WitchandAngel : Uno strano sogno

Uno strano sogno

Uno strano sogno
Attenzione: i personaggi non sono di mia proprietà, questa storia è ispirata al cartone animato Pucca, buona lettura.
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Si era alzata con quell’idea. Aveva aperto gli occhi, aveva visto il volto di Garu dappertutto, ma era normale visto i numerosi poster e oggetti che aveva con la faccia di quel ninja. Però stavolta non aveva provato l’istinto di baciarlo, non dopo ciò che aveva deciso. Aveva proprio esagerato lui il giorno primo, come si era permesso? Non lo sopportava, non lo poteva perdonare. Aveva faticato ad addormentarsi, aveva avuto molto a cui pensare, e dopo tante seghe mentali aveva deciso cosa fare. Si era alzata, si era lavata e ora, con solo l’intimo addosso, stava davanti allo specchio. Era cresciuta, aveva sedici anni, aveva il corpo di una fanciulla, aveva cominciato a far uscire le sue forme già da qualche anno, ma sembrava che al ninja non fosse mai importato, era magra, alta, con un fisico perfetto, le curve ai punti giusti, eppure quel cretino se ne era accorto solo il giorno prima. Aprì l’armadio, di solito si sarebbe messa uno di quei vestiti che coprivano le sue curve, sapeva che Garu odiava chi le metteva in mostra, ma lei aveva tanti vestiti che la esaltavano, si mise una mini-gonna nera di jeans, una maglia senza maniche bianca, attillata e con un generoso scollo, i suoi stivali neri in pelle con il tacco a spillo, tanti braccialetti bianchi e altrettanti neri, un anello con il simbolo dello Yin e dello Yang, degli orecchini a pendente, uno nero a forma di coltello e uno bianco a forma di scudo, si era leggermente truccata, un trucco che appariva naturale e che non dava nell’occhio ma la faceva sembrare più grande di uno o due anni, fece per legarsi i capelli nei due odango che portava sempre, piacevano tanto a Garu, ma perché? Perché doveva farseli? Prese una spazzola e se li spazzolò, li lasciò lisci, le arrivava al sedere ed erano mossi. Si guardò soddisfatta, vestita così avrebbe avuto qualche possibilità in più. Garu era un bambino infondo, nonostante i suoi diciotto anni, e non capiva nulla di donne. Prese la sua borsa a tracolla nera, la sera prima l’aveva preparata per il giorno dopo. Infondo era il suo giorno libero, gli zii non avrebbero fatto problemi su dove andava. Fece in fretta ciò che aveva deciso di fare, lanciò il sacco dalla finestra facendo centro nel bidone dell’immondizia. Scese le scale e si diresse in cucina, doveva avvisarli che usciva però. Prima di salutarli prese un respiro profondo, non parlava da anni, da dopo che aveva avuto l’influenza e le sue corde non le avevano dato il permesso di parlare per un mese e poi Garu aveva smesso di parlare, avevano tutti pensato che avesse fatto un voto, cosa che lui non aveva né confermato né negato, e lei per solidarietà aveva deciso di star zitta, non era stato facile, poteva parlare ma non lo faceva mai, tranne quando era sicura che era sola. Entrò nella cucina, diede un bacio sulla guancia a tutti e tre i suoi zii, anche se in realtà non lo erano, era stata trovata davanti al locale quando era piccola, i tre avevano mantenuto la cosa segreta, anche se gli adulti lo sapevano, e tutti pensavano fosse davvero la loro nipotina. Si diresse verso l’uscita sul retro.
-Quanto sei carina oggi Pucca, vai da Garu? –zio Raviolo la stava guardando, il Goh-Rong avrebbe aperto a minuti ma i tre zii avevano puntato gli occhi sulla nipote.
-No, vado a fare un giro sul motorino, torno prima di pranzo promesso. Ciao –uscì di fretta
-Si un bel giro in moto…-tutti e tre si erano bloccati e si erano scambiati un’occhiata
-Pucca ha…-Ho non credeva alle sue orecchie
-Ha parlato…-concluse la frase Linguini
I tre sorrisero. Zio Raviolo disse ciò che pensavano tutti- dobbiamo festeggiare! Facciamole una festa a sorpresa!
-Invitiamo tutto il villaggio! –Ho era al settimo cielo
-Forza, prepariamo i miglior piatti che il Goh-Rong e il villaggio di Sooga abbiano mai visto! – Linguini prese a impastare gli spaghetti
A tutti la voce della ragazzina era mancata, ma nessuno aveva mai nemmeno pensato di chiederle perché non parlava.
