WitchandAngel : Capitolo 17: I do not care honestly, I am Black, she is blonde...what's the difference?

Capitolo 17: I do not care honestly, I am Black, she is blonde...what's the difference?

Capitolo 17: I do not care honestly, I am black, she is blonde…what’s the difference?

Cole era particolarmente nervosa quel giorno.
Aveva ignorato qualsivoglia consiglio di Richard, qualcosa gli diceva che non erano molto utili, ed era andato con il suo istinto.
Il suo istinto gli aveva suggerito di: comprare un mazzo di rose rosse e mandarle a Roseline prima dell’appuntamento e comprare una singola rosa rossa da darle quando si sarebbero visti.
Aveva lasciato perdere le settecento cavolate consigliate da Richard.
-I miei consigli sono ottimi! –si lamentò Richard
-Roseline non è Beatriz- disse Cole finendo di sistemarsi una delle sue uniformi militari
-Non moriresti a cambiare stile…- brontolò Richard
-Preferisco rimanere me stesso e vedere come andrà così che mentire e avere una relazione con qualcuno che non sa chi io sia realmente –replicò lui prendendo la rosa rossa- ci vedremo dopo…
-Voglio i dettagli!
****
Cole arrivò al luogo di incontro una mezzora prima del dovuto per calmarsi i nervi, con poco successo.
Quando vide la carrozza di Roseline si rilassò.
-Lord Cole –sorrise lei scendendo dalla carrozza- buongiorno
Il vestito che Roseline aveva scelto per quel giorno era un vestito vittoriano rosso e bianco. Il vestito aveva una gonna a campana rossa con bordi di pizzo bianco e un’apertura sul davanti che mostrava il pizzo bianco, a più strati, della gonna di sotto. Aveva maniche lunghe fino al gomito con pizzo che poi si allargavano e raggiungevano il polso, coperte a tratti di pizzo bianco. L’intero vestito era ricoperto da strisce di pizzo, fiocchi e merletti ovunque, il vestito aveva uno scollo delicato con un fiocco sul petto in pizzo e abbinato al vestito vi era un capello stile vittoriano rosso con pizzo bianco, rose rosse e piume bianche. Indossava collant chiari e stivaletti neri con tacco. Per quanto decorato fosse, stava incredibilmente bene a Roseline quel tipo di abito. Dopotutto a quale bambola non donavano i vestiti da bambola? Indossava un trucco leggero e dei guanti bianchi di pizzo, i lunghi capelli neri erano stati legati in due trecce lunghe, dandole un aspetto molto giovane e tenero. I gioielli che indossava erano quasi tutti regalo di Cole, cosa che lui apprezzò parecchio.
-Buongiorno –disse lui dandole la rosa.
Le mani guantate di bianco di lei presero la rosa con delicatezza. Il sorriso sulle labbra rosse fece aumentare il battito di tutti quelli che si erano fermati a guardarli- grazie, anche i fiori stamane erano stupendi.
Lui sorrise- ne sono lieto
-Andiamo? –chiese lei prendendolo sottobraccio.
Lui annuì seguendola verso il cafè che avevano scelto come destinazione.
****
-Non ti danno fastidio? –chiese Cole
-Fastidio?
-Gli sguardi…
Lei sorrise- dovrebbero vero? Ma sono arrivata alla realizzazione che…non mi interessa cosa altri pensano. Perché dovrebbe? Non sono parte della mia vita, sono estranei che vedrò un paio di volte massimo.
Lui annuì- non è semplice vivere con quegli sguardi
-Che guardino pure –disse Roseline- sono molto contenta del mio aspetto, massimo lo prenderò come un complimento, se guadano con disgusto, lo prenderò come cattivo gusto loro, non mio.
Lui sorrise. Passarono un bel po’ di tempo a parlare di un bel po’ di cose prima che Roseline lo tirasse a fare shopping.
-Sono sicuro che niente mi entrerà- disse Cole mentre Roseline lo spingeva nel camerino
-Fidati, nel mio negozio qualcosa ti entrerà! –disse lei, aveva appositamente creato dei vestiti e forzato i sarti a lavorare tutta la mattina sui modelli su misura per Cole, certo quel dettaglio non l’avrebbe mai rivelato a Cole.
A sorpresa, l’Arciduca trovò un’enorme quantità di vestiti che gli stavano bene. Erano stili che non aveva mai visto ma che doveva ammettere che gli piacevano parecchio.
Alla fine, entrambi tornarono a casa molto tardi…




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