WitchandAngel : Capitolo 9: Is ok, I am here now

Capitolo 9: Is ok, I am here now

Capitolo 9: Is ok, I am here now

Quando dicevano che Eve venisse venerata non esageravano. In molti pensavano che Eve fosse la loro benedizione mandata loro dagli dei in persona. Dopotutto come negare che lo stile di vita di tutti fosse migliorato incredibilmente? Inoltre, il numero di streghe e stregoni che vivevano nel villaggio era salito di parecchio da quando lei era arrivata. In quel momento vi erano 26 streghe e 27 stregoni, Eve esclusa, la cosa aveva ovviamente aumentato il numero di famiglie createsi con i nuovi arrivi. In quel momento vi erano un totale di dodici donne incinta, sei di queste erano streghe. Il numero sarebbe solo aumentato in futuro, dopotutto gli stregoni erano particolarmente affascinanti per le giovani donne e le streghe erano particolarmente felici di essere finalmente trattate come normali ragazze. Ovviamente tutti questi nuovi arrivi erano in completa adorazione di Eve, la loro salvezza e insegnante. Era impossibile non dire che Eve fosse venerata lì, inoltre anche esterni, mercanti per lo più, conoscevano quel posto. Ormai Eve aveva abbastanza confidenza delle propria gente e non aveva paura di venir scoperti, la cosa aveva solo portato alla conoscenza della sua figura, era stata addirittura chiamata “Santa Eve” da alcuni pellegrini che avevano incorso gravi ferite ed erano finiti nelle cure della strega. Nessun uomo poteva negare il fascino della giovane o la sua intelligenza. Le famiglie che avevano ottenuto una nuova strega o stregone erano corsi a vivere in Phoenix Bow, dopotutto nessuno voleva perdere il proprio caro. Le famiglie che avevano sentito ciò erano accorse anche per stare con i propri cari. In pratica il numero di uomini e donne in Phoenix era aumentato abbastanza da aver dovuto aggiungere altre 50 abitazioni per famiglia e ancora molte erano in costruzione. Dopotutto ricevevano una strega minimo ogni dieci persone circa che arrivavano al villaggio.
Eve era venerata e le streghe viste come benedizione, ciò comportò che ogni cacciatore di streghe fosse visto come un nemico che doveva morire. Quando Luis trovò il gruppo di cacciatori feriti tornò di corsa al villaggio per avvertire del pericolo e subito gli uomini avevano impugnato i fucili per farli fuori. Eve non accettò la cosa…
-Sono Cacciatori! –provò Luis
-Ciò non cambia –disse Eve- ucciderli non ci renderebbe migliori di ciò che loro fanno a innocenti streghe…aspettatemi qui. Andrò da sola…
-Ma!
-Luis, non ripeterò ciò che ho detto. Preparate l’ospedale- disse Eve alle sue discepoli che anche se spaventate ubbidirono di corsa, se Eve diceva qualcosa era per un motivo e ciò di norma era per il loro bene.
Per questo Eve avanzò senza paura nella fitta foresta e raggiunse il gruppo di uomini.
Erano sei uomini, alti e muscolosi, soprattutto armati. Tutti e sei feriti con vari gradi di gravezza, uno di loro era sdraiato a terra e gli altri stavano provando a salvarlo. Dei cinque, uno saltava all’occhio più di tutti. Era un uomo alto dai capelli caramello e occhi argento, aveva un grosso taglio lungo il braccio e aveva i vestiti insanguinati al punto che era impossibile dire che colore fossero prima di ciò, nonostante tutto era in piedi e cercava disperatamente di tenere l’uomo sdraiato a terra dal perdere coscienza. L’uomo disteso era insanguinato al punto che non poteva distinguere il colore o il volto del cacciatore.
-Serve una mano? –chiese Eve avanzando
I cacciatori presero le armi, anche se solamente l’uomo che aveva attirato l’occhio di Eve aveva attualmente possibilità ad usarlo- chi sei?
Lei mosse la mano e il fucile dei cinque dietro di lui vennero scaraventati poco distanti- tu che dici?
