Le mie considerazioni sulla mia vita
Dunque…non so nemmeno perché lo sto scrivendo ma penso che
questo post potrebbe aiutare chi, come me, si trovava o trova tuttora in un
brutto periodo della sua vita.
Vivo in un posto che non ho mai sentito mio, non parlo della
mia casa ma parlo del mio paese.
Dalle elementari fino alle medie sono stata bloccata con le
stesse persone. A volte meno se queste perdevano l’anno, a volte più se
qualcuno dell’anno precedente veniva bocciato.
Non ricordo benissimo gli anni delle elementari e gli unici
momenti che ricordo sono brutti. Non credo di avere un singolo bel ricordo
riguardo quel posto. Cinque anni con compagni di classe e professori che mi
facevano odiare me stessa. Mi ricordo di tornare a casa piangendo e di avere
forti mal di testa, supplicando per rimanere il giorno dopo a casa. Odiavo quel
luogo, odiavo i professori e odiavo i miei compagni di classe.
Lasciare le elementari per me fu…nulla. Non cambiò nulla se
non peggiorò direi. Alle medie le cose continuarono ad andare come andavano.
Sono un topo di biblioteca e i libri sono stati i miei migliori consiglieri per
anni. Il mio italiano è, lo dico senza problemi, migliore di quello dialettale
che i miei compagni usavano e quando un professore mi lodava per la cosa
diciamo che i compagni non ne erano esattamente entusiasti. Sia chiaro NESSUNO
HA MAI ALZATO MANO SU DI ME. Ho una madre molto presente nella mia vita e anche
mio padre, specie da quando è andato in pensione, è sempre informato su cosa
faccio o combino. Se avessero alzato mano su di me i miei genitori sarebbero
subito intervenuti, ma questo non significa che qualcuno non possa farti male
con le parole. Anzi forse potresti sentirti pure peggio per ciò. Uno dei
principali portatori degli insulti contro di me era mio cugino di primo grado.
Un giorno tornai a casa piangendo e mia madre ricordo urlò a zia per ciò che
lui e i suoi amici mi avevano detto, zia disse “sono solo bambini”, ma quando
mio padre ha fatto una sfuriata a zio, che è suo fratello minore aggiungerei,
ho potuto sentire le urla di lui contro mio cugino, per chi lo chiede io abito
di fronte casa di codesto cugino, quindi sì, sono tuttora costretta a vedere la
testa di cavolo che ho come parente. Dopo le urla di mio padre, mio cugino è
diventato spaventato da me, se qualcuno mi prendeva in giro, lui ne avrebbe
pagato conseguenze perché io dicevo tutto ai miei. Potete dire quello che
volete ma se i vostri genitori hanno un resoconto giornaliero su cosa vi dicono
gli altri posso assicurarvi che prima o poi i loro genitori verranno chiamati e
a quel punto taceranno. Nel mio caso, mia madre era rappresentante di classe
per tutti gli anni di media e elementare, ergo aveva parecchio potere sulle
altre madri che la consideravano una valida leader e un’amica, anche se
sinceramente penso che mia madre abbia sempre considerato loro solo le mamme
dei rompiballe che avevo in classe. Io sono sempre stata magra, sottopeso molto
spesso visto che il mio metabolismo e la mia crescita andavano a fare a botte e
rimanevo magra, la pediatra si è divertita a contare le ossa della mia colonna
vertebrale…non è una bella cosa e se qualcuno di voi farà quel lavoro vi chiedo
di non farlo, ero già molto depressa dal mio corpo e la cosa non aiutava. La
pubertà non mi aveva colpito, non come le altre due ragazze in classe che erano
sovrappeso, cosa che so perché l’oro lo dicevano senza problemi, e avevano già
il loro ciclo e avevano tette. Le mie non sono apparse fino al primo superiore.
La classe era composta da circa undici alunni, me compresa,
di cui solo tre erano femmine, di nuovo me compresa. Ogni giorno venivo presa
in giro per: il mio aspetto, il mio peso, il fatto che i miei capelli erano
lunghi fino al sedere, la mia mancanza di seno, il mio essere inglese, il mio
interesse nella lettura, il mio non voler uscire con loro alla villetta per
andare dove si fuma e dove si drogano, il mio dire tutto a mamma e papà, il mio
studiare per avere buoni voti, e il fatto che piangevo spesso quando insultata.
