Capitolo 2: You are under arrest
-Cavolo per essere morti da anni i proprietari, qui sotto
pare abbastanza pulito…sicuri non ci siano superstiti? –chiese un soldato
-Si signore- disse un altro- non abbiamo report su figli
degli ultimi sopravvissuti
-Cavolo deve essere stato orrido vivere qui- disse un terzo
-Siamo sicuri? –chiese un soldato
-Beh questo posto fa schifo- disse il soldato
-No intendo sui superstiti. Perché i cadaveri non si sono di
certo messi da soli nel contenitore per essere spediti in superficie, quei così
non sono automatizzati- disse il soldato di prima
Tutti si congelarono- sei sicuro?
-Il pazzoide che era amico degli scienziati Schuyler- disse
il soldato- lui ha detto che i macchinari erano appositamente creati per
evitare che un bambino potesse usarli per errore. Quei cosi hanno due codici da
inserire e una tessera di rivelazione di soggetto da mettere. È impossibile per
un robot mettere cadaveri lì ammettendo che ci siano robot qui sotto. Era fatto
per evitare ciò nel caso un robot mal funzionasse e mettesse qualcuno vivo
nella tomba.
-Armi in mano, non sparate se non è necessario. Attenti a
dove andate e tenete i comunicatori attivi- disse il capo- dividetevi. Gruppi da
tre.
-Servono le maschere anti-gas? –chiese un soldato
-Ne dubito. L’aria non è inquinata o sembra portare
malattie. State attenti ma non dovrebbe esserci nessun problema…
****
Ivan e Daphne guardarono i tre soldati muoversi verso la
caffetteria.
Ivan fece segno a Daphne di coprirsi la bocca con la maschera
e lei annuì tirando fuori una bomba narcotizzante delle dimensioni di una
biglia di vetro.
I soldati erano attenti ma non indossavano, per qualche
motivo, una protezione sulla bocca o il naso. In effetti l’ambiente era privo
di germi o virus e probabilmente avevano effettuato controlli prima di spedire
i soldati lì sotto.
Daphne lanciò la biglia ai piedi di uno dei soldati che la
guardò e fece per raccoglierla. In quel momento la biglia iniziò a lanciare gli
aghi con narcotici e il gas. Anche avessero usato le maschere gli aghi li
avrebbero stesi lo stesso.
Daphne uscì dal nascondiglio e si avvicinò con Ivan ai tre
ora svenuti. Ivan attivò il sistema di depurazione e dopo due minuti, giusto
per essere sicuri, i due rimossero le maschere.
-Chi diavolo entra in zona nemica SENZA machere? –chiese
incredulo Ivan- Jackson ci avrebbe presi a calci
-Beh le bombe di Harley hanno aghi che penetrano un’armatura
militare –disse Daphne- erano fottuti a prescindere
-Si ma queste sono le basi di sicurezza. Zona sconosciuta/nemica?
Gira con l’armatura più forte e maschere anti gas! –disse esasperato Ivan- chi
diavolo addestra questi incapaci!?
Daphne gli sorrise- su portiamoli legati alla sala
interrogatori. Assicurati che non abbiano quei dannati denti con veleno
-Non diamoli troppo credito- disse Ivan- sono abbastanza
certo che non hanno le palle per farlo
Daphne rise disarmando i tre, intanto Ivan tirava due dei
più grossi e lasciò il terzo a Daphne che lo tirò per i piedi.
-Secondo te Harley farà esperimenti su di loro? –chiese Daphne
Ivan sorrise- non mi dispiacerebbe assistere
-Siamo leggermente distaccati da loro emotivamente… -notò
Daphne
-Sono entrati in casa nostra armati. Possono creparmi
davanti e non batterei ciglio amore- disse Ivan
I due sistemarono i soldati legati sulle sedie, caviglie e
mani chiuse nei forti ganci di ferro, le orecchie erano coperte dalle cuffie
insonorizzate, erano bendati e imbavagliati. Erano privi di sensi ma quando si
sarebbero risvegliati il panico sarebbe stato immediato. Erano privi dei propri
sensi e non sapevano cosa o dove si trovavano.
I ragazzi si allontanarono dalla stanza, chiudendola a
chiave, e si infilarono nella stanza di fianco. A controllare gli armamenti.
Daphne si girò a controllare intanto che non si fosse sporcata in uno degli
specchi della stanza. Daphne indossava dei pantaloni bianchi aderenti, stivali
che arrivavano al ginocchio con tacco neri alti a spillo e decorati da vari
ingranaggi, una camicia bianca con sopra una giacca nera dai bordi di pizzo e
una cravatta in stile vittoriano nera con decori di ferro. Tra i capelli corti
fino alle spalle neri portava un fermaglio con un orologio, vari ingranaggi e
una piuma in ferro. In vita aveva una pistola elettrica e parecchie
biglie-bomba.
