WitchandAngel : Capitolo 3: Ragazzi contro Ragazze

Capitolo 3: Ragazzi contro Ragazze

Capitolo 3:
Ragazzi contro Ragazze
Sono spesso sola nei miei sogni, ma avvolte con me c’è Jonathan. Non mi dispiace essere sola in sogno o avere Jonathan accanto a me, vorrei solamente ricordare cosa sogno. So che ci sono delle armi, tante, un vestito da battaglia e qualcosa di strano, si non è molto preciso ciò che ricordo. Nina mi ha svegliato, mi ha detto di prepararmi. Quindi fatta la doccia, mi sono messa quella che loro considerano una divisa da battaglia. Una base di quello che sembra un costume da bagno intero, con maniche lunghe, in pelle, il cappuccio, come un cappuccio di una felpa, anch’esso in pelle. Per chiudere questa divisa, che lascia le gambe totalmente scoperte, c’è una cerniera laterale, parte dal fianco destro alla spalla sinistra. È molto aderente, le pieghe che ha lo fanno risaltare. Se tiro su il cappuccio, che si cala fino all’altezza degli occhi, in modo da far vedere solo la bocca, riesco a vedere bene lo stesso. Nella scatola c’è anche una cintura, con una pietra rossa molto grande su ogni tasca, dentro ci andranno le munizioni penso, ma anche senza è molto carina come cintura. La divisa sulla schiena ha delle fessure, due sotto le scapole per due spade, due vicino al collo per due fucili, una al centro per un arco, la faretra invece va di traverso, è fatto davvero per una battaglia, nonostante la leggerezza è resistente e buona per portare tante armi. Nella scatola ci sono anche due stivali, con tacco a spillo, in pelle, arrivano fino a metà coscia, lasciando così scoperti tre, massimo quattro, centimetri. Chiunque l’abbia ideata, a parte il fatto che è attillata da far paura, sa come creare una buona uniforme da battaglia. Nella scatola ci sono due cavigliere porta coltelli da lancio, le metto, si notano a pena. Sui fianchi ho due porta pistole per lato. Se fossi in guerra potrei portarmi: quattro pistole, due fucili, coltelli da lancio, due spade, una faretra, un arco, bombe e veleni. Più armata di così. Prendo il mantello nero, me lo metto e scendo. Le ragazze indossano delle tute nere attillate, alla faccia del “un pochino differente”
-Ed ecco la nostra leder. Armati, noi le nostre le abbiamo già- Nina mi fa vedere la sua pistola.
Le ragazze mi aiutano a mettere le armi a posto, con il mantello nero sopra non si notano nemmeno. Raggiungiamo l’arena e ci sediamo sugli spalti ai nostri posti, il sole è appena sorto, abbiamo passato da poco l’alba. Ares e gli altri dei e semidei, seduti in alto in modo da non perderci mai di vista, fanno suonare il richiamo. Ares si alza in piedi.
-Benvenuti all’annuale gara tra sessi. I capitani vadano al centro, le squadre al lato del capitano.
Io e Primo andiamo al centro dell’arena, quindi lui è il capitano? La cosa non mi stupisce.
-Siete pronti ragazzi?
Primo si leva il mantello è armato con quattro fucili e molte bombe di vernice, i ragazzi indossano tutti una tuta militare- siamo pronti
-Siete pronte ragazze?
Mi levo il martello- siamo nate pronte
Papà sorride per il mio equipaggiamento, se lo aspettava secondo me- che la gara abbia inizio, avete un’ora per disperdervi, poi al suono della campana la battaglia inizierà. Andate e buona fortuna.
Cominciamo a correre, in direzioni opposte. Il piano delle ragazze consiste nello stare tutte unite, me esclusa, e cercare di sopravvivere. Io sarò in disparte, in modo da non essere rallentata. Sento la campana suonare, è già passata un’ora? Mi arrampico su un albero e mi apposto. Dopo poco, anche troppo, il cielo manda il punteggio, maschi 12 femmine 1…hanno già eliminato le mie compagne? Non avevo capito che erano così scarse. Sospiro, devo vendicarle ora. Vedo un gruppetto di quattro muoversi sotto di me, prendo in mano il fucile. Wolf, Leyton, Ben e Logan. Facili prede, sono troppo sicuri di loro stessi. Senza fare rumore sparo quattro volte, li colpisco.
-Scusate l’imboscata, ma la guerra è guerra.
