Capitolo 26: Makes no
fucking sense to me
Era passata una settimana dall’inizio della missione di Lisette.
Aveva ripulito centotredici tempi.
Ogni singolo tempio era nelle stesse condizioni:
Abbandonato.
Privo di protezione.
Lontano dagli occhi altrui.
Lontano dai ricordi di molti.
Persino gli dei avevano smesso di ricordarsi dei propri
altari.
-Non ha senso…
Fyrio la guardò mordicchiando il pezzo di carne che avevano
cotto sul fuoco.
Lisette era un’abile cacciatrice e visto che era difficile
fare avanti e indietro dalla città ai vari punti sperduti in cui si trovavano
di solito, aveva preferito cacciare sul momento di volta in volta.
Era difficile mettere tutto in ordine ma la sua idea era
abbastanza…chiara.
Questa era opera di un dio o una dea dimenticati.
Ma non aveva senso, perché erano dimenticati prima di…
A meno che…non fossero…
C’erano parecchi dei con lo stesso ruolo nello stesso
cerchio divino.
Non tutti erano Sempre ricordati.
Non tutti erano Sempre venerati.
Non tutti erano pieni di miti o storie su di loro.
Alcuni erano solo accennati…
Un dio che era così tanto minore che alla fine è stato tolto
dal cerchio divino perché dimenticato.
Un dio che aveva mantenuto i poteri e in qualche modo aveva
trovato modo di sopravvivere anche senza che nessuno lo ricordasse.
Un dio che aveva scelto di creare problemi.
Di causare a altri dei il suo dolore.
Di forzarli a scegliere se perdere potere o perdere i propri
fedeli.
Fyrio le si avvicinò e le leccò la mano piano.
Lisette lo accarezzò piano- ho una brutta sensazione piccolo
mio
Fyrio annuì piano
-Prepariamoci per una guerra
Lui annuì di nuovo.
Lisette posò una mano sul bracciale che aveva al polso-
Sarah…
***
Sarah si sfiorò il polso e sospirò piano.
Sperava con il cuore che Lisette fosse al sicuro.
Certo era una dea ma era priva dei suoi pieni poteri e
ricordi.
Era anche in forma mortale da anni e poteva morire in quella
forma.
Certo non per sempre ma…
Sfiorò il braccialetto dell’amicizia che avevano fatto l’una
per l’altra.
-Torna sana e salva a casa Lise…
Sarah chiuse gli occhi un secondo, ferma nel corridoio
dell’università, quando sentì un’orribile presenza.
-Ah Sarah. Giusto te cercavo- disse un uomo dal sorriso
inquietante
-Professor Malcom…
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