-Ti stai davvero ammirando in una situazione del genere? –chiese
Ivan avvicinandosi a lei.
Ivan era un ragazzo alto e muscoloso. Indossava pantaloni
castani, stivali rinforzati in pelle, una camicia con le maniche a tre quarti
su un verde militare, bretelle nere con due porta pistola sotto il braccio, una
cintura porta armi e bombe, una pistola legata alla gamba, guanti in ferro
rinforzati per combattimento, un capello nero decorato da ingranaggi e in mano
un pesante martello decorato da spuntoni. Ivan non era il tipo da combattimento
a distanza se non necessario, il suo principale stile era quello corpo a corpo
mentre Daphne era abilitata alla lotta a distanza. I due erano sempre in coppia
non solo perché stavano insieme ma perché erano ben assortiti.
-Tesoro non scappano- disse Daphne tranquilla- e dobbiamo
controllarli finché non vengono presi i restanti tre gruppi no?
Ivan annuì- tieni la guardia alta
Daphne annuì tranquilla- yes sir. Queste armi però…
-Cosa? –chiese lui
-Sono obsolete- disse Daphne alzando una pistola- Harley ci
ha dato queste quando eravamo…cosa dodicenni?
Ivan annuì- pessimo armamentario e pessime armi…cavolo
devono essere proprio privi di un buon leader la sopra
-Vuoi provare a farli parlare quando si svegliano o…
-Lasciamo che arrivino tutti- disse Ivan prendendo un fucile
dei soldati- questo coso lo usavo quando avevo undici anni! Andiamo non potete
dare a soldati veri un giocattolo per bambini
-Mi sa che stiamo giocando contro bambini amore- disse
Daphne annoiata guardandosi le unghie in ferro, altra piccola modifica datale
da Harley per combattere in caso venisse bloccata
***
Alexis stava camminando tranquilla per i corridoi,
fermandosi per controllare com’era vestita davanti a uno specchio. Lei indossava
pantaloni a righe verticali bianchi e neri, stivali in pelle che arrivavano
poco sotto il ginocchio con tacco, un corpetto in pelle castano chiuso sul
davanti, una cintura porta oggetti che oltre le armi aveva una borsa in pelle
al fianco, guanti senza dita in pelle rinforzata con lame ritirabili dentro e
in testa aveva degli occhiali da aviatore che però le permettevano di
collegarsi con le telecamere della base e controllare la zona. Portava i
capelli biondi fino al seno e aveva nel reggiseno dei coltelli da lancio per
facile accesso. Alla gamba sinistra, dallo stivale, usciva una struttura in
ferro che arrivava fino a metà coscia che le davano calci molto più aggressivi
della norma.
-C’è qualcuno- disse uno dei soldati
-Tutti tuoi David- mormorò Alexis fingendo di non aver visto
i tre e continuando a camminare per il corridoio
David era appostato sopra una delle strutture in ferro del
soffitto. Lui indossava pantaloni neri, stivali in pelle da assalto, una
camicia grigiastra in stile vittoriano con rinforzi in pelle, guanti in pelle
con lame celate e un cappello con occhiali per visione notturna. In vita
portava varie armi, particolarmente coltelli e due pistole. David si lanciò dal
soffitto su uno dei soldati mettendolo in una presa e mettendolo ko. Gli altri due
non ebbero il tempo di girarsi che Alexis, usando la gamba sinistra per fare un
salto veloce, li mise ko con due siringhe.
-Bel colpo –disse lei
-Principianti- disse lui- Harley ci ha sempre detto di non
voltare mai le spalle al nemico
-Se sono idioti sono idioti caro- disse Alexis
David aveva il ruolo di assassino nella coppia, lui si
occupava di attacchi a sorpresa mentre Alexis si occupava di distrarre il
nemico. I ruoli delle volte si invertivano, dipendeva molto da chi stavano
affrontando. Nel caso di soldati, Alexis era la preda e David era il predatore.
Certo non avevano mai avuto intrusi prima ma i robot di Harley erano ben più
feroci e aggressivi di questi intrusi.
-Mi sembra che stiamo giocando con i bambini –sbuffò Alexis-
possibile che hanno così poca guardia contro di noi?
-Non lo so. Ma i robot di Harley, quando sono sotto mano di
Jackson, sono parecchio letali. Questi…sembra una barzelletta a dirla tutta-
disse David sospirando- portiamoli nella sala e controlliamo cosa hanno
introdotto qui.
