Monster Master
Capitolo 1: Non chiamarla Ragazzina!
L’alba era arrivata fin troppo presto, la ragazza era appena
tornata a casa dopo una notte di lavoro, poggiò lo zaino sul tavolino e si
coricò sul divano.
-Sei in ritardo- la voce maschile era preoccupata, per quanto
cercasse di essere dura, aveva avuto paura che la sua protetta non tornasse più
-Scusami, c’è stato un imprevisto- aveva gli occhi chiusi-
nello zaino ci sono cinque capsule piene…io cercherò di dormire, tra quattro
ore dovrei andare a scuola- aveva la voce stanca stava per addormentarsi-
svegliami tu
-No, oggi a scuola non ci vai, hai bisogno di dormire- aprì
con una zampa lo zaino e vide le capsule- ottimo lavoro
-Va bene…lasciami dormire ora- si addormentò sul divano
Il gatto nero le mise una coperta addosso- Buona notte- scese
dal divano e prese lo zaino sulla schiena e lo portò in cantina. La sua
protetta era eccezionale, così giovane eppure così talentuosa, aveva solo
sedici anni, eppure era già abbastanza abile da poter combattere contro dieci divoratori, cosa non da poco
visto l’alto livello che questo mostro richiede. Era sempre in pensiero per
lei, era sola, non aveva fatto un “Party”, ovvero un team formato da un domatore, un armiere e un cercatore,
ma era dura, nessuno voleva avere a che fare con una ragazzina, infatti tutti i
domatori come lei iniziano verso i vent’anni, non i quindici, e ogni armiere e
cercatore, con un minimo di esperienza o talento, non erano abbastanza
intelligenti da capire che lei aveva davvero talento.
Si svegliò verso le dieci di mattina- Fulmine?
Il gatto si sedette con eleganza sul tavolino, era un gatto,
molto elegante, magro e con un lunga coda sottile, sembrava uno di quei gatti
dell’antico Egitto, sulle orecchie aveva due orecchini d’oro per orecchio, una
collana d’oro con un pendente a forma di una spada, aveva dei occhi di color
oro. Un gatto perfetto se non fosse che non era un gatto- Buongiorno, dormito
bene?
Lei si sedette sul divano, lui le saltò sulle gambe e si
lasciò accarezzare la testa tra le orecchie- benissimo grazie, mi spiace di
averti lasciato il compito di mettere le capsule a posto
-Non importa è il minimo che possa fare per te, infondo sei
la mia protetta, devo aiutarti- la osservava sorridendo, si ricordava come
l’aveva incontrata, non pensava che si sarebbe affezionato di nuovo a un umano,
non dopo la fine che aveva fatto il suo domatore precedente- la prossima volta
vengo con te
-Non se ne parla- si alzò, poggiando il gatto sul divano- non
voglio che usi i tuoi poteri, potrebbero rintracciarti. Ti ricordo che sei
ricercato dopo lo scherzetto che hai fatto a Megaloid- si diresse verso le
scale per farsi una doccia e cambiarsi
-Come se mi spaventasse quel mostriciattolo da strapazzo- la
seguì sulle scale per poi sedersi davanti alla porta chiusa- non puoi stare
sola, hai bisogno di un “Party” e finché non l’avrai io starò con te
Lei uscì dalla camera, con addosso un paio di jeans e una
canottiera bianca, alle spalle teneva l’asciugamano e aveva i lunghi capelli
biondi bagnati, lo guardò con i suoi occhi d’argento- no è no, non verrai con
me
-Sai mi stupisco sempre di quanto tu sia rapida a lavarti e
cambiarti- il gatto le si avvicinò- ma almeno portami con te quando esci…sarò
bravo e non ti accorgerai di me
-Ma…-sospirò prendendolo in braccio- va bene, ma dovrai
evitare di usare i poteri
-Ci proverò- si mise intorno alle sue spalle e si mise a
giocare con una ciocca di capelli umidi- persino i tuoi capelli si asciugano in
fretta
-Sei diventato una sciarpa? –rise- smettila mi fai il
solletico
Si sentì il campanello- aspettavi altri umani?
-No- scese le scale con calma e aprì la porta- si?
Un ragazzo con capelli marroni e gli occhi verdi le sorrise,
aveva circa la sua età, e tantissimi muscoli- ciao
-Tu sei?