Il conto del numero di maschi scende di quattro. Salto giù dall’albero e corro nel bosco, chi viene colpito deve tornare all’arena. Questo gioco mi ricorda qualcosa…ma…cosa? Mi avvicino al lago. Trevor e Tyler sono vicino l’acqua, facili prede…direi che chiunque ha colpito le ragazze sia l’unico che sta giocando con un minimo di strategia. Due colpi e sono fuori. Chi rimane? Primo, Mike, James, Morty, Lucas e Jonathan. Sono a metà dell’opera. I miei fratelli hanno esperienza, Lucas e Morty non credo. Mi sono fermata a ricaricare il fucile.
-Non ti muovere
Mi giro. Lucas e Morty mi puntano due pistole contro.
-Mi avete trovata pare
-Hai eliminato nostri compagni, la devi pagare –Lucas è sicuro di se
Rimetto il fucile, con la sicura inserita a posto- no, siete voi che la dovete pagare- estraggo le pistole e salto in alto, schivando così i loro colpi, in aria sparo e li colpisco.
-Bella mira, ci vediamo all’arena
Se ne vanno tranquilli. Ora…Primo, Mike e James e per ultimo Jonathan. Sono sicura che Jonathan è da solo, odia stare con altre persone in queste guerre, tranne che io non sia la compagna, in quel caso passa metà tempo a stuzzicarmi. Dove potrebbero essere i miei dolci e cari fratelloni? Poggio il mio fucile vicino a un albero. Esco in un prato, possono vedermi da qui, è più rischioso ma cercarli per tutto il bosco non è una buona idea.
-Trovata!
Mi giro, i miei tre adorati fratelloni mi puntano i loro fucili. Bene…tutto secondo i piani.
-Butta le armi a terra- sono cretini i ragazzi o solo Mike che ha dato questo ordine insensato? Ma sparami idiota!
-Non credete sia meglio che io non tocchi le mie armi?
-Ha ragione, io la tengo sotto mira, voi due disarmatela.
Mike e James ripongono le loro armi e si avvicinano a me. La vernice dei ragazzi è rossa, quella delle ragazze è verde. Concentrati Lucy, concentrati. Tre spari. I ragazzi si girano e vedono un fucile che svolazza.
-Presi- faccio volteggiare il fucile fino a me. Lo rimetto a posto- dovevate calcolare la possibilità che io possa usare le armi senza toccarle.
Loro tre sbuffano e vanno all’arena. Riesco a muovere le armi fin da piccola, una volta ho “accidentalmente” tagliato con un coltello il filo che teneva i palloncini del ballo, una mia compagna voleva farla pagare a una mia amica, i palloncini erano pieni di vernice, però la vernice è caduta tutta addosso a lei, sono proprio sbadata e il bello è che non potevano incolparmi visto che ero sul palco a cantare. Il punteggio ora è uno a uno. Mi muovo velocemente tra gli alberi, so dove sarà. Un colpo, velocemente tiro fuori un fucile e lo sacrifico per scansarlo. Mi ha privato di un’arma, furbo. Un altro e via anche il secondo fucile. Continuiamo così finché a me non rimangono che le spade e i coltellini da lancio e lui non ha finito le bombe. Esce allo scoperto con in mano la sua spada.
-Sei senza armi da fuoco
-E tu senza bombe- tiro fuori entrambe le mie spade e mi metto in posizione- come ai vecchi tempi eh?
-Finivamo sempre così…ma questa volta non posso perdere Lucy
-Nemmeno io Jonathan
-In guardia
Mi attacca, paro con entrambe le spade. È più forte di quel che mi ricordavo…no…è migliorato. Cavolo devo levarmelo di dosso, altrimenti…mi libero dall’attacco e salto indietro.
-Sei migliorato
-Ho un buon motivo per vincere
Attacco io, lui para. Continuiamo così per non so quanto. Ci siamo allenati insieme da sempre, conosco i suoi attacchi come lui conosce i miei, è una lotta fin troppo alla pari. Ci fermiamo per riprendere fiato.
-L’unica è usare i poteri Lucy
-Preparati
Le mie lame vengono avvolte da una luce verde, la sua spada da una rossa. Lui attacca per primo. La mia velocità è aumentata e lo evito. La spada colpisce il terreno facendo un piccolo cratere. Se mi avesse presa…questa la considero una dichiarazione di guerra. Salto e attacco, le nostre spade stridono per il contatto. Intorno a noi si crea un cratere molto grande, io sono circondata dalla luce verde, lui dalla rossa. Non posso perdere. Devo vincere. La luce verde cresce di intensità e così anche la rossa.
-Non ti lascerò vincere Lucy
-Nemmeno io Jonathan
Lui comincia a cedere, sta perdendo la concentrazione. Perde la presa sul terreno e viene scaraventato contro un albero e la spada lontana da lui.
-Ho vinto
-Mi arrendo
Rimetto le lame a posto e lo aiuto ad alzarsi- hai perso la concentrazione
-Non è colpa mia! Mi sono accorto che eri a portata di bacio…
Mi metto a ridere- idiota!