Alexis annuì- e io che speravo di divertirmi.
***
-Non mentirò…mi aspettavo di più da questi tre giganti di
muscoli- disse Alexander leggermente deluso dando un calcio a uno dei tre ora
ko- e poi che diavolo stanno indossando?
Alexander indossava dei pantaloni color caffè chiari,
stivali in pelle con protezioni in ferro, una cintura con armi nera, una
camicia color cioccolato con su un corpetto in pelle scuro, sopra portava una
giacca blu notte con rinforzi in ferro. In testa aveva un capello castano con
sopra degli occhiali e decori in ferro. Le sue armi erano per lo più da
combattimento a distanza, compreso un fucile che portava sulla schiena.
Evelyn si sistemò il rossetto prima di guardarsi nello
specchietto- non lo so amore ma sono dei perdenti ovvio.
Evelyn indossava una mini gonna di pelle nera, una camicia
senza maniche nera con sopra un corpetto in pelle castano con decori in ferro. Alla
vita indossava una cintura in pelle con delle armi. I guanti arrivavano al
gomito e avevano dei rinforzi in ferro nascosti dentro. Ai piedi aveva
stivaletti con tacco alto neri. Aveva i capelli biondi legati in due code alte
con dei decori di ingranaggi, lancette di orologio e di piume sui codini.
-Ti pare momento di farti bella? –chiese lui
-Dolcezza io sono sempre bella- disse lei- e poi sto
pensando a come spendere la serata soli soletti in camera…se non vuoi…
-Tesoro non intendevo questo. Sei bella con o senza trucco e
lo sai. Intendevo che dovremmo portarli nella sala interrogatori prima di poter
stare tranquilli.
Lei annuì mettendo via lo specchietto- comunque non vedono
spesso donne
-Perché lo dici? –chiese Alexander
Lei sorrise recuperando il martello dal lungo manico- perché
mi stavano fissando il seno mentre combattevamo caro
Alexander fece una smorfia- se Harley non ci vuole giocare
li ammazzo io…
Lei ridacchiò- gelosone
Alexander sorrise- solo con te…mi aiuti?
Lei annuì tirando uno dei soldati per le spalle- riesci con
gli altri due?
Lui annuì- se vedi che si sveglia dimmelo
-Non è possibile. Harley ha testato i sonniferi ricordi?
Ivan ci ha messo otto ore a riprendersi e Ivan è il triplo di questi cretini
caro
Alexander annuì- sta attenta comunque piccola.
Alexander era un ottimo cecchino e combatteva stando fuori
dal corpo a corpo. Evelyn invece era una vera e propria arma nel corpo a corpo,
compreso il fatto che adorava colpire le persone o con i pugni o con il suo
martello.
-So cavarmela. Ricorda chi tra noi due sa combattere senza
armi meglio- disse Evelyn
-Tu, lo so, ma ho diritto di preoccuparmi di mia moglie
credo- disse lui
Lei sorrise- mi piace quando mi chiami così caro
***
-Capitano non ricevo più segnale dagli altri- disse un
soldato
-Siamo sotto terra, è normale- disse lui
-Capitano- disse un altro soldato- ricevo segnali di
movimento.
Con il capitano, un uomo dai capelli e occhi castani di
circa ventidue anni, c’erano altri quattro soldati. Era probabilmente per
evitare che ci fosse una diminuzione di numero che aveva preso con sé più
soldati.
Quello o era spaventato.
Harley era poggiata dietro una colonna, completamente
invisibile alla vista dei soldati nonostante fosse in piena vista. Eppure non
stava indossando nessun tipo di marchingegno che la rendeva invisibile.
Quei soldati erano addestrati ma non erano esperti.
Jackson guardò Harley poggiato all’ingresso vicino alla
porta dove poco prima i soldati gli erano passati accanto ignorandolo. Quel tipo
di ignoranza lo irritava. Chi addestrava così male i soldati!?
Jackson e Harley avevano lavorato giorno e notte con i
ragazzi per essere più che preparati e aveva sempre pensato che erano poco
preparati a queste emergenze. Non si aspettava di trovarsi davanti dei bambini.
Loro a dodici anni erano più sull’attenti che questi dannati adulti.
Harley annuì piano, capendo i sentimenti di Jackson. Lei per
prima sapeva quanto Jackson fosse severo con gli allenamenti e quanto avesse
paura per le loro sorti. Era un po’ pesante allenarsi con lui? Certo ma quei
soldati stavano facendo sembrare l’allenamento di Jackson completamente
inutile. Era come giocare con dei bambini! Non il terrore che i due pensavano
ci fosse fuori. Ma nessuno di loro avrebbe abbassato la guardia. Erano troppo
attenti per farlo.
