Uno strano sogno
Attenzione: i personaggi non sono di mia proprietà, questa
storia è ispirata al cartone animato Pucca, buona lettura.
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Si era alzata con quell’idea. Aveva aperto gli occhi, aveva
visto il volto di Garu dappertutto, ma era normale visto i numerosi poster e
oggetti che aveva con la faccia di quel ninja. Però stavolta non aveva provato
l’istinto di baciarlo, non dopo ciò che aveva deciso. Aveva proprio esagerato
lui il giorno primo, come si era permesso? Non lo sopportava, non lo poteva
perdonare. Aveva faticato ad addormentarsi, aveva avuto molto a cui pensare, e
dopo tante seghe mentali aveva deciso cosa fare. Si era alzata, si era lavata e
ora, con solo l’intimo addosso, stava davanti allo specchio. Era cresciuta,
aveva sedici anni, aveva il corpo di una fanciulla, aveva cominciato a far
uscire le sue forme già da qualche anno, ma sembrava che al ninja non fosse mai
importato, era magra, alta, con un fisico perfetto, le curve ai punti giusti,
eppure quel cretino se ne era accorto solo il giorno prima. Aprì l’armadio, di
solito si sarebbe messa uno di quei vestiti che coprivano le sue curve, sapeva
che Garu odiava chi le metteva in mostra, ma lei aveva tanti vestiti che la
esaltavano, si mise una mini-gonna nera di jeans, una maglia senza maniche
bianca, attillata e con un generoso scollo, i suoi stivali neri in pelle con il
tacco a spillo, tanti braccialetti bianchi e altrettanti neri, un anello con il
simbolo dello Yin e dello Yang, degli orecchini a pendente, uno nero a forma di
coltello e uno bianco a forma di scudo, si era leggermente truccata, un trucco
che appariva naturale e che non dava nell’occhio ma la faceva sembrare più
grande di uno o due anni, fece per legarsi i capelli nei due odango che portava
sempre, piacevano tanto a Garu, ma perché? Perché doveva farseli? Prese una
spazzola e se li spazzolò, li lasciò lisci, le arrivava al sedere ed erano
mossi. Si guardò soddisfatta, vestita così avrebbe avuto qualche possibilità in
più. Garu era un bambino infondo, nonostante i suoi diciotto anni, e non capiva
nulla di donne. Prese la sua borsa a tracolla nera, la sera prima l’aveva
preparata per il giorno dopo. Infondo era il suo giorno libero, gli zii non
avrebbero fatto problemi su dove andava. Fece in fretta ciò che aveva deciso di
fare, lanciò il sacco dalla finestra facendo centro nel bidone dell’immondizia.
Scese le scale e si diresse in cucina, doveva avvisarli che usciva però. Prima
di salutarli prese un respiro profondo, non parlava da anni, da dopo che aveva
avuto l’influenza e le sue corde non le avevano dato il permesso di parlare per
un mese e poi Garu aveva smesso di parlare, avevano tutti pensato che avesse
fatto un voto, cosa che lui non aveva né confermato né negato, e lei per
solidarietà aveva deciso di star zitta, non era stato facile, poteva parlare ma
non lo faceva mai, tranne quando era sicura che era sola. Entrò nella cucina,
diede un bacio sulla guancia a tutti e tre i suoi zii, anche se in realtà non
lo erano, era stata trovata davanti al locale quando era piccola, i tre avevano
mantenuto la cosa segreta, anche se gli adulti lo sapevano, e tutti pensavano
fosse davvero la loro nipotina. Si diresse verso l’uscita sul retro.
-Quanto sei carina oggi Pucca, vai da Garu? –zio Raviolo la
stava guardando, il Goh-Rong avrebbe aperto a minuti ma i tre zii avevano
puntato gli occhi sulla nipote.
-No, vado a fare un giro sul motorino, torno prima di pranzo
promesso. Ciao –uscì di fretta
-Si un bel giro in moto…-tutti e tre si erano bloccati e si
erano scambiati un’occhiata
-Pucca ha…-Ho non credeva alle sue orecchie
-Ha parlato…-concluse la frase Linguini
I tre sorrisero. Zio Raviolo disse ciò che pensavano tutti-
dobbiamo festeggiare! Facciamole una festa a sorpresa!
-Invitiamo tutto il villaggio! –Ho era al settimo cielo
-Forza, prepariamo i miglior piatti che il Goh-Rong e il
villaggio di Sooga abbiano mai visto! – Linguini prese a impastare gli
spaghetti
A tutti la voce della ragazzina era mancata, ma nessuno aveva
mai nemmeno pensato di chiederle perché non parlava.
