La principessa dal
sangue di drago
1
Tutto cambia
Prima che i miei si incontrassero a papà interessavano solo
le armi, la guerra e proteggere il regno, ma quando è salito sul trono ha
dovuto accettare un matrimonio combinato con una regina di un altro regno, mia
mamma, nonostante non si conoscessero nemmeno. Mi hanno detto che all’inizio
litigavano sempre, nessuno dei due voleva sposarsi realmente e si erano resi
entrambi intrattabili. Poi qualcosa cambiò, accettarono il matrimonio e si
sposarono. Il re e la regina cambiarono, divennero più uniti, non potevi vedere
il re senza la regina e viceversa. Papà amava le armi e mamma le odiava, papà
amava combattere e mamma odiava la guerra, papà voleva una grande famiglia e
mamma voleva avere un solo figlio, in qualche modo avevano gusti opposti in
tutto, ma entrambi volevano una progenie. Tutti i re vogliono un figlio
maschio, serve un erede forte, un uomo di valore che possa un giorno prendere
il posto del re, ma papà diceva che voleva una femmina “i maschi creano solo
problemi, le ragazze sono più tranquille e poi vogliono sempre bene al loro
papà, i maschi avvolte uccidono il proprio padre per brama di potere, sono
sicuro però che mia figlia non lo farebbe mai” diceva sempre così alla mamma,
lei l’ha accontentato con me, l’unica erede al trono, una ragazza. Sono nata
molto piccola e debole, mi davano per morta. Papà diceva “sopravvivrà! È mia
figlia e lotterà per sopravvivere, starà bene, ne sono sicuro”, lo presero per
un pazzo, ma io mi ripresi. L’aspetto gracile e fragile non sparì, ero piccola,
con la pelle molto chiara, gli occhi d’argento e i capelli del colore del
fuoco. Non somigliavo a nessuno dei due, ma a nessuno importava. Ero viva,
questo interessava a mio padre. La mamma si divertiva a vestirmi come una
bambola, la lasciavo fare. Ero completamente priva di volontà, sembravo davvero
una bambola, ma ero sveglia, un prodigio, la figlia perfetta. Ubidiente,
devota, genio in tutto ciò che faceva, bellissima e silenziosa, questa ero io.
Ma cominciai presto a cambiare. Papà voleva avere una figlia attiva e che
volesse giocare sempre così lo accontentavo. A sei anni però tutto cambiò. Dei
ribelli entrarono nel castello, catturarono me e la mamma, misero il castello e
il re in ginocchio. Papà non poteva fare nulla, mamma tremava mentre uno dei
ribelli le puntava una lama alla gola, io ero ferma non tremavo nemmeno, l’uomo
mi teneva sollevata da terra, la mamma iniziò a piangere.
-Per favore non fatele male!
-Sta zitta! –l’uomo la colpi al volto con un pugno, mamma
cadde ai piedi di papà, era viva e continuava a piangere, forse fu quel gesto a
farmi uscire dal torpore in cui ero. Il tipo che mi teneva aveva un pugnale messo
all’altezza dei pantaloni lo presi e lo pugnalai al braccio. Mollò la presa, il
mio corpo si muoveva da solo, attaccai l’altro uomo, papà non aveva perso
tempo, aveva sguainato la spada e aveva ripreso a lottare e con lui i soldati.
Dopo poco anche l’ultimo ribelle cadde a terra. Papà abbracciò la mamma, ma io
non ero tranquilla, non so come lo vidi ma lo vidi. Un uomo era appostato e
aveva scoccato una freccia, la deviai dal suo bersaglio, il re, e lanciai il
pugnale, lo uccisi colpendolo al centro esatto della fronte. La mamma mi
abbracciò e anche papà.
-Scusami piccola mia…per colpa mia…per colpa mia…
L’abbracciai e le accarezzai i capelli- non è colpa della
mamma, volevo proteggerti, il mio corpo a reagito di istinto, scusa mamma…sono
un po’ stanca
Non avevo mai detto nulla in vita mia e quando finalmente
parlai svenni per il combattimento. Quando mi svegliai ero nel mio letto, la
mamma era accanto a me, la mamma era stata colpita da una lama avvelenata, era
pallida, i suoi occhi blu, i suoi capelli dorati, sapevo che mi avrebbe
lasciato, però non smise di sorridermi.
-La mamma se ne andrà…starai vicino a papà? Sarà molto triste
-Non lasciarmi
Piansi per tutta la notte, papà era disperato ma non lo dava
a vedere, stupido orgoglio del guerriero. La mamma se ne andò così, sorridendo.
Papà divenne triste e non parlava con nessuno. Era passato solo un giorno dalla
sua morte eppure sembrava che con la mamma anche papà stesse morendo. Evitai le
guardie e lo raggiunsi nella sua camera.