-Certo che ne dovete avere di fegato per entrare nel nostro
territorio senza il dovuto addestramento o equipaggiamento- disse Jackson avanzando
con il suo bastone da passeggio, anche se non ne aveva bisogno.
Jackson indossava pantaloni neri, stivali da assalto neri,
una cintura dalla fibbia in argento, una camicia nera con su un gilet in pelle
metà nero e metà nero con decori in rosso sangue, una cravatta nera dai decori
rossi, una giacca in pelle in stile vittoriano con decori rossicci e bottoni in
ferro. Girava con un pastone da passeggio che aveva un teschio come appoggio,
il bastone era in realtà una spada parecchio affilata e anche utilissimo mezzo
per combattere nel corpo a corpo. Sotto la giacca portava varie armi dalle
pistole ai coltellini da lancio e ovviamente vari narcotici. I capelli di
Jackson erano un nero con tendenze blu sempre lisci e ben tenuti, aveva una
barba curata corta e una cicatrice sull’occhio sinistro che andava da sopra il
sopracciglio fino alla guancia. Fortunatamente l’occhio era intatto.
-Un ragazzino –disse uno dei soldati rilassandosi e
abbassando le armi- siamo qui per portarti al sicuro
-Ragazzino ci sarai te. Ho vent’anni cocco- disse Jackson
posandosi a un muro- e portarmi al sicuro? Eravamo al sicuro finché qualcuno
non si è messo a invaderci
-Sono James Black- disse il castano a comando facendosi
avanti- sono a capo di questa spedizione per recuperare i soggetti dell’esperimento…
Jackson lo guardò storto- e questo è l’addestramento che dai
ai tuoi dannati soldati? Che cazzo di capitano li fa entrare così impreparati?!
James lo guardò interdetto- io…
-Siete in territorio nemico eppure…Maschere antigas assenti,
senso di allerta zero…potrei uccidervi, non siete al fottuto parco dei
divertimenti sapete?! –chiese lui irritato.
Harley ridacchiò. Adorava vederlo così.
-Come se un ragazzino come te potesse…- iniziò un soldato
che venne sparato da Jackson alla spalla con una delle sue pistole. Il colpo
stese completamente il soldato che ora era svenuto e stava perdendo sangue, non
in dose letale, ma era ovvio che era stato voluto il fatto che non era morto.
-Non hai l’addestramento adatto per venirmi contro
deficiente- disse Jackson facendo ruotare la pistola e mettendo ko altri due
prima che potessero reagire- inutili.
James tirò fuori la pistola, seguito dall’ultimo soldato in
piedi- mani in alto
Harley si mosse e con la sua frusta catturò il soldato
vicino a James e lo tirò indietro elettrificandolo quel che bastava per fargli
perdere i sensi senza fargli avere danni…beh almeno danni permanenti.
James si voltò e ora passava a puntare la pistola da Jackson
ad Harley- chi siete!?
-Il mio nome è Harley Elizabeth Schuyler- disse Harley facendo
fermare completamente James dal muoversi
-La figlia…di Alexandra…- mormorò ma Jackson fu dietro di
lui e lo bloccò in una presa stretta
-Prima regola: non abbassare la guardia –disse facendogli
perdere i sensi.
Harley sospirò e prese il comunicatore- Evy puoi dirmi se ci
sono altri intrusi?
“Dovrebbero essere tutti. Ivan e Daphne stanno controllando.
Abbiamo però rilevato l’entrata di quattordici persone. I nove nostri e i
vostri cinque. Volete che vi diamo una mano?”
-Sarebbe gradito- disse Harley chiudendo- sono veramente
inutili
Jackson fece una smorfia- e io che pensavo…chi diavolo
addestra questi!?
-Qualcuno che non sa addestrarli caro- disse Harley con un
sorriso- prendila come una cosa positiva, non dobbiamo avere paura che i
ragazzi si facciano male.
Jackson sospirò- mi sento preso in giro…chi diavolo è così
privo di senso del pericolo!?
Harley gli sorrise- su dai, andiamo a metterli nella sala interrogatori
e vediamo che fare di loro
Jackson annuì- e io che speravo in uno scontro vero…
-Sarà per la prossima volta- disse Harley- portiamoli lì e
controlliamo che le entrate siano state risigillate correttamente
Lui annuì e prese una delle armi dei soldati- ma davvero
mandi in guerra persone con questi giocattoli!?
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