-Io sono Jeremy, il tuo nuovo vicino
La ragazza scambiò un’occhiata con il gatto- io sono Amelia e
lui è Fulmine
Il gatto guardò malissimo il nuovo vicino e con una zampa
chiuse la porta, ma Jeremy fu più veloce e si infilò in casa- so chi sei
-Come scusa? –la mano di Amelia andò velocemente alla spada
retrattile che aveva nella tasca dei jeans, normalmente aveva la misura di una
penna, ma quando la si usava per combattere diventava un fioretto o una spada
dalla lama molto lunga e grossa circa il doppio di lei- non so di cosa stai
parlando
Fulmine lo squadrò per bene, sembrava un normale ragazzo,
jeans, maglietta verde, scarpe da tennis, poi notò sul braccio destro un
simbolo a lui ben noto- miao…
Il ragazzo notò solo allora il gatto- il tutore immagino
-Già…tu sei un membro di una delle tante famiglie di armieri
vero? Lo riconosco dal simbolo che hai sul braccio
Amelia guardò il braccio, un scudo con due spade, una delle
famiglie più valorose di tutte le famiglie di armieri, che diavolo voleva da
lei?
-Vorrei formare un “Party”, sono un armiere abbastanza bravo
-E modesto…-aggiunse Fulmine
-Ma gli altri “Party” cercano un adulto, di un moccioso come
me non se ne fanno nulla- disse l’ultima parte con astio, Amelia lo capiva,
trattavano così anche lei
-Senti ragazzino non so chi ti credi di essere ma…-iniziò
Fulmine ma Amelia lo fermò con una mano
-Puoi mostrarci cosa sai fare? –con delicatezza prese Fulmine
e lo poggiò a terra- se ti attaccassi riusciresti a crearti una lama in grado
di fermarmi?
-Ovviamente! Mettimi alla prova!
-Amelia…-Fulmine la guardò e poi guardò malissimo il ragazzo-
va bene, allora seguimi nella palestra, vedremo se hai anche solo un briciolo
di potenziale moccioso
Amelia e Fulmine lo portarono velocemente nella palestra
sotterranea. Amelia si stiracchiò- pronto?
-Si
-Iniziate! –Fulmine era seduto sulla panchina, quel tipo non
gli piaceva per nulla
Amelia tirò fuori la penna e la trasformò in una lama circa
il doppio di lei. Con una velocità impressionante lo attaccò, Jeremy riuscì a
bloccarla con una spada altrettanto grande. Con movimenti leggeri e veloci
Amelia continuò l’attacco, facendolo indietreggiare a ogni nuovo colpo. Dopo
una trentina di quei attacchi, super veloci e con una forza incredibile, Amelia
saltò indietro, permettendo a Jeremy di riprendere fiato, lei neanche sembrava
affaticata, era incredibile. Con un salto lo attaccò dall’alto, Jeremy mise la
sua lama in tempo per bloccare il colpo, le lame lasciavano scintille, ma
nessuno dei due indietreggiò. Amelia poi sorrise e con un rapido gesto lo disarmò,
si allontanò da lui. Rimise la sua spada a penna e se la rificcò in tasca.
Prese la spada del ragazzo e la fece girare rapidamente per poi colpire con
forza il muro, lasciando un cratere nel cemento e ferro della parete. Ridiede
la lama a Jeremy.
-Allora?
Amelia guardò Fulmine che, con malavoglia, annuì.
-Benvenuto nel “Party” - Amelia riprese Fulmine sulle spalle
e quello subito si accoccolò a lei.
-Bene, ma sia chiaro moccioso, fa un passo falso e scoprirai
perché mi chiamo Fulmine- lo sguardo del gatto lanciava saette di sfida
-Interessante Gatto- Jeremy non era da meno.
Amelia sollevò gli occhi al cielo e si allontanò verso il
salotto- come mai sei voluto entrare nel mio “Party”?
-Perché sapevo che tu avresti capito cosa significava dover
lavorare con i mostri a questa età
-E…
-E perché voglio partecipare alla
riunione che si terrà domani- ammise Jeremy
-Lo sapevo che c’era un trucco-
disse Fulmine, inutile non gli piaceva proprio
Prima che i due potessero litigare
di nuovo il campanello suonò- e ora chi è?! Un cercatore che vuole unirsi ad
Amelia e sto moccioso?
Amelia aprì la porta, ignorando il
gatto e vi trovò una freccia conficcata, la estrasse
-Non è un cercatore ma l’invito al
consiglio- Amelia aprì la lettera legata alla freccia e la mostrò a Fulmine.
-Bene, la riunione è stata
anticipata- commentò il gatto con voce poco allegra
-A quando? –Amelia si sporse per
vedere
-Oggi pomeriggio- il gatto si
arrampicò sulle spalle di Amelia- tu devi riposarti un po’ e tu- lanciò
un’altra occhiataccia a Jeremy- tornatene a casa e non disturbare fino alle
due, prepara le cose che devi portare, tanto sai cosa serve no?
