Capitolo 20: Alliance
-Quindi siete qui per…darci problemi? –chiese lei divertita
Gli uomini che erano stati catturati non erano altro che
uomini di chiesa venuti a “punire il male”.
-Le streghe devono morire! Sono il male in terra! –disse uno
dei preti
Eve lo trovava divertente, gli altri presenti erano furiosi
e assetati di sangue.
-Siamo il male in terra dunque? –chiese Eve divertita di
fronte a loro
-Lo siete! –disse lui
-E il vostro dio è onnipotente giusto? –chiese Eve
-Lo è! –disse lui
-Quindi puoi rispondere a questa peccatrice? Sono davvero
curiosa di sapere cosa risponderai a questa mia domanda… -il sorriso di Eve era
angelico e la cosa stava davvero dando problemi al gruppo di maschi più giovani
del gruppo, dopotutto una bella donna era una bella donna.
-Posso rispondere- disse con certezza il vecchio prete
-Dovresti temere la furia di dio per essere una delle donne
del male! –urlò un altro prete
Hunter sentì un mal di testa arrivargli, così come gli altri
cacciatori, era ovvio che…erano stati idioti come loro in passato. Andare contro
Eve era…una condanna per sembrare degli idioti.
La donna era una suprema strega, ma era prima di tutto una
donna di ingegno che aveva una mente in grado di distruggere qualsiasi
argomentazione contro di lei prima ancora che qualcuno potesse formularla per
bene.
Era una bellissima donna ma era prima di tutto un’intelligentissima
donna.
-Non mi fanno paura gli dei, mi fa paura l’uomo –disse lei
guardando la statua che i preti si erano portati e chiudendo gli occhi-
dopotutto se noi esistiamo non è forse anche segno che gli dei ci vogliono in
vita? Se non volessero farci fuori non sarebbe che un movimento di un dito per
loro…l’uomo è pericoloso e spaventoso, non gli dei. O forse mi volete dire che
il vostro dio non ha il potere di uccidere delle streghe?
Il volto dei preti cambiò e tutti guardarono chi doveva
essere a capo. Lui aprì la bocca un paio di volte prima di iniziare una
argomentazione- dio è buono, non oserebbe mai ferire e far male e…
-E cosa? –chiese Eve- vorresti dirmi che il tuo dio è così
impaurito che non sa difendere innocenti dal male?
-No! Lui può tutto e…
-Eppure io sono qui viva, respiro, ho poteri e sono a capo
di un villaggio che contiene più di una razza e una strega…ciò che professate
sono cazzate sparate dal sovrano e dal capo della vostra religione. Se dio
volesse ucciderci non ci avrebbe creato o permesso di vivere- disse Eve diretta
prendendo un coltello e tagliando una mela, cosa che fece saltare leggermente i
preti. Prese uno dei semi, si inginocchiò di fronte al prete più anziano e gli
mostrò il seme nelle sue mani- noi non siamo male…perché noi siamo parte di
questo mondo…possiamo crescere cose, curare persone e aiutare il tenore di vita
di chi non è dotato di poteri…- il seme nelle sue mani iniziò a germogliare,
attirando lo sguardo del gruppo- ciò che voi temete è ciò che potrebbe salvare.
Siete per il bene vero? Quanti poveri potrebbero essere salvati dalla
collaborazione tra streghe e fattori? Quanti malati potrebbero essere curati?
Quanti potrebbero vivere appieno con l’aiuto di ciò che voi volete uccidere? Ci
avete mai pensato?
Un movimento delle mani e il prete principale venne
liberato. Eve gli prese una mano e posò il seme che stava germogliando nelle
sue mani per poi alzarsi. Il prete guardò il seme nelle sue mani prima di guardare
la donna, ancora inginocchiato davanti a lei, la luce del sole illuminava Eve
in una maniera che la faceva sembrare eterea…una dea.
-Vi chiedo di soggiornare qui per sette giorni –disse Eve-
guardate il mio villaggio, guardate le persone che vivono qui, guardate cosa
abbiamo fatto…e solo dopo di ciò voglio sentire quell’argomentazione che
stavate cercando di usare contro di me…altrimenti…non avete il diritto di
giudicarmi.
