WitchandAngel : Capitolo 3: un aiuto inaspettato

Capitolo 3: un aiuto inaspettato

Capitolo 3: un aiuto inaspettato

La guerra è cruenta, vedere cadere qualcuno in guerra è una cosa orrenda. Jonathan questo lo ha sempre detto. Alice si dimenava come una matta, faceva fatica a tenerla ferma. La prese per le spalle e la fisso nell’occhio scoperto.
-Calmati! Sta bene!
Lei abbassò lo sguardo. Erano in un punto riparato, la radiolina continuava a dire il nome di chi si feriva, a ogni E lei si agitava, Mitra era rimasto a proteggerla come Emile gli aveva ordinato, e a ogni E anche lui saltava in piedi.
-Calmi voi due!
Jonathan aveva preparato uno zaino con un kit medico, delle munizioni di riserva e delle bombe a mano. Aveva una mezza idea, ma non sapeva se doveva attivarla. Prese un coltello da combattimento e una mitraglietta, se aveva ragione allora questi sarebbero stati utili.
-Il sergente Emile è stato circondato! Servono rinforzi!
Alice scattò in piedi. Jonathan vide i soldati uscire dalla base per vedere il comando che avrebbero ricevuto. Prese lo zaino e lo mise sulle spalle di Alice, le diede il coltello, alcuni coltellini da lancio e la mitraglietta. Lei lo guardò.
-Sai usarli vero?
Lei annuì
-Vai da lui, andate da lui.
Lei sorrise e si tolse la benda, la diede a Jonathan, teneva l’occhio ancora chiuso- ho capito, la terrò finché non tornerai
Lei annuì.
-Va ora e riportami Emile vivo
Lei corse fuori seguita dal cane. Alcuni soldati provarono a fermarla ma con un’agilità incredibile li schivò tutti. Aveva ricevuto un ordine e l’avrebbe portato a termine. Aprì l’occhio al primo nemico che le si parò davanti, era ora di dimostrare chi era. La X rossa, il suo mirino, il suo occhio destro, un occhio rosso come il sangue e con un mirino incorporato. Si mosse veloce e tagliò la gola al soldato. Doveva raggiungere Emile.
****
Erika, Clark e io siamo stati circondati…cavolo come un pivello mi sono distratto. Clark e Erika sono distanti, non riuscirei a raggiungerli nemmeno volendo…che situazione di…
-Ehi Emile- questa è la voce di Jonathan- sta arrivando un grosso aiuto ah…
Vidi volare sei coltelli che colpirono i soldati che mi circondavano. Mi voltai e la vidi. Alice, salta, sparava, sgozzava, era un missile vero e proprio, nessuno riusciva a sfiorarla, vidi che lanciava un colpo perfetto in testa a uno dei soldati che circondavano i miei sottoposti. La vidi sparare con precisione. Clark e Erika mi raggiusero.
-Io ho sempre ragione
-Quella è Alice?
Lei ci raggiunse con passo svelto, si voltò e indicò lo zaino. Lo aprii, kit di pronto soccorso, munizioni e bombe a mano. Mi lasciò lo zaino. La guardai, aveva un mirino nell’occhio destro. La guerra aveva rovinato anche la sua vita. Aspettava ordini da me.
-Salva i miei uomini e aiutaci a vincere.
Lei annuì, recuperò i coltelli da lancio e tornò a correre contro i soldati, la sua mira era perfetta. Ricaricai l’arma, dovevo darle una mano.
*******
Alice era nata solo allo scopo di uccidere i nemici. Era stata creata per quello, addestrata per quello, eppure lui la voleva proteggere, l’aveva trattata come una normale ragazza. Lanciò uno sguardo a Emile che combatteva contro i soldati nemici. Era forte, veloce e un soldato perfetto, ma era anche gentile e di buon cuore…non era come quelli che aveva conosciuto finora, per questo aveva deciso di eseguire i suoi ordini. Le aveva ordinato di proteggere, non di uccidere, era vero avrebbe ucciso i nemici per salvare i soldati, ma l’ordine diceva “Proteggi” non “Uccidi”, probabilmente lui era il tipo di sergente che prestava soccorso a tutti, sicuramente odiava dover uccidere. Avrebbe ucciso lei per lui se glielo avesse chiesto. “Siamo una famiglia”. Avrebbe protetto quel soldato gentile. Avrebbe ricambiato il favore, nel momento in cui lui l’aveva liberata lei aveva pensato che avrebbe rivissuto tutto quell’orrore invece lui le aveva detto che l’avrebbe salvata. Non avrebbe lasciato che nessuno lo uccidesse. Lanciò un coltello che colpi un cecchino che puntava Emile. Non avrebbe lasciato morire Emile, non avrebbe lasciato morire l’uomo che le aveva dato un nome e che non la chiamava “soggetto 0.1”.

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