Dopo che sono esplosa e mia madre ha avuto quella telefonata
e papà ha urlato a mio zio di controllare cosa suo figlio fa o se la vedrà lui
a fargli capire che non doveva dire quelle cose a sua figlia che veniva a
dirgli “voglio morire”, e si, purtroppo quella frase è stata presente nel mio
vocabolario per parecchio tempo e non credo nessun genitore voglia sentirsi
dire da sua figlia alle elementari o alle medie che vuole togliersi la vita, le
cose sono migliorate. Ho iniziato a capire che se volevo sopravvivere dovevo
diventare un muro e evitare di piangere. Odiavo la mia vita? Sì. Lo lasciavo
vedere? Circa. Stavo ancora imparando a gestire le mie emozioni e devo dire che
con tutto ciò che andava in corso durante elementari, medie e liceo nella mia
casa non era semplice. Ci fu una gita, dove io di nuovo non andai per il
semplice fatto che: non volevo far spendere tutti quei soldi ai miei per stare
in un luogo che non potevo visitare come volevo io; non volevo stare con i miei
compagni più del dovuto. Quella gita fu il punto in cui io venni salvata.
Durante la gita le camere erano assegnate in modo che più persone dormissero
insieme, nel caso della mia classe vi erano cinque ragazze che avrebbero
dormito nei due letti presenti nella stanza, se non ricordo male. Una ragazza
della mia classe dormì su una poltrona con una lampada tra le gambe. Quando
tornò il fatto venne all’inizio raccontato come una cosa divertente…finché
questa ragazza non ha detto ai professori che l’avevano forzata a dormire così.
L’intera classe andò contro di lei, dimenticandosi me, e visto che lei era una
delle persone che mi attaccavano…non posso dire di aver provato chissà quale
simpatia per lei. Sinceramente ero solo felice di non essere l’obbiettivo e che
potevo stare più tranquilla, mi è dispiaciuto però quando lei è stata bocciata
quell’anno e so che ha poi mollato il liceo.
Quando venne il giorno di scegliere che liceo avremmo fatto
io avevo due opzioni per parecchio tempo: biologico sezione moda o ragioneria. Queste
erano le mie risposte per ogni volta che i miei insegnanti chiedevano dove
sarei andata. Un giorno in particolare in classe mi ricordo che tutti stavano
rispondendo alla solita domanda “dove andrete?”, alcuni miei tormentatori
avevano scelto il biologico, specie la ragazza che mi tormentava che per
qualche motivo aveva scelto il biologico solo dopo aver la conferma che ci
sarei andata io e, chiamatemi paranoica, credo fosse di proposito visto che
l’ultimo anno voleva in tutti i modi farmi diventare la sua migliore amica,
potete immaginare quanto bene la sua impresa sia andata. Quando toccò a me io
iniziai con “ragioneria o…” i miei compagni dissero “biologico sezione moda” ma
io finì con “liceo classico”. La cosa li lasciò tutti di stucco e quando quella
fu poi davvero la mia scelta, visto che nessuno dei miei compagni brillava per
essere studioso, mi ritrovai a essere la sola classicista della mia scuola.
Scuola che mi venne detto più volte di non fare perché difficile e che avrei
mollato…visto che sono all’università ora possiamo dire che la cosa non
successe.
Ho finito l’anno con voti alti e sono andata al liceo.