Nessuno era contento della cosa ma sapevano che Eve faceva
ciò per motivazioni ben precise. Durante i sette giorni, vennero attaccati da
dei mercenari, i preti videro come le donne si potevano difendere da sole, cosa
che fece stringere la mano del vecchio prete al proprio crocefisso. Se sua
figlia fosse stata in grado di difendersi…
Capitò anche che una brutta febbre capitò a uno dei bambini,
ma ci volle poco per farlo rimettere grazie alle streghe. Videro anche parecchi
parti. Ebbero anche modo di vedere la prosperità di questo “villaggio” con cose
come i campi e il numero di donne incinta. All’epoca infatti quelle erano due
delle cose più importanti da controllare. Erano auto-sufficienti in tutto e per
tutto, con praticamente zero necessità di contatto con l’esterno. Non usavano
monete o denaro, ma il sistema dello scambio e l’intero posto era una
sottospecie di grande famiglia. Avevano denaro però prodotto dalle vendite con
mercanti di ogni regno e avevano anche ricchezze prodotte dai gioielli e
accessori creati dalle varie razze non-umane. Ebbero anche modo di vedere lo
stato di vita di Licantropi e simili, considerati maledetti nella loro chiesa.
All’inizio del settimo giorno il prete principale, il più
vecchio e testardo, piegò il capo di fronte a Eve- mi spiace.
Alla fine, si misero in viaggio con un cambio di cuore molto
più determinato di prima. Eve sapeva cosa sarebbe successo dopo e disse solo-
Phoenix accetta chiunque voglia rifugio e sia disposto ad aiutare.
In futuro però, a sua sorpresa, nessuno di loro sarebbe
tornato dopo essere stato considerato eretico. In compenso una nuova religione
era nata, centralizzata su una dea…e il numero di “pellegrini” al villaggio era
aumentato.
Qualche settimana dopo un drago dalle grosse dimensioni
venne a dar problemi al villaggio.
-Chi ha rubato il mio uovo!? –chiese ruggendo dopo essere
atterrato nella pianura vicino al villaggio.
Eve alzò un sopracciglio e avanzò- rubato cosa scusami? Potresti
andare umanoide prima di urlare? Non voglio dover rifare ogni dannata volta che
un drago esce di testa mezzo villaggio…non che sia un problema visto l’ammonto
di costruttori che abbiamo riesce a fare otto case al giorno…
Il drago si ritrasformò in un umano dai lunghi capelli neri
e occhi rossi. La sua forma era di un drago leggendario di diamante, quella da
umano era altrettanto impressionante- voglio il mio uovo indietro, ho percepito
la sua presenza qui e…
-Lontano da mamy! –urlò Silver lanciando una fiammata contro
il drago. I sette draghetti si misero davanti a Eve velocemente, lasciando di
stucco il drago. Quando i sette tornarono nella forma umanoide però fu quando
lui stava per morire di infarto. Quella era la sua energia magica ok? Quelli erano
nati dal suo uovo!
-Cosa…- lui guardò la donna di fronte- tu…chi sei?
Eve sospirò- beh ora so di quanto vecchio era quell’uovo…-alzò
una mano e uno scudo insonorizzante circondò lei e il drago, i draghetti furono
forzati ad allontanare i curiosi- per cominciare…non ho rubato il tuo uovo.
Avevo dieci anni circa quando ho trovato il tuo uovo abbandonato in riva a un
lago…era morto.
Quando il drago sentì quelle parole la guardò- una
viaggiatrice di tempo…capisco. Quindi non ho mai trovato una partner adatta…aspetta
morto? Come è possibile che…
-Il mio potere era già all’epoca enorme- disse Eve
offrendogli una mano e permettendogli di provare a calcolarne il potere. La cosa
fece sbiancare il drago. Enorme? Lui era un fottuto drago leggendario SUPREMO,
era anche abbastanza sicuro che la donna di fronte di lui potesse ucciderlo con
un movimento di dita…
-Non c’è da meravigliarsi che tu sia riuscita a riportarlo
in vita- mormorò il drago guardandola- sono…tutti e sette del mio uovo?