Pucca si infilò il casco nero, il suo motorino era bianco e nero, l’aveva ricevuto come regalo per il sedicesimo compleanno, era più veloce di quello vecchio e molto più agile. Salì in sella e partì, di solito sarebbe andata a tutta velocità ma non doveva rincorrere Garu quindi andò con calma. Sapeva dove trovarlo, sapeva che era solo, sapeva tutto anche se lui non lo immaginava nemmeno. A furia di spiare Garu aveva anche imparato accidentalmente le abitudini dei suoi nemici. Nemici…già lei non ne aveva più, Ring-Ring e lei ora erano buone amiche, anche molto legate a dire il vero, quindi non aveva più nemici. Arrivò, come aveva previsto, il ninja era scattato sull’attenti appena l’aveva vista arrivare, non capendo cosa ci facesse la ragazzina lì. Con calma si tolse il casco e lo poggiò sul sedile, scese e guardò il ninja con il volto scoperto, non era raro che lei lo trovasse senza quel cappuccio, ma era raro che lei lo andasse a trovare.
-Che ci fai qui Pucca? –la voce del ninja era calma, sorpresa e leggermente intimorita. Sapeva che era solo in casa e affrontare quel demone non era una buona idea. Guardò la ragazza, la studiò, era una donna attraente senza dubbio, forte e coraggiosa, peccato che avesse quella assurda smania di essere buona. Si soffermò sullo sguardo della ragazzina, vendetta, c’è l’aveva scritto in faccia, voleva vendicarsi, ma di chi? Lui non aveva fatto niente a Garu, non ancora per lo meno
-Sono qui per proporti un affare- la sua voce era tranquilla e dolce, tuttavia il ninja si bloccò, era la prima volta che la sentiva parlare
-Un’affare? –stranamente intuiva che aveva a che fare con Garu, quell’odioso ninja
-Si, vorrei il tuo aiuto- il suo sguardo era irresistibile, serio, crudele e voglioso di vendetta, stranamente la trovò molto attraente, quel viso da angelo con lo sguardo e i poteri del demonio. Si quella Pucca lo attraeva
-In cosa? –era guardingo ma lo sguardo di Pucca la diceva lunga, voleva vendicarsi
-Voglio vendicarmi e so che tu vorrai aiutarmi- sorrise sicura
-Ah sì? E di chi? - tutta quella sicurezza e quei dannati occhi lo attiravano
-Di una tua grande conoscenza- fece una pausa- il ninja di nome Garu
Voleva vendicarsi di Garu? Il suo nemico giurato. Tobe sorrise e aprì la porta invitandola a entrare- hai tutta la mia attenzione ragazza
Pucca entrò e si sedette davanti a Tobe, entrambi con una tazza di tè in mano.
-Come mai questa improvvisa voglia di vendetta nei confronti del tuo ragazzo?
-Non siamo mai stati insieme. Ero solo io che mi divertivo a torturarlo, non dirmi che non ti divertiva vedere la sua faccia spaventata ogni volta che io ero nei paraggi
Tobe sorrise, si divertiva eccome, Garu era terrorizzato da Pucca. La ragazza l’aveva sempre attirato, era agile, forte e dannatamente carina, non aveva mai avuto una singola lezione di ninjustu o altro, ma combatteva e come, era impossibile sfuggirle, era determinata e sicura. Anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, provava una strana ammirazione per quella ragazzina, riusciva a battere il miglior ninja di Sooga e, anche se non gli piaceva dirlo, quando combattevano era impossibile fermarla o batterla. Sarebbe stata l’alleata perfetta, se non avesse avuto un piccolo difetto, era innamorata di Garu, cosa che a Tobe non andava giù, ma ora lei era lì con lui e gli proponeva un accordo, beh forse la fortuna stava girando verso di lui.
-Quindi vuoi aiutarmi a vendicarmi di Garu? E come faresti, sentiamo
Lei si spostò una ciocca dietro l’orecchio, rivelando il pendaglio a forma di spada nero- parlando francamente, Garu è più forte, agile e veloce di te, in più a dei buoni tempi di reazione…
-Si lo so- era leggermente irritato dall’ovvio- e allora?
Lei sorrise- a chi pensi sia dovuto tutto ciò?
-Non ti seguo- cosa voleva dire Pucca, che Garu aveva un allenamento speciale o cose così?
Lei si mise dritta sulla sedia- sai che io inseguivo Garu fin da piccola?