-Eleonora…
Lo abbracciai, era molto più grande di me, muscoloso, con i
capelli marroni, gli occhi smeraldo e una cicatrice sul braccio destro. Lo
strinsi forte- se vuoi piangere puoi papà
-Eleonora…
-La mamma ti vuole vedere forte, ma non sei forte se
trattieni le lacrime…-lo guardai negli occhi- ci siamo solo io e papà qui,
nessuno lo saprà, papà deve sorridere e vivere, papà deve sopravvivere, papà
deve governare un regno e crescere una figlia, papà non può lasciarsi andare
così…papà è forte, papà non deve lasciarmi sola
Non erano discorsi che una bambina di sei anni faceva
normalmente, ma io ero particolare in tutto. Papà mi strinse e lasciò che le
lacrime scorressero libere. Il giorno dopo era tornato il re che conoscevo.
Nessuno capì cosa era successo ma capirono che io avevo fatto qualcosa, nessuno
osò chiedere. Papà mi fece prendere il posto della mamma, mi sedevo sul trono
accanto a lui, lo accompagnavo negli incontri più importanti, ero diventata la
regina numero due, non ero regina effettiva ma ormai mi trattavano come tale.
Un giorno a un incontro tra i vari clan sottoposti al re vidi un ragazzo, del
clan del vento, aveva un anno più di me. Era irrequieto e guardava malissimo il
capo del clan del fuoco. Aveva sette anni, i capelli neri e gli occhi celesti,
un ragazzino. Il consiglio si era riunito per la spartizione di alcune terre
ottenute nella recente guerra. Il capo del clan del fuoco aveva capelli neri e
occhi rossi, quello del vento capelli neri e occhi celesti, quello della terra
capelli marroni e occhi gialli e quello dell’acqua capelli bianchi e occhi blu.
-Visto che il clan del vento non ha fatto nulla, visto che
noi del clan del fuoco abbiamo fatto tutto, vogliamo le terre
-Noi abbiamo lottato duramente! –urlò il ragazzo
-Sta zitto moccioso! –aveva alzato la mano per colpirlo, il
capo del clan del vento aveva messo mano alla spada, così anche quello della
terra e dell’acqua. Afferrai la mano dell’uomo a mezz’aria, la strinsi forte,
gli feci male e lo costrinsi a inginocchiarsi.
-Stia al suo posto, un’altra mossa contro uno solo di questi
clan e verrà considerata una ribellione- ero seria, la voce dura e ferma, lo
sguardo annoiato e deciso
-Le permette di parlarmi così vostra maestà?!
Papà sorrise- ovviamente, lei è la futura erede al trono e
poi consideri che le ha appena salvato la vita, sarebbe morto ucciso dai capi
degli altri clan se avesse colpito il ragazzo e io avrei mosso guerra contro di
lei, dovrebbe esserle grato
Mi allontanai dall’uomo che cambiò sguardo e si sforzò di
sorridere, aveva capito il rischio che aveva corso- scusatemi principessa
-Tesoro, le terre a chi spettano? –papà continuava a
guardarmi, nello sguardo c’era orgoglio e curiosità, stava testando la mia
capacità decisiva. Avevo seguito le fasi della guerra, sapevo cosa fare.
-Durante i venti giorni della guerra, il popolo della terra a
combattuto nella parte ovest, hanno perso trentuno uomini, ventuno feriti ma
hanno continuato a lottare, il popolo dell’acqua ha combattuto nella parte est,
hanno perso venticinque uomini e cinquanta sono rimasti feriti. Credo che le
terre vadano a questi due popoli, non fraintendetemi anche il popolo del vento
e del fuoco hanno dato un forte contributo, io proporrei di aiutare questi
altri due con un premio in denaro pari al costo che hanno subito durante la
guerra e dare le terre agli altri due popoli.
-Perfetto! A voi sta bene? –papà sembrava soddisfatto
-Non ho obbiezioni- dissero in coro i quattro capi, i loro
occhi mi scrutavano.
-Eleonora, perché non fai vedere il castello a Jack- papà
indicò il ragazzino
Mi sono inchinata- come desiderate padre
Siamo usciti, ma appena chiuse le porte ci siamo messi in
ascolto entrambi.
-Anche le principesse spiano gli adulti eh?
-Ovviamente
Papà si era alzato e aveva preso del vino- che ne dite di mia
figlia?
-Ha una capacità impressionante, è ancora giovane ma è
riuscita a accontentare tutti
-Impressionante è poco, la sua presa era salda e decisa
-Sarà un’ottima futura regina, il popolo dell’acqua l’approva
-Anche quello della terra
-Sono ancora vivo eh! –la protesta di papà fece ridere i capi
clan- comunque mi dispiace darle tanto peso, ha solo sei anni eppure ragiona
come una regina vera e propria, mi dispiace che per causa mia non avrà
un’infanzia normale
Mi allontanai dalla porta- andiamo
Il ragazzo mi seguì in silenzio. Dopo poco mi disse- io sarò
la tua guardia del corpo
Lo guardai- perché?
