The Fighter
Capitolo 1:
Il lavoro di papà
Mio padre non c’è mai stato veramente. Si veniva a trovarci,
soprattutto quando ero davvero piccola, poi ha cominciato a venire sempre meno
spesso e ora se lo vedo una volta all’anno è già tanto. Quindi quando ha
chiesto a mia madre il permesso di portarmi in vacanza con se eravamo entrambe
stupite, mamma ha accettato subito. Mio padre a dodici figli in tutto, undici
maschi e solamente me come femmina. Non li ho mai incontrati, li ha avuti tutti
con donne diverse. Mamma lo sapeva quando stava con lui. Mi hanno chiamata
Twelve Lucy. Quando sono nata ero moto debole infatti pensavano non c’è l’avrei
fatta, poi mi sono ripresa. Papà mi chiama “la mia piccola combattente”. Ha
saltato tutti gli eventi che per me erano importanti, compleanni, feste,
concerti, recite…mamma si dispiaceva sempre, io ci avevo fatto l’abitudine.
Come aspetto io sono identica a mia mamma, entrambe abbiamo capelli biondi, lei
li porta lunghi fino a metà schiena, io fino alle caviglie, la pelle molto
chiara, lei ha dei bellissimi occhi celesti come il mare, io grigi come un
cielo in tempesta. Posso dire con orgoglio che siamo entrambe stupende,
sembriamo due di quelle modelle che stanno sulle riviste. Tra le mie qualità la
modestia non c’è, prendetevela con mio padre visto che ho il carattere simile
al suo. Lui invece è alto, muscoloso, con strani tatuaggi lungo le braccia, ha
i capelli marroni tagliati corti, una leggera barba e gli occhi verde smeraldo.
Sembra un soldato antico…beh lo è. A cinque anni mi hanno detto chi era
davvero, Ares, anche chiamato Marte, il dio della guerra. Beh, anche se
all’inizio ero scettica mi mostrò i suoi poteri…che dire…era un dio, questo
spiegava moltissimo, anche per esempio perché non invecchiava. Beh vi risparmio
il resto della storia e torniamo al presente. Sono seduta al parco, aspetto
Jonathan, lo voglio salutare. Siamo cresciuti insieme, siamo fratello e sorella
praticamente. Se fosse uno dei miei undici fratelli ne sarei felice, anche se,
visto ciò che provo per lui non sarebbe la cosa ideale. L’avrei voluto
presentare a mio padre, ma visto che si è perso la maggior parte dei mie 17
anni, perché dovrei presentarglielo?
-Scusa sono in ritardo! Ciao Lucy, come mai tanta fretta?
Mi giro, eccolo qui il ritardatario dai capelli marroni
scompigliati e gli occhi smeraldo, ha un fisico atletico, beh non c’è da
stupirsi visto che è il capitano della squadra di rugby.
-Sei in ritardo…
-Mi spiace
-Volevo salutarti…oggi parto con mio padre.
-Oh…e dove andate di bello?
-Faremo qualche sosta ma fra circa due tre giorni saremo a
una specie di campo estivo
-Capisco. Mi mancherai.
-Anche tu…
Mi abbraccia. Siamo sempre stati uniti. Abbiamo passato il
resto della mattinata così, poi lui ha preso il bus ed è partito per il suo campo
estivo. Ho finito la borsa e sono partita in auto con papà. Il paesaggio è
molto bello, abbiamo passato più di due ore senza dirci nulla. Poi si
schiarisce la voce
-Allora…nervosa?
-Nel conoscere gli dei e i semi-dei? Non molto in verità…
Silenzio.
-Scusami…non ci so fare con le ragazze…sai…ho avuto solo
figli maschi finora
-Non sapevo sapessi guidare
-Ho conquistato tua madre così
-Sai…la mamma si è arrabbiata con me una settimana fa circa…
-Cosa hai combinato?
-Ho buttato un pugno a un ragazzo. Ci stava provando con una
mia amica e lei non lo voleva.
Lui mi guarda e si mette a ridere- gli hai lasciato il segno?
-Ha ancora l’occhio nero se è questo quel che intendi
-Ti hanno punita?
-No…anzi mi hanno fatto i complimenti per aver difeso la mia
amica
Ride. Ancora silenzio. Non abbiamo molto da dirci…
-Cosa farò al campo semi-dei? Potrò vederti?
-Allora…attività per prepararvi alla vita di semi-dei e le
solite cavolate da campo estivo. Ci vedremo ogni giorno.
-Posso chiederti una cosa?
-Dimmi
Prendo un respiro
-Potrò mai dire a un mortale cosa sono?
