Capitolo 1: The Shelter
Circa vent’anni fa un esperimento fu lanciato nel nostro
mondo. L’esperimento consisteva nel far vivere un gruppo di persone sottoterra
in un rifugio per calcolarne le possibilità e vedere cosa sarebbe successo.
Perché questo? Era un periodo di forte guerra e alcune zone del mondo erano
state evacuate intorno al 2067 per radiazioni e altri problemi causati
dall’uomo, questo esperimento serviva in caso di una possibile guerra, i
soggetti che entrarono nel test erano oltre ottanta persone, alcune con figli
dai dodici ai quindici anni. Erano coppie o single che diventarono coppie, non
sono sicura di cosa ha portato alla loro unione ma restare per giorni, mesi e
anni qui sotto poteva far legare anche i peggiori dei nemici. Parlando di
questo, l’esperimento iniziale prevedeva solo dodici mesi, ma le cose la sopra
cominciavano a farsi difficili e il tempo fu prolungato finché non si persero i
contatti con il mondo esterno. Nel frattempo nel rifugio sotterraneo la vita
continuava il suo corso, i bambini crebbero, nuove coppie si formarono, le
coppie, come è normale che fosse finirono con l’avere figli, e gli anziani
morirono. Una coppia era particolare, era formata da due famosi scienziati che
finirono con l’avere, in tarda età una figlia, insegnandole poi tutto ciò che
sapevano. La situazione non era paradisiaca sottoterra, l’ansia era alla porta
e molti volevano sapere cosa fosse successo al mondo là fuori.
Il mio nome è Elizabeth Harley Schuyler, i miei genitori
erano Jonathan e Alexandra Schuyler, gli scienziati incaricati dell’esperimento
che si offrirono come volontari oltre che come osservatori. Per mia mamma fu
molto difficile quando perse i contatti con il mondo esterno, papà non aveva
una famiglia oltre mamma ma lei aveva ancora la madre. Stavano per uscire dal
rifugio quando lei si sentì male e svenne. Tutti si preoccuparono per la sua
anemia, ma la dottoressa le diede un’altra notizia, era incinta. La reazione di
mio padre fu di urlare come fosse impazzito e mia madre era sotto shock visto che
le avevano detto che era sterile. La mia presenza diede a mamma un motivo per
rimanere nel rifugio, nel frattempo degli ottanta già venti erano morti, prima
che io nascessi erano nati altri sette bambini. Quando ho fatto quindici anni
eravamo rimasti solo noi otto. Un virus, a cui noi eravamo immuni
apparentemente, aveva colpito alcuni quando avevo dodici anni, uno dei più
anziani impazzì e uccise i restanti quando ne avevo tredici. Sarei morta se
Jackson non mi avesse salvata uccidendolo, l’anno dopo eravamo solo noi otto e
i nostri genitori, ma anche loro passarono a miglior vita molto presto.
Dopo la loro morte noi otto non sapevamo come fare. Il
rifugio ha una zona dove i cadaveri vengono portati in una tomba in superficie,
fu la prima cosa che facemmo, i corpi potevano portare germi, malattie e
potevano ucciderci. Noi non eravamo mai stati in superficie, non sapevamo cosa
ci fosse al di fuori della nostra base e in quel momento ci sentivamo più soli
che mai.
Ho preso il comando, anche se sono la minore, per il semplice
motivo che io riuscivo a ragionare senza darmi alla disperazione. I nostri…i
miei genitori mi avevano insegnato cosa fare, erano loro a capo del rifugio
prima e ora toccava a me, ero l’unica che poteva farcela e sinceramente nessuno
voleva la responsabilità di quel ruolo.
Oltre a me, che ho capelli rosa e occhi blu, ci sono:
Jackson Johnson, vent’anni dai capelli blu notte e occhi verdi; Alexis e
Alexander Miller, due gemelli di vent’anni, con capelli biondi e occhi castani;
Daphne Stuart, ha diciannove anni, capelli neri e occhi verdi; David Williams,
vent’anni, capelli castani e occhi neri; Ivan Hills, diciannove anni, capelli
neri e occhi verdi; e infine Evelyn Roggers, vent’anni, capelli biondi e occhi
blu.
Alexis è attualmente fidanzata con David, Alexander sta con
Evelyn, Daphne sta con Ivan e questo comporta che io e Jackson stiamo insieme
credo. Il fatto è che non abbiamo molta scelta infondo, anzi siamo stati
fortunati ad avere numero pari di maschi e femmine.
Il rifugio è stato creato per ospitare circa cento persone
oltre le ottanta iniziali, questo portò a creare un rifugio di oltre 38 piani sotterranei
con quasi cento stanze per piano. Questo ovviamente comporta e comportava un
enorme costo di energia, acqua, cibo…all’epoca era facile gestire il tutto, più
manodopera c’era meglio era no?
