Capitolo 1: Kusitku-ki’s story
Quando ero piccola la mia kusitku ki, nonna materna nella
lingua dei indiani, mi raccontava storie sui sangue di lupo, il suo popolo era
conosciuto per la sua vicinanza alla natura. Per loro i licantropi erano
creature semi divine. La mia kusitku-ki era membro della tribù prima di venir
presa da uno dei coloni come moglie e trasferita oltre oceano. Mia madre non ha
mai creduto in queste cose da ciò che mi ha detto papà, lei è morta quando io
avevo appena sei mesi quindi non so realmente com’era, è stata kusitku-ki a
crescermi, le sue storie su questi enormi lupi mi hanno accompagnata per tutti
i miei diciotto anni, così come il suo medaglione. Una labradorite nera con
riflessi bluastri che rappresenta un lupo nella forma di spirito, di fatto è il
simbolo della sua tribù, lo spirito di lupo. Quando siamo partiti io e papà per
trasferirci nella nuova casa nell’America, kusitku-ki è rimasta indietro con il
nonno, dovevano prepararsi prima del viaggio e raccogliere tutto, ma dovrebbero
raggiungerci in un mese. Prima di partire però ha detto che se avessi avuto
l’occasione di visitare il suo villaggio natio di dire che ero sua nipote,
Nidawi è il nome di kusitku-ki, significa “Fata”, mi chiedo se qualcuno si
ricordi ancora di lei, sono passati tanti anni.
Il mio nome è Yazhi Niabi, il primo significa “Piccola” il
secondo “Cerbiatta” …sì mia madre e mia nonna li hanno scelti insieme. Mi hanno
chiamato così perché…beh ho occhi castani simili a quelli di una cerbiatta e
sono…piccola. Non so come l’avevano predetto ma l’hanno predetto. Sono nella
media come altezza, il mio fisico sta ancora sviluppandosi e sono abbastanza
fiera delle mie curve, il fatto è che con i mie capelli scuri che arrivano fino
alle ginocchia sembro…piccola, sul serio amo il mio aspetto ma…essere cresciuta
tra tantissime bionde e more di alta classe con…ben più davanzale da esporre di
me…diciamo che ti lascia abbastanza con l’amaro in bocca.
La mia famiglia è ricca, mio padre è un inventore e le sue
creazioni hanno portato il successo alla nostra famiglia, ma non è mai
importato il denaro per me o lui, era solo un modo per sostenere la famiglia e
papà adorava costruire cose come principio quindi farci sopra del denaro fu
qualcosa di secondario per lui. Sono cresciuta come fossi una nobile, subendomi
i balli, le lezioni…le dame da compagnia…le lady senza apparente intelletto…ho
sempre odiato passare tempo con loro, mi trovavano strana perché ho tratti
atipici per il regno in cui vivevo e perché attualmente credo in ciò che
kusitku-ki mi ha raccontato, non sarà logico per loro ma perché dovrebbe
esserlo? Si chiama FEDE per un motivo no?
-Niabi- e mio padre dopo diciotto anni continua a
pronunciare il mio nome con un accetto stranissimo e buffo, sono abbastanza
sicura lo faccia solo per farmi ridere ma comunque- ah eccoti…non ti trovavo
più
-Papà dove potevo essere? Si la nave è grande ma non così
tanto- dico io
-Vero, ma fa più effetto che dire sono venuto a cercarti no?
–chiede lui, mio padre è alto, con capelli biondi e occhi azzurri, anche se non
li dimostra ha più di cinquanta anni, non si aspettava che io nascessi, nessuno
se lo aspettava- nervosa?
-Di vedere la terra in cui è nata kusitku-ki? Un po’
Lui sorride e mi passa un libro in pelle nera- ho pensato
che avessi finito il tuo con tutti quei disegni, qui di certo troverai tante
cose da dipingere quindi…un nuovo blocco ci vuole
-Grazie papà –sorrido io
-Mr Blackmoon, la vuole il capitano- dice una voce da fuori
la cabina
-Arrivo…ci vediamo tra un battito di gigante mia piccola
cerbiatta- sorride lui scompigliandomi i capelli per poi uscire
Sorrido, mio padre ha sempre avuto…unici modi di parlare…non
è mai stato capito dalle altre persone, persino i suoi amici lo trovano strano,
mamma pare si sia innamorata di lui anche per questo suo modo di approcciare la
vita in maniera così positiva. Io adoro papà per questo. Alla mia età le
ragazze sono costrette in fidanzamenti assurdi o stanno già pianificando le
nozze…io pianifico un nuovo disegno o una gita con papà oltre oceano e mi piace
così la mia vita, semplice, priva di peso. Me, papà e i nonni. Guardo un’aquila
volare vicino alla nave prima di andar via…mamma…
Misagi era il nome di mia madre, significava “Aquila”, la
mia Kusitku-ki mi ha detto che mamma era così libera che sembrava volare su
ogni problema, nulla le faceva perdere il desiderio di esser libera, ora vola
in cielo come spirito per proteggermi secondo lei…io spero solo che ovunque lei
sia possa ancora essere felice…
-Principessa! –questa voce…non lui di nuovo…se c’è un uomo
che si crede al centro del mondo quello è Richard Thomson, bruno dagli occhi
verdi quest’uomo è ogni peccato capitale fatto persona, specie malizia e
superbia…e purtroppo ha il corpo per farlo- posso entrare?
Se sei già entrato cosa lo chiedi a fare? –preferirei stare
sola…
-Perfetto- e come solito mi ignora- come stai?
-Beh sono leggermente…
-Ottimo! –dice prima di farmi finire- che ne diresti di
passare la serata insieme? Infondo dubito tu abbia di meglio da fare
Ma come si permette?! –no
-Ben…cosa?
-Ho detto di no- dico io- e ora siete pregato di uscire
dalla mia stanza prima che chiami la sicurezza
-Guastafeste…bene…a dopo allora- e se ne esce battendo la
porta. Sospiro
Richard Thomson, un ricco e odioso uomo d’affari. Papà non
lo sopporta molto ma è costretto a tollerarlo. Io sono l’oggetto dei suoi
desideri e la cosa mi dà fastidio. Non sono un giocattolo. Ho una mente e so
pensare con la mia testa. Richard è convinto che la donna sia solo un
accessorio da mostrare in giro e una porta bebè in futuro. Non voglio questo.
Voglio vivere e esplorare il mondo, voglio essere libera come un’aquila…
Sospiro. Certo non cerco il principe azzurro. Voglio
qualcuno che mi ami, mi rispetti e mi ascolti…non voglio finire con il
diventare una schiava di mio marito…rimarrò sola a vita eh?
Guardo fuori. Chissà quanto manca.
Chiudo il libro, mi alzo con calma e vado nella mia camera
da letto. Mi farò un pisolino finché non arriviamo a terra…
****ore dopo****
-Cerbiatta, siamo arrivati- mi sveglia mio padre
sorridendomi- siamo arrivati a casa
Mi alzo e guardo fuori dalla finestra il meraviglioso
panorama.
Mio padre mi sorride- su prepariamoci a scendere
***da qualche parte***
-Alpha c’è una nuova nave
-Fintanto che non danno fa…- mi blocco…questo odore…
-Alpha?
-Contatta i traker. Voglio una foto dei nuovi arrivi- dico
io
-Come desidera Alpha
Può essere che quello che sento sia la mia mate?
Se è così…quella persona non lascerà il mio territorio.
Né ora né mai
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