-Sai che non puoi- lo so ma vorrei che Jonathan sapesse chi
sono-Siamo arrivati. Io devo raggiugere gli altri tu c’è la fai da sola? –ferma
l’auto
-Si vai non preoccuparti- scendo e prendo la mia borsa, il
trolley e la valigia che devo portare in mano. Saluto papà e mi dirigo verso
l’ingresso. Dopo poco raggiungo la porta di entrata, un grande arco di pietra,
lo supero. Alla mia destra c’è un ragazzo con una specie di registro.
-Salve signorina. Io sono Mirko, figlio di Atena, sono stato
incaricato di segnare i nomi delle nuove semi-divinità. Le dispiacerebbe scrivere
qui il suo nome e completare questa scheda? –ha dei bei occhi di un celeste
acceso, degli occhiali neri e capelli neri. Indossa una camicetta bianca e dei
jeans neri. Mi porge il modulo, la penna e il registro.
-Certo.
Firmo velocemente con il mio nome completo: Twelve Lucy
FireHeart. E passo al modulo:
Prima domanda nome completo: Twelve Lucy FireHeart
Madre: Umana?
Nome madre: Bella White FireHeart (N)
Padre: divinità
Nome padre: Ares (dio della guerra)
Abbiate una piacevole permanenza qui da noi.
-Ecco- restituisco la penna e il modulo. Senza nemmeno
guardarli li infila nel registro.
-Come ti chiami?
Gli sorrido, ma perché non lo legge? –Lucy
-Benvenuta da noi Lucy, fammi indovinare figlia di Afrodite?
Rido, ma ci sta davvero provando? -no…ora devo andare ci
vedremo in giro Mirko
Mi fissa mentre mi allontano. Finora, a parte alcuni cottage
di legno, si vede una stradina in pietra, molti alberi e piante, un pozzo e
tanti ragazzi. Che io sappia solo quest’anno ci sono almeno una dozzina
ragazzi, certo che avvolte mi chiedo se i genitori sappiano i nomi dei figli,
già il fatto che mio padre si ricordi il mio non è una gran cosa, ha solo una
figlia femmina, e gli altri undici che ha sono maschi, quindi non è difficile,
ma per chi ha una ventina di figlie femmine? Io me li scorderei ed ho una buona
memoria fotografica! Una ragazza con corti capelli biondi e occhi marroni mi si
avvicina, indossa una vestito alla moda e dei sandali. Così a indovinare direi
figlia di Afrodite
-Ehilà! Io sono Nina, figlia di Afrodite- to’ guarda ci ho
azzeccato!
-Io sono Lucy, piacere di conoscerti
-Benvenuta Lucy, vieni ti porto nella tua nuova casa da qui
ai prossimi mesi- guarda le valigie- vuoi una mano?
-Non ti preoccupare, c’è la faccio.
Prende il trolley- su andiamo, una mano fa sempre piacere.
Spero diverremo amiche.
-Sicuramente
Mi accompagna fino a un cottage vicino al lago, entriamo, non
c’è che dire l’ingresso è un salottino moderno sul verde chiaro molto carino, e
mi accompagna al secondo piano. Mi porta fino a una porta con su scritto Twelve
Lucy FireHeart, devo assolutamente cambiare nome. Entriamo. Una stanza molto
grande, con un letto matrimoniale, che pensino voglia farci non lo so, con un
copriletto a fiori rosa e celesti su uno sfondo verde, un grande armadio di
legno, una scrivania, una poltroncina verde con tanti cuscini di varie tonalità
di celeste e rosa. Sul pavimento di legno c’è un grande tappetto verde peloso.
Beh è una stanza molto carina. Poggio le valigie sul letto e mi guardo intorno.
-Ti piace?
-Moltissimo.
-Spero ti troverai bene qui. Vuoi fare un giro del campus? E
magari dopo potrei farti vedere il nostro cottage! –sembra entusiasta all’idea
-Non vorrei darti un disturbo
-No nessun disturbo- mi afferra la mano- su andiamo!
Mi trascina fuori dal cottage, certo che ne ha di energie. Mi
mostra la piazza, un bel cerchio con un grande mosaico al centro, vedo solo
colori e linea accennate, non capisco cosa sia. Mi mostra l’altro cottage,
quello maschile, identico al nostro, un’arena, uno stadio, il palco, la zona
con le canoe, il ponte. Tutte cose tipiche del campeggio, a cui devo dire non
ho prestato molta attenzione, poi passiamo accanto a un gruppo di ragazzi,
undici ma non ci presto nemmeno uno sguardo, Nina parla a razzo, dice le
attività divertenti, molte cose su trucchi, moda e scarpe che io ho cancellato
appena me le diceva, dei ragazzi carini, che io ho automaticamente cancellato.
Si presto mola attenzione agli argomenti femminili.
-…quindi capisci? Qui la vita romantica non manca mai!
-Capisco. Quindi…
-Lucy! –quasi faccio un salto. Una voce maschile mi chiama,
una voce famigliare. Mi giro.
