Capitolo 22: So sad we had
to fade it
Quando incontrai la prima volta Lilith non provai molto per
lei. Non era il mio tipo di carattere ma lo era di fisico quindi decisi di
mostrarle un minimo di cortesia e interesse. Alla fine diventammo amici. Quando
parlavamo era l’unica che ascoltava senza nervosismo o noia ciò che dicevo, non
le importava quanto poco parlasse nelle nostre conversazioni, fintanto che
spendevo tempo con lei era felice.
Con il tempo la vidi migliorare di carattere e iniziai a
capire che forse in futuro insieme potevamo essere felici…
Poi incontrai Allyson. Ogni cosa che lei diceva era
perfetta, non era il mio tipo come corpo ma era perfetta per il resto. A dirla
tutta…era troppo perfetta per essere vera. Per questo non ebbi pensieri su come
stavo tradendo Lilith. Sapevo del suo passato ma non pensavo avrei fatto danni.
Ero arrivato anche a pensare, su suggerimento di Allyson, che sposarla come
seconda moglie fosse una buona soluzione.
Ero un dannato idiota.
Volevo parlare con Lilith ma il padre di lei me lo impediva
ogni volta. Volevo spiegarmi, volevo mantenerla nella mia vita perché parte di
me sapeva che l’avevo ferita…non avevo capito quanto però le avevo fatto male
finché un giorno, durante le mie solite urla con il padre di lei, non sentimmo
odore di sangue.
La sua espressione priva di vita mi accompagnerà fino alla fine
della mia esistenza.
Dopo la morte di Lilith ho sposato Allyson. Pensavo che
avrei superato al cosa ma presto mi resi conto quanto idiota fosse stata la mia
scelta. Allyson era una viziata, ipocrita e assolutamente egoista. Nei primi
mesi giustificavo la cosa con il fatto che lei era ancora nuova a quel mondo. Dopo
un anno non potevo giustificarla più.
Spendeva centinaia di migliaia in scarpe, vestiti, gioielli,
tea party e cavolate che non erano necessarie. Mollò i doveri di regina ai
ministri e passava le giornate a flirtare e giocare con chiunque trovasse.
Alla fine mi cercava solo per avere soldi o andare a letto
con me. Non ebbi figli da lei perché non ne voleva, perché l’avrebbero resa “grassa”,
perché erano una noia da crescere…
In quel periodo iniziai a ripensare a Lilith e alla mia vita
con lei. Quando eravamo piccoli avevamo parlato spesso di cose come una
famiglia, il futuro insieme, la corona…era l’unica che mi aveva sempre detto
che andava bene avere paura, che mi sarebbe stata accanto. Quando scherzai sul
fatto che avrei potuto essere il tipo di sovrano che avrebbe portato il popolo
contro di sé e sarebbe finito alla ghigliottina la sua risposta mi lasciò di
stucco. Quando lo dissi ad Allyson lei si limitò a dire “non farai mai errori,
non dire cose così brutte” e chiudere il discorso. Lilith mi sorrise tenendomi
le mani e dicendomi che mi avrebbe seguito alla ghigliottina, che come mia
regina era responsabile quanto me e che sarebbe rimasta al mio fianco fino a
quando la lama non avrebbe raggiunto i nostri colli.
Se parlavamo di figli, Lilith era sempre entusiasta, voleva
una grande famiglia felice, voleva tanti bambini che correvano per casa. Era una
delle poche volte che la vedevo sorridere completamente sincera e quindi l’argomento
iniziò a venir tirato fuori più volte. Parlavamo di avere un maschietto e una
femminuccia, di provare finché non avremmo sentito che sarebbero bastati. Eravamo
entrambi figli unici quindi l’idea di avere più figli ci piaceva parecchio. Non
ero proprio qualcuno che voleva figli ma vederla così felice…beh…mi portò a
volerli. Così quando mi sposai con Allyson mi parve naturale desiderare dei
figli. Avevo sognato spesso i miei figli con Lilith…sarebbe stata una
meravigliosa madre.
Alla fine…persi le speranze con Allyson.
Un giorno quando un ministro mi venne ad avvisare delle sue
eccessive spese persi la calma. Entrai nel salotto e senza sentirla le tirai
uno schiaffo che la fece volare sul pavimento. Lei provò a piangere e fare la
vittima ma lo stesso…la condannai a morte per non essere una buona regina.
