Capitolo 12: I hate this
La regina sospirò seduta sul trono- non ci credo…
-Non è un’ottima idea madre? –chiese Stephan
-Hai davvero rapito mia nipote!? –chiese lei incredula
-Ovviamente! Così non abbiamo forse risolto il problema? –chiese
lui
Damon scosse la testa- non sembra una buona idea…
La regina sospirò e guardò il suo maggiordomo.
Cosa aveva fatto di male per meritarsi una situazione del
genere?
Secondo quale logica una ragazza di quell’età sarebbe stato
ok all’idea di venir rapita?
-Questa è un’ottima idea! –disse lui
In quel momento la porta venne spalancata da tre cadaveri di
guardie che vennero lanciati nella sala.
-Oh boy…- disse la regina sospirando.
L’aveva detto lei che alla ragazza non sarebbe piaciuto.
Iris entrò nella sala con le spade in mano insanguinate
-Dunque…chi è il figlio di puttana che ha ordinato di farmi
rapire?
Stephan la guardò- come osi alzare armi in…
La spada che lo trafisse alla spada fu più veloce di lui nel
finire la frase
-Muto prima che io perda la pazienza- disse Iris entrando
nella sala con un passo calmo- ora…vi darò dieci secondi per darmi una buona
spiegazione sul perché io sono qui oppure…diciamo che farò volare qualche testa
Damon rimase fermo un paio di minuti mentre la regina
parlava.
Sinceramente non poteva sentire nulla in quel momento.
Quella era la sua bambina?
Quanti anni erano passati da quando l’aveva vista?
Per un vampiro un anno era un secondo in un’eternità.
Per lui era passato poco tempo…
Ma non era un neonato ciò che aveva davanti.
No davanti ora c’era una donna adulta.
Aveva perso quasi tutti i vent’anni della sua unica figlia.
Aveva perso tempo.
Perché non ci aveva pensato?
Per lui era diventato così naturale spendere anni e secoli
senza vedere i suoi amici e poi rivederli senza nemmeno un capello diverso da
come li ricordava.
Sua figlia non era una purosangue.
Sua figlia era in parte umana.
Sua figlia sarebbe un giorno morta.
Sua figlia non era eterna come lui.
Per lei ogni secondo era un secondo in meno da vivere e non
un secondo in un eternità di secondi.
Aveva perso vent’anni della vita di sua figlia.
Vent’anni che non sarebbero tornati.
Vent’anni che sarebbero rimasti persi.
E ora si ritrovava davanti la figlia, incavolata per essere
stata disturbata dalla sua vita.
Completamente priva di padre e che forse nemmeno lo cerca
oramai.
Non sapeva cosa dire.
Non sapeva come interagire con lei.
Non sapeva nulla della sua vita.
Non sapeva se era felice o meno.
Non sapeva se lavorava o studiava.
Non sapeva chi era stata la sua prima cotta.
Se qualcuno l’aveva fatta soffrire…
Odiava tutto ciò…ma era troppo tardi per riavere tutto ciò
che aveva scelto di non avere…
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