-Jonathan! –cosa diavolo ci fa qui?!
-Sei una semi-dea?!
-Lo stesso potrei dirtelo io!
Lui sorride- a quanto pare dovrai sopportarmi anche durante
le vacanze- altri ragazzi lo raggiungono, dieci per precisare, che gli
somigliano anche molto.
-Jonathan che cavolo ti urli così! Sembravi indemoniato e poi
corri a rompere le scatole a questa fanciulla? Vergognati! Scusalo, io sono
Primo, lui è Jonathan, questo alla mia destra è Mike, poi ci sono James, Josh,
Michel, Mark, André, Alex, Jack e Jake.
Ho una strana sensazione…
Jonathan mi mette un braccio intorno alle spalle- Io e Lucy
andiamo a scuola insieme Fratello! Lucy loro sono i miei dieci fratelli, oggi
dovevamo incontrare il dodicesimo.
Bruttissima sensazione…
-Piacere di conoscervi, comunque non preoccupatevi- gli dò
una gomitata e me lo scollo di dosso- lui è nato indemoniato
Jonathan si gratta la testa e ride- può essere vero…comunque
siamo i figli di Ares.
Automaticamente sbianco- stai scherzando vero Jonathan
Lui mi guarda non capendo- no perché?
-Ti ricordi che mi tormenti fin da piccola con la storia di essere
mio fratello vero?
-Si…allora?
I fratelli paiono aver capito.
-Bene lascia che mi presenti. Twelve Lucy FireHeart, figlia
di Ares.
Lui rimane a bocca aperta. Nina è un po’ troppo lontana per
aver sentito- ora è meglio che raggiunga Nina, ne parliamo dopo.
Mi allontano e raggiungo Nina che mi prende per braccetto.
-Allora come conosci i figli di Ares?
-Ehm…siamo imparentati e con Jonathan vado a scuola
-Ah capisco
-Ehm…stavi parlando delle tue sorelle no? me le
presenteresti? Vorrei tanto vedere se siete tutte così meravigliose
-Si! Volentieri!
Mi trascina verso un gruppo di dieci ragazze.
Nina tutta allegra le saluta- ragazze lei è la nuova
arrivata. Lucy ti presento le altre ragazze, le mie tre sorelle Nadia, Noemi e
Nicole- bionde e con gli stessi occhi marroni- Le tre figlie di Atena, Amelia,
Annabella, Arianna- occhi celesti e capelli neri- Le figlie di Selene, Milla e
Sugar- occhi verdi e capelli quasi bianchi- E le figlie di Iris, Mexa e Vias-
capelli marroni e occhi marroni.
-Piacere di conoscervi ragazze, io sono Lucy. Siete tutte
così carine, mi sento quasi in imbarazzo a stare vicino a delle ragazze cosi
carine- così evitiamo che mi chiedano chi è mio padre.
Sembra funzionare visto che mi strapazzano di abbracci, di
complimenti e domande, più che altro se ho un ragazzo. Mi tengono così almeno
un’ora forse di più. Del mio anno ci siamo solo io e Nina, mentre gli altri sei
sono maschi, uno di questi è Mirko, poi c’è Jonathan e gli altri li devo ancora
incontrare. In tutto nel campus ci sono trentotto ragazzi circa, in realtà come
semi-dei siamo molti di più, solo che alcuni sono indaffarati con altre cose da
fare o più semplicemente non hanno poteri e non possono entrare qui. Le ragazze
devo dire che sono tutte simpaticissime. Siamo subito andate d’accordo, cosa
che non mi aspettavo.
-Eh sai suonare il violino, la chitarra, il piano e la
batteria? –mi chiede Nina
-Si mia madre è una musicista, quindi mi ha praticamente
costretto a imparare.
-Fantastico! Ci suonerai qualcosa? –mi chiede Amelia
-Con piacere.
Suona una campana
-Ora dobbiamo andare, Ares vuole una battaglia- dice con voce
dispiaciuta Milla
Mi accompagnano fino all’arena, piccola riproduzione del
Colosseo. Mio padre in piedi al centro. Tutti si siedono sugli spalti,
intravedo nella parte maschile Jonathan e Mirko.
-Benvenuti, voglio verificare le vostre abilità combattive,
ora sceglierò un novellino e uno più grande. Vedremo chi saprà combattere e chi
no…vediamo…Trevor e…- tre a uno che mi chiama- Lucy –conosco il mio dio
-Che sfortuna ti ha chiamata Lucy- mi dice con voce
dispiaciuta Nadia
-Tranquille. Auguratemi buona fortuna
Scendo le scale e raggiungo il mio avversario. Un tipo tutto
muscoli, con capelli lunghi fino alle spalle neri e occhi neri, almeno il
doppio di me come stazza.