-E allora? –lo sapevano tutti e aveva visto la ragazza inseguirlo con i suoi occhi
-Beh per sfuggirmi Garu ha migliorato le sue tecniche, il mio corrergli dietro gli ha dato la possibilità di migliorarsi, la possibilità di avere…
-Un allenamento del tutto particolare- aveva capito il punto, grazie a lei e alla sua folle ossessione per Garu l’aveva aiutato a migliorarsi e probabilmente quell’idiota nemmeno se ne era accorto, conoscendolo non sapeva nemmeno che quella graziosa ragazza l’aveva aiutato e allenato- e cosa proponi?
-Ti allenerò, farò come ho fatto con Garu, ti inseguirò, ti catturerò, ti sorprenderò…farò in modo che tu diventi abbastanza abile da potermi fermare e se riesci a fermarmi- si alzò e gli si mise alle spalle, il ninja si irrigidì quando senti la sua voce vicino all’orecchio- Garu non sarà che un brutto ricordo, nessuno mi ha mai fermata, nemmeno Garu, fermarmi significa essere più forte di quel ninja e se tu ci riuscirai non sarà dura per te ottenere la tua vendetta
Deglutì, era vicinissima e il suo profumo era irresistibile- e cosa ne guadagnerai tu?
Lei si allontanò e tornò a mettersi davanti a lui- beh, otterrò ciò che voglio, gli farò vedere che lui non è niente, che se io non l’avessi allenato sarebbe già stato battuto e avrò il piacere di poter dire che ho allenato il miglior ninja del mondo- la cosa fece sorridere Tobe e Pucca sapeva di aver fatto centro, per cui continuò- infondo perché fermarsi a un ninja come Garu? Potresti battere i migliori Ninja del mondo, diventando il ninja più potente e temuto del creato, ovviamente con il mio aiuto. Pensaci Tobe, con il mio allenamento tu diverresti forte e con le tue tecniche riusciresti a battere quel ninja da quattro soldi
Sapeva parlare, sapeva essere convincente, sapeva come catturare l’attenzione e cosa dire per ottenere i suoi scopi, la cosa gli piacque parecchio- cosa devo fare?
Pucca sorrise- quindi accetti?
-Ovviamente
-Perfetto, per oggi rilassati, domani pomeriggio cominceremo l’allenamento…anzi…potresti venire al Goh-Rong oggi pomeriggio
-E perché dovrei?
-Ho parlato davanti agli zii, quei tre staranno pensando di fare una festa a sorpresa per me e non vedo cosa ci sia di male nel farti vedere al villaggio, Garu sarà lì e vederti chiacchierare con me gli darà fastidio- sorrise maligna- gli darà ai nervi perché, qualunque sia l’uomo in questione, vedere la ragazza che dice di amarti chiacchierare con il tuo peggior nemico dà fastidio e anche tanto
-Va bene, farò come vuoi tu
Lei si alzò- ora e meglio che torni al ristorante, avevo promesso che sarei tornata per l’ora di pranzo, i tuoi ninja sono fuori per un mese di allenamento speciale giusto?
-Come fai a …
-So più di quello che credi tu, abbiamo un mese di tempo, ti aiuterò allenandoci qui e nella foresta per questo mese, una volta tornati i tuoi dovremo trovare un modo per continuare ad allenarci senza che nessuno sappia nulla
Tobe sorrise, incontri segreti, l’idea gli piaceva- Garu non sa contro chi si è messo
-Ora che hai il mio aiuto, lui è spacciato- lei fece per uscire ma si voltò - ah, un’ultimissima cosa, dovrai sempre stare sull’attenti, io posso apparire in ogni momento, Garu ha sviluppato un buon sesto senso ninja, senso che so che hai anche tu, ma io eludo ogni tipo di allerta, non mi sentirai arrivare e non mi vedrai fino a quando non ti attaccherò- gli sorrise- sarà divertente. A dopo Tobe
La guardò uscire, gli ricordava un demone, un dannato demone attraente e irresistibile. Quella Pucca, quella vogliosa di vendetta gli piaceva, certo eccome se gli piaceva, ora aveva messo ai suoi servizi le sue abilita, con lei lui avrebbe vinto, si avrebbe trionfato. Avrebbe battuto Garu e avrebbe conquistato il mondo e forse anche il cuore di quel demonio dagli occhi a mandorla e dal visino angelico.
