Capitolo 5: I’m a genius!
Aaron aprì la porte della sua casa. Aveva dodici anni quando
suo zio lo prese con sé dopo la morte dei suoi. Aveva dodici anni quando si
ritrovò la prima volta a fare a botte. Suo zio non lo puniva, come poteva?
Aveva visto i suoi venir sgozzati da qualcuno davanti ai suoi occhi.
-Sono a casa- disse piano
Lo zio dai capelli ramati sorrise- hey campione. Come è
andata oggi?
-Al solito- rispose lui
L’uomo sorrise sedendosi al suo fianco- sembri tuo padre
quando fai così
Aaron sorrise- era un bravo papà…
Lo zio gli posò una mano sulla spalla- e mia sorella era
un’ottima madre spero
Lui annuì- era sempre presente…papà però litigava con lei
nell’ultimo periodo
Lo zio gli sorrise- ora però sono insieme
-Già…- mormorò Aaron- l’ha difesa sai?
Lo zio annuì ricordando i rapporti della polizia- non ricordi
ancora…
-Ricordo di essermi svegliato nel cuore della notte, di aver
sentito mio padre urlare con mamma, erano incavolati per qualcosa. Quando poi
ho sentito il silenzio mi sono alzato dal letto e ho guardato da uno degli
spiragli delle scale. Qualcuno era entrato, papà era davanti mamma e stava
combattendo, mamma era ferita alla spalla…papà venne colpito al cuore con un
pugnale e mamma ebbe la gola tagliata. Il killer era basso. Un teenager secondo
i poliziotti da come lo descrissi. Se ne andò poco dopo. Papà si trascinò verso
mamma e l’ultima cosa che ha fatto è stata stringerla a sé e mamma gli
sorrideva…ero terrorizzato ma sono riuscito a muovermi e chiamare la polizia.
Quando sono arrivati era troppo tardi…
Lo zio annuì stringendolo- lo so…hai fatto ciò che potevi
-NO! Dovevo scendere e combattere con papà…se io l’avessi
fatto…- iniziò Aaron
Lo zio scosse la testa- avrei perso anche te e non solo tua
mamma piccolo…
Aaron si lasciò abbracciare- forse posso trovare il killer
Lo zio lo guardò- che intendi? Sono passati otto anni da
allora
Aaron annuì- ho un…amico. Sta facendo delle ricerche su chi
aveva qualcosa contro mamma o papà…
Lo zio si illuminò- potrebbe trovare…
Aaron scosse la testa- non so se troverebbe il figlio di
mamma o se esista o meno. Avrebbe un anno meno di me giusto?
-Quasi due- confermò lo zio- andrà bene Aaron…e non metterti
nei guai. Non posso perdere anche te
Aaron annuì- starò attento
***
Quando Phylia andò a farsi una doccia, Damon apparì per
controllare che Steven non entrasse, di fatto usò il cellulare per assicurarsi
che Steven rimanesse bloccato fuori casa a causa di un ritardo del treno.
Alzò un sopracciglio quando notò l’assenza di altre presenze
nella casa.
Dove diavolo erano i genitori di Steven? Era con Phylia da
due settimane e non vi era traccia di loro.
Come diavolo poteva spiegare la cosa a Phylia?
Notò poi il foglietto sulla scrivania- viaggio di lavoro
eh…conveniente…
Damon era così distratto dai suoi pensieri che non si
accorse di Phylia appena uscita dal bagno e che ora lo fissava
-Chi diavolo sei e cosa ci fai in casa mia?!
Lui si girò piano- posso spiegare
Phylia estrasse una pistola dalla libreria- spero per te che
tu abbia una bella spiegazione
Damon annuì maledicendosi mentalmente, ovviamente doveva
farsi beccare!
-Ehm…potresti…vestirti? –chiese lui spostando lo sguardo-
non sono un angelo e credimi, la tentazione non mi dispiace
Phylia gli indico la sedia- fermo lì, una mossa e ti sparo.
Guarda e ti sparo
Damon annuì chiudendo gli occhi e sedendosi
“Sono un fottuto genio!” pensò sarcastico “e menomale che
sono un esperto a non farmi vedere!”
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