Pucca si infilò il casco nero, il suo motorino era bianco e
nero, l’aveva ricevuto come regalo per il sedicesimo compleanno, era più veloce
di quello vecchio e molto più agile. Salì in sella e partì, di solito sarebbe
andata a tutta velocità ma non doveva rincorrere Garu quindi andò con calma.
Sapeva dove trovarlo, sapeva che era solo, sapeva tutto anche se lui non lo
immaginava nemmeno. A furia di spiare Garu aveva anche imparato accidentalmente
le abitudini dei suoi nemici. Nemici…già lei non ne aveva più, Ring-Ring e lei
ora erano buone amiche, anche molto legate a dire il vero, quindi non aveva più
nemici. Arrivò, come aveva previsto, il ninja era scattato sull’attenti appena
l’aveva vista arrivare, non capendo cosa ci facesse la ragazzina lì. Con calma
si tolse il casco e lo poggiò sul sedile, scese e guardò il ninja con il volto
scoperto, non era raro che lei lo trovasse senza quel cappuccio, ma era raro
che lei lo andasse a trovare.
-Che ci fai qui Pucca? –la voce del ninja era calma, sorpresa
e leggermente intimorita. Sapeva che era solo in casa e affrontare quel demone
non era una buona idea. Guardò la ragazza, la studiò, era una donna attraente
senza dubbio, forte e coraggiosa, peccato che avesse quella assurda smania di
essere buona. Si soffermò sullo sguardo della ragazzina, vendetta, c’è l’aveva
scritto in faccia, voleva vendicarsi, ma di chi? Lui non aveva fatto niente a
Garu, non ancora per lo meno
-Sono qui per proporti un affare- la sua voce era tranquilla
e dolce, tuttavia il ninja si bloccò, era la prima volta che la sentiva parlare
-Un’affare? –stranamente intuiva che aveva a che fare con
Garu, quell’odioso ninja
-Si, vorrei il tuo aiuto- il suo sguardo era irresistibile,
serio, crudele e voglioso di vendetta, stranamente la trovò molto attraente,
quel viso da angelo con lo sguardo e i poteri del demonio. Si quella Pucca lo
attraeva
-In cosa? –era guardingo ma lo sguardo di Pucca la diceva
lunga, voleva vendicarsi
-Voglio vendicarmi e so che tu
vorrai aiutarmi- sorrise sicura
-Ah sì? E di chi? - tutta quella
sicurezza e quei dannati occhi lo attiravano
-Di una tua grande conoscenza- fece
una pausa- il ninja di nome Garu
Voleva vendicarsi di Garu? Il suo
nemico giurato. Tobe sorrise e aprì la porta invitandola a entrare- hai tutta
la mia attenzione ragazza
Pucca entrò e si sedette davanti a
Tobe, entrambi con una tazza di tè in mano.
-Come mai questa improvvisa voglia
di vendetta nei confronti del tuo ragazzo?
-Non siamo mai stati insieme. Ero
solo io che mi divertivo a torturarlo, non dirmi che non ti divertiva vedere la
sua faccia spaventata ogni volta che io ero nei paraggi
Tobe sorrise, si divertiva eccome,
Garu era terrorizzato da Pucca. La ragazza l’aveva sempre attirato, era agile,
forte e dannatamente carina, non aveva mai avuto una singola lezione di
ninjustu o altro, ma combatteva e come, era impossibile sfuggirle, era
determinata e sicura. Anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura,
provava una strana ammirazione per quella ragazzina, riusciva a battere il
miglior ninja di Sooga e, anche se non gli piaceva dirlo, quando combattevano
era impossibile fermarla o batterla. Sarebbe stata l’alleata perfetta, se non
avesse avuto un piccolo difetto, era innamorata di Garu, cosa che a Tobe non
andava giù, ma ora lei era lì con lui e gli proponeva un accordo, beh forse la
fortuna stava girando verso di lui.
-Quindi vuoi aiutarmi a vendicarmi
di Garu? E come faresti, sentiamo
Lei si spostò una ciocca dietro
l’orecchio, rivelando il pendaglio a forma di spada nero- parlando francamente,
Garu è più forte, agile e veloce di te, in più a dei buoni tempi di reazione…
-Si lo so- era leggermente irritato
dall’ovvio- e allora?
Lei sorrise- a chi pensi sia dovuto
tutto ciò?
-Non ti seguo- cosa voleva dire
Pucca, che Garu aveva un allenamento speciale o cose così?
Lei si mise dritta sulla sedia- sai
che io inseguivo Garu fin da piccola?
