0.9 L’atto finale
Il detective John chiamò tutti i superstiti e li fece
entrare nel soggiorno.
-Tutti voi sapete il motivo per qui siamo qui. Per arrestare
il colpevole. Ora parlate.
I “genitori” e i poliziotti si guardarono l’un l’altro,
Angel e Lucius si scambiarono un’occhiata di intesa.
-Allora che il colpevole confessi!
Angel e Lucius iniziarono a ridere
-Che c’è di divertente?
Angel si alzò in piedi.
-Lei pensa davvero che qui ci sia il colpevole?
-Si…
-E chi pensa che sia?
-Ovviamente tu e Lucius non c’entrate siete troppo deboli e
piccoli per poter fare un…
Angel rise ancora.
-SBAGLIATO!
-Cosa?
-Sono io il killer! Io ho ucciso tutti e Lucius mi ha
aiutata, vero?
-Ovviamente, era così divertente vedervi spaventati.
-Smettila di scherzare questa è una faccenda seria!
-Sono stanca di te stupido agente dei miei stivali
-Angel finiscila tu non sei così!
-Oh, la mia “mammina” pensa davvero che io sia una brava
bimba? Idiota!
-Angel non insultare tua mamma!
- “papa” io non sto insultando mia madre, sto insultando questa
sgualdrina! Credete davvero che io non sappia delle vostre scappatelle con
altra gente?
-Angel di loro chi sei veramente, voglio vedere che succede
Lucius si stava divertendo a vedere le loro vittime così
confuse.
-Buona idea. Io sono Angel e sono la figlia di satana. E voi
adesso siete miei.
Schioccò le dita e tutte le porte e finestre si chiusero.
Tutti entrarono nel panico.
-Cerbero vieni qui bello.
Cerbero entrò ma al posto del cagnolino c’era un’enorme cane
a tre teste.
-Così sei molto più carino! Lucius che ne dici di
trasformarci?
-Agli ordini.
Lucius si fece più muscoloso, due corna gli spuntarono dalla
testa e delle ali di pipistrello gli uscirono sulla schiena.
Tutti erano terrorizzati.
Angel divenne più formosa, delle ali nere come pece le uscirono
dalla schiena.
Tutti cominciarono a correre.
-Illusi, la casa ora obbedisce a me, così mi rendete solo il
gioco più interessante.
Uno a uno tutti i poliziotti morirono, chi mangiato da
Cerbero, chi ucciso dalla casa, chi ammazzato da Lucius.
Rimasero solo i genitori adottivi e il detective, che si
rinchiusero in cantina.
Angel sfondò la porta. Cerbero si mise alla sua destra
Lucius a sinistra.
-Ora siete in trappola, nessuno verrà a salvarvi!
-Gli abitanti del villaggio! Loro verranno a vedere che è
successo!
-No, no. Loro sono già morti.
#racconto#
Angel va al centro della piazza e rivela la sua vera
identità, scatena contro la città mostri di ogni genere, tutti morti, lascia i
mostri in città e dice loro di stare in guardia, “non voglio sopravvissuti,
intesi?”
#fine racconto#
-La città ora è mia! È stato così orrendo essere vostra
figlia! Umiliante! Però vorrei presentarvi una persona, Papino!
Il padre di Angel apparve nella cantina.
-Che bel quadretto!
-Aspetta solo un minuto e c’è ne andiamo
Il padre si poggiò al muro e divertito guardò la scena.
-Addio!
Angel scateno contrò i tre rimasti tutta la sua furia, li
uccise tutti.
Uscirono dalla casa Angel diede fuoco a tutto, villa, case,
negozi a tutto quanto!
-Tesoro, ora torniamo a casa
-Non vedo l’ora Papino
Lucius, Angel, il padre e Cerbero tornarono a casa, non
prima però che Angel lasciasse un piccolo regalino. Lasciò infatti le sue
piantine demoniache in girò per la città, nessuno sarebbe sopravvissuto,
nessuno. Angel aveva finito la sua missione, ora poteva tornare a casa.
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