Lui annuì e uscì. Lei si lasciò
cadere sul divano
-Qualcosa non va? –Fulmine si era
seduto ad osservarla
-Sei uno dei tutori più stimati…ti
vedranno insieme ad una ragazzina come me…
-Che diavolo dici?! –Fulmine le
saltò sul petto e puntò i suoi occhioni d’oro nei suoi d’argento- sei la mia
protetta e non devi temere, non sfigurerai a confronto con gli altri domatori
Lei gli sorrise e gli accarezzò le
orecchie- sono sicura che andrà bene, ma dovrai dare molte spiegazioni sul
perché ti porti dietro due ragazzini
-Andrà bene- se non fosse stato un
gatto sarebbe arrossito- ho deciso che avrei avuto te come protetta e non torno
indietro su queste decisioni
Lei lo strinse a se- lo so…
************
Jeremy aveva una sacca da viaggio
con se, indossava dei jeans neri, stivali da montagna, una maglia nera con un
fucile stampato sopra. Aspettava poggiato a un palazzo, in strada passavano
moltissime auto, sui marciapiedi c’erano pochissimi normali, coloro che non potevano vedere i mostri e non
avevano poteri di alcun tipo, e alcuni Party che per vari motivi non sarebbero
entrati alla riunione.
-Sei qui vedo- Fulmine era
acciambellato sulle spalle di Amelia e lo squadrava da testa a piedi- look
appropriato, sono stupito
Amelia indossava una minigonna nera
di jeans, con delle catene in argento appese ai lati, una canottiera bianca
attillata, un giubbotto di pelle nera, un paio di stivali con il tacco neri in
pelle, delle calze che arrivavano poco sopra il ginocchio bianche, i capelli
erano liberi e in testa aveva un cappello morbido nero, in stile francese,
indossava tanti braccialetti d’argento e due pendenti a forma di spada
-Amelia…stai benissimo. Ma le armi?
Lei estrasse da una tasca una
penna- la penna ferisce più di una spada
-Su andiamo- Fulmine indicò con la
coda la direzione- non preoccupatevi di nulla
Amelia salì con Jeremy
nell’ascensore. Salirono fino alle isole sospese nel cielo. Erano isole molto
grandi che fluttuavano sulla città, nessuno sapeva come, ed erano collegate tra
loro tramite ponti in legno, da queste isole pendevano delle liane e su di esse
c’era un vero e proprio villaggio, c’erano alberi e piante molto strani, gli
edifici e le costruzioni erano in pietra e legno, forse per non appesantire le
isole. C’erano sei isole in tutto, una gigantesca centrale e cinque
equidistanti, vista dall’alto formavano un pentagono con un’isola al centro.
L’unico modo per raggiungere questo “villaggio volante” sono i cinque
ascensori, attivabili solo dai tutori.
-Amelia sei nervosa?
Lei alzò le spalle. Fulmine ghignò,
era nella modalità dominatrice, non avrebbe mostrato nessuna emozione nemmeno
sotto tortura, tranne se l’avessero chiamata Ragazzina, in quel caso era la
fine.
-Sul serio? Wow…sei incredibile…
Amelia scese dall’ascensore con
passo sicuro seguita da Jeremy. Gli adulti li fissavano straniti, Jeremy si
sentì a disagio ma vedendo Amelia così sicura e calma si rilassò, non erano
intrusi, erano come loro, che agli adulti piacesse o meno.
-Mocciosi che ci fate qui?
Un colosso, pelato e con un occhio
di vetro si mise davanti ad Amelia. Fulmine saltò sulla spalla di Jeremy- sta a
vedere
-Levati, blocchi il passaggio-
Amelia aveva lo sguardo seccato e la voce era di un serio che inquietava
-Oh? Levati tu ragazzina- la prese
per un polso
Amelia gli afferrò la mano- come mi
hai chiamato?
-Ragazzina- rispose Fulmine- ti ha
chiamato ragazzina
Amelia strinse la presa- non osare
mai più chiamarmi così
-Altrimenti? –non sapeva proprio
contro chi si stava mettendo
Amelia gli girò il braccio, lo
colpì sotto il collo e lo osservò mentre si stringeva la gola, gli aveva tolto
l’aria- altrimenti capirai perché mi chiamano “Lampo”
Quel nome fece girare tutti, Lampo
era conosciuto per la sua crudeltà, forza e agilità, tutti si aspettavano un
gigante tutto muscoli e niente cervello, non una ragazzina dall’aspetto innocuo.