-E allora? –lo sapevano tutti e
aveva visto la ragazza inseguirlo con i suoi occhi
-Beh per sfuggirmi Garu ha
migliorato le sue tecniche, il mio corrergli dietro gli ha dato la possibilità
di migliorarsi, la possibilità di avere…
-Un allenamento del tutto
particolare- aveva capito il punto, grazie a lei e alla sua folle ossessione
per Garu l’aveva aiutato a migliorarsi e probabilmente quell’idiota nemmeno se
ne era accorto, conoscendolo non sapeva nemmeno che quella graziosa ragazza
l’aveva aiutato e allenato- e cosa proponi?
-Ti allenerò, farò come ho fatto
con Garu, ti inseguirò, ti catturerò, ti sorprenderò…farò in modo che tu
diventi abbastanza abile da potermi fermare e se riesci a fermarmi- si alzò e
gli si mise alle spalle, il ninja si irrigidì quando senti la sua voce vicino
all’orecchio- Garu non sarà che un brutto ricordo, nessuno mi ha mai fermata,
nemmeno Garu, fermarmi significa essere più forte di quel ninja e se tu ci
riuscirai non sarà dura per te ottenere la tua vendetta
Deglutì, era vicinissima e il suo
profumo era irresistibile- e cosa ne guadagnerai tu?
Lei si allontanò e tornò a mettersi
davanti a lui- beh, otterrò ciò che voglio, gli farò vedere che lui non è
niente, che se io non l’avessi allenato sarebbe già stato battuto e avrò il
piacere di poter dire che ho allenato il miglior ninja del mondo- la cosa fece
sorridere Tobe e Pucca sapeva di aver fatto centro, per cui continuò- infondo
perché fermarsi a un ninja come Garu? Potresti battere i migliori Ninja del
mondo, diventando il ninja più potente e temuto del creato, ovviamente con il
mio aiuto. Pensaci Tobe, con il mio allenamento tu diverresti forte e con le
tue tecniche riusciresti a battere quel ninja da quattro soldi
Sapeva parlare, sapeva essere
convincente, sapeva come catturare l’attenzione e cosa dire per ottenere i suoi
scopi, la cosa gli piacque parecchio- cosa devo fare?
Pucca sorrise- quindi accetti?
-Ovviamente
-Perfetto, per oggi rilassati,
domani pomeriggio cominceremo l’allenamento…anzi…potresti venire al Goh-Rong
oggi pomeriggio
-E perché dovrei?
-Ho parlato davanti agli zii, quei
tre staranno pensando di fare una festa a sorpresa per me e non vedo cosa ci
sia di male nel farti vedere al villaggio, Garu sarà lì e vederti chiacchierare
con me gli darà fastidio- sorrise maligna- gli darà ai nervi perché, qualunque
sia l’uomo in questione, vedere la ragazza che dice di amarti chiacchierare con
il tuo peggior nemico dà fastidio e anche tanto
-Va bene, farò come vuoi tu
Lei si alzò- ora e meglio che torni
al ristorante, avevo promesso che sarei tornata per l’ora di pranzo, i tuoi
ninja sono fuori per un mese di allenamento speciale giusto?
-Come fai a …
-So più di quello che credi tu, abbiamo
un mese di tempo, ti aiuterò allenandoci qui e nella foresta per questo mese,
una volta tornati i tuoi dovremo trovare un modo per continuare ad allenarci
senza che nessuno sappia nulla
Tobe sorrise, incontri segreti,
l’idea gli piaceva- Garu non sa contro chi si è messo
-Ora che hai il mio aiuto, lui è
spacciato- lei fece per uscire ma si voltò - ah, un’ultimissima cosa, dovrai
sempre stare sull’attenti, io posso apparire in ogni momento, Garu ha
sviluppato un buon sesto senso ninja, senso che so che hai anche tu, ma io
eludo ogni tipo di allerta, non mi sentirai arrivare e non mi vedrai fino a
quando non ti attaccherò- gli sorrise- sarà divertente. A dopo Tobe
La guardò uscire, gli ricordava un
demone, un dannato demone attraente e irresistibile. Quella Pucca, quella
vogliosa di vendetta gli piaceva, certo eccome se gli piaceva, ora aveva messo
ai suoi servizi le sue abilita, con lei lui avrebbe vinto, si avrebbe
trionfato. Avrebbe battuto Garu e avrebbe conquistato il mondo e forse anche il
cuore di quel demonio dagli occhi a mandorla e dal visino angelico.
**********
Garu era più nervoso del solito,
Pucca lo ignorava, stava lì a civettare con Tobe che incredibilmente rideva e
chiacchierava con lei e gli altri tranquillo. L’aveva ignorato per tutto il
tempo, quando lui si avvicinava lei si irrigidiva e si allontanava in fretta,
aveva ripreso a parlare e lui ne era felice, ma allora perché non lo riempiva
di chiacchiere come stava facendo con gli altri? Come stava facendo con Tobe,
con Tobe! Con quel demoniaco ragazzo! Il suo acerrimo rivale, come poteva anche
solo avvicinarsi a lui?! Era Tobe cavolo! Tobe!