Il cugino fonte di tormento dei miei anni di elementari e
medie purtroppo divenne un passeggero per i cinque anni di liceo visto che io
viaggiavo in auto. Mio padre mi accompagnava con l’auto ogni giorno andata e
ritorno visto che: il mio liceo era in città, il pullman non aveva orari che
corrispondevano con quelli del mio liceo, io non volevo avere più nulla a che
fare con i miei ex-compagni di classe. Il liceo fu…duro. Venni messa nella
sezione bilingue, ovvero una classe che i primi due anni era identica per ogni
classe ma che dal terzo aggiungeva francese, portandomi a dover uscire per gli
ultimi tre anni costantemente alle due e il fatto che poi ci hanno aggiunto
scuola-lavoro è stato un incubo. Possono dire ciò che vogliono su
scuola-lavoro, ma io sono stata una studentessa del classico. NON MI POTEVA
SERVIRE MENO SPRECARE 200 ORE E PASSA A FARE “LAVORO” PER ALTRI QUANDO IO AVEVO
UNA CAVOLO DI VERSIONE DI GRECO CHE MI AVREBBE FATTO DI NUOVO DORMIRE ALL’UNA
DI NOTTE E LA MIA SVEGLIA ERA IMPOSTATA ALLE CINQUE DEL MATTINO. In ogni
caso…non ci sono stati “bulli” ma posso dire che non ho ricordi piacevolissimi
dei miei anni di liceo. Ho incontrato qui una stronza, scusate il termine, che
si è finta mia migliore amica per anni e che al quarto anno, dopo anni che mi
ha fatto sentire miserabile e che mi ha aiutato a finire in depressione, ho
scoperto mi mentiva riguardo tutto ciò che mi aveva detto. Grazie a lei però mi
iscrissi a Efp, dove incontrai una ragazza che si chiamava Federica, con cui
purtroppo ho perso i contatti. Federica mi ha chiesto il numero e, dopo un
lungo dibattito con me stessa, glielo diedi. Finii in un gruppo WhatsApp dove
incontrai poi delle vere amiche, purtroppo nessuna di loro vive nelle mie
vicinanze ma abbiamo in programma di rapirci a vicenda in futuro. Non sono più
su Efp per motivi personali. Successero delle cose e il gruppo perse membri,
cosa che ancora mi fa piangere il cuore, ma rimasi legata alle mie migliori
amiche e non posso ringraziare gli dei abbastanza per la cosa. Sarei
probabilmente crollata se non ci fossero state loro e una in particolare, Isy,
mi ha aiutato a superare il quarto e il quinto senza volermi buttare da un
ponte ogni tre per due. (Ringraziate di nuovo Isy perché non sarei su Wattpad o
sul Blog se non fosse per lei che mi ha incoraggiato tantissimo a continuare a
pubblicare storie, così come anche Nikki che mi ha sempre supportato. Senza
queste due e le altre probabilmente la mia vita sarebbe molto più miserabile di
ciò che è ora). Non c’è da stupirsi che stia facendo l’università di
psicologia. Ho brutti ricordi legati al liceo e non posso dire di essere
contentissima di come sia ancora bloccata da quello che è successo. Certo ora
fa meno male pensare al passato e anche vedere un nome simile a quello della
ragazza in questione non mi fa più lo stesso effetto, ma non voglio più vedere
lei o i miei ex-compagni di classe perché non voglio rivivere quei cinque anni
di inferno, più colpa dei professori che degli alunni di per sé.
Sono stata brava al liceo, sono stata sotto i rader e sono
stata cordiale e gentile con tutti, evitando quindi di finire nelle varie liti
che succedevano. Ma dirò la verità, non voglio rivedere nessuno di loro e, nel
caso uno di loro stia leggendo, cosa improbabile, non mi dispiace non volervi
più rivedere. Non ho negative emozioni per voi ma non voglio rivivere il tempo
miserabile che ho avuto in quei anni per colpa di alcuni di voi, che anche
involontariamente, mi hanno ferita.
