Capitolo 34: You are 100
years too late, boy
Dicono che una lettera sia uno dei modi migliori per
esprimere cosa si prova.
Dopotutto delle volte di persona non si ha il coraggio di
dire ciò che si pensa.
Delle volte invece è più semplice per l’assenza di contatto
fisico.
Rende più personale ciò che si vuol dire.
È una testazione scritta di un pensiero passato.
Una prova di ciò che si è detto.
Una testimonianza che vivrà fintanto che la carta su cui è
scritta rimarrà viva.
Un tempo…davo parecchia importanza alle lettere che mi
venivano scritte da Jackson.
Ricordo ancora il primo periodo nella mia prima vita.
Pensavo di essere la più fortunata al mondo.
Erano lettere banali, conversazioni senza chissà quale
profondità ora che ci ripenso.
Erano il mio tesoro però.
Ogni lettera era qualcosa che aspettavo con ansia.
Era l’unico contatto che avevo che non era legato a me dal
sangue famigliare.
I doni che ricevevo da lui erano…brutti, ma li adoravo.
Fiori che non mi piacevano diventavano le più splendide rose
in mano sua perché era lui a darmele.
Ero patetica.
Conservai cose che letteralmente avrei potuto comprare per
pochissime monete come se fossero i gioielli più preziosi che avevo.
E osservai poi come le sue amanti ottenevano cose che io
potevo sognare mi comprasse.
Anelli di scarsa qualità per la moglie e anelli di diamante
per l’amante.
La cosa mi feriva più di ciò che volevo dire.
Per questo ora che ho un’altra vita so che le parole sono…solo
parole.
Scritte o meno che esse siano.
La lettera di Jackson che mi prega di dargli una chance…è
solo carta da fuoco ora.
La lascio cadere nel camino acceso quando sento la porta
aprirsi.
-Ecco dov’eri- sorride Cole avvicinandosi con una mano
dietro la schiena
-Mi cercavi?
Lui annuisce e mi cattura in un bacio tenero prima di
lasciare qualcosa nelle mie mani- e questo?
-Per te- dice lui- quando stavo tornando l’ho visto in
vetrina e non ho resistito
Un braccialetto di oro con gemme di vario colore. A primo
occhio non sembra chissà quanto costoso ma…
-L’hai visto in vetrina? –chiedo io divertita
-Beh…forse… -dice lui spostando lo sguardo
-Quindi hai casualmente trovato in vetrina un bracciale di
oro puro con delle gemme che mia madre usa per rappresentare ognuna di noi
sorelle e che ha inciso sotto le iniziali di ognuna di noi? –chiedo io
Lui alza le spalle- ho avuto fortuna
Mi alzo sulle punte e gli rubo un bacio- continua così e
temo che non ti sbarazzerai mai più di me…
-Meglio –dice lui baciandomi- dopotutto non ho intenzione di
mollarti anche dopo che sarò morto…
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