WitchandAngel : Capitolo 15: Don't you dare touch him!

Capitolo 15: Don't you dare touch him!

Capitolo 15: Don’t you dare touch him!

Saros sputò sangue di lato- fottiti!
L’umano sorrise- non hai scelta
-Non ti dirò mai dove ho nascosto la spada! –disse lui beccandosi un ennesimo colpo
Andromeda si dimenava tenuta ferma da tre vampiri sotto ordine del padre mentre Phoenix stava disperatamente provando a liberarsi dalle catene che gli erano state messe.
-Lascialo andare! –urlò lei
Dimitri guardò la figlia ma non disse nulla.
Avevano perso il controllo del loro territorio dieci anni dopo la morte di Fyria quando avevano ucciso il marito di lei per riprendere i figli. Qualche mese dopo era apparso il re dei Demoni con i suoi Demon Lord e velocemente le cose erano andate a picco.
Erano fieri delle loro abilità quindi pensavano che avrebbero vinto…finché non furono ridotti in fin di vita e maledetti.
L’unico motivo per cui erano ancora vivi era perché avevano i figli sotto chiave. Il re dei Demoni non poteva toccarli perché il suo desiderio era salvare i bambini. Da allora ogni attacco era sempre più feroce e ora erano in una situazione in cui non mantenevano che il posto di controllo ma il controllo era tutto in mano ai nobili.
Il piano dei nobili era di uccidere i figli, per la precisione volevano far credere a Fyria che fossero vivi e sotto loro controllo e che se lei ubbidiva tutto sarebbe andato bene.
Gli eroi erano stati idioti a tradirla ma persino loro capivano che se Fyria vedeva un graffio su uno dei suoi bambini le teste sarebbero volate prima ancora di dire la parola “Ciao”. Eppure mancava loro la forza di opporsi a ciò, lasciando che Saros venisse picchiato per ottenere da lui informazioni su dove fossero le armi di Fyria, sparite con la morte di lei.
Saros e i fratelli sapevano che le armi erano con la madre, lei glielo aveva spiegato più volte che aveva un potere che le permetteva di nascondere le cose in una dimensione parallela e che solo lei poteva accedervi. Alla sua morte le armi erano sparite perché non erano mai esistite su quel piano dimensionale. Eppure sia lui che i fratelli tennero la balla che fossero ancora lì per mantenere una piccola speranza di rimanere vivi. Per la precisione per tenere vivo Saros.
Certo Jae e Dimitri non erano padri dell’anno ma non avrebbero mai ferito i propri figli fisicamente, ciò rendeva la vita dei gemelli sicura, infelice ma sicura. Saros era figlio di un terzo uomo però, Saros non aveva un padre che poteva salvarlo in quel momento. Per loro tenerlo vivo era la priorità e ora…
E ora erano in quella situazione.
-Hai del fegato a contraddirmi ragazzo –disse il nobile- pensi che qualcuno ti salverà? Magari quella puttana di tua madre?
Saros ghignò- se mamma mi trova morto prega di venir ucciso velocemente, non lascerà mai passare la cosa come un incidente
Il nobile lo colpì di nuovo- tua madre è stata così stupida da farsi uccidere da quei sette, non ha il cervello per farmi fuori
Saros rise- io ti ho avvisato
Un calcio lo fece volare contro l’altare che era stato creato per la madre e il colpo fu abbastanza forte da far spaccare il marmo bianco e le cornici di oro. Andromeda azzannò chi la teneva fino a staccargli il braccio e corse dal fratello mentre uno scatto di ira aiutò Phoenix a trasformarsi e liberarsi dalle catene, mettendosi davanti ai due per proteggerli.