Il bicchiere che aveva in mano si
ruppe, era il terzo quella sera, stava dando di matto, intorno a lui si vedeva
una fiamma con la quale Abyo e Ching stavano arrostendo dei marshmallow. La
cosa la divertiva, anzi li divertiva, anche Tobe l’aveva notato. Quando erano
soli parlavano appunto di Garu che stava dando di matto, quando c’era qualcuno,
sorpreso dall’allegria del ninja e dal fatto che non stesse attaccando Garu, si
scambiavano delle occhiate complici e divertite. Pucca aveva chiarito che era
stata lei ad invitarlo, che infondo anche lui faceva parte di Sooga e che le
aveva promesso di fare il bravo e visto che la ragazza aveva una forte buona
reputazione, nessuno aveva detto il contrario e tutti chiacchieravano con Tobe
tranquillamente. Questo aveva colpito il ninja, lei riusciva a manipolare le
situazioni e le persone, standole vicino stava scoprendo sempre più un lato di
Pucca che non conosceva e la cosa gli stava incredibilmente piacendo, la ragazza
era un’ottima compagnia e un’ottima conversatrice. Era quasi impossibile non
badare a quel particolare, Pucca era attraente, gentile e dolce con tutti,
anche con lui, ma sapeva essere spietata e manipolatrice, lo intrigava
moltissimo, stava pian piano scoprendo che la ragazza era molto ma molto più
interessante di quanto immaginava, la cosa lo fece sorridere. Pucca in quello
che fu un sussurro gli chiese, con la voce più divertita e sensuale che avesse
mai sentito- vuoi vederlo impazzire?
-Come se non lo stesse facendo-
rispose lui
-Possiamo farlo impazzire per bene-
replicò lei- farlo impazzire al punto che si precipiti qui e ci divida,
perdendo così la calma e la lucidità
-Cosa hai in mente?
Lei chiamò Dada- ci faresti una
foto insieme?
Lui di buon grado prese la
macchinetta fotografica- avvicinatevi
Tobe capì cosa doveva fare, mise un
braccio intorno alla vita di Pucca, avvicinandola così a se, lei si poggiò al
suo petto, era poco più bassa di lui, lei sorrideva allegra e felice, Tobe si
sforzo di non ridere per la faccia sempre più incavolata di Garu. La macchina
scatto la fotografia.
-Certo che state bene voi due
insieme- commentò Dada passandole la macchinetta per farle vedere la foto
Tobe non si era ancora allontanato
dai lei e lei da lui, stavano osservando la foto quando Pucca lo prese per mano
e lo tirò di lato, giusto prima che Garu andasse a colpire il punto in cui
erano poco prima. Tobe guardò la ragazza, che prontezza di riflessi, nemmeno
l’aveva visto muoversi, se non l’avesse tirato di lato sarebbe stato colpito.
Fece per prendere la spada ma Pucca strinse la presa sulla sua mano, stette
buono, mentre Garu gli puntava addosso la sua katana.
-Allontanati da lei Tobe- la voce
di Garu era tutto tranne amichevole e il fatto che parlasse aveva messo in
suggestione tutti
-Garu che ti prende? –Pucca si era
messa tra lui e Tobe- e poi non avevi fatto un voto?
-Non ho fatto nessun voto, io non
parlavo perché tu non potevi! Non volevo che ti sentissi sola!
-Peccato che io non solo potevo
parlare ma avevo tante cose da dirti, peccato che per solidarietà al tuo voto
me ne stavo zitta e buona.
-Non importa ora. Allontanati da
Tobe
-Perché?
-Perché? Perché ha cercato più
volte di ucciderci!
Pucca lo guardò per un secondo- No,
ha sempre e solo odiato te Garu, io e lui non abbiamo mai avuto problemi, lui
mi prendeva di mira solo ed esclusivamente a causa tua- era fredda nel tono e
annoiata
-Ma lui è pericoloso!
Pucca rise- pericoloso? E cosa
avrebbe fatto per esserlo? Ha chiacchierato con me, è stato gentile e non ha
rotto le scatole a nessuno, non ti ha attaccato e non ha fatto niente di male.
Dove diavolo lo vedi il pericolo?!
Garu non sapeva che dire, Pucca
difendeva Tobe e purtroppo aveva anche ragione lei
-Garu- si girò per dargli le
spalle- voglio che tu te ne vada
La cosa sorprese tutti, non solo
Garu ma anche Tobe, anche se nella sua testa stava facendo il tifo per Pucca.