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Garu era più nervoso del solito, Pucca lo ignorava, stava lì a civettare con Tobe che incredibilmente rideva e chiacchierava con lei e gli altri tranquillo. L’aveva ignorato per tutto il tempo, quando lui si avvicinava lei si irrigidiva e si allontanava in fretta, aveva ripreso a parlare e lui ne era felice, ma allora perché non lo riempiva di chiacchiere come stava facendo con gli altri? Come stava facendo con Tobe, con Tobe! Con quel demoniaco ragazzo! Il suo acerrimo rivale, come poteva anche solo avvicinarsi a lui?! Era Tobe cavolo! Tobe!
Il bicchiere che aveva in mano si ruppe, era il terzo quella sera, stava dando di matto, intorno a lui si vedeva una fiamma con la quale Abyo e Ching stavano arrostendo dei marshmallow. La cosa la divertiva, anzi li divertiva, anche Tobe l’aveva notato. Quando erano soli parlavano appunto di Garu che stava dando di matto, quando c’era qualcuno, sorpreso dall’allegria del ninja e dal fatto che non stesse attaccando Garu, si scambiavano delle occhiate complici e divertite. Pucca aveva chiarito che era stata lei ad invitarlo, che infondo anche lui faceva parte di Sooga e che le aveva promesso di fare il bravo e visto che la ragazza aveva una forte buona reputazione, nessuno aveva detto il contrario e tutti chiacchieravano con Tobe tranquillamente. Questo aveva colpito il ninja, lei riusciva a manipolare le situazioni e le persone, standole vicino stava scoprendo sempre più un lato di Pucca che non conosceva e la cosa gli stava incredibilmente piacendo, la ragazza era un’ottima compagnia e un’ottima conversatrice. Era quasi impossibile non badare a quel particolare, Pucca era attraente, gentile e dolce con tutti, anche con lui, ma sapeva essere spietata e manipolatrice, lo intrigava moltissimo, stava pian piano scoprendo che la ragazza era molto ma molto più interessante di quanto immaginava, la cosa lo fece sorridere. Pucca in quello che fu un sussurro gli chiese, con la voce più divertita e sensuale che avesse mai sentito- vuoi vederlo impazzire?
-Come se non lo stesse facendo- rispose lui
-Possiamo farlo impazzire per bene- replicò lei- farlo impazzire al punto che si precipiti qui e ci divida, perdendo così la calma e la lucidità
-Cosa hai in mente?
Lei chiamò Dada- ci faresti una foto insieme?
Lui di buon grado prese la macchinetta fotografica- avvicinatevi
Tobe capì cosa doveva fare, mise un braccio intorno alla vita di Pucca, avvicinandola così a se, lei si poggiò al suo petto, era poco più bassa di lui, lei sorrideva allegra e felice, Tobe si sforzo di non ridere per la faccia sempre più incavolata di Garu. La macchina scatto la fotografia.
-Certo che state bene voi due insieme- commentò Dada passandole la macchinetta per farle vedere la foto
Tobe non si era ancora allontanato dai lei e lei da lui, stavano osservando la foto quando Pucca lo prese per mano e lo tirò di lato, giusto prima che Garu andasse a colpire il punto in cui erano poco prima. Tobe guardò la ragazza, che prontezza di riflessi, nemmeno l’aveva visto muoversi, se non l’avesse tirato di lato sarebbe stato colpito. Fece per prendere la spada ma Pucca strinse la presa sulla sua mano, stette buono, mentre Garu gli puntava addosso la sua katana.
-Allontanati da lei Tobe- la voce di Garu era tutto tranne amichevole e il fatto che parlasse aveva messo in suggestione tutti
-Garu che ti prende? –Pucca si era messa tra lui e Tobe- e poi non avevi fatto un voto?
-Non ho fatto nessun voto, io non parlavo perché tu non potevi! Non volevo che ti sentissi sola!
-Peccato che io non solo potevo parlare ma avevo tante cose da dirti, peccato che per solidarietà al tuo voto me ne stavo zitta e buona.
-Non importa ora. Allontanati da Tobe
-Perché?
-Perché? Perché ha cercato più volte di ucciderci!
Pucca lo guardò per un secondo- No, ha sempre e solo odiato te Garu, io e lui non abbiamo mai avuto problemi, lui mi prendeva di mira solo ed esclusivamente a causa tua- era fredda nel tono e annoiata
-Ma lui è pericoloso!
Pucca rise- pericoloso? E cosa avrebbe fatto per esserlo? Ha chiacchierato con me, è stato gentile e non ha rotto le scatole a nessuno, non ti ha attaccato e non ha fatto niente di male. Dove diavolo lo vedi il pericolo?!