-Sono Trevor, figlio di Poseidone. Preparati a perdere
-Io sono Lucy- gli sorrido- Preparati a supplicare
Suona una campanella per indicare l’inizio del combattimento.
Io non mi muovo, mai attaccare chi è il doppio di te. Lui si lancia in un
attacco frontale.
-Paura eh?!
Sapete il termine “viso da angelo”, significa che una
persona, maschio o femmina che sia, sembra innocua e indifesa ma, al contrario,
è altamente pericolosa in realtà. Lo schivo facilmente colpendolo con un calcio
che lo fa cadere- posso batterti con le mani legate dietro la schiena. Sei
forte ma lento
-Piccola…! - riattacca, un pugno. Salto, poggio la mia mano
sulla sua e gli sferro un calcio alla tempia. Io ricado a terra dolcemente, lui
si va a sfracellare contro il muro.
-Sicuro di non volerti arrendere? Potrei farti molto male
Mi attacca con una serie di pugni, è lentissimo, li schivo
con una facilità assurda.
-Perché non mi attacchi?!
-Vuoi che ti attacchi?
-Si!
-Come vuoi- gli tiro un pugno allo stomaco, un paio di calci
e un pugno in faccia. Lo faccio volare contro il muro. Io integra senza un
minimo segno di lotta e lui che sembra uscito da una rissa. E dire che quella
che fa le risse sono io, quante ne ho dovute fare per mettere in riga i
teppisti della scuola.
-Allora ti arrendi?
-Io…mi arrendo
Gli porgo una mano e lo aiuto a alzarsi- scusa se ti ho fatto
male.
-Sei la prima che ci riesce. Sei più forte di quello che
sembri.
-No…ho usato la tua forza contro te. Quei pugni erano gli
stessi che hai provato a mettere a segno, forse leggermente più forti.
-Incredibile- si mette a ridere- mi sono auto battuto! –mi
tende una mano- benvenuta…
-Lucy- gliela stringo
Partono una serie di applausi e urla. Anche i miei fratelli
urlano, ma quelle che fanno più chiasso sono le mie nuove amiche, ho appena
istigato un gruppo di ragazze a diventare le mie cheerleaders? Ares scende
divertito insieme agli altri dei.
-Bello scontro!
-Ragazza sei la prima che batte mio figlio, chi è il dio che
ti fa da padre? –un uomo molto muscoloso, con una barbetta ben tenuta, capelli
neri e occhi color mare. Perché un dio? Potrei anche essere la figlia di una
dea, maschilista.
Ares mi mette una mano sulla spalla- Eh lo chiedi? Sono io.
Vi presento Lucy, unica figlia femmina che ho. Nonché la più forte.
-Fatelo dire ragazza, per tua fortuna non hai l’aspetto da
playboy di tuo padre, sapessi quanti ceffoni si è preso- ride Afrodite, una
donna molto ben fornita, con occhi celesti e capelli biondi. Non sono piatta,
anzi ho un bel seno, ma in confronto a lei…mi vengono i complessi di
inferiorità.
-Potete andare ragazzi-dice Ares a tutti poi con voce più
bassa mi dice- bel lavoro principessa
Raggiungo le ragazze. Che mi abbracciano e riempiono di
complimenti
-Finalmente una donna che riesce a combattere contro Trevor e
batterlo! –Sugar è felicissima.
-Lucy giusto? –mi giro, un ragazzo con capelli biondi e occhi
verdi si avvicina- Sono Nathan, figlio
di Afrodite. Sei più bella di quel che dicono
-Piacere Nathan ma…non sprecare fiato e poteri, su di me non
hai nessun effetto.
Le ragazze ridacchiano, se non l’avete capito, io odio chi fa
il cascamorto
-Dammi una possibilità per dimostrarti che ti sbagli- mi
prende la mano. Io la ritiro.
-Primo: non mi interessa. Secondo: non sei il mio tipo.
Terzo: sono la figlia di Ares, dio della guerra e sorella dei undici ragazzi
che stanno decidendo come ucciderti. Se fossi in te mi leverei velocemente da
qui. Quindi Ciao ciao!
Le ragazze stanno morendo dalle risate. Lui sorride- ti
conquisterò, fosse l’ultima cosa che faccio
-Sogna- se ne va. Le ragazze scoppiano a ridere. I miei
undici fratelli si avvicinano.
-Cosa ti ha detto quello?!
-Primo, non urlate tutti insieme, secondo me la posso cavare
da sola, terzo statevi buoni e fate i bravi perché io non ubbidisco a nessuno-
mi giro verso le ragazze- ci vediamo dopo -loro annuiscono, io mi allontano
verso il bosco. Si quando sono arrabbiata faccio una lista. Sono testarda e se
mi dicono di non fare una cosa, la faccio solo per dare fastidio.
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