-Perché è il volere del re, sono il ragazzo più forte e
potente del clan del vento, posso proteggerti.
Lo guardai ancora- no, la vera ragione non è quella, quindi
perché?
-Sento che devo proteggerti so che è assurdo ma…
-Va bene- mi girai e continuai a camminare.
Non so nemmeno io perché Jack abbia voluto essere la mia
guardia ma poco importa, da allora rimase al mio fianco, tuttora che io ho
sedici anni e lui diciassette mi protegge.
-Buongiorno principessa
-Jack, buongiorno- lo guardavo mentre pendeva a testa in giù dal
soffitto- ma non hai nulla di meglio da fare che guardarmi a testa in giù?
-Stavo allenando le gambe- saltò giù a terra- dove andate?
-In cortile
-Vi seguo- come al solito
-Jack non mi rapiscono se faccio due passi da sola
-No, io devo seguirvi sempre- in pratica ho uno stalker e non
una guardia del corpo
-Eh sempre? Quindi anche quando mi farò il bagno tu sarai lì
a guardarmi Jack?
-Ovvia…cosa?! Principessa non siete spiritosa- è diventato
viola, che carino
-Eh? Ma sei tu che hai detto che mi deve seguire sempre-
adoro stuzzicarlo
Usciamo tranquilli, lui con la sua massa di muscoli enormi e
la lancia stranissima, io con il mio pugnale legato alla coscia di cui nessuno,
Jack e papà esclusi, sa qualcosa. Jack mi guarda in pensiero
-Jack è successo qualcosa?
Lui annuisce gravemente- tuo cugino Alexander, verrà oggi
Un brivido mi percorre la schiena, Alex, perché? Perché
proprio lui? Perché oggi che compirò sedici anni? Ho sempre avuto paura di lui,
mi ha sempre spaventata, quegli occhi senza emozioni, quello sguardo duro, non
è proprio un ragazzo brutto, anzi è molto attraente e prova qualcosa per me, ma
ha sempre avuto uno strano atteggiamento, lo odio ma non lo posso dire, anche
perché lui e Jack sono come fratelli, non sarebbe giusto odiarlo.
-Oh…capisco…Jack oggi ti prego non allontanarti da me
Lui mi si avvicina- non mi muoverò promesso
-Jack! Principessa Eleonora! –il ragazzo che non vorrei mai
vedere, eccolo, perché, biondo e con gli occhi verdi, perché devo vederlo? Lo
odio
-Oh ciao Alex, come stai? –vattene ti prego
-Mia principessa, sto benissimo- ti prego allontanati da me
-Come mai qui al castello? –sparisci dalla mia vita
-Ho alcune cose da fare- risponde lui vago, poi nota Jack, in
effetti non l’aveva nemmeno salutato- sempre insieme eh?
-La devo proteggere- Jack mi attira più vicina
-Che ne dici se per oggi, visto che è il suo compleanno, non
la lasci a me per un po’? –ti prego dì di no
-Mi spiace ma non posso disubbidire agli ordini- grazie Jack
-Non lo saprebbe nessuno
-Alex no è no e ora scusaci ma la Principessa ha da fare-
Jack mi prende per mano e mi allontana da lui
-Grazie Jack- bisbiglio io mentre lui mi sorride e mi porta
via da lui
-Oggi sarà una lunga e bella giornata, non posso permettere
che quello ve la rovini
******La sera dopo la festa******
-Papà? –busso alla sua porta ma non ricevo risposta-Jack!
Lui arriva correndo- cosa succede?
-Papà ha la porta chiusa a chiave, non lo fa mai! Ti prego
puoi
La butta giù prima che io glielo chieda.
-Alex! Lascia andare il re!
Sento un vetro rompersi e vedo Alex fuggire dalla finestra. Jack
gli corse dietro e con lui i soldati del re. Mi siedo a terra. Lo sapevo che
Alex non era una persona buona…perché non mi hai ascoltata? Perché non hai dato
retta a tua figlia? Lo sguardo si posa sullo specchio. Io sono a terra, mando
un’immagine così debole, sembro così indifesa? I capelli rossi sembrano fatti
di fuoco, gli occhi d’argento sembrano delle lame, accanto allo specchio c’è la
spada di papà…mi alzò e la prendo
-Principessa…?
Mi giro verso Jack, mi capisce con uno sguardo. Si inchina-
chiamerò il consiglio mia regina
Stringo la spada a me- papà è vivo…l’ha rapito…ma non sa
contro chi si è messo…starai dalla mia parte Jack?
Jack mi sorride- starò sempre dalla sua parte mia regina
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