Quando Allyson morì capii che avevo ucciso Lilith per una
donna che non meritava che la ghigliottina.
Quando aprì gli occhi di nuovo ero tornato a quando ero
appena nato ma non potevo più muovermi. Ero un ospite nel mio stesso corpo,
costretto a guardare la mia vita e le mie scelte. Quando il mio corpo dormiva
però era peggio di quando era sveglio perché…vedevo Lilith.
All’inizio era bello, la vedevo felice con i suoi genitori…poi
il divorzio…poi gli abusi.
Quando Lilith mi diceva che ero la sua salvezza pensavo che
lo dicesse solo per farmi piacere…invece era letterale.
La vedevo urlare e dimenarsi nel sonno per i suoi incubi. Alzarsi
in lacrime nel cuore della notte ma non importa quanto urlasse, nessuno veniva
a vedere che stava succedendo. Sapevo che il padre dormiva in una camera dello
stesso piano, sapevo che la poteva sentire…eppure nessuno veniva a vedere cosa
succedesse.
-Andrà bene…- si diceva stringendosi- domani potrò vedere
Noir…domani potrò vedere Noir…quindi andrà tutto bene…fintanto che almeno lui
si interessa a me…fintanto che ho lui andrà tutto bene…
Quando era più calma tirava fuori una delle mie lettere e
leggeva disperatamente ciò che avevo scritto, finendo con l’addormentarsi con
le lettere che le spedivo e lacrime che cadevano dagli occhi.
Non impiegavo nemmeno tanto a scriverle, erano lettere prive
di veri sentimenti o discorsi, erano di cortesia eppure…le bastavano per
calmarsi. Poi vedevo la giornata dal suo punto di vista. Potevo sentirla
calmarsi quando era al mio fianco, non importa quanto mi lagnassi, per lei
andava bene se poteva starmi vicina. Le bastava avermi nella sua vita.
La vedevo soffrire di notte e quando non ero con lei e
sorridermi felice di giorno.
Delle volte non puoi dire di sapere come sta qualcuno
davvero se non gli presti davvero attenzione.
Quando Allyson apparì nella mia vita fu quando Lilith aveva
iniziato finalmente a stare meglio per davvero. Era quando finalmente si era
resa più stabile, quando aveva smesso di soffrire di notte…
Vedevo delle nobili avvisarla di cosa facevo, vedevo che
cercava di diminuire ciò che facevo e dire che non era che un malinteso. La sua
non era ceca fiducia, era disperazione perché se io fossi stato l’ennesimo
traditore della sua fiducia non avrebbe sopravvissuto al colpo. Potevo sentire
i suoi pensieri e l’ammonto di volte che lei iniziava a pensare a quanto veloce
sarebbe stato cadere dalla torre dell’Accademia e farla finita era più che
preoccupante.
Quando arrivai alla fine, quando arrivai al momento in cui
lei si stava per togliere la vita potevo vederla perfettamente.
Voleva più volte alzarsi, venirmi a parlare, urlarmi in
faccia, tirarmi un ceffone, farmi capire cosa le stavo facendo, mandarmi a quel
paese, darmi ciò che mi meritavo ma non riusciva a fare nulla. Non riusciva a
trovare il desiderio di arrabbiarsi. Quando finalmente reagì fu solo per
prendere il coltello dal vassoio di cibo. Mi misi ad urlare al servo di
controllare quel dannato vassoio! Di controllare che lei stesse bene…urlai
cercando di farmi sentire da lei. Volevo fermarla ma non potevo che guardare.
Eppure dopo che scrisse quella frase e stava aspettando che
il suo cuore smettesse di battere, l’unica cosa che aveva in mente ero io. Stava
pensando a un’immagine molto chiara. Me e lei più vecchi seduti su un divano
davanti al camino con due bambini che giocavano con un libro illustrato sul
tappeto davanti a noi.
Fino all’ultimo l’unica cosa che la faceva sorridere ero io.
Quando in una vita successiva vidi Frederick e come la
sedusse, parte di me si mise a ridere. Ben mi stava. Così imparavo a non
apprezzare ciò che avevo.
