Capitolo 4: Bitch, you are
dead
Aceline guardò la lettera che le era arrivata.
La sua famiglia era sempre un piacere…
La famiglia di Aceline era una famiglia di studiosi. Di
norma la cosa era molto nobile ma la sua famiglia era solo dietro soldi e non
si interessava a cosa sarebbe successo ad altri.
Dopotutto l’avevano venduta ad un uomo che era noto per non
essere il migliore dei mariti e non la salvarono quando venne venduta al
bordello.
Guardò la lettera in cui si congratulavano per aver ottenuto
il favore imperiale e commentavano sul fatto che solo scopandosi qualcuno
poteva vivere felicemente…
-Questi figli di puttana di basso rango vogliono giocare con
la puttana sbagliata- mormorò Aceline guardando la lunga lista di richieste
monetarie e non che avevano inviato.
La prima Aceline ottenne una lettera simile anche senza
favore imperiale.
La cosa non cambiò il desiderio di bruciarli vivi però…
Allungò la lettera sopra la candela e la lasciò bruciare
piano mentre la teneva.
-Bruciare…eh?
Lasciò la lettera cadere fuori dalla finestra quando rimase
solo un piccolo quadratino rimasto e lo guardò bruciare prima di toccare il
suolo.
Un sorriso cattivo si dipinse sul suo volto mentre si girò
verso l’armadio per selezionare un abito per la serata.
Visto che l’Imperatore l’avrebbe scopata anche quella sera,
l’avrebbe sfruttato al pieno.
Scelse un abito sul celeste chiaro con decori in argento e
celeste, sempre nel classico stile che aveva finora indossato. Il trucco
leggero e i gioielli che indossò la resero particolarmente allettante quella
sera.
-Oh…my lady siete stupenda- disse la mama entrando nella
stanza
Aceline sorrise dolcemente- grazie mama, potreste
controllare se l’Imperatore è libero stasera?
-Controllerò subito –disse lei uscendo di corsa
Aceline la guardò uscire e sorrise guardandosi le mani e poi
la fiamma che aveva creato su di esse prima di stringerle a pugno e spegnere le
fiamme- volete una puttana? Bene…l’avrete…
****
-Lady Aceline? –chiese stupito e compiaciuto l’Imperatore.
La sua concubina preferita evitava di cercarlo durante il giorno e il fatto che
lo volesse avere con sé era un buon segno per lui. Era passata una settimana da
quando era tornato e sua madre era stata veloce a raccontargli delle premure
che Aceline aveva avuto per lei e di come il Winter Palace fosse troppo piccolo
per una moglie e nuora così onesta, dolce e premurosa. Gli disse anche delle
altre concubine e di quanto ingrate fossero e di quanto cattive fossero…nemmeno
a dirlo, era molto tentato di cacciare tutti a calci ma non poteva per ragione
politica almeno per un altro paio di anni. Almeno non senza motivazioni valide.
-Corretto vostra maestà- disse il servo
-Ditele che andrò da lei tra poco allora- disse lui contento
*****
Aceline sorrise quando vide l’Imperatore venirla a trovare quando
il sole era ancora alto in cielo. Per i tempi le attività da letto erano
fattibili solo di sera…lei aveva istigato l’Imperatore a farlo anche di giorno,
giusto per dare più ai nervi alle concubine.
Lei sorrise seduta sul letto e lui non le diede nemmeno il
tempo di parlare che la bloccò sul letto per farla sua.
Lei lo lasciò fare contenta e al tramonto decise di
muoversi.
-Facciamo un altro giro? –chiese lui
Aceline sorrise divertita e schioccò le dita bloccando il
movimento dell’Intero Winter Palace.
Uscì da sotto l’Imperatore congelato sul posto e si rivestì
e sistemò in fretta prima di sparire e riapparire all’ingresso dell’abitazione
dei suoi genitori. Fortuna volle che fossero tutti in casa.
-Aceline che ci fai qui? Non dirmi che sei così inutile da…
Lei ruotò gli occhi alla donna che aveva di fronte. Mosse la
mano e delle radici l’appesero al soffitto facendola tacere.
-Che diavolo sta…- iniziò il fratello di lei e si ritrovò
nella stessa situazione così come ogni maid, servo, il padre, la nonna e le
sorelle di lei.
Aceline sorrise guardando tutti legati come salami in
salotto- ora che state zitti posso finalmente parlare…visto che sono sposata
non ho più bisogno di tenervi in vita non credete?
Servi abusivi.
Genitori stronzi.
Fratelli e sorelle meschini.
Maid puttane.
Aveva una lunga lista di ricordi su di loro e tutte le
intenzioni di farli fuori.