-Visto che hai vinto la scommessa aspetterò
-Bene. Andiamo
Andiamo all’arena dove le ragazze mi buttano a terra, mi sono saltate in braccio tutte insieme. Ares mi tira su e mi stritola in un abbraccio.
-Questa sì che è stata una battaglia. Andatevi a riposare su, stasera ci sarà la festa della vittoria
Mi infilo in camera mia, mi tolgo le armi, mi comincio a togliere i vestiti, mi lavo velocemente e mi infilo la biancheria.
-Ops
Mi giro e vedo Jonathan- Jonathan!
Mi fa segno di fare silenzio. Io prendo un cuscino e me lo metto davanti al petto, essere vista in biancheria non è carino
-Esco subito scusa
-Aspetta…girati
Lui si gira in modo da non vedermi, mi infilo un vestito a caso- come mai eri qui?
-Ecco…volevo solo farti le congratulazioni per la vittoria
Si gira, io gli metto le braccia intorno al collo- devo dirti una cosa Jonny
Lui sembra volermi baciare ma si trattiene- cosa?
Lo bacio, cosa che lo lascia stupito visto che di solito è lui a baciare me- ti amo
Mi spinge fino al letto- tu sei tutta matta- mi sorride- mi hai fatto credere che volevi aspettare, che non mi amavi e ora te ne esci con il ti amo?
-Non ho mai detto di non amarti e voglio aspettare a dire cosa c’è tra noi
Mi spinge sul letto- tu sei una strega
-Grazie
Mi bacia. La porta si apre
-Ehi Lucy hai…-Nina ridacchia- ops…scusate l’interruzione.
-Nina non è come pensi
Lei esce ridendo- certo come no
Jonathan salta in piedi e salta dalla finestra. Io rincorro Nina in corridoio e la blocco al muro. Jonathan starà già trovando un alibi, si facciamo sempre così.
-Nina, tu non hai visto ciò che credi
-Vi ho visti baciarvi
La prendo con forza e la trascino in camera mia, chiudo la porta- se ti dico come stanno le cose eviti di dirlo in giro?
-Siamo amiche, non l’avrei fatto comunque
Mi siedo sul letto e lei si siede accanto a me- io e Jonathan ci consociamo da sempre, siamo sempre stati insieme e lui quando ha cominciato a provare attrazione per le ragazze, attrazione nel senso più che amiche, ha iniziato a uscire con le ragazze
-Ok, quindi lui è popolare con le ragazze?
-Beh, è il capitano di una squadra che vince sempre, popolare è dire poco. Però quando mi hanno provato a baciare lui ha scatenato la guerra e mi ha baciata di fronte a tutti urlando “Lei è la mia ragazza giù le mani” …
-Aspetta…mi dici come siete finiti a baciarvi la prima volta con calma, raccontando tutto nel dettaglio? 
Prendo un respiro profondo- va bene…
**************
Ero seduta sulla panchina, aspettavo che Jonathan finisse di farsi la doccia. In quel periodo aveva smesso di vedere le ragazze, ma io non lo sapevo, mi ha detto poi in seguito che stare con le altre gli dava sui nervi, mentre passare il tempo con me era un piacere. A scuola io ero la più popolare tra i ragazzi, solo che non mi interessavano, ero anche considerata l’irraggiungibile ragazza del ragazzo più forte dell’intero istituto, anche se tutti sapevano che fra me e lui non c’era nulla. Jonathan incuteva timore in tutti, così me ne liberava senza che io me ne accorgessi. Quindi visto che ero sola, Jonathan non era nei paraggi, e i ragazzi della mia scuola ragionano con gli ormoni. Un ragazzo, con gli amici poco lontani, si è avvicinato e ha cominciato a provarci. Era della squadra di Jonathan, quindi di fisico non era male ma gli umani non mi hanno mai attratta.
-Ciao bellissima
L’ho guardato malissimo- sto aspettando Jonathan
Lui però ha continuato- non verrà, è uscito con una ragazza
Sapevo che era una bugia- verrà
-Perché non molli quel cretino e non vieni in giro con me?
Era il classico doppiogiochista, voleva il posto di Jonathan, dopo l’hanno cacciato dalla squadra, hanno una specie di regola, mai toccare la ragazza altrui, specie se è del capitano.
-Perché non vai a quel paese?
Mi ha messo una mano sulla spalla. Senza nemmeno averlo visto arrivare Jonathan gli aveva sferrato un pugno in faccia che l’aveva scaraventato lontano da me.