Ma lei era forse più infelice di ciò che sembrava. Quando Frederick
si mostrò un marito insensibile il suo pensiero fu un sorriso amaro.
“Pensavo che stavolta fosse diverso, perché ho pensato che
lui era diverso? Non è mai, mai, diverso”
Quando finì nell’Harem era forse ancora più ferita di prima.
Tenne l’anello che le avevo dato in un ultimo disperato tentativo di vincerla e
lo osservava quasi ogni singolo giorno. Non aveva smesso di amarmi anche come
Moglie di Frederick, neanche quando le altre erano le mogli di lui.
“Tutto ciò che vuoi fare, tesoro, è toccarmi, quando
abbastanza sarà abbastanza? Tutto ciò che vuoi fare, tesoro, è stringermi, non
ti interessa se tu non mi soddisfi”
Più sentivo i suoi pensieri più capivo quanto velocemente
stesse finendo con lo stesso pensiero che la portava a togliersi la vita ogni
dannata volta.
Si mordeva le labbra e si tirava i capelli mentalmente
mentre Frederick le diceva che era la più bella di tutto il regno.
“I giochi sono finiti…l’unica cosa che vuoi fare è…”
Alla fine…potevo vederla togliersi la vita ogni volta. Potevo
vederla sorridere e trovare un nuovo modo di uccidersi in ogni singolo loop.
Alla fine…aveva ragione. Quando ho capito quanto male le ho
fatto, quando ho capito quanto lei ci tenesse a me, quando ho capito chi era la
mia vera metà…mi sono pentito della mia scelta. Se potessi andare indietro alla
prima vita mi prenderei a calci.
Quando gli altri ritrovarono le loro fiancé e iniziarono a
superare la cosa, io ero solo. Lilith non era con me, non era più con me da
qualcosa come secoli per me. A un certo punto non potevo più sentire cosa
pensava o vederla nei sogni del corpo fisico. Potevo solo aspettare al buio e
sperare che qualcosa di nuovo succedesse.
Non basteranno mille vite per farmi perdonare ogni singola
colpa che ho nei suoi confronti. Non potrò mai e poi mai ridarle la fiducia che
ho rotto, gli anni che ho distrutto, il dolore che le ho causato non verrà
coperto da un “mi dispiace” e non potrò mai e poi mai giustificare o correggere
ciò che ho fatto in passato. Per questo motivo devo assicurarmi in questa vita
che Lilith sia al sicuro. Che non soffra, che si senti bene. Per questo motivo
in questa vita, in questa che posso controllare, farò di tutto per renderla
felice. E per fare ciò…una delle poche cose che posso fare è anche far fuori
chi ha causato in parte il problema. Allyson e Frederick non hanno il 100%
della colpa e lo so bene, fu comunque una mia scelta ferirla e fu comunque mia
la colpa di ciò che successe. In due si fanno le cose, mai da soli. Ciò non
cambia una cosa, non cambia che quando la vede Lilith si irrigidisce, anche se
solo per un secondo, non cambia che quando Frederick le sorride la presa sul
ventaglio si stringe. Ciò che loro hanno fatto la continua a far tornare ora a
quando io la lasciai per Allyson o quando lei lasciò me per lui. Se loro
spariscono, parte di questa paura sparirà anche con loro.
Non posso correggere ciò che ho fatto in passato, ma farò ciò
che posso per migliorare il nostro futuro. Perché anche dopo tutti quei loop,
Lilith non ha mai smesso di amarmi. Perché nonostante quanto io l’ho fatta
soffrire, non è mai riuscita ad odiarmi.
Parte di lei vuole odiarmi e lo so bene, sarebbe più facile
se potesse odiarmi perché farebbe meno male. Lo so. L’ho visto vita dopo vita. E
visto che lo so, e visto che lei mi ama, e visto che io ho controllo di questa
vita, le darò tutto ciò che desidera. La farò la più felice che posso, farò in
modo che nulla al mondo possa farla soffrire, soprattutto che io non la faccia
più soffrire.
Perché io amo Lilith e anche se l’ho capito troppo tardi,
ora che ho una nuova possibilità farò tutto ciò che posso per dimostrarlo e
renderla felice. Dovessi metterci un altro centinaio di loop…
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