Garu non sapeva che dire, Pucca difendeva Tobe e purtroppo aveva anche ragione lei
-Garu- si girò per dargli le spalle- voglio che tu te ne vada
La cosa sorprese tutti, non solo Garu ma anche Tobe, anche se nella sua testa stava facendo il tifo per Pucca.
-Pucca…? –Garu la salto e tirò un pugno a Tobe facendolo finire a terra- è tutta colpa tua!
Pucca si mise in mezzo, non solo bloccò il colpo successivo ma scaraventò anche Garu lontano da Tobe, aiutando quest’ultimo ad alzarsi- VATTENE! –lo disse con le lacrime agli occhi- SMETTILA DI ROVINARMI OGNI COSA! – i suoi capelli le coprirono la faccia mentre lei guardava il pavimento e stringeva i pugni- ho ripreso a parlare, ho ripreso a vivere tranquilla, ma a te non sta bene vero? Perché vuoi vedermi infelice? Tobe è stato gentile, sta mantenendo la promessa di fare il bravo, non ha fatto nulla di male oggi…perché lo hai attaccato? Perché hai voluto farmi piangere anche oggi? Non solo mi hai rifiutata per anni, non solo mi hai rovinato sempre i più bei momenti che vivevo, non solo hai impedito che io facessi amicizia con altri ragazzi a parte chi per te andava bene, non solo hai giocato con i miei sentimenti, ma hai colpito Tobe per gelosia...
-Pucca…calmati- Garu provò ad avvicinarsi
-Non avvicinarti! –non lo guardava negli occhi, la voce con cui continuò era quella di una persona che si rendeva conto di essere stata ridicola- prima quel gesto mi avrebbe reso felice sai? Vederti ingelosire per la sola vicinanza mia ad un ragazzo, una cosa sciocca ma mi sarei detta “Visto? Infondo qualcosa per te la prova” mi sarei autoconvinta di una cosa impossibile…ma non ora…– la sua voce cambiò tono, stava continuando a piangere, Garu si bloccò all’istante e con lui tutti quanti, Pucca lo guardò con le lacrime agli occhi, era tremendamente seria- non ora che con te non voglio avere più nulla a che fare Garu, non ora che ho deciso di mollare la presa. Non dovresti esserne lieto? Infondo per anni hai sempre voluto questo no? Non hai forse sempre voluto sbarazzarti di quella bambina che era innamorata di te? Notizie dell’ultima ora, sono cresciuta Garu, non sono una bambina da anni! E per quanto riguarda l’essere innamorata di te…hai sempre voluto che io ti stessi alla larga…ora sono io che non voglio più starti intorno! Mi sono seccata di essere rifiutata e rifiutata e rifiutata da te! Cosa credevi che non avrei mai mollato? Che avrei partecipato per sempre al tuo stupido e perverso gioco? Che avrei per sempre fatto ciò che sapevo tu volevi? Sei davvero sicuro che il cattivo qui non sia tu? Qui l’unico che mi ha fatto soffrire sei tu! Sono stanca di combattere per una battaglia persa, sono stanca di essere illusa da te. Ti divertivi così tanto? Ero così ridicola da farti divertire? Deve essere così, ti sei sempre preso gioco di me…mi hai sfruttata per avere ciò che volevi, una schiava che avrebbe fatto l’impossibile per la persona che amava…credi davvero che io non abbia mai provato odio o rancore o altri sentimenti negativi? Li ho provati, ma io a differenza tua non ho mai colpito una tua amica, mi fidavo e sapevo che a te le ragazze non interessavano…invece tu…non ti fidi di me, non pensi che se avessi pensato che ero in pericolo mi sarei allontanata da lui? Non sono debole Garu, ti ho sempre battuto, sono più veloce, più forte, più agile e più silenziosa e cauta di te! Mi sono sempre sbagliata su di te. Garu… Garu io…io non ti amo più Garu, non voglio più amarti e non voglio che tu per me sia più di un amico- il tono serio divenne quasi irritato mentre con uno strano sarcasmo disse- congratulazioni hai ottenuto ciò che volevi da anni! Ora vattene, la porta sai dove si trova, arrivederci signor ninja- si girò e fece per scappare in cucina, stava ancora piangendo
-No…Pucca- lui fece per bloccarla ma Tobe si mise tra i due
-Ma non eri tu quello che diceva di tenere tanto all’onore? –lo guardava con astio- Dove diavolo sta l’onore in quello che stai facendo? Hai fatto piangere Pucca senza un cavolo di valido motivo! Non me ne frega niente di ciò che c’è tra me e te, ma in questo momento ho una voglia matta di ucciderti, l’hai fatta piangere solo per il tuo egoismo, complimenti bel ninja d’onore sei- gli fece un applauso sarcastico- abbi almeno la decenza di lasciarla in pace alla sua festa, non capisci cosa ha passato?
