Capitolo 6: La gatta d’argento
Amelia si
era svegliata con Fulmine acciambellato sulla sedia nella sua stanza. Aveva
l’abitudine di guardarla dormire. Amelia si stiracchiò e si alzò con passo
felpato. Scese fino alla cucina e cominciò a preparare la colazione. In casa,
oltre il suo ragazzo-gatto di fiducia, c’erano anche Jeremy e Tyler, i party
vivevano insieme, o almeno così aveva dichiarato lei. I tre ragazzi si
svegliarono e scesero in cucina richiamati dal profumo invitante dei cornetti.
-Buongiorno-
li salutò lei, erano già vestiti, jeans neri e maglietta, verde per Jeremy e
Rossa per Tyler, Fulmine aveva un completo come al solito. Lei invece indossava
un paio di jeans bianchi e una canottiera celeste.
L’allarme
bloccò tutti. “Attenzione, Divergente rilevato, ripeto Divergente rilevato,
dirigersi alla città sospesa”
Corsero
fuori e corsero verso la città sospesa.
-Fulmine-
Amelia lo richiamò, lui si trasformò in gatto e le saltò in braccio- Jeremy,
Tyler, voi andate con Fulmine sulla città e date una mano lì. Io raggiungo i
dominatori.
Passò il
gatto a Tyler e accelerò.
-Torna viva-
urlò Fulmine
********
Tirò fuori
la spada, sapeva chi era, se lo sentiva e sapeva che se c’era qualcuno che le
poteva tenere testa era lei. I domatori che la videro arrivare si fecero da
parte.
-Tornate
alla città sospesa e proteggetela da eventuali mostri- disse Amelia con tono
sicuro mentre li superava
-Ma…
-Questo è un
ordine, sono un livello 90, sono quella con la carica più alta e comando io e
poi- strinse la presa sull’elsa- la strega d’argento era mia madre
Nessuno
obbiettò e si ritirarono lasciandola sola davanti alla divergente…un divergente
non è altro che un mostro di livello 0 che assume il corpo di un dominatore, di
solito quella di chi ha ucciso. Amelia si preparò. Vide la divergente
avvicinarsi con passo sicuro. I lunghi capelli marroni, gli occhi
argento…dannazione sembrava proprio sua madre.
“Non è lei,
non lo è”
La donna si
fermò- ciao figliola, perché non abbracci la mamma?
“Non è lei,
non è lei e non lo sarà mai”
-Non
abbraccio i divergenti spiacente
“Non è tua
madre, lei non c’è più, Amelia ragiona, non è tua madre, e solo un altro
mostro…”
-Ma sono la
mamma…
“Quello non
è che il mostro che ha ucciso i tuoi genitori…la tua famiglia”
Strinse i
denti ora era incavolata, sentì dell’energia strana percorrere le sue braccia,
le sue gambe, la sua schiena…l’energia la stava percorrendo i punti in cui anni
prima le avevano imposto dei sigilli…
-Non lo sei…
Lei attaccò,
il suo braccio era diventato una lama affilatissima, ma Amelia la parò con la
sua spada. Erano vicine, il colpo era forte e Amelia dovette indietreggiare di
un passo.
“Proprio
come quando ero piccola”
-Ucciderò te
e tutti i tuoi amici- disse la voce inumana della donna
Amelia perse
il controllo e la scaraventò lontano facendola battere contro un muro.
“Resta
concentrata…non puoi farti battere così”
Provò ad
alzarsi ma una fitta all’addome le fece perdere l’equilibrio. La lama della
donna l’aveva trafitta. Lei estrasse la sua lama, intrisa del sangue di Amelia,
e sorrise trionfante- un livello 90 è così debole…
Amelia cadde
a terra non riusciva a muoversi.
-AMELIA!
Sentiva
tutto ovattato.
“Alzati!”
Chiuse gli
occhi, non aveva forze
“Ti prego
Amelia! Non posso lasciarmi battere da un mostro del genere! Devo salvare i
miei amici! Alzati corpo del cavolo!”
Aprì gli
occhi. Vedeva offuscato ma capì che il divergente si stava dirigendo verso la
città. Poggiò le mani sul cemento e si alzò a fatica. La spada si era rotta…e
ora?
