Capitolo 43: I’m free now
Essere in una famiglia come quella di Christine era dura.
Sua madre aveva iniziato a produrre e spacciare droga quando
lei era piccola.
Per fortuna di Chris, lei non era ancora così stupida da
produrre droga in casa e Chris visse la maggior parte della sua infanzia
abbastanza tranquilla.
Il padre al tempo non sapeva cosa la moglie facesse come
lavoro e non ha mai chiesto perché l’amava e si fidava di lei.
Quando Chris aveva sette anni nacque la sua sorellina.
A otto anni la madre decise di spostare il laboratorio nel
garage di casa e quello fu l’inizio del disastro.
Fu un incidente.
Ma un incidente che nessuno le poteva perdonare.
Chris era a scuola e suo padre a lavoro quando successe.
La madre aveva lasciato la bimba da sola nella camera da
letto, ignara che avesse imparato a uscire dalla culla.
La bambina era riuscita a scendere fino al laboratorio dove
trovò la madre mezza andata per aver provato una delle sue droghe.
La bambina prese la busta e diciamo che assunse una dose
quasi letale di quella nuova sostanza.
Il padre arrivò in quel momento e sentì un grosso rumore.
Portò la bambina in ospedale e chiamò la polizia sulla
moglie.
Salvarono la bimba ma la sostanza aveva danneggiato cuore,
polmoni e un rene.
La madre venne messa in prigione con poche possibilità di
uscire presto e tuttora i suoi erano in procinto di divorziare. La custodia era
però già stata revocata alla madre.
Voleva aiutare, le spese mediche e legali che il padre aveva
sostenuto erano enormi e doveva continuare a sostenerle.
Però ogni lavoro per il padre era un campanello di allarme.
Lavorava al bar? Il padre dubitava della cosa.
Chris era una lavoratrice molto attenta e saliva velocemente
la catena del lavoro. Riusciva di fatto a diventare manager in pochissimi mesi
e la sua etica lavorativa la portava spesso ad avere aumenti e promozioni anche
grosse delle volte.
La cosa era sospetta al padre e spesso la forzava a dare le
dimissioni per paura che stesse seguendo la strada della madre.
Voleva aiutarli e Saph le aveva dato il modo di farlo.
I soldi e gli agganci che le aveva procurato avevano finito
le operazioni della sorella e stavano ora iniziando a farle fare un recupero
completo.
Le condizioni non erano gravissime, per fortuna, ma
necessitava di operazioni che al tempo costavano troppo e che quindi erano
state rimandate.
Grazie a Saph, Chris le aveva potute pagare.
Non solo quello. Chris era finalmente riconosciuta come una
ragazza a sé.
Non era vista come la madre.
Era fiducia quella che gli altri avevano per lei. Fiducia e
affetto.
Aveva una famiglia più unita e, benché capisse perché il
padre era così, non poteva negare che voleva solo quella famiglia.
Amava il padre e la sua sorellina.
Ma era più felice con la sua nuova famiglia e poteva
sostenere la famiglia senza che il padre sapesse o potesse chiedere.
Di fatto mandava ogni mese al padre una cospicua somma di
denaro per aiutarlo con le spese.
Andava bene così a tutti. Il padre sapeva che lei stava bene
e lei sapeva che la sua famiglia era al sicuro.
Chris aveva anche mandato un corso, totalmente pagato, per
avanzare le sue tecniche di parrucchiere al padre e aveva mandato parecchi
regali alla sorellina che al tempo non potevano permettersi.
Avrebbe mai detto al padre cosa faceva? Forse ma non ora.
La sua priorità era la sicurezza della sua famiglia, sia i
Reapers che la sua di sangue.
Amava stare con i Reapers, venir considerata abbastanza
intelligente per fare le sue scelte.
-Chris la torta è pronta! –disse Saph
Lei sorrise mettendo il pacco nella casella postale- arrivo
-Che hai spedito? –chiese Kat tirandosela tra le braccia
-Un peluche per la mia sorellina- sorrise Chris
William le sorrise dandole un bacio sulla testa- sei un’ottima
sorella maggiore Chris
-Grazie- sorrise lei contenta.
Era felice.
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