-Tu…
Jonathan non l’ha più nemmeno guardato. Mi ha tirata a se e mi ha baciato, con una naturalezza che ha spiazzato tutti, anche lui. Poi si è staccato da me e con una voce sicura ha detto- Lei è la mia ragazza, prova a toccarla è vivrai le pene dell’inferno
Siamo andati via, lungo la strada lui non mi ha mai tolto il braccio da intorno le spalle. Poi ci siamo fermati al parco, non c’era nessuno ed era quasi buio. Ci siamo seduti sulle altalene. Lui mi ha guardato un po’ in imbarazzo- per prima…scusa non dovevo baciarti senza permesso
Mi metto a ridere- va bene, non mi è dispiaciuto essere baciata da te
Lui allora si alza e mi ha tirato a se e mi ha baciato di nuovo- allora non smetterò di baciarti, io sono…io sono innamorato di te Lucy
-Va bene, se sei tu va bene
Lui mi ha cominciato a baciare ogni volta che ne aveva la possibilità, ero già innamorata di lui, ma non glielo detto. Aveva già la pessima abitudine di entrare in camera mia per darmi la buona notte, abitiamo vicini e gli basta poco per arrivare. A scuola nessuno ha fatto parola sulla nostra relazione, i ragazzi non ne avevano parlato.
***********************
Sorrido- questo è stato il primo nostro bacio.
-Che dolce- le mancano solo gli occhi a cuoricino ed è perfetta. Torna improvvisamente seria- aspetta, però prima sembrava più che un bacio
-Ecco…-gioco con una ciocca- gli ho detto che lo amavo…e mi ha baciato, siamo finiti sul letto e poi sei entrata tu
-Se solo lo avessi saputo non vi avrei interrotto! Stasera rimediamo!
Mi fa l’occhiolino- come?
-Ci sarà un ballo, ti faremo stupenda, io e le ragazze- entrano anche le altre
-Spiavate?
-Siamo amiche e ora- si alza e si mette accanto- operazione cenerentola!
Mi saltano addosso. Aiuto
***********al ballo***********
-Sicure che sia carina?
Mi sorridono, tutte truccate e vestite come se andassero in discoteca. Entrano prima di me. Io faccio un respiro profondo e mi guardo nel riflesso dello specchio dell’ingresso. Mini gonna nera, maglietta attillata e scollata piena di gemme e fronzoli, tutta un gioco di luci, scarpe con il tacco, tanti braccialetti, un leggero trucco, i capelli fatti a boccoli, beh carina sono carina, ma Jonathan la penserà così? Entro, ci sono tutti vestiti a festa, gli dei mancano, festa senza genitori…pericoloso, le ragazze iniziano subito a provarci con i ragazzi, alcuni sono in gruppetti. Cerco con lo sguardo Jonathan, ma è lui il primo a vedermi, e con lui gli altri. Le ragazze ridono compiaciute, era questo ciò che volevano. Scendo le scale e raggiungo le ragazze che si sono unite vicino a delle rose. Sento gli occhi puntati tutti addosso a me. Le ragazze ridacchiano.
-Balliamo!
Mi trascinano in pista, Ben mette una canzone cantata da una ragazza, un ballo di gruppo. Le ragazze iniziano a ballare, dopo le prime mosse prendo il loro ritmo, ci muoviamo allo stesso ritmo, alcuni ragazzi iniziano a ballare in pista. Io ne approfitto per indietreggiare e cercare di filarmela. Una mano mi prende a mia, Jonathan, intanto la musica è cambiata in un tango che nessuno vuole ballare. Lui mi attira a se. Iniziamo a ballare, fin da piccoli balliamo insieme.
-Come mai vestita così?
Le nostre voci non le sente nessuno a parte noi- mi hanno costretta, sto male?
Intanto altre coppie iniziano a provare a ballare, ma noi abbiamo fatto tango, su costrizione, per un po’, insieme a altre danze.
-Sei bellissima, ma così ti vedono tutti, volevo che fossi solo mia
-Come se avessi dichiarato ciò che provo ad altri- mi attira a se e la musica finisce. Parte una delle tante canzoni da ballare in gruppo, mi porta fuori dalla sala. Ci mettiamo in penombra, dove nessuno ci vede e mi bacia. Gli metto le braccia intorno al collo.
-Dovremmo rientrare
-Lo so, ma preferisco stare solo con te
Gli do un bacio- domani passiamo tutto il giorno insieme
-Al lago?
-Va bene

Lui sorride, mi bacia e mi riporta dentro. Nina ci trascina vicino al televisore, ci dà i telecomandi e parte una canzone di coppia di Just Dance, Timber, una delle nostre preferite. Inizia la sfida. L’abbiamo ballata così tante volte che ormai la sappiamo a memoria. La notte passa così, poi per ragioni sconosciute anche a noi, io e Jonathan siamo finiti in camera sua e a letto insieme.


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