Lo scavalcò senza troppe cerimonie e Jeremy si affrettò a seguirla
-Visto? Amelia non ha rivali!
–Fulmine era sempre allegro dopo che la vedeva combattere o anche solo
intimorire qualcuno
-Incredibile- si limitò a
commentare Jeremy osservando il colosso rialzarsi lentamente e osservarla
terrorizzato, chi diavolo era Lampo? Non ne aveva mai sentito parlare
-Lampo è il soprannome che le ho
dato io, velocissima, silenziosa e letale, è conosciuta con altri soprannomi,
Mangia-demoni, Demone d’agli occhi d’argento, Demone biondo, Morte Bianca…Lampo
è quello che le piace di più però- spiegò Fulmine intuendo la domanda del
ragazzo- pensavano tutti che fosse un gigante, maschio e cose del genere e
invece…
-Beh in effetti non ti aspetti che
una come lei sia così pericolosa
Il gatto ghignò- è una delle cose
che adoro di lei
Un allarme risuonò per tutte le
isole- ATTENZIONE I MOSTRI DELLA ZONA DI CONTENIMENTO SONO EVASI, OGNI DOMATORE
DEVE ANDARLI A RECUPERARE. MOSTRI DELLA ZONA NERA EVASI. ZONA ROSSA EVASI. BLU
EVASI. VERDE EVASI…
-Jeremy ti affido Fulmine- Amelia
guardò l’isola centrale, miliardi di mostri, e lei che pensava di annoiarsi,
corse verso il campo di battaglia.
Jeremy raggiunse con Fulmine la
zona per tutori e Party. Zona che permetteva di osservare i dominatori lottare.
Amelia si fermò davanti a un’orda
di divoratori, delle specie di fantasmi con un appetito per la linfa vitale
delle persone, erano uno dei mostri di livello 3, ma i veri pericoli erano
quelli di livello 1 o peggio di livello 0, erano mostri instabili e
difficilissimi da individuare. Dei domatori erano già a terra, tra questi anche
il colosso di prima, e lui era un livello 30. I mostri venivano classificati da
99, che erano i mostri come i Luch,
una specie di occhio volante che l’unica cosa che faceva era metterti a
disaggio, a quelli di livello 0, mostri come i Lucor, dei giganti senza occhi con stranissimi poteri e,
purtroppo, invulnerabili, l’unico punto debole erano gli occhi, o almeno questo
diceva il manuale. Per i dominatori era il contrario, il livello minimo era 0 e
il massimo era il 99, ma finora nessuno aveva superato il livello 50. Amelia si
levò il berretto e la giacca lanciandoli di lato ed estrasse la sua spada,
stavolta aveva scelto di usarla nella forma di fioretto. Con un agile scatto e
un veloce attacco liberò la prima linea di mostri.
-Levatevi dai piedi siete inutili
qui- sorpasso i domatori e si mise difronte a un gruppo di cinque Ecto, giganti nani alti come due
uomini di livello 3, forti e furbi, difficili da battere
Si muoveva velocemente, i movimenti
erano perfetti, nessuna pecca, nessuno sbaglio, calcolava anche i più piccoli
particolari, si librava in aria come una farfalla, con una semplice colpò
tagliò di netto tutti e i cinque i mostri. Un secondo prima era davanti a te,
un secondo dopo aveva già steso tutti i mostri che c’erano, e in un secondo era
dall’altro lato della stanza. Era un lampo. Una saetta di argento. Un demone.
Si muoveva con una velocità assurda, non posava quasi piede a terra, la
intravedevi sempre a mezz’aria prima che attaccasse qualche mostro, non faceva
differenza, che fossero di livello 99 o di livello 3, i mostri di livello
superiore al 3 venivano tenuti in un luogo ben lontano, erano troppo
pericolosi, li uccideva in un solo colpo e si scagliava subito sul mostro dopo.
I poveri mostri non si accorgevano di lei finché lei non li aveva tagliati in
due, i domatori erano pietrificati davanti a lei, una ragazzina che teneva
testa, da sola, a mostri di livello 3 e che si stava occupando, da SOLA, di
tutti i fuggitivi. Dopo un tempo che parve infinito anche gli altri domatori si
diedero da fare. Tre ore dopo la battaglia era finita, tutti erano stremati ma
Amelia non sembrava nemmeno affaticata. Fulmine la raggiunse e con un salto si
accoccolò sulla sua spalla.
-Ottimo lavoro
-Non ho fatto niente- rispose lei
rimettendo la lama apposto
Fulmine sghignazzò- di sicuro ora
sapranno cosa può fare questa ragazzina di livello 66
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