Capitolo 17: So many idiots…
*** ? ***
-Davvero pensavi di poterla passare liscia? –chiese un uomo-
con me?
Il futuro cadavere a terra provò a maledirlo ma si ritrovò
una gola in meno.
-Tsk –l’uomo calciò il cadavere- razza di idioti…
Aveva speso anni a insegnare a quel coglione e come veniva
ripagato? Coltello nella schiena.
-È troppo chiedere un discepolo che non voglia la mia testa?
–sospirò lui deluso dall’ennesimo fallimento.
In centinaia di secoli, Dimitri Damon Vladimir aveva avuto
centinaia di discepoli…nessuna soddisfazione.
Era un uomo che spaventava fin dalla tenera età, i suoi
capelli bianchi e occhi rossi che aveva al naturale non aiutavano, quando
divenne poi uno stregone ricevette quegli occhi argentei che detestava ancora
di più dei rossi. Era un mezzo-sangue con più sangue di ciò che voleva nelle
sue vene. Figlio di una puttana mezza strega e mezza umana e un uomo che era
mezzo vampiro e mezzo drago. Inoltre in qualche modo aveva anche sangue di
necromante e licantropo nelle sue dannate vene. Oltre a quello era
probabilmente in possesso di sangue di elfo e gli dei sapevano cos’altro.
A quel punto non si sarebbe stupito se fosse risultato una
dannata fata.
Il suo carattere non era semplice, il suo aspetto pari a un
demone in terra, affascinante ma ti avrebbe fatto bagnare i pantaloni con uno
sguardo per la paura.
Era seccato del suo corpo onestamente, ma che ci poteva
fare? Erano così tanti secoli che ci conviveva che ormai ci aveva fatto il
callo. Persino alla caccia delle streghe aveva quel corpo e parecchi anni di
vita in più della norma.
Quando arrivò nell’epoca moderna aveva già preso discepoli e
già prevedeva il coltello nella schiena. Lo stesso continuò a prendere
discepoli, voleva una famiglia, anche se si sarebbe ucciso piuttosto che
ammetterlo.
Quando arrivò all’orfanotrofio di suore sospirò. Qui doveva
essere portato un’esistenza con poteri? Ma se volevano ucciderlo bastava
annegare il neonato dannazione, era meno crudele…
Quando entrò vide il bambino in questione uscire con una
famiglia.
-Fantastico…- bene un ennesimo viaggio a vuoto…favoloso come
sempre
-Posso aiutarla? –chiese una suora
Per non fare figure da pedofilo di turno, decise di
controllare i bambini. La scelta fu azzeccata perché una bambina attirò i suoi
occhi- lei è?
-Ah quella di tre anni? Una peste, la peggiore- iniziò la
suora.
Alla fine Evanora Belladonna divenne sua figlia.
All’inizio era abbastanza incerto sulla ragazza. Era piccola,
timida e fragile. Si ritrovava sempre a doverla rincorrere per casa prima che
si facesse male da sola. Era una trappola ambulante quella bambina.
Era anche stranamente bello averla intorno.
Per dirla in una maniera gentile…i bambini erano
terrorizzati a morte da lui. Letteralmente bastava che lo vedessero e urlavano
di terrore.
La sua piccola Bell era invece terrorizzata da tutto eccetto
lui.
Era appiccicosa, voleva coccole e gli dava tante
soddisfazioni quando le insegnava la magia.
Era bello averla intorno e adorava avere quella peste che lo
rincorreva per casa.
Prima che se ne accorgesse, aveva ottenuto una figlia vera e
propria.
I suoi occhi erano simili a quelli di lei e nessuno dubitava
fosse sua figlia, erano simili infondo.
L’unico rimpianto che ebbe a fine vita fu di non poterle
dare più attenzioni e affetto come padre, aveva realizzato la cosa troppo tardi
ma sua figlia era comunque sua figlia, non gliene diede mai una colpa.
Per questo decise di darle la collana. Sapeva che sarebbe
tornato in vita, prima o poi, e sperava di tornare nella vita di lei in tempo…poco
sapeva che sarebbe “tornata” lei prima da lui…
****
-Eve? –chiese entrando Wolfe e trovandola addormentata sul
letto
La ragazza non si mosse per nulla nel grande letto
matrimoniale. Quando si avvicinò notò che stringeva una collana abbastanza
vecchia di aspetto, purtroppo non poté vedere cos’era. Le sistemò le orecchie e
sentì un leggero mormorio della ragazza- papà…resta a dormire…
Wolfe sorrise sistemandola meglio nel letto e uscendo piano.
Forse un giorno avrebbe chiesto a lui di rimanere al suo fianco…era bello che
fosse ancora un’innocente bambina per certe cose però.
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