Quando ho lasciato il liceo e ho scelto di fare l’università
di economia aziendale ho iniziato davvero a sentirmi meglio. Ho saputo da mia
madre che di tutti i miei compagni delle medie e elementari io ero una delle
poche che ha finito la scuola superiore, sette in totale si sono diplomati
compresa me e mio cugino da due licei, alcuni dei quali sono usciti da scuole
tecniche o dall’agraria. Non per demotivare chiunque vada lì, ma l’agraria di
qui dove vivo io faceva schifo, e non intendo per l’edificio di polvere e
muffa, ma per gli insegnanti che non insegnavano nulla, tanto che gli stessi
studenti dicevano che spesso stavano sui social senza fare assolutamente nulla
in classe. Di quei sette solo tre persone sono all’università. Io, mio cugino e
un suo ex compagno di classe che fa la mia stessa materia ma si è trasferito al
Nord di Italia con il fratello maggiore e il cugino, quando vivi in un paesino
e conosci vita e miracoli di ogni essere vivente…
Ora. In tutti gli anni di studio che io ho fatto finora mi è
sempre stato detto che “l’Università è difficile” e “se non te ne vai da casa è
orribile”. Questa è una mia opinione, opinione da matricola della facoltà di
economia aziendale, e potrebbe non essere così per gli altri. Ma chi come me ha
subito maltrattamenti dalle scuole precedenti, non si trovava bene per un
motivo o l’altro o si sentiva solo…si troverà benissimo all’università. Io sono
riuscita a fare amicizia con ragazze che erano nella mia stessa situazione al
liceo e alle medie, che capiscono cosa ho provato e che sono felici che io
possa capirle. Abbiamo avuto una conversazione di tre ore, avevamo tre ore
libere tra le due lezioni, su quanto orribili fossero certe persone nella
nostra classe. Anche chi non è un mio amico è più cordiale e ci puoi parlare
senza problemi, i professori sono più disponibili e sono lì per aiutarti,
inoltre se non ti piacciono…hai solo un esame con loro. Letteralmente
l’Università è una TUA scelta. Scegli il corso di laurea e le materie
facoltative. Scegli se parlare con quella persona o meno perché, diciamocelo,
in una classe di 280 studenti o più una persona che ti piacerà la trovi come
trovi le teste di scatola da scarpe. Ma qui non hai l’obbligo di parlarci con
loro. Qui puoi letteralmente non parlare con il 90% del tuo corso e non avere
problemi, non siete venti in una classe, siete più di duecento e vi assicuro
che io non ho parlato con la maggior parte del mio corso e sono felicissima
così. Le lezioni sono divise per aule e puoi scegliere quale materia
facoltativa fare, nel mio caso almeno è così ma nei corsi come Legge o
qualsiasi corso riguardante Medicina hai obbligo in ogni classe, quindi puoi
scegliere il tuo veleno. Se un professore non ti piace, cosa improbabile visto
che non hai comunicazione se non la cerchi, puoi fare l’esame come fuori-corso
e vederlo solo al momento dell’esame, personalmente lo sconsiglio, è più
semplice fare tutto da corsista specie perché avrete gli esoneri che vi
taglieranno il lavoro di parecchio. Durante gli anni precedenti non volevo
uscire di casa per andare a studiare, quest’anno sono contenta di uscire anche
solo per vedere le mie amiche e le classi sono piacevoli proprio perché ho con
chi frequentarle.
L’università è difficile come studio, ma è semplice come
ambiente. Qui non hai i problemi che hai avuto in precedenza con professori o
compagni di classe perché sei tu in controllo di quanto tempo dare a queste
persone.
Il mio consiglio per chi come me ha avuto o ha problemi
nelle scuole è uno: resisti. Resisti per quei cinque anni perché appena sei
fuori tutto cambia. Non hai più a che fare con dei mocciosi rompiscatole ma con
persone adulte e mature, per la maggior parte almeno, o comunque hai il
controllo vero e proprio di cosa fare nella tua vita e di chi farci entrare
nella tua vita. Un mio consiglio è di tagliare i ponti con chi non volete più
nelle vostre vite. Toglietevi dai gruppi, non rispondete se vi scrivono sui
social…se quella persona vi vede salutatela e continuate a camminare. Non
meritate di avere persone nella vostra vita che vi facciano soffrire e non
dovete tenere rapporti con persone del genere.
Se avete domande lasciate un commento qui sotto e vi
risponderò il prima possibile.
Non siete soli e se credete di non avere amici…hey avete me
Come sempre, alla prossima…
La vostra
~Angy~
È la cosa più bella, triste e che fa riflettere allo stesso tempo che io abbia mai letto
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