-Una strega! –disse l’uomo preparandosi a sparare
Eve ruotò gli occhi e avanzò- congratulazioni, hai scoperto che sono una Strega e che tu sei un coglione. Ora abbassi il cazzo di fucile e mi fai salvare il tuo amico o preferisci continuare a fare l’idiota finché il tipo non crepa?
-Che prezzo? –chiese l’uomo
Eve ruotò gli occhi e alzò il fucile con un dito prima di superare l’uomo e avvicinarsi al ferito- hey principino…apri gli occhi se riesci a sentirmi
L’uomo aprì due meravigliosi occhi d’oro puro e la guardò confuso- tu…
Lei sorrise e mosse la mano- rilassati…annullerò il dolore per un paio di ore e applicherò un charm per aiutarti a rimanere in vita finché non arriviamo nel mio laboratorio…la tua vita, mi assicurerò che tu sia in perfetta salute
Lui sentì il dolore finire e riuscì a riprendere coscienza. I suoi occhi non erano più confusi ma faticava ancora a respirare o parlare. La cosa però venne subito presa come segno positivo dai cacciatori intorno a lui che si rilassarono.
-Strega…puoi salvarlo davvero? –chiese l’uomo
-Ho un nome- disse Eve- ed è Eve. Non c’è nulla che io non possa fare, non sono una strega da due soldi come quelle che avete incontrato in precedenza. Aiutami a slacciare il suo mantello, non è in condizioni per essere trasportato manualmente…
L’uomo annuì aiutandola- Hunter
-Azzeccato –disse lei allungando un mano e facendo fluttuare l’uomo ferito con il mantello, dando un infarto a tutti- cosa? Non vorrete mica trasportarlo voi feriti come siete vero? Parlando di ciò…
I quattro altri cacciatori vennero sollevati allo stesso modo dai propri mantelli, solo in maniera seduta e non coricata. Le loro cose fluttuarono dentro la borsa di Eve e lei guardò l’unico rimasto con il fucile in mano, Hunter- tu sembri in grado di camminare, andiamo.
-Eve…la tua dimora è distante? –chiese Hunter, aveva una bella sensazione sulla strega al suo fianco e lui si fidava del suo istinto
-Non direi, dipende dai punti di vista- disse Eve avanzando verso il villaggio senza preoccupazione. Quando i cacciatori videro il gruppo di uomini armati pensarono subito che fossero per Eve ma- non vi ho già detto che non si ammazza gente qui?
-Lady Eve non può seriamente voler salvare loro spero –disse un giovane Stregone che guardò con odio il gruppo
-Ciò che faccio è mia scelta, piuttosto come mai siete fuori dall’aula voi cinque? Non avete finito i vostri compiti e avete il coraggio di venir a causare problemi? E voi, non avete del lavoro da fare? Le ore di luce sono quel che sono, non dovreste sprecar tempo con faccende inutili –disse Eve tranquilla portando il gruppo nell’ospedale e guardando alle tremanti streghe, sospirò- potete uscire, non preoccupatevi
-Ma…
-Sono cacciatori, non sono mostri –disse Eve- andate e state tranquille
Le streghe non esitarono a correre via. Hunter lo notò- sono…tutti dotati di poteri qui?
-Ovviamente no –disse Eve- abbiamo ventisette stregoni e ventisei streghe, me esclusa. Il resto del villaggio sono comuni mortali, famiglie o estranei che hanno trovato rifugio qui…potete aspettare per il trattamento? Credo che il vostro amico abbia più bisogno di cure di voi
I quattro dietro Hunter annuirono, Hunter la guardò- io voglio…
-Vorrei uno di voi come assistente, avete spaventato via le mie dopotutto- disse Eve
-Ok –disse Hunter rilassandosi, con lui al suo fianco non poteva ferire il suo migliore amico- cosa devo fare?
-Controlla che risponda in maniera corretta a ciò che gli chiederò ok? –disse Eve- questo è un modo per controllare che il suo cervello sia ancora funzionante e non abbia ricevuto uno shock, serve anche per garantire che la sua memoria sia intatta
Hunter annuì e si sedette vicino al letto. Eve si sterilizzò le mani e rimosse i vestiti dell’uomo con uno schiocco di dita. La cosa fece saltare tutti nella sala, non aveva riserve nell’usare la magia- come ti chiami?