-Farò in fretta tranquilli, non ho tempo da perdere con voi –chiese
Aceline mentre dei coltelli della cucina iniziarono a fluttuarle intorno. Lei prese
una boccetta che aveva con sé e lasciò che il liquido fuoriuscisse e bagnasse
tutte le lame. Queste poi andarono a conficcarsi in punti particolari dei corpi
di tutti. Il liquido era qualcosa che aumentava la velocità del sangue e
impediva la sua coagulazione, in pratica se sanguinavi non smettevi di
sanguinare. Lasciò cadere altre boccette in giro per la stanza e lasciò che
altre volassero per le stanze rimanenti. Superstiti? Impossibile averne quando
avevi una magia che localizzava ogni singolo essere vivente nel raggio di
duemila chilometri.
-Cosa vuoi farci?! Siamo la tua famiglia! Tu figlia non
figliale! Razza di puttana! –disse il padre di lei
Lei sorrise- non volevate una puttana? Perché vi lagnate
tanto ora?
-Tu…
Lei si guardò intorno- una stanza davvero gelida questa
direi…
Tutti la guardarono.
Lei sorrise- vi faccio un trucco di magia…- le sue mani
crearono due sfere di fuoco celeste che per la cultura era anche considerato un
fuoco “punitore” o “infernale” -ora vivete…ora non più…
-Pagherai per questo! Gli dei…- iniziò la madre
Lei sorrise- che vengano, sarò lieta di dar loro la serata
più piacevole della loro esistenza. Sono sempre stata brava a fottere la gente,
aggiungere degli dei alla lista mi sembra molto divertente…
-Sei matta…
Lei sorrise- no, ho solamente mandato all’aria ogni senso di
correttezza che avevo…
Le fiamme caddero a terra e il fuoco prese subito per la
stanza. Aceline rimase immobile avvolta nelle fiamme che grazie ai suoi poteri
non potevano ferirla. Guardò con i suoi poteri la sua famiglia morire uno a uno
e solo dopo essersi assicurata che tutti erano morti si ritrasportò nella
camera da letto. Usò i poteri per ripulirsi e rimettersi nelle condizioni di
prima e riazionò il tempo.
Einar non ebbe un secondo di esitazione nel farla sua di
nuovo, come se non fossero passati cinque minuti ma un paio di secondi. Era tranquilla
che nulla fosse successo per il semplice fatto che le altre concubine erano
nella sala della penitenza e Einar faceva punire chiunque si avventurasse a
disturbare le sue serate di passione.
Per questo motivo nessuno venne a dir loro della morte se
non all’orario di cena.
Alla notizia Aceline crollò in ginocchio con gli occhi
lucidi e l’Empress Dowager corse a sostenerla.
-No…
-Non preoccuparti mia cara- disse l’Empress- andrà tutto
bene…non sei sola
Lei annuì lasciandosi coccolare dall’Empress mentre Einar
stava avendo i peggiori sensi di colpa che poteva avere visto che stava avendo
la ragazza mentre la famiglia bruciava a morte…il fatto che la ragazza fosse
responsabile di ciò era qualcosa che nessuno avrebbe potuto dire.
Quando una delle guardie addette all’indagine chiese dove
fosse Aceline al momento lei non rispose e fu l’Imperatore a confessare che
erano insieme.
-C’è modo per cui lei sia uscita senza…
-Me la stavo portando a letto, tu che dici? –chiese lui
irritato
-Era giorno…- mormorò Hope
-Mi piace scoparmi mia moglie anche in pieno giorno- disse
lui tranquillo
-Almeno lei è una bella visione di giorno e di notte- disse
l’Empress guardando malissimo le altre concubine e continuando a prestare
attenzioni ad Aceline. Poteva capirla appieno, anche lei aveva solo quel figlio
in vita, poteva capire essere soli al mondo e avrebbe dato a lei tutta l’attenzione
che avrebbe voluto ricevere quando rimase sola al mondo. Le mama erano anche
distrutte dalla cosa, Aceline era così giovane e senza l’appoggio della
famiglia del marito era sola al mondo…erano proprio ingiusti gli dei delle
volte…
Gli dei in questione avrebbero voluto commentare ma
trovavano più divertente vedere la ragazza prendere tutti per il culo e si
presero volentieri la colpa.
-Non temere Aceline- disse l’Empress- non ti lasceremo mai
soffrire da sola
Lei sorrise debolmente- grazie vostra maestà
L’Empress la strinse- andiamo al Winter Palace a riposarti…anzi
non vedo perché non possiamo rimanere al Sun Palace per stanotte…
Einar fu veloce ad annuire- concordo, rimani qui per
stanotte Aceline
-Grazie vostra maestà –disse lei lasciandosi guidare dall’Empress
Intanto le concubine erano sull’orlo di una crisi di nervi. Possibile
che anche con la morte della sua intera famiglia quella riusciva a vincere
nella vita?!
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