Capitolo 15: Assassination Attempt
C’erano vari modi per finire sulla lista dell’esecuzione
nell’antichità. Uno di questi era il classico tentativo di assassinio…
-Come sta il bambino? –chiese l’uomo sfiorandole lo stomaco
-In salute- disse Aceline con un sorriso.
Lui annuì- non vedo l’ora di potervi portare nel mio
palazzo.
I due si erano incontrati mesi pima, durante il ballo a cui
Aceline era stata forzata a ballare poco dopo la morte della sua famiglia. Lui
era l’uomo a cui aveva regalato un fiore di Loto e con cui aveva parlato nel
giardino del suo palazzo. Era anche il peggior nemico di Einar e la persona che
lui odiava di più, uno dei pochi motivi per cui le nozze con Lia erano state
fatte era per infastidirlo.
Purtroppo per lui l’Imperatore si fregava di Lia e si
fotteva Aceline alle sue spalle quindi…
Lei sorrise- un bel palazzo da concubina?
-Il palazzo Imperiale dell’Imperatore. Figurati se ti lascio
sola un secondo, io non sono un idiota- disse lui.
-Non tradirei senza motivo –rise lei
-Lo so, ma voglio una scusa per averti nel mio letto –disse
lui baciandola- devo tornare al mio palazzo…
-Di già?
-Sto facendo movimenti per fare guerra ricordi? Voglio darti
un regalo di nozze di degne dimensioni…
-Ovvero? –chiese lei curiosa
-Un paio di regni- disse lui baciandola
-Uhm…mi sento in colpa però. Io ti regalerò solamente questo
regno…
-Non direi che è poco…- iniziò lui
-Vorrà dire che quando potremo di nuovo fare i salti tra le
coperte ti ricompenserò a dovere –disse lei baciandolo
Lui sorrise interessato- oh?
Lei rise- vai su, verrai a trovarmi di nuovo stanotte?
Lui annuì, visto che Aceline era incinta il marito la
lasciava ora dormire da sola e questo aveva portato a un certo Imperatore a
entrare nel letto al suo posto.
****
Quel giorno Aceline indossava dei vestiti bianchi con bordi
celesti e camminava tranquilla per il giardino con un parasole.
Era certa di parecchie cose nella sua vita. Una di queste
era che un uomo che aveva più donne non poteva capire cosa significasse l’amore
o il vero rispetto.
Guardò Bertha sistemarsi nervosa i vestiti e avanzare verso
di Einar nel solito tentativo di sedurre l’uomo e di portarselo a letto.
Un pensiero cattivo le nacque in testa e guardò Einar
rifiutarla di nuovo.
Aveva ancora il materiale per fare quell’incenso quindi…
-Lady Aceline non deve temere –disse la mama
-Temere cosa? –chiese lei
-L’Imperatore ama solamente lei, sono certa che la renderà
prima moglie molto presto- la rassicurò la mama
Ah, vero. In quell’epoca una donna non poteva vivere senza
un marito…che ironia, il marito era inutile e l’amante era migliore del marito.
In quell’epoca non esisteva concetto di falsità o bugie, era
normale quindi che nessuno sapesse quanto falsa poteva essere una persona.
Amare? Non fatela ridere. Un uomo che ama non tradisce.
Se l’amava avrebbe spostato Aceline nel Moon Palace o almeno
nel Lotus Palace, l’avrebbe fatta prima moglie o direttamente imperatrice.
Invece era ancora nel Winter Palace senza altro titolo se non di quinta
concubina dell’Imperatore.
Certo lei aveva rifiutato il passaggio a un altro palazzo.
Questo non voleva dire che lui avesse però lottato per darglielo.
Un accenno alla cosa era stato fatto qualche giorno prima
che Lia apparisse e poi niente più.
Se volevano proprio dire che l’amava…beh era meglio non
essere amati a quel punto.
Aceline le sorrise ma non commentò sulla cosa.
Sarebbe rimasta a corte meno di ciò che pensavano tutti
quanti dopotutto…infondo era lì per vendetta, non per restare.
*****
Bertha entrò nelle camere dell’Imperatore con un sorriso,
ancora non ci credeva che l’avesse invitata a passare la notte con lui.
-Che ci fai qui? –chiese lui guardandola entrare. Quando una
serva gli aveva detto che una concubina era qui per vederlo aveva pensato che
fosse Aceline non Bertha.
-Sono qui per servire sua maestà- disse Bertha subito
chinando il capo
Einar stava per rifiutarla ma un improvviso giramento di
testa lo spinse a sedersi sul letto. Quella di fronte a lui passò da Bertha ad
Aceline per qualche motivo.
Bertha si avvicinò quando vide che lui non sembrava
rifiutarlo e i due iniziarono a baciarsi.
Aceline nel mentre osservava da uno specchio nella sua
stanza.
La luce delle candele illuminava il fermacapelli di argento
che Bertha indossava, la magia illusoria sarebbe durata solo altri trenta
secondi…
Le labbra rosse della donna sorrisero cattive mentre Bertha
perdeva i vestiti e Einar si sbrigava a spogliarsi.
Pareva che l’Imperatore avesse dimenticato che la sua
concubina era incinta e che non potevano fare determinate cose…
-Sua maestà- disse in un gemito Bertha mentre le mani di
Einar scesero tra le gambe di lei
A quella voce non connessa Einar alzò lo sguardo e saltò
indietro- tu…che diavolo ci fai nelle mie camere?!
Bertha lo guardò confusa mentre il fermacapelli le era
caduto in mano- sua maestà…?!
Ed era ora…per la seconda candela…
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