-Pucca…? –Garu la salto e tirò un
pugno a Tobe facendolo finire a terra- è tutta colpa tua!
Pucca si mise in mezzo, non solo
bloccò il colpo successivo ma scaraventò anche Garu lontano da Tobe, aiutando
quest’ultimo ad alzarsi- VATTENE! –lo disse con le lacrime agli occhi- SMETTILA
DI ROVINARMI OGNI COSA! – i suoi capelli le coprirono la faccia mentre lei
guardava il pavimento e stringeva i pugni- ho ripreso a parlare, ho ripreso a
vivere tranquilla, ma a te non sta bene vero? Perché vuoi vedermi infelice?
Tobe è stato gentile, sta mantenendo la promessa di fare il bravo, non ha fatto
nulla di male oggi…perché lo hai attaccato? Perché hai voluto farmi piangere
anche oggi? Non solo mi hai rifiutata per anni, non solo mi hai rovinato sempre
i più bei momenti che vivevo, non solo hai impedito che io facessi amicizia con
altri ragazzi a parte chi per te andava bene, non solo hai giocato con i miei
sentimenti, ma hai colpito Tobe per gelosia...
-Pucca…calmati- Garu provò ad
avvicinarsi
-Non avvicinarti! –non lo guardava
negli occhi, la voce con cui continuò era quella di una persona che si rendeva
conto di essere stata ridicola- prima quel gesto mi avrebbe reso felice sai? Vederti
ingelosire per la sola vicinanza mia ad un ragazzo, una cosa sciocca ma mi
sarei detta “Visto? Infondo qualcosa per te la prova” mi sarei autoconvinta di
una cosa impossibile…ma non ora…– la sua voce cambiò tono, stava continuando a
piangere, Garu si bloccò all’istante e con lui tutti quanti, Pucca lo guardò
con le lacrime agli occhi, era tremendamente seria- non ora che con te non
voglio avere più nulla a che fare Garu, non ora che ho deciso di mollare la
presa. Non dovresti esserne lieto? Infondo per anni hai sempre voluto questo
no? Non hai forse sempre voluto sbarazzarti di quella bambina che era
innamorata di te? Notizie dell’ultima ora, sono cresciuta Garu, non sono una
bambina da anni! E per quanto riguarda l’essere innamorata di te…hai sempre
voluto che io ti stessi alla larga…ora sono io che non voglio più starti
intorno! Mi sono seccata di essere rifiutata e rifiutata e rifiutata da te!
Cosa credevi che non avrei mai mollato? Che avrei partecipato per sempre al tuo
stupido e perverso gioco? Che avrei per sempre fatto ciò che sapevo tu volevi?
Sei davvero sicuro che il cattivo qui non sia tu? Qui l’unico che mi ha fatto
soffrire sei tu! Sono stanca di combattere per una battaglia persa, sono stanca
di essere illusa da te. Ti divertivi così tanto? Ero così ridicola da farti
divertire? Deve essere così, ti sei sempre preso gioco di me…mi hai sfruttata
per avere ciò che volevi, una schiava che avrebbe fatto l’impossibile per la
persona che amava…credi davvero che io non abbia mai provato odio o rancore o
altri sentimenti negativi? Li ho provati, ma io a differenza tua non ho mai
colpito una tua amica, mi fidavo e sapevo che a te le ragazze non
interessavano…invece tu…non ti fidi di me, non pensi che se avessi pensato che
ero in pericolo mi sarei allontanata da lui? Non sono debole Garu, ti ho sempre
battuto, sono più veloce, più forte, più agile e più silenziosa e cauta di te!
Mi sono sempre sbagliata su di te. Garu… Garu io…io non ti amo più Garu, non
voglio più amarti e non voglio che tu per me sia più di un amico- il tono serio
divenne quasi irritato mentre con uno strano sarcasmo disse- congratulazioni
hai ottenuto ciò che volevi da anni! Ora vattene, la porta sai dove si trova,
arrivederci signor ninja- si girò e fece per scappare in cucina, stava ancora
piangendo
-No…Pucca- lui fece per bloccarla
ma Tobe si mise tra i due
-Ma non eri tu quello che diceva di
tenere tanto all’onore? –lo guardava con astio- Dove diavolo sta l’onore in
quello che stai facendo? Hai fatto piangere Pucca senza un cavolo di valido
motivo! Non me ne frega niente di ciò che c’è tra me e te, ma in questo momento
ho una voglia matta di ucciderti, l’hai fatta piangere solo per il tuo egoismo,
complimenti bel ninja d’onore sei- gli fece un applauso sarcastico- abbi almeno
la decenza di lasciarla in pace alla sua festa, non capisci cosa ha passato?
-Tu cosa vuoi? Io devo chiarire con
lei!
