WitchandAngel : Capitolo 6: We are not them

Capitolo 6: We are not them




Capitolo 6: We are not them

La notte è sempre stata dura per noi. Da piccoli non riuscivamo a comprendere perché eravamo chiusi lì sotto. Era buio di notte poiché non potevamo lasciare luci accese, le stanze erano larghe ma io soffrivo di claustrofobia e le cose sembravano così piccole al buio e non sapevo cosa ci fosse nel buio. Ero terrorizzata e continuavo ad avere attacchi di panico.
-Harley?
E lui arrivava a salvarmi sempre.
-Jackson dormi con me per piacere
Anche se stavo piangendo ed ero tutt’altro che carina nel farlo lui mi sorrideva e mi stringeva piano- certo principessa. Sono qui per questo.
Ogni notte i suoi genitori lo cercavano quando spariva e ogni notte lui dormiva con me, la sua sola presenza bastava a farmi dormire senza paura o timore. Ero al sicuro. Ero con chi mi amava.
Crescendo le cose non sono cambiate e quando l’attacco avvenne lui divenne ancora più protettivo. Jackson era chiaro per tutti che avesse una cotta per me e quindi erano tutti contenti di lasciarci come coppia e formarsi tra loro altre. Inoltre diciamolo…non avrebbe mai lasciato ad un altro il ruolo di mia guardia. Anche prima che noi entrassimo in intimità dormivamo insieme. Diciamo che l’ho torturato parecchio il poverino, specie durante la sua adolescenza.
Fin da piccolo lui è sempre stato il mio cavaliere dall’armatura di argento. Quando giocavamo lui prendeva sempre la spada e si inginocchiava di fronte a me dicendomi che mi avrebbe protetta sempre e per sempre. Finivo sempre per essere la principessa da salvare nei nostri giochi di ruolo, specie perché le altre preferivano ruoli più attivi. Ricordo che Daphne voleva essere una Robin Hood in gonnella, Ivan preferiva essere un soldato sotto il comando di Jackson, Alexis e David volevano essere spie o ninja, Evelyn voleva essere un’avanguardia mentre Alexander voleva essere un cecchino a distanza, infine io venivo messa sul trono come principessa e ovviamente Jackson era il mio cavaliere. Non importava cosa facevamo, ci piacevano quei ruoli o almeno nei loro occhi io ero perfetta nel ruolo di principessa.
-Ti proteggerò sempre vostra altezza- era quello che mi diceva Jackson quando iniziavamo la giornata o mi sentivo giù.
Si è sempre preso cura di me e mi ha sempre amata e ora come sempre sarà il mio cavaliere.
-Sembri distratta- dice entrando nel letto al mio fianco e coccolandomi piano
-Pensavo
-A chi? –chiede lui. È sempre stato così, ha sempre voluto che io guardassi solo lui e pensassi solo a lui.
-Al mio cavaliere dall’armatura d’argento –sorrido io
Anche se è buio posso vedere un leggero rossore sulle sue guance- n…non ricordarmelo…ero patetico
-Eri adorabile- dico io avvicinandomi di più
Lui sposta lo sguardo- non…
Io gli sorrido- sei il mio cavaliere Jackson…lo sei sempre stato
Lui ghigna- non sapevo che le principesse si portassero i cavalieri a letto my lady
-Infatti non lo fanno. Io mi porto a letto solo il mio ragazzo- dico io
Lui sorride dandomi un bacio- uhm…perché non iniziare ora?
Io ridacchio- oh qualcuno è impaziente
-Non hai idea…- dice lui
Stiamo parlando molto piano e quando sentiamo dei passi. Jackson mi fa segno di far silenzio e si apposta al fianco della porta.
Io fingo di dormire. Che il gioco abbia inizio.
***
Il ragazzo che aveva insultato Harley la mattina entrò nella stanza senza notare Jackson appostato accanto alla porta.
Il ragazzo sorrise avvicinandosi piano verso il letto e giocando con la fibbia della cintura- ora mi diverto
-Si ora mi diverto- disse Jackson facendolo girare in tempo per vedere un pugno che ruppe il naso del ragazzo. Harley passò un panno a Jackson che imbavagliò il tipo.
Harley sorrise- come intendi chiamare gli altri?
Jackson sorrise.
***
Jackson sparò in aria tre volte, facendo entrare nel panico tutti e scendere di corsa nella zona centrale. I ragazzi erano accanto a Harley mentre Jackson era al centro della piazza con il tipo bloccato nelle sua presa e un fucile in mano che faceva un casino pazzesco preso “in prestito” dal tipo.
-Che succede?! –chiese il generale Grey