-Alexander Wolfe Dragon…- disse l’uomo guardando la strega senza distogliere lo sguardo. Una donna così bella aveva poteri…era strano vedere un volto del genere unito all’immagine popolare della strega.
-Un bel nome –disse Eve con un sorriso- quanti anni hai Wolfe?
-Ho 25 anni –disse lui
-Da quanto conosci il brontolone al tuo fianco? –chiese Eve
-Hunter e io siamo amici da anni –rise piano Wolfe
-Non guardar giù, non sei messo bene in questo momento e potrebbe crearti uno shock, continua a fissarmi, andrà bene, sono qui per questo –disse Eve- hai fratelli o sorelle?
-Sono orfano, non conosco questa risposta
Hunter annuì sospirando. Eve sembrava una donna davvero buona per ora, le sue mani erano esperte e i suoi metodi univano magia a tecniche mediche avanzate, era ovvio che avesse quel tipo di dono.
-Sei fortunato allora- disse Eve- ad avere amici che sono la tua famiglia
-Come fai a… -iniziò Hunter
-Sono orfana- disse Eve- venni abbandonata o i miei morirono, una delle due. Fui lasciata in un orfanotrofio diretto da suore, era un’orribile posto…
-Severe senza motivo, urla senza ragione, punizioni senza motivo –disse Wolfe chiudendo gli occhi
-Anche tu lì sei finito? –chiese lei stupita
Lui annuì- Hunter mi salvò da lì quando avevo sei anni
-Quanti anni ha il brontolone? –chiese Eve
-Trentadue –disse Hunter- e non sono un brontolone
-Sicuro? Da quando ti conosco non pare che tu sia altro –replicò Eve tranquilla
-Sei rimasta nell’orfanotrofio per molto? –chiese Wolfe, aveva capito che tenersi sveglio era importante quindi voleva tenere la mente in funzione.
-No, a tre anni un uomo mi salvò da lì –disse Eve- prima di lui quasi finii per essere venduta a tre differenti uomini, mi guardavano come se fossi una donna di bordello, ero terrorizzata e accidentalmente diedi fuoco a tutti e tre. Nessuno mi beccò e loro vissero, spaventati a vita e mi lasciarono stare. Quando quell’uomo arrivò però non ebbi paura, era uno stregone e mi salvò da quel posto, trattandomi come se fossi davvero sua figlia e insegnandomi come usare i miei poteri.
-Uno stregone? –chiese Wolfe
-Non penserai che solo le donne abbiano poteri –rise Eve- i maschi sono più rari ad averne ma sono anche in possesso di poteri, si chiamano stregoni in quel caso
-E…lui abita qui? –chiese Wolfe
-No. È morto anni fa- disse Eve
-Cacciatori? –chiese Hunter sentendo il sangue gelarsi.
-Si ma non solo –disse Eve tranquilla- quando avevo sei anni avevo già appreso ogni cosa da mio padre, ero meno discepola e più figlia a quel punto, la cosa non andò molto giù agli altri discepoli e iniziarono a deviare in vari modi. Quando compii sedici anni mio padre si ammalò e…morì poco dopo. Scoprii solo dopo la sua morte che era opera di una collaborazione tra i suoi discepoli e i cacciatori
A quelle parole i cacciatori non seppero che dire. Hunter parlò- erano anche loro…
-Eravamo tutti trattati nello stesso modo –disse Eve- eravamo tutti figli per lui. Loro però non capirono mai la sua gentilezza. Era un uomo severo e duro, rigido e non era il più abile ad esprimere ciò che provava, era un uomo che brontolava per tutto ma non aveva esitazioni ad aiutarci. Era severo ma era per il nostro bene. La magia è un’arma a doppio taglio dopotutto, se usata male poteva ucciderci, doveva essere severo.
-Sembra…un brav’uomo- disse Hunter- mi spiace per la tua perdita.