-Garu vattene- fu zio Raviolo a
dirlo, Pucca stava continuando a piangere e sembrava non voler smettere- Pucca
è stanca, lasciala in pace, domani parlerete, se lei vorrà, ma ora fuori
Garu strinse i pugni ed uscì
correndo dal locale.
-Pucca…- tutti la guardavano, Tobe
aveva ragione, era Garu il cattivo stavolta, l’aveva fatta soffrire tanto e ora
si divertiva a farla piangere. Nessuno sapeva che fare, lei continuava a
piangere, tutta colpa di quel maledetto ninja.
Tobe le posò una mano sulla spalla-
va tutto bene, ora lui non c’è e tu sei qui con le persone che a te tengono
molto e con un ninja che non centra niente in tutta questa storia e che non ha
mai consolato nessuno- le sorrise- non c’è motivo di piangere per un cretino
no? questa è la tua festa, dovresti essere tu quella che si diverte di più no?
Pucca sorrise, si asciugò le
lacrime dal volto e sorrise di cuore a Tobe, sorrise come non aveva mai fatto
nessuno per lui- grazie Tobe, hai ragione. Ho fatto bene a invitarti
Lui distolse lo sguardo in
imbarazzo- non ho fatto nulla- sentì due mani sulle spalle, Abyo e zio Raviolo
gli sorridevano, farla smettere di piangere era un’impresa non da poco. Aveva
guadagnato un po’ di fiducia da parte di tutti, che ora lo guardavano
sorridendo, non era poi così temibile e cattivo il ninja. La serata continuò
tranquilla, Pucca si sedette con Tobe dopo poco, gli altri pensavano che lo
stesse ringraziando per il sostegno e preferirono lasciarli da soli.
-Stai bene?
-Si perché non dovrei? –lei
ridacchiò- non penserai che tutta quella scenata fosse vera…
-Lo era, l’ho letto nei tuoi occhi
Lei distolse lo sguardo- si…ma era
programmata…sapevo che era un buon modo per mettere Garu in cattiva luce e
anche per liberarmene…non mi aspettavo però che avrei pianto- sorrise tornando
a guardarlo- né che tu mi avresti consolata, difronte a tutti poi
-Non sopporto vedere una donna
piangere
Lei sorrise- grazie
-Non ho detto nulla- era proprio
una strana ragazza, prima piangeva ora sorrideva tranquilla, un vero mistero
per lui
-Mi hai chiamato donna e mi hai
consolato- si mise a giocare con una ciocca di capelli- Garu mi ha sempre
considerato una bambina e niente più
-Quello deve vedere un oculista, da
dove cavolo saresti bambina te? L’ho sempre detto che quello ha qualche problema-
Pucca non era una bambina e non solo per il carattere o il corpo, lo sguardo,
le sensazioni che gli dava, il suo modo di essere…era cresciuta, solo che quel
ninja nemmeno se ne era accorto, aveva bisogno di un oculista e di uno
strizzacervelli, aveva qualche problema mentale anche, una bella ragazza che
stravedeva per lui e che gli saltava addosso…un altro ragazzo avrebbe
approfittato della situazione. Quel ninja aveva davvero qualche problema,
mentale o fisico che fosse, per rifiutare una bella ragazza come Pucca, che era
bella fin da bambina
Lei ridacchiò- sei gentile…domani
cominceremo l’allenamento, sarò spietata sei avvisato
-Oh che paura- scherzò lui
-Vedremo cosa dirai dopo il primo
giorno- ribatté lei per poi scoppiare a ridere con lui.
******
Stava seduto a meditare, era raro
che lo facesse ma ogni tanto lo faceva anche lui. Stava ripensando a come Pucca
lo avesse difeso e alle sue lacrime per colpa di Garu, quel ninja gli dava
sempre più ai nervi, quando sentì delle braccia strette intorno al collo aprì
gli occhi e si ritrovò steso a terra con Pucca che lo bloccava
-Pucca!
-Non ci siamo, devi essere più
attento, ti ho osservato per un bel po’ sai? Su riproviamo
Lo aiutò ad alzarsi. Era cominciato
dunque, ora aveva iniziato a provare l’allenamento di Pucca, beh, a parte il
fatto che era un demonio in carne e ossa, era piuttosto piacevole passare il
tempo con lei, l’allenamento era più duro dei suoi ma era anche dannatamente
divertente, i suoi allenamenti erano una noia al confronto e soprattutto non
davano gli stessi risultati. Dopo una ventina di tentativi Tobe aveva il
fiatone mentre lei era fresca come una rosa
-Come diavolo fai a essere così
veloce?