Andromeda iniziò a usare la poca magia di cura che conosceva. I dieci anni con il padre e quelli in cui vivevano con Fyria erano gli unici in cui avevano imparato magia, combattimento e cose del genere, dopo essere stati catturati erano stati trattati come giocattoli. Saros ringraziava che era maschio e un demone, se fosse nato donna era certo che sarebbe diventato la puttana di qualcuno ma per fortuna il fatto che era un demone era un repellente per chiunque, gli unici che lo trattavano come essere vivente erano i fratelli e i servi che tuttora pregavano nel ritorno della madre, purtroppo nessuno di loro poteva salvarlo dalla situazione in cui viveva. Phoenix aveva assunto il ruolo di guardia per i due dall’inizio, avendo il maggiore potere fisico e maggiore resistenza di tutti e tre era logico per lui cercare di salvare i due. Andromeda usava la magia che conosceva ma il dislivello tra una principiante e un professionista era enorme. La magia non potevi impararla da solo e sperare in un livello professionale purtroppo.
-Andromeda allontanati da lui
-Phoenix vieni qui
-Fottetevi! –dissero in coro i gemelli ai padri
L’odio che avevano sviluppato per i padri quando la madre era viva era diventato ancora più profondo quando uccisero la madre e poi ferirono il padre al punto che sembrava morto.
-Uccideteli tutti e tre allora- ordinò il nobile
Degli stregoni prepararono l’incantesimo iniziando a cantare le formule magiche.
Andromeda strinse la presa su Saros chiudendo gli occhi e Phoenix strinse entrambi chiudendo anche gli occhi. Saros no. Saros rimase con gli occhi aperti a guardare i suoi nemici- quel livello magico…mamma poteva uccidere un esercito con uno schiocco di dita…
Andromeda annuì iniziando a piangere in silenzio. Era stanca. Era davvero stanca di tutto. Voleva solo tornare a quel tempo, quando sua madre era viva, il padre era con loro ed erano tutti felici. Quando non doveva pregare che il fratellino fosse ancora vivo il giorno dopo. Quando non doveva dormire con un occhio aperto con i suoi fratelli e armi sotto il cuscino per paura di venir uccisi nel sonno. Quando non doveva pregare che il padre fosse ancora vivo, anche se quella ferita era così profonda…voleva solo che tornasse tutto apposto.
Phoenix si sentiva in colpa. Era troppo debole per proteggerli. Nella sua mente si ripeteva che se fosse stato più forte avrebbe potuto salvare tutti. Che se avesse sfondato il muro e fossero scappati forse. I se e i ma erano così tanti nella sua testa. Poteva sopportare il dolore fisico ma era troppo stanco anche per quello. Dalla morte della madre erano rimasti tutti deboli. Il padre aveva fatto subito del suo meglio per nascondersi con loro e i pet, sperando di trovare un modo per far rinascere la moglie e alla fine erano sul punto di raggiungerla.
Saros non provava nulla. Non aveva paura perché aveva accettato l’idea di venir ucciso anni prima. Non aveva ancora gettato la spugna perché voleva vendicarsi. Voleva uccidere chi aveva rovinato la vita della sua famiglia. Provava rimorso se proprio provava qualcosa.
-Ultime parole? –chiese il nobile con un ghigno mentre si preparava a vederli morire
Saros sorrise e gli alzò il terzo dito e non disse nulla mentre gli altri due si strinsero di più.
-Bene… addio- disse il nobile guardando l’enorme palla di fuoco venir sparata.
-Come se te lo permettessi! –disse qualcuno avvolto da un mantello nero mettendosi davanti ai tre e alzando una mano. Il fuoco avvolse la zona ma neanche una fiamma sfiorò i tre. Andromeda alzò gli occhi e così anche Phoenix…quella figura…quel mantello…quella voce…
La fiamma sparì e la figura stette in piedi di fronte ai tre. Mosse la mano e una magia curativa venne lanciata sulle ferite di Saros che immediatamente si chiusero, un livello del genere era…solo una persona veniva in mente ai figli.
-Chi diavolo sei per osare fermarmi!? –chiese il nobile
Fyria fece sparire il mantello e la sua espressione era di furia pura, terrorizzando chi fino ad allora aveva abusato del proprio potere sui figli di lei- la tua condanna a morte!
-Mamma…- disse piano Saros incredulo in ciò che vedeva. Era tornata. Era davvero tornata…


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