Ora noi siamo soli a gestire una base troppo grande per solo
noi otto. Ognuno di noi ha imparato come gestire le varie stanze come: i
generatori, i depuratori di acqua, i campi artificiali, la fattoria, il centro
di controllo di depurazione dell’aria, la radio…
Questo impiega almeno il 60% delle nostre giornate. Per
questo abbiamo compiti diversi, anche se ognuno di noi potrebbe prendere il
posto dell’altro in caso di problemi: Alexander si occupa dei generatori; Evelyn
si occupa dei depuratori d’acqua; David che si occupa dei campi artificiali; Alexis
si occupa della fattoria; Ivan della depurazione dell’aria; Daphne della radio;
Jackson si occupa dell’armeria e del mantenere le armi e la base sicura; infine
io mi occupo di gestire tutto, riparare ogni macchinario, mantengo tutto in
ordine, creo nuove armi, cibi, semi e altre cose che ci possano aiutare nella
vita quotidiana e sto continuando gli esperimenti dei miei genitori.
Guardo la mia nuova invenzione attraverso otto lenti di
ingrandimento. Forse se allento questa vite…
Sento bussare- cosa costruisci stavolta?
-Un fucile da caccia- dico io a Jackson- tutto ok?
-Si…nulla di nuovo. Ho controllato ora i generatori. Vuoi
fare una pausa pranzo?
Guardo l’ingranaggio che sto usando- però…
-Una pausa non ti ucciderà –dice lui togliendomi il
cacciavite dalle mani
Sbuffo e lo seguo fuori. Mi fermo di fronte a uno degli
specchi per controllare in che condizioni sono. Indosso stivali alti con tacco
in pelle marroni, arrivano al polpaccio e sono legati da dei lacci, collant a
righe grigi e neri con legato alle coscia due porta armi, una pistola a
sinistra e gli attrezzi da riparazione a destra, ho dei pantaloncini neri
attillati con una cintura porta oggetti, un corpetto senza spalline verde acqua
con uno scollo a cuore legato sul davanti, una giacca in pelle di un verde
acqua più scuro che sul dietro è lungo fino alle ginocchia con varie tasche interne
e esterno, le maniche della giacca sono a tre quarti. Sistemo gli occhiali di
protezione che ho in testa e mi sistemo i lunghi capelli rosa che ho legati in
due trecce e poi guardo Jackson che mi fissa divertito. Qui tutti abbiamo lo
stile steam-punk e sinceramente io ne sono felice.
-Cosa?
-Vanitosa- ride lui
-Sono bella e sono intelligente- mi sistemo i guanti in
pelle- cosa vuoi di più?
-Che metti top meno scollati, adoro la tua quarta cara ma
non c’è bisogno di una scollatura così- dice lui
-Non sono molto scollata- protesto io- come vorresti che mi
vestissi?
-Da suora- dice lui
-Oh non sapevo ti eccitassero le suore Jackson- rido io
Lui scoppia a ridere e sorride con malizia- uno di questi
giorni ti tappo la bocca principessa
Arrossisco- scemo
Lui sorride- su gli altri ci aspettano
Entro in sala e sorrido ai ragazzi. Guardò i ragazzi ridere
e sorrido. Questa è la nostra vita. Nulla cambierà mai.
-Hey genietta, sei uscita dal laboratorio? –mi chiede Evelyn
giocando con le mie trecce
-No mi hanno trascinato fuori- dico io sedendomi a tavola
-Capito- dice Alexander- nel mio settore e negli altri è
tutto nella norma e i tuoi robot aiutano parecchio
-E cucinano che è una meraviglia! –dice David mangiando una
zuppa
-Tesoro ti strozzi se continui così- dice Alexis sospirando
quando lui comincia a strozzarsi- te l’avevo detto
Ivan scoppia a ridere- e tu ti aspetti che lui ti dia retta?
Daphne mi guarda- quando pensate dovremmo…provare?
Tutti cadiamo in silenzio e continuiamo a mangiare senza
dire nulla. Nessuno di noi ha realmente tutta questa voglia di avere figli.
Anche perché diciamocelo, chi vorrebbe crescere in un luogo del genere?
Scuoto la testa e le mie trecce oscillano, ormai abbiamo
finito di mangiare. Sono la leader qui, non posso permettere che i ragazzi si
deprimano- non pensiamoci. Siamo giovani, abbiamo tempo. Vedremo come andranno
le cose. Chissà magari succederà qualcosa che ci farà uscire da qui
-Si certo come no. Ora scoppia l’allarme per intrusione-
dice David ridendo
In quel secondo scoppia l’allarme. Le luci diventano tutte
rosse “ALLARME INTRUSI ALLARME INTRUSI”
-Dovevi proprio aprire bocca?! –chiede Alexis
-All’armeria ora! –urlo io
Jackson preme il pulsante e le luci si spengono, corriamo
per i corridoi bui in fretta- ricordate, non uccidete nessuno
-Li lasciamo alla nostra genietta da usare come esperimento-
dice Alexis prendendo le sue armi
Jackson annuisce- solite posizioni?
-In coppia, tenete i trasmettitori attivi e in caso usate i
miei regali- dico io
Jackson li guarda correre fuori e mi prende la mano- vieni
principessa, abbiamo degli idioti da prendere
-Jackson…- dico io facendolo girare
Lui mi guarda- co…
Gli do un bacio che di casto a poco- cerca di non morire ok?
Lui mi sorride tirandomi tra le sue braccia- non è momento
ma vorrei invitarti a trascorrere finalmente la notte con me…
-Vedremo- sorrido io uscendo- per ora occupiamoci degli
intrusi
Lui annuisce- ti darò ogni cavia da laboratorio che vuoi
piccola…
Io sorrido iniziando a correre con lui, nessuno entra nel
mio territorio così…
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