“Puoi
farcela, posso farcela”
-Dove credi
di andare? –la sua voce non tremava, non era affaticata, era normale, non dava
segno di cedere e con lei nemmeno gli occhi d’argento che fissavano il
divergente con odio- non mi hai ancora ucciso
-Sei ancora
in piedi
*******
Quando
l’avevano vista cadere a terra il cuore dei ragazzi si era fermato. Era morta?
Poi videro il divergente fermarsi e voltarsi verso Amelia. Lei era in piedi, si
reggeva a fatica.
-Dove credi
di andare? Non mi hai ancora ucciso
La sua voce
era determinata a non arrendersi. Fulmine strinse la mano sul cuore. Era in
forma umana e osservava la sua protetta impotente. Voleva aiutarla ma sapeva
che se l’avesse fatto le sarebbe stato solo di intralcio…la sua spada era
rotta…come avrebbe fatto la sua piccola a salvarsi?
*******
Senza più
barcollare fece comparire le sue orecchie da gatto e la sua goda, erano biondi
come i suoi capelli. Se poteva curare gli altri…perché non poteva curare se
stessa? Un’aura d’argento la circondò.
-Impossibile!
La ferita
era sparita e Amelia era di nuovo in forze- che c’è mostriciattolo…hai paura di
un demone dagl’occhi d’argento?
Sentiva che
il colpo aveva incrinato i sigilli che le avevano imposto, era la fine per quel
mostro.
Lui si fece
spuntare delle ali scheletriche, l’apparenza della strega d’argento sparì, al
suo posto spuntò uno scheletro con in mano una falce d’ossa.
-Sei la
prima dominatrice che mi costringe a mostrare la mia vera forma
In testa,
sul teschio deforme, aveva due corna ricoperte di sangue, probabilmente erano
quelle che avevano ferito Amelia. Amelia intanto cercava di rompere i sigilli
sfruttando i poteri che la coda e le orecchie le davano. Per farlo aveva chiuso
gli occhi e aveva escluso il mondo intero dalla sua mente.
-Addio
umana! –l’essere si lanciò all’attacco. Amelia non si mosse. Mancava poco.
Amelia
sollevò una mano e fermò la lama con noncuranza- scacco matto.
I sigilli si
ruppero. Il mostro saltò indietro mentre un’aura d’argento ricoprì Amelia.
Le code e le
orecchie divennero bianche, i vestiti cambiarono. Le scarpe da tennis divennero
degli stivali bianchi di pelle, i jeans vennero sostituiti da una minigonna di
pelle bianca con delle catene d’argento ai lati, la maglia venne sostituita da
un top bianco in pelle, lasciandole scoperta la pancia e le spalle, i capelli
divennero completamente bianchi, ai polsi apparirono dei braccialetti bianchi,
al collo le apparì un collare con un campanello d’argento, delle ali da drago d’argento
le apparirono sulla schiena. Si toccò il campanellino e una falce le apparì in
mano.
-Ora
proverai la potenza di una dominatrice di livello 100.
****
-Quella
versione di Amelia mi piace- commentò Fulmine, senza essersi accorto di averlo
detto ad alta voce
-Fulmine ti
pare il momento?!- commentò l’anziano, accorgendosi poi che anche il Party, e
non solo Fulmine, era partito con chissà quali idee, povera dominatrice, quei
tre le avrebbero dato problemi- i giovani d’oggi
*****
Amelia fece
ruotare la falce, erano due schegge, nessuno riusciva a vedere cosa stava
succedendo. Dopo poco ci fu un’esplosione e tutti furono accecati da un
bagliore argenteo. Quando riaprirono gli occhi Amelia era seduta a terra con il
fiatone e un mucchio di capsule davanti a lei. Aveva vinto!
*****Qualche
giorno dopo*****
A quanto
pareva la coda, le orecchie e i capelli erano permanenti, non riusciva più a
toglierli, ma le ali era retrattili. Era difronte all’anziano che sorridendo le
diede il pacchetto.
-Benvenuta
nel livello 110 Amelia, nuovo record Brava.
Fulmine
sorrise, ancora non aveva mostrato il suo vero potenziale, sapeva che poteva
battere i 10000 forse anche di più, infondo, lei era “La gatta d’argento” no?
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