-Va bene –sorrise Eve- ho avuto tempo di metabolizzare la cosa. Non sono originaria di Phoenix Bow, sono finita qui per caso e in qualche modo sono diventata capo di questo posto. Questo è un rifugio per streghe e stregoni, per fuggiaschi e chiunque abbia bisogno di una mano. Potete rimanere qui finché vorrete, rispettate però chi vive qui, ciò significa non puntare fucili in faccia alla gente, non è un buon modo di fare bella figura
Wolfe stava meglio e ora il senso di colpa colpì il gruppo, la donna aveva mostrato zero intenzioni di dare problemi e loro non avevano proprio fatto una buona prima impressione…
-Non preoccupatevi –disse Eve- non è che non capisca il vostro punto di vista. Vi chiedo solo di non spaventare gli altri.
Wolfe la continuò a guardare e Hunter sospirò- mi spiace…starà bene?
-Ovviamente- disse Eve finendo e indicando a un altro di avvicinarsi- non può alzarsi per il resto della giornata, tra un paio di giorni potrebbe riuscire però a muoversi da solo…
-Sei un angelo. Grazie- disse un altro cacciatore notando poi il controsenso detto
Eve sorrise- sai qual è stata la battuta di abbordaggio più stupida che mi abbiano mai detto?
L’uomo scosse la testa.
-Ti sei fatta male? –disse lei
La cosa confusa tutte- cosa…
-Quando sei caduta dal cielo perché devi essere assolutamente un angelo con quell’aspetto –finì Eve
L’uomo che stava medicando fu il primo a scoppiare a ridere- ok…mi spiace.
Oltre Hunter e Wolfe vi erano: Logan, un moro dagli occhi blu, Jonathan, un moro dagli occhi verdi, Zane, un rosso con occhi verdi, e James, un castano dagli occhi verdi.
Eve spese parecchie ore a finire di curare tutti, tornando due o tre volte da Wolfe per rifinire la medicazione, lasciando Hunter per ultimo visto che era il meno grave.
-Wolfe…- disse Hunter guardando l’amico sul letto che ora dormiva tranquillo e guardando poi gli altri quattro che avevano esaurito l’ultimo delle loro energie ed erano ora addormentati sui letti dello studio medico- si è fatto male a causa mia, mi ha difeso da un attacco di altri cacciatori, non ci aspettavamo un tradimento e…è stata colpa mia se siamo finiti così. I cavalli sono scappati spaventati a morte per dei rumori e siamo finiti in quella situazione…senza di te lui…
Eve gli sorrise- devi imparare una cosa Hunter…
Lui la guardò negli occhi, argento nell’argento.
-Non tutti sono ciò che sembrano. Non tutte le streghe sono buone, non tutte sono cattive, non tutti i cacciatori sono cattivi, non tutti sono buoni. La fedeltà per alcuni val meno del denaro, per altri vale di più. Devi stare più attento a chi hai di fronte e conoscerlo prima di metter giudizio su quella persona- disse Eve con estrema calma finendo di medicare il braccio dell’uomo- spero che voi impariate questo nel mio villaggio. Saranno ostili con voi, non lo nego e non voglio nasconderlo. Io sono arrivata qui salvandoli da un attacco di mercenari, dopo ho migliorato il loro stile di vita, salvato le streghe presenti dall’autodistruzione e reso questo posto un Safe Heaven per qualsiasi strega o stregone o vittima di altrui scelta. Per me voi non siete diversi da chi salvo di solito, siete esseri viventi che meritano una possibilità di vivere, non ho intenzione però di far finta che la realtà non sia reale. Sono una strega suprema, ciò significa che nemmeno ottocento streghe coordinate sono mio avversario, sei cacciatori non sono mio avversario. Se volessi farvi fuori sareste già morti ma ciò non significa che non possa uccidervi, nel secondo in cui sarete una minaccia vi farò fuori, la mia gente è più importante di estranei. Spero tu capisca
Lui annuì- lo capisco…
Lei annuì ripulendo le boccette usate.
-Cosa intendi per auto-distruzione? –chiese Hunter
-La magia per noi è come respirare per voi –disse Eve- se non respiri muori. Per noi usare la magia è liberare il nostro corpo dall’eccesso e evitare di implodere per essa. Chi non usa la magia rischia di perderne il controllo e ferire altri o se stessi, rischia di morire nelle più atroci delle sofferenze e portar dietro qualcuno di innocente vicino, rischia di perdere il controllo e diventare una bomba ad orologeria che cerca solo di uccidere la gente…è pericoloso non usare la magia. Sono rari i casi di streghe e stregoni che possono vivere senza usarla, di norma la usano in maniera inconscia, per esempio cucinando. Quello permette loro di rimanere ignari della magia in loro e vivere normalmente. In pochi sono così fortunati. Qui l’unica con quel caso è Martha, la moglie del capo villaggio.