-Tu cosa vuoi? Io devo chiarire con lei!
-Garu vattene- fu zio Raviolo a dirlo, Pucca stava continuando a piangere e sembrava non voler smettere- Pucca è stanca, lasciala in pace, domani parlerete, se lei vorrà, ma ora fuori
Garu strinse i pugni ed uscì correndo dal locale.
-Pucca…- tutti la guardavano, Tobe aveva ragione, era Garu il cattivo stavolta, l’aveva fatta soffrire tanto e ora si divertiva a farla piangere. Nessuno sapeva che fare, lei continuava a piangere, tutta colpa di quel maledetto ninja.
Tobe le posò una mano sulla spalla- va tutto bene, ora lui non c’è e tu sei qui con le persone che a te tengono molto e con un ninja che non centra niente in tutta questa storia e che non ha mai consolato nessuno- le sorrise- non c’è motivo di piangere per un cretino no? questa è la tua festa, dovresti essere tu quella che si diverte di più no?
Pucca sorrise, si asciugò le lacrime dal volto e sorrise di cuore a Tobe, sorrise come non aveva mai fatto nessuno per lui- grazie Tobe, hai ragione. Ho fatto bene a invitarti
Lui distolse lo sguardo in imbarazzo- non ho fatto nulla- sentì due mani sulle spalle, Abyo e zio Raviolo gli sorridevano, farla smettere di piangere era un’impresa non da poco. Aveva guadagnato un po’ di fiducia da parte di tutti, che ora lo guardavano sorridendo, non era poi così temibile e cattivo il ninja. La serata continuò tranquilla, Pucca si sedette con Tobe dopo poco, gli altri pensavano che lo stesse ringraziando per il sostegno e preferirono lasciarli da soli.
-Stai bene?
-Si perché non dovrei? –lei ridacchiò- non penserai che tutta quella scenata fosse vera…
-Lo era, l’ho letto nei tuoi occhi
Lei distolse lo sguardo- si…ma era programmata…sapevo che era un buon modo per mettere Garu in cattiva luce e anche per liberarmene…non mi aspettavo però che avrei pianto- sorrise tornando a guardarlo- né che tu mi avresti consolata, difronte a tutti poi
-Non sopporto vedere una donna piangere
Lei sorrise- grazie
-Non ho detto nulla- era proprio una strana ragazza, prima piangeva ora sorrideva tranquilla, un vero mistero per lui
-Mi hai chiamato donna e mi hai consolato- si mise a giocare con una ciocca di capelli- Garu mi ha sempre considerato una bambina e niente più
-Quello deve vedere un oculista, da dove cavolo saresti bambina te? L’ho sempre detto che quello ha qualche problema- Pucca non era una bambina e non solo per il carattere o il corpo, lo sguardo, le sensazioni che gli dava, il suo modo di essere…era cresciuta, solo che quel ninja nemmeno se ne era accorto, aveva bisogno di un oculista e di uno strizzacervelli, aveva qualche problema mentale anche, una bella ragazza che stravedeva per lui e che gli saltava addosso…un altro ragazzo avrebbe approfittato della situazione. Quel ninja aveva davvero qualche problema, mentale o fisico che fosse, per rifiutare una bella ragazza come Pucca, che era bella fin da bambina
Lei ridacchiò- sei gentile…domani cominceremo l’allenamento, sarò spietata sei avvisato
-Oh che paura- scherzò lui
-Vedremo cosa dirai dopo il primo giorno- ribatté lei per poi scoppiare a ridere con lui.
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Stava seduto a meditare, era raro che lo facesse ma ogni tanto lo faceva anche lui. Stava ripensando a come Pucca lo avesse difeso e alle sue lacrime per colpa di Garu, quel ninja gli dava sempre più ai nervi, quando sentì delle braccia strette intorno al collo aprì gli occhi e si ritrovò steso a terra con Pucca che lo bloccava
-Pucca!
