0.4
Cappuccetto rosso
Rosso. L’ultimo colore che ho visto è stato il rosso, il
rosso dei suoi occhi. Mi chiamo Red Wood, ma i miei amici mi chiamano Rossa per
via della mia felpa rossa, la mia felpa preferita. Nonostante la mia età sembro
una bambina, dicono tutti che sono carinissima e dolce. Cappuccetto Rosso è
stato l’ultimo nome che ho sentito, infatti il mio assassino mi ha chiamato
così prima di uccidermi. Ora sto con una ragazza davvero dolce che si chiama
Angel, purtroppo non sono più viva, ma ricordo ancora tutte le emozioni che
quel…quel…quel mostro mi ha fatto provare, paura, rabbia, dolore, tristezza,
odio e il desiderio di rimanere in vita. Non voglio raccontare come l’ho
incontrato e cos’è successo fino alla mia morte, racconterò solo come sono
morta…
Uscivo da un po’ di tempo con lui e quel giorno mi invitò
nella casetta del bosco, una casa di sua proprietà. Quel giorno avevo la mia
felpa.
-Che bella casa.
-Sono contento che ti piaccia.
Mi girai a guardarlo, aveva un fucile in mano e me lo puntava
contro
-Per-perché quel fucile?
-Perché voglio spararti Cappuccetto Rosso
-Non scherzare, non è divertente- feci un passo indietro, ero
in un bosco, nessuno avrebbe sentito lo sparo, dovevo fuggire.
-Non è uno scherzo Rossa, adesso avrai ciò che meriti!
Con la mano cercavo qualcosa da afferrare, un tronco. Appena
lui fu più vicino lo colpii e cominciai a correre nel bosco.
-Non mi sfuggirai Rossa! Non uscirai viva da qui!
Correvo più veloce che potevo. Sentivo degli spari in
lontananza mi stava seguendo. Pregavo che qualcuno mi salvasse. Scivolai, il
terreno era bagnato, non mi feci niente ma lui mi aveva raggiunta, da un lato
c’era un burrone, dall’altro lui, ero in trappola.
-Perché mi vuoi morta?! Non ti ho fatto niente!
Devo temporeggiare, arriverà qualcuno, spero che arrivi
qualcuno.
-Tu no, ma Cappuccetto Rosso sì! –punto il fucile al mio
petto- Addio rossa.
-No!
Chiusi gli occhi e urlai. Però nessuno sparo avevo sentito.
Aprii gli occhi e un lupo aveva attaccato lui. Corsi via sperando che il lupo
riuscisse ad ucciderlo. Uno sparo e un guaito mi fecero capire che il lupo era
morto. Piangevo arrivai di nuovo vicino alla casa. Mi ero persa. Di nuovo con
le spalle al muro e di nuovo lui davanti a me con l’arma in mano.
-Il lupo è stato un bell’imprevisto sai? Ora ho solo un
colpo. Ma mi basterà per ucciderti.
-Aiutatemi!
Stava per premere il grilletto quando un ascia gli passo
vicino al viso per andarsi a conficcare nell’albero accanto a lui.
-Lascia andare la ragazza!
Una ragazza con occhi viola era venuta a salvarmi, una
felicità e una speranza si accesero in me.
-Ancora più bella di quanto ricordassi- sussurrò lui. Mi
sparò. Lei urlò e corse verso di me lui buttò il fucile e scappò via nel bosco.
-Troppo tardi, mi dispiace- delle lacrime solcavano il suo
viso
Ormai ero morta, ma lei mi disse di rimanere con lei, anche
se come fantasma, finché non avremo catturato l’assassino. Appena mi disse il
suo nome ricordai una fiaba molto antica, lei sarebbe stata un’altra vittima,
almeno che noi fantasmi non l’aiuteremo a salvarsi. Lei era la maga e noi
eravamo fantasmi, avremmo avuto qualche speranza di salvarla? Speravo con tutto
il cuore di poterla aiutare, lei infondo ci ha provato a salvarmi e ora mi sta
vicina, anche se sono morta, lei mi sta accanto e si prende cura di me. Per me
lei ora è la mia famiglia.
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