-Pensi troppo, lascia che sia il
tuo corpo a muoversi, lascia che sia l’istinto a guidarlo
Tobe provò a fare ciò che Pucca gli
aveva detto, si rilassò e provò a seguire l’istinto, Pucca lo attaccò ma
stavolta riuscì a schivarla, per ben due volte prima che lei lo bloccasse
-Sei riuscito a schivarmi due
volte, per essere il primo giorno è già tanto fidati- lei lo lasciò andare- per
oggi basta, sei stato bravo
-Credi che sia migliorato?
-Hai avuto l’allenamento per un
giorno, non sei ancora al livello di Garu, ma se procedi come oggi, forse tra
una settimana potresti essere vicino al suo livello
-Tu credi? – strinse e aprì i
pugni, un po’ più forte si sentiva e Pucca gli dava fiducia, si sentiva bene,
dannatamente bene vicino a quel demone dai bellissimi occhi a mandorla.
-Ora devo tornare a lavoro, se vuoi
attaccare Garu fallo pure, ma non sei ancora capace di batterlo, ci vediamo
domani.
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Per una settimana intera,
Pucca spariva senza dire nulla, se ne andava chissà dove per un paio di ore e
tornava come se nulla fosse. Tobe era sparito per lo stesso arco di tempo,
dicevano che era partito per allenarsi, chissà se era vero. Garu era in giro
per il villaggio, dopo la festa era tornato tutto normale, tutto tranne Pucca
che ora lo evitava come la peste. Schivò per miracolo il coltellino lanciatogli
contro. Tutti osservavano Garu e Tobe, era tornato il tempo di battersi.
-Garu sono qui per avere la
mia vendetta! – tirò fuori la katana e si mise di fronte a lui
-Sai ancora sono incavolato
con te per Pucca, non ci andrò leggero stavolta- Garu si mise in posizione.
Pucca era al Goh-Rong quando
Abyo era corso da lei urlando “Garu e Tobe stanno lottando!”, lei, gli zii e i
clienti si erano precipitati a vedere. Lei si arrampicò su un tetto per
assistere meglio allo scontro, Tobe era più veloce, più forte e più agile di
quanto si aspettasse. Garu era in difficoltà e non capiva cosa diavolo fosse
successo all’avversario, era incredibilmente superiore a lui. Con un colpo
preciso Tobe lo disarmò e lo stese a terra, gli puntò la katana contro.
-Ho vinto- sorrise
trionfante, sapeva che Pucca lo stava guardando e sentiva i suoi occhi
sorridergli, era fiera di lui, lo sapeva e sapeva che voleva che Garu non
morisse così, doveva soffrire di più prima. Rimise la katana al suo posto- ti
avrei fatto già fuori se la mia maestra non volesse una vendetta più spietata
-Maestra? –gli occhi di Garu
si sbarrarono, non poteva essere che lei…
-Bravo Tobe- Pucca scese con
un salto e atterrò vicino al giovane ninja- vedo che il mio allenamento è
servito a qualcosa
-Il tuo…non può essere…-
Garu era sotto shock, Pucca aveva aiutato il nemico per vendicarsi di lui? No
non poteva essere vero, non voleva accettare che fosse vero
-Che c’è Garu? Ti sorprende
che sia capace di addestrare qualcuno? Infondo sono io che ti ho addestrato no?
-Cosa…Pucca…-non riusciva a
ragionare
-Non dirmi che non ti sei
mai accorto di quanto gli inseguimenti e gli agguati che Pucca ti tendeva ti
hanno migliorato, lei ti ha reso forte, agile e veloce, come ha fatto con me.
Pucca mi ha reso il migliore e non batterò solo te Garu, batterò tutti i
maestri ninja del mondo! Ora che lei è dalla mia parte niente potrà fermarmi!
Lo sguardo di Garu era fisso
su Pucca, era vero tutto ciò che Tobe aveva detto, solo che non se ne era mai
reso conto e ora era tardi, troppo tardi
-Infondo dovresti esserne
felice no? Io ti lascerò in pace per sempre Garu- il suo sguardo era triste,
era ancora innamorata di lui- come tu hai sempre voluto
Fece per andarsene, la voce
di Garu però la fermò- non è vero
Lei si voltò e lo guardò, il
suo sguardo era come una pugnalata per lei, le faceva male e dovette sforzarsi
per reggerlo e per non mettersi a piangere tra le sue braccia, doveva essere
forte, non poteva lasciare che lui giocasse con lei come aveva sempre fatto-
cosa?