-Non ci siamo, devi essere più attento, ti ho osservato per un bel po’ sai? Su riproviamo
Lo aiutò ad alzarsi. Era cominciato dunque, ora aveva iniziato a provare l’allenamento di Pucca, beh, a parte il fatto che era un demonio in carne e ossa, era piuttosto piacevole passare il tempo con lei, l’allenamento era più duro dei suoi ma era anche dannatamente divertente, i suoi allenamenti erano una noia al confronto e soprattutto non davano gli stessi risultati. Dopo una ventina di tentativi Tobe aveva il fiatone mentre lei era fresca come una rosa
-Come diavolo fai a essere così veloce?
-Pensi troppo, lascia che sia il tuo corpo a muoversi, lascia che sia l’istinto a guidarlo
Tobe provò a fare ciò che Pucca gli aveva detto, si rilassò e provò a seguire l’istinto, Pucca lo attaccò ma stavolta riuscì a schivarla, per ben due volte prima che lei lo bloccasse
-Sei riuscito a schivarmi due volte, per essere il primo giorno è già tanto fidati- lei lo lasciò andare- per oggi basta, sei stato bravo
-Credi che sia migliorato?
-Hai avuto l’allenamento per un giorno, non sei ancora al livello di Garu, ma se procedi come oggi, forse tra una settimana potresti essere vicino al suo livello
-Tu credi? – strinse e aprì i pugni, un po’ più forte si sentiva e Pucca gli dava fiducia, si sentiva bene, dannatamente bene vicino a quel demone dai bellissimi occhi a mandorla.
-Ora devo tornare a lavoro, se vuoi attaccare Garu fallo pure, ma non sei ancora capace di batterlo, ci vediamo domani.
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Per una settimana intera, Pucca spariva senza dire nulla, se ne andava chissà dove per un paio di ore e tornava come se nulla fosse. Tobe era sparito per lo stesso arco di tempo, dicevano che era partito per allenarsi, chissà se era vero. Garu era in giro per il villaggio, dopo la festa era tornato tutto normale, tutto tranne Pucca che ora lo evitava come la peste. Schivò per miracolo il coltellino lanciatogli contro. Tutti osservavano Garu e Tobe, era tornato il tempo di battersi.
-Garu sono qui per avere la mia vendetta! – tirò fuori la katana e si mise di fronte a lui
-Sai ancora sono incavolato con te per Pucca, non ci andrò leggero stavolta- Garu si mise in posizione.
Pucca era al Goh-Rong quando Abyo era corso da lei urlando “Garu e Tobe stanno lottando!”, lei, gli zii e i clienti si erano precipitati a vedere. Lei si arrampicò su un tetto per assistere meglio allo scontro, Tobe era più veloce, più forte e più agile di quanto si aspettasse. Garu era in difficoltà e non capiva cosa diavolo fosse successo all’avversario, era incredibilmente superiore a lui. Con un colpo preciso Tobe lo disarmò e lo stese a terra, gli puntò la katana contro.
-Ho vinto- sorrise trionfante, sapeva che Pucca lo stava guardando e sentiva i suoi occhi sorridergli, era fiera di lui, lo sapeva e sapeva che voleva che Garu non morisse così, doveva soffrire di più prima. Rimise la katana al suo posto- ti avrei fatto già fuori se la mia maestra non volesse una vendetta più spietata
-Maestra? –gli occhi di Garu si sbarrarono, non poteva essere che lei…
-Bravo Tobe- Pucca scese con un salto e atterrò vicino al giovane ninja- vedo che il mio allenamento è servito a qualcosa
-Il tuo…non può essere…- Garu era sotto shock, Pucca aveva aiutato il nemico per vendicarsi di lui? No non poteva essere vero, non voleva accettare che fosse vero
-Che c’è Garu? Ti sorprende che sia capace di addestrare qualcuno? Infondo sono io che ti ho addestrato no?
-Cosa…Pucca…-non riusciva a ragionare
-Non dirmi che non ti sei mai accorto di quanto gli inseguimenti e gli agguati che Pucca ti tendeva ti hanno migliorato, lei ti ha reso forte, agile e veloce, come ha fatto con me. Pucca mi ha reso il migliore e non batterò solo te Garu, batterò tutti i maestri ninja del mondo! Ora che lei è dalla mia parte niente potrà fermarmi!
Lo sguardo di Garu era fisso su Pucca, era vero tutto ciò che Tobe aveva detto, solo che non se ne era mai reso conto e ora era tardi, troppo tardi
-Infondo dovresti esserne felice no? Io ti lascerò in pace per sempre Garu- il suo sguardo era triste, era ancora innamorata di lui- come tu hai sempre voluto
Fece per andarsene, la voce di Garu però la fermò- non è vero
Lei si voltò e lo guardò, il suo sguardo era come una pugnalata per lei, le faceva male e dovette sforzarsi per reggerlo e per non mettersi a piangere tra le sue braccia, doveva essere forte, non poteva lasciare che lui giocasse con lei come aveva sempre fatto- cosa?