-Questo figlio di puttana si è introdotto nella camera della nostra Leader.
Il tipo guardò Jackson e visto che ora poteva parlare decise di provare la loro strategia- mi ha invitato lei!
Jackson lo guardò ancora più incazzato- stronzate
-È la verità! Mi ha chiesto di farle compagnia e…- iniziò lui
Jackson non gli diede tempo di parlare che lo spinse e senza nemmeno un secondo di esitazione gli sparò al piede facendolo saltare in aria. Alle grida di lui sorrise- sono stato con Harley tutto il giorno stronzo. Trova un’altra scusa
-Johnson può bastare- provò il generale Grey
Jackson sorrise- dici?
-Ha perso un piede- disse lui- basta così
Jackson sorrise- non credo proprio
Il generale gli sorrise- è solo un malinteso
-Sto cazzo- disse Jackson- questo figlio di puttana merita la morte
Il ragazzo lo guardò- non puoi uccidermi!
-Oh no? –chiese Jackson giocando con il fucile
-Ero amico di tuo padre! –disse lui
Jackson sorrise- di mio padre?
-S…si! Eravamo molto amici! –disse lui
Harley ruotò gli occhi- si è appena scavato la fossa…
-No si è scavato la fossa quando si è introdotto in camera tua- disse Ivan
Jackson sorrise- in questo caso…
Il ragazzo sorrise pensando di averla scampata…finché il secondo colpo non prese l’altro piede.
-Smettila Jack! –urlò un soldato- non sei tu questo
-Come scusami? –chiese Jackson
Cinque ragazzi si erano avvicinati- non fare così è stato un malinteso…sono certo che quella avesse chiesto a lui di venire e…
Prima che finisse la frase il suo cervello esplose per un colpo di fucile di Jackson.
Quando lui cadde a terra morto sul colpo gli altri provarono a disarmare Jackson con un risultato di altri quattro cadaveri.
Jackson si avvicinò al tipo a terra e gli puntò il fucile contro sparandogli prima alle due braccia e poi lo puntò alla testa con un sorriso sadico- nessuno sfiora la mia ragazza.
Sei cadaveri erano ora in centro alla piazza. Jackson sorrise al generale- mettiamo le cose in chiaro. Noi dormiamo con le armi in mano e come vedi non me ne fotte un cazzo di ammazzarvi.
-Non puoi farci questo siamo la tua famiglia! –urlò una donna che si beccò un proiettile in testa ma non da parte di Jackson ma da parte di Evelyn
-Chiudete quella fogna- disse la ragazza giocando con la pistola che raramente toccava preferendo il martello
-Vedete…- disse Jackson- sapevamo del vostro tentativo di “tradimento” che sarebbe avvenuto stasera.
A quelle parole tutti sbiancarono mentre nell’ombra Jeff sorrise.
Jackson sorrise- e per punizione…
Lui i ragazzi tirarono fuori le loro armi e a caso uccisero sedici persone sul posto, Harley li lasciò fare senza muovere un muscolo per fermarli o aiutarli nel farlo. Non era un tipo che aveva moltissime abilità nel controllarsi…
-Ogni volta che ci farete arrabbiare uccideremo sedici persone in più-disse Jackson con un sorriso- ogni singola volta che ci risponderete male quella persona fa ciao ciao al mondo dei vivi. Ogni volta che sfiorate qualcuno di noi qualcuno crepa.
-Non puoi farlo! –disse un ragazzo che si beccò un proiettile in gola da parte di Alexander
-Hey volevo sparargli io- disse Alexis al fratello
Lui le sorrise- il prossimo dai
Jackson sorrise malefico- non avete capito vero? Non siete la nostra famiglia per noi. Siete nemici…ergo per noi conviene di più uccidervi tutti ora qui e poi continuare da soli…ma la nostra Leader non ci lascia farlo quindi consideratevi fortunati…ora…qualcun altro ha un problema con noi?
Nessuno fiatò.
Jackson sorrise- come pensavo…sogni d’oro…qualcuno si sbarazzi della spazzatura gentilmente- disse dando un calcio al tipo che era entrato nella camera di Harley
-Non mi aspettavo questo comportamento da voi… -disse di colpo il generale Grey mentre i ragazzi si allontanavano- specie da te Johnson…
Jackson sorrise- forse non avete capito…i nostri sono crepati. Non siamo loro e vi assicuro che non avete visto assolutamente nulla…se sfiorate la mia ragazza io vi ammazzo con le mie mani…dopo tutto non è la prima volta che uccidiamo…
Detto questo girarono sui tacchi e se ne ritornarono nelle loro camere.
Il generale deglutì- sarà più difficile di ciò che credevo manipolarli…


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