-N-non ho mai…non ho mai
voluto realmente che tu smettessi di starmi appiccicata…era
imbarazzante…si…ma…ecco…
-Non osare- la voce di Pucca
era rotta, stava per piangere- non osare dirmi che io ti sono sempre
piaciuta…non ci provare! Mi hai rifiutata ogni volta! Se avessi davvero provato
un briciolo di sentimento per me tu…
-Ma io ti am…
Tobe tirò a se Pucca, aveva
capito cosa stava per succedere, lui le avrebbe detto che l’amava e lei sarebbe
tornata da lui, non voleva…non poteva perderla- Pucca andiamo via
Lei annuì nascondendo il
viso sul petto di lui
Il ninja sparì nel fumo,
lasciando il caos e la confusione nel cuore e nella mente di Garu e degli
altri. Pucca era andata, Garu aveva perso, Tobe era pericoloso, Garu si era
quasi dichiarato, Tobe era innamorato di Pucca…troppe cose insieme.
Tobe aveva portato Pucca vicino
a un torrente. Lei si era messa a piangere. Lui era nel panico, non era
abituato a vederla piangere, era così fragile, delicata…gli faceva saltare i
battiti e lo faceva intenerire, infondo era più piccola di lui, lei aveva solo
sedici anni e lui diciannove, eppure lei era più matura di lui, l’aveva capito,
anche se era giovane sapeva cosa voleva e come ottenere ciò che voleva,
l’ammirava…l’amava. La strinse a se, quel gesto sorprese Pucca che smise di
piangere e lo guardò.
-Pucca…ecco…credo…di amarti
-T-Tobe?
Lui la baciò di impulso. Lei
lo lasciò fare, era la prima volta che qualcuno la baciava perché l’amava e non
perché costretto, le piaceva quella sensazione.
-Tobe…
-So che ami Garu, ma io ti
amo e proverò a conquistarti.
-Per farlo dovrai passare sul
mio cadavere- Garu li aveva seguiti e pareva aver visto il bacio- allontanati
dalla mia ragazza
-Non osare definirla la tua
ragazza!
I due ninja si misero a
lottare e Pucca stranamente si ritrovò vestita da sposa. I due stavano lottando
al suo matrimonio? Ma che cavolo…
****
Pucca si svegliò di soprassalto, la camera era ancora piena delle foto di Garu, si alzò di scattò e guardò il suo corpo, aveva ancora i suoi dieci anni. Fece un sospiro di sollievo, che sogno strano…Tobe…Garu…lei stessa…era tutto così surreale…meglio prepararsi e andare a lavorare. Nel locale c’era il solito trambusto, era tutto normale. Garu come la vide pregò con tutto se stesso che lei non gli saltasse addosso, ignaro del fatto che almeno per quel giorno lei non voleva proprio baciarlo o inseguirlo, ma appena vide Tobe, con un mazzo di rose, Pucca divenne l’ultimo dei suoi problemi. Tobe diede il mazzo a Pucca che, incredula lo fissò per un tempo infinito.
Pucca si svegliò di soprassalto, la camera era ancora piena delle foto di Garu, si alzò di scattò e guardò il suo corpo, aveva ancora i suoi dieci anni. Fece un sospiro di sollievo, che sogno strano…Tobe…Garu…lei stessa…era tutto così surreale…meglio prepararsi e andare a lavorare. Nel locale c’era il solito trambusto, era tutto normale. Garu come la vide pregò con tutto se stesso che lei non gli saltasse addosso, ignaro del fatto che almeno per quel giorno lei non voleva proprio baciarlo o inseguirlo, ma appena vide Tobe, con un mazzo di rose, Pucca divenne l’ultimo dei suoi problemi. Tobe diede il mazzo a Pucca che, incredula lo fissò per un tempo infinito.
-So che non puoi
parlare…volevo sapere…ti andrebbe di uscire con…me?
L’intero locale si mise a
fissare la scena. Garu saltò addosso a Tobe imbestialito e ingelosito e Pucca
stava con quel mazzo di rose in mano. Era un sogno quello vero? Stava ancora
dormendo vero? Si pizzicò il braccio e provò dolore, no…non lo era. Possibile…sapete
cosa? Ma che gliene fregava? Infondo le cose non potevano di certo diventare
più assurde che nel sogno che aveva fatto e poi un Garu geloso e un Tobe
innamorato non era poi la fine del mondo…forse si sarebbe anche potuta
divertire un po’. Infondo lei era la piccola Pucca, la beniamina del villaggio
di Sooga, la ragazzina dalla potenza demoniaca, la bambina così carina da aver
posato per un servizio fotografico e da aver vinto molti concorsi di bellezza,
che sapeva cucinare e che era invincibile, questa nuova vita poteva anche
andare no? Tanto aveva solo dieci anni, le cose sarebbero di certo cambiate, se
in peggio o in meglio sarebbe stata solo lei a deciderlo. E con questi pensieri
si sedette ad osservare i suoi due pretendenti litigare per lei, si sarebbe
proprio divertita e già.
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