-N-non ho mai…non ho mai voluto realmente che tu smettessi di starmi appiccicata…era imbarazzante…si…ma…ecco…
-Non osare- la voce di Pucca era rotta, stava per piangere- non osare dirmi che io ti sono sempre piaciuta…non ci provare! Mi hai rifiutata ogni volta! Se avessi davvero provato un briciolo di sentimento per me tu…
-Ma io ti am…
Tobe tirò a se Pucca, aveva capito cosa stava per succedere, lui le avrebbe detto che l’amava e lei sarebbe tornata da lui, non voleva…non poteva perderla- Pucca andiamo via
Lei annuì nascondendo il viso sul petto di lui
Il ninja sparì nel fumo, lasciando il caos e la confusione nel cuore e nella mente di Garu e degli altri. Pucca era andata, Garu aveva perso, Tobe era pericoloso, Garu si era quasi dichiarato, Tobe era innamorato di Pucca…troppe cose insieme.
Tobe aveva portato Pucca vicino a un torrente. Lei si era messa a piangere. Lui era nel panico, non era abituato a vederla piangere, era così fragile, delicata…gli faceva saltare i battiti e lo faceva intenerire, infondo era più piccola di lui, lei aveva solo sedici anni e lui diciannove, eppure lei era più matura di lui, l’aveva capito, anche se era giovane sapeva cosa voleva e come ottenere ciò che voleva, l’ammirava…l’amava. La strinse a se, quel gesto sorprese Pucca che smise di piangere e lo guardò.
-Pucca…ecco…credo…di amarti
-T-Tobe?
Lui la baciò di impulso. Lei lo lasciò fare, era la prima volta che qualcuno la baciava perché l’amava e non perché costretto, le piaceva quella sensazione.
-Tobe…
-So che ami Garu, ma io ti amo e proverò a conquistarti.
-Per farlo dovrai passare sul mio cadavere- Garu li aveva seguiti e pareva aver visto il bacio- allontanati dalla mia ragazza
-Non osare definirla la tua ragazza!
I due ninja si misero a lottare e Pucca stranamente si ritrovò vestita da sposa. I due stavano lottando al suo matrimonio? Ma che cavolo…
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Pucca si svegliò di soprassalto, la camera era ancora piena delle foto di Garu, si alzò di scattò e guardò il suo corpo, aveva ancora i suoi dieci anni. Fece un sospiro di sollievo, che sogno strano…Tobe…Garu…lei stessa…era tutto così surreale…meglio prepararsi e andare a lavorare. Nel locale c’era il solito trambusto, era tutto normale. Garu come la vide pregò con tutto se stesso che lei non gli saltasse addosso, ignaro del fatto che almeno per quel giorno lei non voleva proprio baciarlo o inseguirlo, ma appena vide Tobe, con un mazzo di rose, Pucca divenne l’ultimo dei suoi problemi. Tobe diede il mazzo a Pucca che, incredula lo fissò per un tempo infinito.
-So che non puoi parlare…volevo sapere…ti andrebbe di uscire con…me?
L’intero locale si mise a fissare la scena. Garu saltò addosso a Tobe imbestialito e ingelosito e Pucca stava con quel mazzo di rose in mano. Era un sogno quello vero? Stava ancora dormendo vero? Si pizzicò il braccio e provò dolore, no…non lo era. Possibile…sapete cosa? Ma che gliene fregava? Infondo le cose non potevano di certo diventare più assurde che nel sogno che aveva fatto e poi un Garu geloso e un Tobe innamorato non era poi la fine del mondo…forse si sarebbe anche potuta divertire un po’. Infondo lei era la piccola Pucca, la beniamina del villaggio di Sooga, la ragazzina dalla potenza demoniaca, la bambina così carina da aver posato per un servizio fotografico e da aver vinto molti concorsi di bellezza, che sapeva cucinare e che era invincibile, questa nuova vita poteva anche andare no? Tanto aveva solo dieci anni, le cose sarebbero di certo cambiate, se in peggio o in meglio sarebbe stata solo lei a deciderlo. E con questi pensieri si sedette ad osservare i suoi due pretendenti litigare per lei, si sarebbe proprio divertita e già.


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