Capitolo 4: New Leader
Jackson si stiracchiò guardando David entrare- prendi il
turno?
David annuì- vai a dormire su, domani sarà una lunga
giornata secondo Harley
Jackson si allontanò fino alla sua camera e si infilò in
doccia senza neanche accendere la luce.
Quando tornò per coricarsi a letto la luce si accese sola e
si ritrovò seduta sul letto Harley con un semplice nightgown nero di seta che
le faceva risaltare le curve, lui aveva solo un asciugamano avvolto in vita e la
ragazza stava minacciando di dare inizio a qualcosa di imbarazzante là sotto
vestita così.
-Harley…cosa…ehm…- si schiarì la voce cercando di recuperare
contegno- co…cosa ci fai qui? –fallendo miseramente nel farlo.
Harley sorrise- mi avevi invitata no?
Lui la guardò sorpreso- non pensavo mi avresti preso sul
serio…
-Non mi vuoi? Posso andarmene- disse lei
-No no! –disse lui- ma…sai vero che non era per…chiacchierare
che ti ho invitata?
Lei sorrise alzandosi e avvicinandosi a lui per poi
spingerlo sul letto- lo so
Jackson le sorrise- sei sicura che io vado bene?
Lei annuì- sono più che sicura Jackson…
Lui sorrise bloccandola sul materasso e baciandola. Con le
mani scese al bordo delle vesti di Harley ed era sicuro che di sonno ne
avrebbero avuto poco quella notte.
****
Jackson sorrise accarezzando una dormiente Harley al suo
petto. Era finalmente sua. Aveva finalmente la donna che amava solo per sé.
Le diede un bacio sulla testa e la strinse di più- sarai
solo mia, non ti lascerò a nessun altro Harley…
La ragazza si accoccolò di più, cosa che lo fece sorridere. Jackson
strinse la presa su di lei e con estrema calma finì nel mondo di sogni.
****
Il mondo esterno era qualcosa che i ragazzi non pensavano
avrebbero mai visto. Accompagnare quei soldati verso l’uscita, lasciandoli bendati,
legati e ancora con le cuffie per sicurezza.
-Siamo sicuri di ciò? –chiese Alexis- cioè è sicuro?
-Siamo preparati in caso di emergenza- le assicurò Harley
-Hai paura? –chiese David
Alexis annuì sospirando- non so cosa troveremo fuori e qui
siamo al sicuro
-Per quanto è la domanda- disse Harley
-Che intendi? –chiese Daphne
-Hanno trovato il rifugio. Siamo in guerra. Nessuno dice chi
altro poteva trovarlo –disse Jackson
-Sono in guerra- corresse Ivan
Jackson annuì- e noi ovviamente ci aggiungiamo
-Harley? –chiese Evelyn
Harley sospirò- non abbiamo scelta, il rifugio è sicuro
certo…ma siamo in pericolo, specie dopo che questi idioti hanno confermato che
noi esistiamo.
-Che si fa allora? –chiese Alexander
-Ho messo i robot a difesa del rifugio e altri a preparare
ogni risorsa possibile- disse Harley- se ci rendiamo conto che è troppo
rischioso spariamo via e troviamo un secondo modo di sopravvivere. Fuori dal
rifugio.
I ragazzi annuirono- le armi?
-Ho già messo i robot a lavoro. Abbiamo uno dei veicoli che
ho modificato già carico al massimo e stanno caricando gli altri. Siamo in otto
con un totale di quattro veicoli che controlleremo noi e quattro che
controllerò con i computer- disse Harley
-Quelli grossi come un bus? –chiese David
Harley annuì- quelli
-Ottimo piano boss- disse Evelyn con un sorriso
Harley sorrise- ho già trasferito un laboratorio portatile
nei veicoli. In caso potremo sopravvivere senza bisogno di aiuto. Ho anche già
hackerato uno dei satelliti. Proverò ad entrare nelle basi di altri punti e in
caso trovare un posto calmo dove stabilirci e vivere in santa pace
I ragazzi annuirono. Ivan sorrise- Con Jackson e Harley non
corriamo rischi in questi casi, sono iper-coscienziosi e attenti a noi. Se
serve una mano ditelo però, non strafate come solito
I due annuirono. Continuando a camminare con i soldati che
ogni tanto provavano, invano, a liberarsi.
***
Harley aprì la porta e guardò i ragazzi- mandiamo prima i
soldati.
Jackson annuì e tolse le cuffie a James mentre gli altri
facevano lo stesso- continuate a camminare finché non ve lo diciamo noi. Se
vedo un movimento sospetto vi sparo.
I ragazzi li guardarono avanzare, ancora bendati nella
foresta.
-Harley sta vicino a me- disse Jackson stringendo la presa
sul bastone mentre Harley sigillava l’entrata segreta della base e attivava i
sistemi di difesa- ricordatevi di dar priorità alla nostra sicurezza, se loro
muoiono non è affar nostro. Anche se sono membri della nostra “famiglia” di
origine non sono parenti nostri. Non abbiamo obblighi con loro. Non abbiamo
doveri. L’importante per noi è chi abbiamo accanto, ovvero chi è cresciuto con
noi nella base. Il resto non è importante.
I ragazzi annuirono stringendo le armi. Harley sospirò
avvicinandosi a Jackson e seguendo i soldati a debita distanza.
Il generale Grey era nel campo a fissare la foresta insieme
a dei soldati e qualche ribelle che guardava con speranza la foresta. Il primo
che videro fu James Black imbavagliato, con le mani legate e ancora bendato. Il
ragazzo camminava piano seguendo i comandi di Jackson che lo osservava da
lontano. Dopo di lui uscirono gli altri soldati, anche loro nelle stesse
condizioni.
