Capitolo 5:
Zero emozioni
Jonathan aprì gli occhi, era nel letto dell’infermeria.
Accanto a lui c’era suo padre Ares.
-Papà?
Ares lo guardò e gli sorrise- sei sveglio finalmente
-Dov’è Lucy?
Lo sguardo di Ares si fece cupo- con sua madre credo, dopo
che ti ha colpito è sparita.
Jonathan si alzò lentamente- vado a fare due passi
-Ma…
-Vado a fare due passi!
Uscì senza degnarlo di uno sguardo, era tutta colpa sua, lo
sapeva. Andò alla mensa dove sapeva avrebbe trovato gli altri, loro lo
guardarono confusi, non avevano dormito dopo ciò che era successo. Senza
salutare nessuno andò da Oscar
-Puoi farmi una spada magica?
-Credo di sì…ma…
-Falla, io vado da Lucy
Primo e gli altri si alzarono di scatto- ma sei impazzito?!
ti ha colpito!
Jonathan sorrise- era un’illusione, l’ha fatto per farsi
odiare
-Ma perché?
-Sua madre, Nemesi, è sempre stata una donna alquanto
terrificante, Lucy ne ha sempre avuto paura, se non mi colpiva lei con quella
illusione sarebbe stata la madre a colpirmi e non con un’illusione.
-Dobbiamo andare da lei! –Nina si era alzata- devo chiederle
scusa…ho pensato malissimo di lei…lei che è mia amica…
-Per questo ho bisogno di una spada magica, con quella posso
raggiungerla
-E come? –tutti erano in ascolto
-Quando eravamo piccoli Lucy mi raccontava di un regno che
non è né il nostro né quello degli dei, uno parallelo che è in mano alla dea
delle lame. Mi ha detto che per accedervi basta una lama magica e il permesso
della dea.
-Si ma il permesso non l’avremo di certo!
-Invece si, la dea delle lame è anche la protettrice dei
semidei e di chi crea le lame, solo queste persone possono accedere al suo
reame, gli dei non possono, quindi se andiamo nel suo regno lei sarà sola,
senza sua madre.
-Oscar fa quella cavolo di spada! –Nina l’aveva preso per le
spalle- dobbiamo andare da lei
-Ok la faccio, dammi il tempo di andare nella mia officina!
-Grazie amico
-Se Lucy è la dea delle lame è anche la mia dea, io forgio le
armi, quindi sono sotto la sua protezione, l’aiuterò
-Non dovremmo avvisare gli dei- Primo stava sorridendo- sono
troppo occupati a cercare una dea che potrebbe distruggerli per badare a noi
-Come se i nostri genitori ci avessero mai prestato
attenzioni! –Amelia aveva ragione, gli dei dopo averli messi al mondo sparivano
e si facevano vedere quando gli pareva
-Bene, questa faccenda la sbrigheremo tra di noi, quanto ci
metterai con la lama Oscar?
-Due o tre giorni Jack, se Lucy vorrà anche meno
-Finché la lama non sarà pronta fate finta di nulla,
comportatevi normalmente, non voglio che gli dei sì immischino- Primo aveva
preso il comando
Tutti annuirono e si dispersero per il campus, fingendo di
stare calmi e tranquilli. I figli di Ares rimasero da soli.
-Grazie ragazzi
-E di cosa? Siamo fratelli no? E poi Lucy è anche nostra
sorella- Mark gli poggiò una mano sulla spalla
-E anche la nostra dea! Non scordarti che noi siamo devoti al
combattimento e alle armi e poi, francamente, preferisco lei a Ares come mio
protettore
Primo sorrise- stiamo per fare la rivoluzione contro gli dei
qui
-Eccolo che riparte
-Se Lucy ci aiuterà ci libereremo dei legami con i nostri
genitori
-Non vedo l’ora! –André era saltato dalla sedia quando Mark
aveva esultato
Ciò che gli dei ignoravano era che i figli, appena scoperti i
poteri, scoprivano anche il desiderio di ribellione da quei genitori che non li
avevano mai presi in considerazione. Il tempo passava, gli dei cominciarono a
farsi più presenti, cosa che era strana. Poi un giorno riunirono tutti
all’arena. I ragazzi e le ragazze si sedettero vicini.
-Ho finito la lama Primo, oggi la possiamo usare
-Perfetto
Ares con un colpo di mani richiamò l’attenzione di tutti-
recentemente i semi-dei stanno sparendo senza lasciar traccia, crediamo che
dietro a questo ci sia mia figlia Lucy, siete pregati a rimanere nei vostri
cottage e a uscire in coppia. Ora se permettete noi torniamo a cercare i nostri
figli.
Gli dei sparirono. Primo controllò il cielo
-Tra poco sarà
mezzanotte
-Perfetto, solo a mezzanotte si può andare lì- Jonathan scese
al centro dell’arena, gli altri lo seguirono- hai la lama?
Oscar tirò fuori una spada avvolta nella stoffa, una rama che
pulsava come un cuore di rosso- eccola
Jonathan la prese e la piantò a terra- e ora aspettiamo e
speriamo che funzioni
La luna piena illuminò la lama, essa si sollevò da terra e
come mossa da una mano invisibile taglio l’aria, formando una linea di luce. La
linea si allargò e divenne un passaggio che portava a una scala. La spada vi
entrò.
-Andiamo
Jonathan e gli altri cominciarono ad entrare quando un
fulmine venne lanciato vicino l’entrata
-Fermi!
Loro corsero nel passaggio mentre gli dei cercavano di
fermarli, il passaggio si chiuse proprio quando l’ultimo di loro era entrato. I
ragazzi corsero a perdi fiato per le scale e appena arrivati si buttarono a
terra su un morbido prato verde. La scala e il passaggio sparirono quando tutti
erano arrivati.
-Dove…dove siamo?
Erano in un prato verde, alle loro spalle c’era un bosco,
davanti a loro una stradina che portava chissà dove. In cielo c’erano due lune
piene di color argento e delle armi di ogni tipo erano sparse sugli alberi e
sui cespugli, erano ovunque.
-Intrusi! –una ragazza dai capelli neri e gli occhi celesti
fece cadere un cesto di frutta- avvisate la dea!
Corse via e con lei scapparono altre ragazze.
-Siamo nei guai temo
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