscermi, non mi stupì la cosa visto che
probabilmente aveva già dimenticato l’incontro.
-Papà sai chi è? –chiesi quando tornai al fianco di mio
padre
-Ah lui? È un genio indiscusso degli ultimi anni, le sue
invenzioni sono al primo posto dell’intero continente. Si chiama Alexander Peter
Leon…una bella coincidenza eh? Avete un nome molto simile- disse mio padre
-Perché sorridi così? –chiesi a mia madre
-C’è una leggenda da dove vengo io che dice che se incontri
qualcuno con simil nome ma opposto verrai legato a lui o a lei per il resto
della tua vita- disse mia madre con calma, la sua famiglia era discendente da
sacerdoti…credo siano chiamate streghe oramai, mentre il lato di papà si
vocifera sia stato creato da un alchimista…sono voci quindi non ci ho mai fatto
caso e i miei sono normali. Mamma crede però in queste cose come destino, fato
e magia. Se le dicessi di come ho incontrato Alex la prima volta probabilmente
mi avrebbe detto “deve essere destino allora amore”
Da quel giorno inizia a seguire la mia preda da lontano,
tenendolo d’occhio.
Ora che ci penso…probabilmente per me è stato amore a prima
vista.
I miei sanno che sono ossessionata da qualcuno ma non
sembrano curarsene molto, per loro era solo affetto giovanile…no forse è più
corretto dire che mio padre aveva fatto la stessa cosa e quindi la considerava
normale mentre mia madre era convinta che se qualcuno mostrava così tanto amore
da voler seguire sempre il proprio amato era ovvio che tutto sarebbe andato per
il meglio, inoltre era convinta che io avrei di certo saputo quando fermarmi…anche
se papà più volte mi aveva consigliato di rapire il mio oggetto di interesse e
tenerlo sotto chiave finché non cedeva a me…
La mia famiglia non è totalmente normale…
Credo scherzasse sull’ultima parte però.
Non ho mai davvero capito perché nasconda i suoi poteri e le
sue abilità. Cercando online non ho trovato altri come lui quindi…forse è per
quello?
Quando ho hackerato il suo pc di casa non ho trovato nulla di
strano…beh eccetto un enorme uso di streaming per film, anime e cose del
genere. Avrei preferito guardasse qualche video per adulti, almeno avrei avuto
un’idea del tipo di ragazza che lo attira ma purtroppo il massimo che ho
trovato è che gli piacciono i film violenti e di azione.
Ho sempre avuto paura di avvicinarlo, avevo paura che
ricordasse chi ero e pensasse male…ma non avevo motivo di pensarlo. Non è così
difficile andargli a genio e ora eccoci a discutere sul vivere insieme in
futuro.
La mia domanda è però perché può fare queste cose…ricordo
anche che i suoi capelli sono passati dal biondo platino al nero…non molte cose
possono fare una cosa del genere.
Quando ho chiesto a mia madre anni fa mi disse una legenda
strana che una loro antenata diceva.
“Se lei ti sceglie ti cambierà a sua immagine e somiglianza
così da farti diventare la miglior versione di te”
Quando ho chiesto di più lei ha semplicemente detto che era
una parente aggiunta alla famiglia, ovvero adottiva, e che ebbe parecchio
successo nella vita dando alla nostra famiglia un lungo periodo di ricchezza. Era
considerata una strega ma non era cattiva, era anzi ben vista e voluta.
Ho cercato online ma l’unica cosa che ho trovato è stato un
sito incomprensibile scritto in codice o qualcosa del genere. Ho rinunciato
presto a cercare di capirci qualcosa ma ho la sensazione che se io fossi Alex
avrei potuto decriptarlo e entrare nel sito…magari quello è un metodo per
reclutare super geni? Infondo la Rose Academy sceglie studenti in maniera
criptica. Non si sa come fanno ma mandano un invito solo ad alcuni membri
particolari della società. Non importa quanto ricco sei, non puoi entrare nella
Rose Academy senza un invito e anche l’ubicazione dell’accademia è nota solo ai
membri. Non si sa nemmeno cosa facciano lì ma dopo due anni nell’accademia gli
studenti sono più che eccelsi e finiscono con il vivere una vita di successo,
le loro bocche sono cucite su cosa facciano in quel luogo. Molti hanno provato
a infiltrarsi o provare a scoprire qualcosa ma le ricerche vengono subito
chiuse e ogni traccia di quella persona scompare.
In poche parole: se provi a scoprire devi morire.
Una cosa che ho notato però è che Alex ama le rose,
particolarmente quelle nere. Il giardino ne è pieno e in casa vi sono vari
vasi, incisioni e decori vari.
Non mi dispiacciono le rose, anzi sono il mio fiore preferito,
quindi non vedo perché non averne in giro e la casa mi dà un senso di calore e
mi sento accolta quindi non mi dispiace affatto.
Un’altra cosa che ho notato è che i vicini di casa di Alex
sono molto cordiali con noi e soprattutto con Alex. Probabilmente mi piacerà
vivere con lui lì.
-Di cosa volevi parlare? –chiede mio padre dopo cena
-Voglio andare a vivere con un ragazzo- dico io
Mia madre posa la tazza- tesoro…
-Chi? –chiede mio padre
-Lui è un bravo ragazzo tranquillo –dico subito- e ha già
chiesto se possiamo fare una cena insieme alla sua famiglia al ristorante Rose
De Noir.
-Il più popolare della città? –chiede mia madre- è un ottimo
posto
Mio padre beve un sorso del suo vino- vedremo questo
ragazzino…
Spero andrà tutto bene…
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