Lei annuì- mi prese un colpo, non lo stavo nemmeno provando
a far schiudere all’epoca. Di colpo si iniziò a rompere e urlai di istinto per
il mio master, quando entrò avevo sette cuccioli di drago che mi guardavano
incuriositi…
Il drago guardò i sette che lo guardavano male e che
sembravano preoccupati per la donna- sei la loro madre…grazie, per aver
permesso al mio uovo di vedere la luce…
Eve alzò le spalle- non commentare sul mio essere nell’epoca
sbagliata…ok?
Lui annuì acconsentendo a ciò. Eve rimosse lo scudo-
ragazzi, qui…
I sette draghi corsero dalla madre. Lei sorrise- non fate
così…lui è chi ha creato il vostro uovo…
I sette guardarono la madre sopresi e riguardarono l’uomo di
fronte a loro. Avevano un padre? Erano bambini ma sapevano che erano tornati in
un’epoca passata, sapevano che il loro uovo era morto quando la loro mamma li
aveva trovati quindi…lui era chi li aveva creati? Nonno Damon aveva spesso
detto che per il fatto che loro erano riusciti ad arrivare interi nelle braccia
della madre era stato solamente perché il drago che li aveva creati doveva aver
devolto la sua intera esistenza a proteggerli e tenerli in vita.
Ruby guardò l’uomo- lui…è papà?
Eve annuì- corretto…dovreste sentire l’energia magica simile…
I sette annuirono piano. Fu Pearl la prima ad allungare una
mano e provare a sfiorare quella dell’uomo di due metri. La intimoriva un po’,
era grosso e muscoloso come papà Wolfe, la cosa però che lo differiva da Wolfe
era che era meno…amichevole di lui. Ma andava bene, Nonno Damon era anche
parecchio…poco amichevole…
-Il tuo nome? –chiese Eve mentre il Drago stava guardando
Pearl come se fosse la più preziosa cosa al mondo.
-Mi spiace…sono leggermente…ehm…il mio nome è Diamond
-Io sono Eve…loro sono Silver, Goldy, Obsidian, Pearl, Ruby,
Emerald e Sapphire.
Lui sorrise, gli piacevano parecchio i nomi e sperava di
poter chiamare l’uovo con uno di essi ad essere onesto- grazie
Eve sorrise- vieni nel villaggio? Potrai…iniziare a
conoscere i bambini…
Lui annuì grato della cosa. In tutto diritto, i figli
potevano non essere più suoi a quel punto, ormai erano da anni che Eve se ne
occupava dopotutto ma la donna gli stava dando modo di conoscerli e avere una
relazione con loro…non poteva che esserne grato.
Alla fine, Phoenix ottenne un drago leggendario supremo che
rubò il posto di capo a Fyrio con estrema facilità, anche se era più
interessato a spendere il suo tempo a giocare con i suoi bambini e insegnare
per bene ai sette come usare i suoi poteri. Fu estremamente soddisfatto della
madre che avevano accidentalmente trovato, Eve era decisamente stata un’ottima
guida per i piccoli e lui aveva solo da insegnare loro cose più tecniche che
una strega non poteva conoscere o insegnare. Anche se considerava Eve la
propria “partner” nel senso di madre dei suoi figli, non pensava a lei in senso
romantico, era troppo vecchio per lei e sapeva leggere l’atmosfera, quel
licantropo lo guardava come se fosse il suo peggior incubo dopotutto. Quando Wolfe
capì che Diamond non era una minaccia alla sua corte però si calmò e divennero
anche buoni amici i due.
In tutto questo, Eve promise a Diamond che se avesse avuto
altre uova sarebbe stata felice di aiutarlo a farle schiudere. Cosa che Wolfe
accettò, dopotutto il povero drago non aveva altra richiesta. In cambio Diamond
si offrì di aiutarla con eventuali futuri figli che lei avrebbe avuto, con
Wolfe ma lui non aggiunse quella parte anche se Wolfe capì la cosa, dopotutto
erano amici i due. Eve in tutto questo sentì una strana pressione sulle proprie
spalle…
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