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Addio Lisa?
Lisa era distratta, stava seduta sul tetto e guardava il
cielo grigio che ormai era su Springfield da mesi, doveva proprio confessare
che era identico al suo umore. Voleva andarsene dall’universo…da quanto non
provava quella sensazione? Ah già…da quando non aveva visto Bart con un’altra
ragazza, Melani, una ragazza di origine Francese…le dava fastidio vederlo con
altre…era gelosa…ma era sbagliato, lei era…già cos’era? Non l’aveva ancora
chiaro in mente…era difficile dirlo…sapeva di non essere umana…ma non sapeva
che genere di non umana era…aveva preso lo zaino…perché no? Un giro non le
avrebbe di certo fatto male…se saltava le ultime tre ore non era un problema…ginnastica
la odiava! Quindi perché no? Si poteva fare…
Guardò sotto, cinque piani…guardò che non ci fosse in giro
nessuno e saltò. No, non era una follia. Atterrò con una grazia assurda. Prese una
piccola rincorsa e sparì nel bosco che circondava la scuola. Evitando gli
alberi, sentì di essere finalmente libera, senza pressioni…poteva essere se
stessa solamente se stessa, non la Lisa Simpson perfetta, non la Lisa figli di
un vampiro e di un licantropo, non la Lisa genio, non la Lisa che aveva saltato
due anni ed era in classe con il fratello maggiore…nessuna di quelle Lisa, ma
la vera Lisa. Il demone che aveva nel cuore, si lo considerava un demone la
pressione che sentiva dentro ogni volta che doveva fingersi perfetta, non lo
era, no non lo era proprio. Voleva solo liberare la furia che aveva in corpo. Senza
rendersene conto aveva smesso di schivare gli alberi, li stava distruggendo,
una volta le sarebbe importato, ma in quel momento, in quell’anno, in quel
secolo, non gliene poteva fregare di meno! Era nervosa e non si sarebbe nemmeno
ferita, era il bello del non essere umana, poteva fare cose incredibili e non
si sarebbe ferita, non sarebbe morta…già infondo un morto non può morire…raggiunse
il confine della città, il canyon, urlò tutta la sua frustrazione, creando un eco
e un suono che fece cadere le foglie degli alberi vicini. Riprese fiato
-Perché devo essere Lisa Simpson?! Perché devo essere figlia
di due esseri immondi che mi hanno mollata a quei due che fingono di essere i
miei genitori?! Non lo sopporto! Non lo voglio! Non voglio! Voglio solo sparire
da questo mondo!
Lisa cadde in ginocchio. Le lacrime cominciarono a cadere. Voleva
sparire…non voleva essere al centro di un pentagono…voleva evitare che le
cinque persone che la circondavano soffrissero…voleva evitare il dolore a tutto
il mondo…era una cosa che aveva sempre cercato di fare, evitare che qualcuno
soffrisse a causa del suo comportamento.
-Elizabeth Marie Simpson…
Era raro che la chiamassero con il nome completo, tutti la
conoscevano come Lisa, lei stessa aveva l’abitudine di presentarsi con Lisa. Alzò
gli occhi verso la voce che l’aveva chiamata. Una donna dal fisico perfetto, la
pelle pallida di chi non è un umano, delle scarpe con il tacco nere, delle
gambe sottili e magre che spuntavano dallo spacco della lunga gonna nera, un
corpetto nero coperto di perle che faceva risaltare il seno prosperoso, una
collana di perle bianche, le braccia nude così chiare, le mani nascoste da due
guanti neri, i capelli biondi e lunghi fatti a boccoli, il collo con il segno
di un morso di vampiro, il viso giovane, le labbra rosse, i canini
scintillanti, gli occhi celesti, la frangia elegante, il sorriso elegante, la
bellezza innaturale…le tese una mano- vieni…
Lisa si alzò senza porre domande, eccole la risposta che
cercava, prese la mano della donna- tu sei mia madre vero?
La donna le sorrise dolcemente e l’abbracciò- si…Marie…sono tua
madre, torniamo a casa insieme? Lasciati indietro tutto, Bart, Homer, Marge,
Maggie, Cody, Rod, Nelson, Jenny…nessuno di questi sarà più una fonte di
problemi per te, te lo prometto…
-Cody è un vampiro…lui ha detto che vuole sposarmi…che tu
Lei scosse la testa- non l’ho mai mandato, io non voglio che
tu ti sposi con lui, non è speciale come noi e un comune, un semplice, un
insignificante vampiro, non lascerei mi che lui ti sposi…per noi sarebbe un
disonore…
Le parole della madre la calmarono- voglio andarmene…ora
-Sicura? –la voce della madre era dolcissima, una mano
accarezzava la testa della figlia, Lisa la guardò sorridendo, recuperò il
colore pallido della pelle, le spuntarono i canini, gli occhi celesti erano
striati di rosso, e non per il pianto- voglio tornare da te
La donna sorrise e la strinse a se- non avrei mai voluto
separarmi da te, tuo padre ti portò via da me e ti nascose dagli umani in una
città sempre soleggiata, io non potevo avvicinarmi, ma questa coltre di nuvole
me l’ha permesso- stava piangendo- mi sei mancata…mi sei mancata tantissimo
piccola mia…avrei…avrei voluto poterti crescere io…poterti tenere stretta a me…poterti
cantare le ninnenanne per farti dormire, poterti cullare, poterti vedere
crescere e invece…ho messo dieci anni a trovare la città…e ho dovuto aspettare
altri sette per poterti incontrare…io sono una pessima mamma…non ti sono stata
vicina…non ti ho cresciuto…
-Non è colpa tua…abbiamo perso diciassette anni…ma possiamo
recuperarne altre mille- disse Lisa- abbiamo una vita eterna per recuperare
quei diciassette anni, per continuare a stare insieme
La madre la strinse a se- ti voglio bene figlia mia
In una nuvola di pipistrelli sparirono entrambe, sul prato
rimase solo lo zainetto di Lisa e un biglietto era stato dato ai suoi genitori,
un messaggio della madre di Lisa che si riprendeva la figlia e che li
ringraziava per averla cresciuta. Era questo il modo? Era quello il modo di
chiarire chi amava? Lisa aveva pensato che era così, ma si sbagliava, così
avrebbe solo scoperto che era davvero innamorata di qualcuno e per lei sarebbe
solo stato l’inizio delle scoperte…
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