-Il tuo padre adottivo –disse Hunter- ti ha insegnato molto…
-Si, la prima cosa che mi insegnò fu come curare usando la magia- disse Eve con nostalgia- poi come usare il fuoco, così che non soffrissi mai il freddo, la terra, così che non soffrissi mai la fame, l’acqua, così che non soffrissi mai la sete, e l’aria, così che nessuno potesse rinchiudermi o togliermi il respiro. Fu padre più che maestro e io fui figlia più che discepola…mentirei se non dicessi che mi sento in colpa per non averlo salvato. Se fossi stata più abile, se fossi stata più attenta…avrei dovuto sospettare di chi consideravo famiglia, avrei dovuto salvarlo. Se fossi stata una miglior figlia lui sarebbe stato in vita, sarebbe stato con me e io sarei ora in grado di vivere sapendo che mio padre è ancora con me…più tardi vi porterò in una casa dove voi cinque potete rimanere, il vostro amico non può muoversi di qui per sicurezza, potete venire qui quando volete, cercate di non interferire però con chi deve lavorare o eventuali pazienti.
Hunter annuì chiudendo gli occhi- il senso di colpa…
Eve si fermò prima di uscire.
-So ciò che provi. Non potevi far nulla. Anche sapendo non avresti potuto impedirlo- disse lui
Lei chiuse gli occhi- forse…ma non si può vivere con i “se” i “ma” gli “avrei” o i “dovevo”. La vita segue il corso che segue per le nostre scelte Hunter, non importa cosa tu creda io sia, le scelte che faccio influenzano molti e quelle che fai tu anche. Fidarti di me ha salvato il tuo amico, non fidarti l’avrebbe ucciso. In questa linea temporale che hai creato ora devi assicurarti di scegliere con saggezza cosa tu farai e cosa farete, in futuro…è meglio non vivere nel rimpianto di aver commesso un errore e aver perso qualcosa di importante…
Quando Eve uscì, Wolfe aprì gli occhi- ha una bella voce
-Tu sei molto coraggioso al farmi venire un colpo al cuore- disse Hunter avvicinandosi al suo amico
-Hunter Aaron che si spaventa per me? Devo essere davvero in peggiori condizioni di ciò che credevo –rise Wolfe
Hunter gli sorrise- come va il dolore?
-Non sento il mio corpo –disse Wolfe- come ha detto, ha reso tutto quasi impossibile da sentire, il fatto che non lo senta mi dice che devo essere in peggior dolore di ciò che posso sopportare…la cosa dice che…stavo morendo davvero questo giro eh?
-Questa è colpa mia- disse Hunter
-Non potevamo saperlo –disse Wolfe tranquillo- inoltre…
-Inoltre? –chiese Hunter
-Almeno ho ora una bella infermiera sexy, non mi dispiace venir sparato a morte in questo caso –disse Wolfe
Hunter lo guardò male- ti colpirei in testa se non avessi paura di farti male
Wolfe rise- è molto bella, non puoi negarlo
-Bella…sì, ma non sento attrazione sessuale se è ciò che chiedi –disse Hunter altrettanto confuso sulla cosa
-Beh ti piacciono le donne sui ventisei anni, non i sedici –disse Wolfe
-Probabilmente è quello –concordò Hunter
-Sembra una brava persona no? –chiese Wolfe
-Si…ma vedremo come vanno le cose- disse Hunter- non voglio rischiare troppo
-Mi piace- disse Wolfe sbadigliando- ha una presenza tranquillizzante…mi sento…davvero al sicuro al suo fianco…
Hunter sospirò sistemando la coperta al suo migliore amico prima di guardare la fasciatura sul suo braccio e giocare con la collana sotto la sua maglietta- non posso negare…che è una presenza famigliare la sua…



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