Il generale Grey cercò con la vista i ragazzi ma non li
trovò- possiamo liberarli?
-Tutti vostri- disse Harley- mantenete la parola Teddy Bear.
Non siamo in vena di farvi saltare in aria il cervello
Il generale annuì- avete la mia parola
-Allora potete buttare di lato le pistole no? –chiese
Jackson
-Non ne abbiamo –disse il generale
-Il vostro soldato a destra, capelli rasati e tatuaggio, ha
una pistola dietro la schiena –disse Jackson
Il generale si girò di colpo e tirò il ragazzo per un
orecchio e gli tirò via la pistola- IDIOTA! Chiunque altro armato. Buttate le
armi o la pagherete con me!
Altre armi furono lanciate al suolo.
Il generale Grey guardò male chi aveva le armi- faremo i
conti dopo.
-Che controllo dei tuoi uomini –disse Jackson sempre meno
felice della situazione
-Mi dispiace- disse il generale Grey- potete uscire?
Jackson annuì ai ragazzi piano, fece segno a Harley di
restare più nascosta giusto per sicurezza.
Ivan, David e Alexander furono i primi ad uscire, suscitando
alcuni a iniziare a piangere. Li seguirono Evelyn, Alexis e Daphne, suscitando
qualche donna a cadere in ginocchio per le lacrime. I ragazzi erano le
fotocopie dei genitori infondo.
I ragazzi si misero ai lati facendo uscire Jackson. Il
ragazzo suscitò dei soldati abbastanza grandi a fissarlo. Era la fotocopia del
padre, cicatrice compresa.
-Quello…è Jack? –chiese un soldato
Jackson ghignò al soldato ma non rispose.
-Dov’è il leader? –chiese il generale Grey
Jackson lo guardò. Harley uscì allo scoperto mettendosi al
fianco di Jackson, dando il colpo finale a qualcuno dei presenti.
-ALEXANDRA! –urlò una donna cadendo in ginocchio- la mia
Alexandra…
-Sarah non è Alexandra- disse il generale Grey
La donna dai capelli scuri guardò con i suoi occhi chiari il
generale- ma…
Il generale guardò i ragazzi- non sono loro…posso chiedervi
i nomi
I ragazzi guardarono Harley che annuì.
-Evelyn Roggers- disse la ragazza poggiandosi al suo
martello
-Alexander Miller –disse lui tenendo pronte le armi
-Alexis Miller- disse Alexis con le mani vicine alle pistole
-David Williams- disse David giochicchiando con le lame
-Ivan Hills- disse lui stringendo la presa sulla sua pesante
arma
-Daphne Stuart –disse lei sfiorando la sua pistola
Jackson ghignò- Jackson Johnson
-Elizabeth Harley Schuyler –disse Harley mentre il vento le
muoveva i lunghi capelli, per una volta sciolti.
-Alexandra era sterile! –disse un soldato fissando Harley-
non puoi essere le…
Harley non si era nemmeno mossa che il tipo si ritrovò sette
pistole contro.
Jackson lo guardò male- posso uccidervi tutti qui e ora e
andarmene senza che voi ci facciate nulla. In ginocchio moccioso
-Io…- il ragazzo non ebbe modo di parlare.
Il generale lo forzò in ginocchio- è la figlia di Alexandra.
Basta che tu la guardi. E che diavolo ne sai se era o meno sterile?!
Il soldato lo guardò incredulo- ci avrebbe detto se avesse
avuto una figlia!
Harley ruotò gli occhi- sapete cosa? Vi potete andare a far
fottere. Niente ci vieta di girare i tacchi e lasciarvi morire qui.
Il generale la guardò- perdonalo. Aveva una cotta per tua
madre
-Generale! –disse lui beccandosi un colpo dalla nonna della
ragazza
-Signorina Schuyler…posso chiederle di aiutarci? –chiese il
generale guardandola
Harley guardò i ragazzi che annuirono pianissimo- vedremo.
Ma se quel coglione apre bocca lascerò che Jackson prema il grilletto. Siete
avvisati. Non abbiamo interesse nell’aiutarvi e per noi siete al pari di
nemici. Non abbiamo obblighi e non abbiamo legami con voi. Siamo figli di
quelli che avete spedito a morire sottoterra. Non aspettatevi compassione o che
vogliamo fare legami con voi. Per ciò che mi riguarda non ho parenti in vita e
so che anche gli altri hanno la stessa mia opinione.
In molti tra i ribelli sembrarono prendere male la cosa,
molti avevano l’espressione di chi stava perdendo per la seconda volta chi
amava. I ragazzi però non erano un rimpiazzo di quella persona. Questo doveva
essere chiaro.
-Signorina Schuyler… -disse il generale- vorrei chiederle
una mano a comandare i ribelli e a vincere questa guerra…
Jackson si mise al fianco di Harley- vedremo su ciò…per ora
sistemeremo questo schifo di esercito che vi siete creati. Non ho mai visto
soldati più incompetenti, patetici e mal addestrati. Dovreste vergognarvi di
avere tra voi reclute così
I soldati abbassarono lo sguardo.
Il generale annuì- abbiamo te qui per questo Johnson…
-Non faccio miracoli –disse Jackson- se loro sono così
idioti non so che farci. Vedremo cosa posso salvare…
Harley guardò il generale- la base operativa. Le vostre
difese sono hackerabili come non so cosa. Vanno migliorate al più presto
Lui annuì- vi accompagno
-E se vedo qualcuno portarci poco rispetto… -disse Jackson-
lo ammazzo sul posto. Chiaro?
-Cristallino- disse il generale- da questa parte
I ragazzi seguirono il generale, ancora armati. Come
pensavano…non provavano alcun tipo di affetto per quelli che una volta erano i
parenti e amici dei loro genitori. La priorità restava chi era del rifugio.
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