Capitolo 20: My beautiful angel
Quando la incontrai la prima volta ero uno schiavo senza
nome. Fu la mia salvezza dal secondo che mi prese con sé fino alla fine della
mia eternità. Fyria Enjel Hellisia era sempre stato un nome che la gente
associava a una dea che proteggeva gli indifesi e che portava buona sorte a
chiunque incontrasse. Per me fu il nome che associo alla donna che amo. Al mio
bellissimo angelo.
Fyria era già madre quando la incontrai, al tempo ero più
piccolo di lei e poco più grande dei figli. Andromeda e Phoenix mi presero
prima come amico e poi come padre quando videro la madre sorridere di più con
me vicino.
Non capisco sinceramente come quei due coglioni si
definiscano uomini ad abbandonare non solo due figli fantastici ma anche una
bellissima e talentuosa donna come Fyria. Mi aiutò a crescere il mio potere e
mi addestrò a combattere così che potessi difendermi da solo.
Fu colpa mia se lei mollò i sette coglioni e creò l’impero
da sola, non credo nessuno abbia avuto da ridire eccetto quei coglioni ma
dettagli.
Ogni giorno il mio desiderio di farla mia aumentava sempre
di più ma lei era spaventata dalla differenza di età e non voleva rimanere di
nuovo sola.
Alla fine con l’aiuto dei figli sono riuscito a superare le
sue difese e farla mia, non solo la resi la madre di mio figlio Saros ma anche
mia moglie. La cosa non andò giù ai sette coglioni e in qualche modo i sette
decisero di fare guerra nel tentativo di riprendersi Fyria.
Le cose finirono male quando loro la uccisero.
Da quel giorno ho fatto tre cose solamente: prendermi cura
dei nostri figli, allenarmi e trovare un metodo per farla risorgere.
Purtroppo non fui abbastanza forte per battere i sette e i
bambini mi vennero presi.
Quando ripresi le forze iniziai a diventare leggermente più
spietato finché non divenni il Demon King. Provai a riprendere i bambini ma è
difficile portarti a uccidere se hai tuo figlio con un coltello alla gola. Non
potevo riprenderli anche volendo purtroppo quindi mi concentrai a trovare
l’anima di mia moglie.
Problema fu che lei si era già reincarnata.
Trasferii parte della mia anima nel suo mondo e creai un
corpo che potesse ricordarle me. La donna che mia moglie era diventata era
diversa, priva di poteri come il resto del suo mondo, ma era lo stesso il cuore
che batteva. Per lei creai un gioco che avrebbe raccontato della nostra vita e
mi assicurai che le cose andassero come la vera storia.
Intanto la seducevo come il suo capo, mi stupii però come
rifiutò di sposarmi in quella vita. Qualcosa le continuava a dire che aveva
qualcuno che l’aspettava e che non poteva sposarmi. Quel qualcuno ironia della
sorte ero me stesso.
Quando si dice essere il proprio ostacolo…
Aspettai con calma che il gioco finisse e controllavo ogni
aspetto della vita di lei, assicurandomi che rimanesse mia e solo mia.
Quando il gioco finì le mandai una richiesta per assicurarmi
che accettasse di tornare nel nostro mondo. Quando premette sì mi mossi subito
a riportarla indietro e cancellare ogni traccia di noi da quel mondo.
Mi va bene anche che lei pensi che questo mondo sia solo un
gioco, l’importante è che lei rimanga mia.
Quando si riprese iniziò subito a riprendere i suoi pet e i
figli. Ora dovrebbe essere nella nostra torre vero?
Questo è solo il primo giorno in cui è tornata…mi chiedo se
dovrei presentarmi a casa…
Guardo il mio riflesso nello specchio e ghigno piano.
Beh di certo non sono più un ragazzino con questo corpo…mi
chiedo come reagirà la mia bella mogliettina…
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