Capitolo 3: Un incontro voluto dal destino
Amelia era
all’oscuro del fatto che una persona la stava seguendo. Aveva attirato
l’attenzione di qualcuno e quel qualcuno, nonostante ora indossasse un mantello
nero e una maschera bianca, era un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi
celesti, era un cercatore e voleva entrare nel suo Party ma prima aveva deciso
di pedinarla un po’. Per i cercatori e gli armieri il modo di calcolarne la
bravura era diverso. Per gli armieri c’erano sette classi: legno, pietra,
ferro, smeraldo, argento, oro e diamante, il più alto era il diamante. Per i
cercatori c’erano altrettante classi: formica, topo, lepre, volpe, falco, aquila,
fenice e dragone. I più alti erano Diamante e Dragone, erano difficili da
ottenere, raramente c’erano i cercatori di classe più alta della volpe e
raramente c’erano armieri di classe più alta del ferro. Jeremy raggiunse
Amelia, avevano alcune missioni da compiere, si sapeva che i mostri uscivano
principalmente dopo la mezzanotte e quindi loro dovevano affrontarli a
quell’ora, il cercatore li seguiva piano, cercando di non farsi sentire.
Fulmine era in forma umana e stava appiccicato alla sua dominatrice.
-Jeremy ora
che ci penso…tu di che classe sei? –la domanda di Amelia era più che lecita
-Sono
Argento- rispose lui
-Niente
male- commentò Fulmine
-Comunque
congratulazioni per il livello 90 Amelia…sei davvero incredibile
-Grazie
Jeremy
-Posso
chiedervi come vi siete incontrati? –si decise a domandare Jeremy
Amelia
guardò Fulmine- va bene?
-Si diglielo
-Allora
meglio sedersi, sarà una lunga storia- Amelia si sedette sui gradini di una
scala, Jeremy si sedette a terra lì vicino.
*******Flashback******
Stavo scappando
da un mostro, ero in forma umana, circa trent’anni, in mano avevo la penna che
usa Amelia per lottare, ero stato ferito alla spalla e alla gamba. Sono caduto
vicino alla piazza centrale, la spada lontano da me, nessuno in giro e un
mostro che mi avrebbe preso da lì a poco. Stavo già pensando a chi avrebbe
preso il mio posto al consiglio dei sette. Poi la vidi. Aveva sei anni, due
codini alti e occhi d’argento. Mi si è avvicinata senza paura.
-Sei ferito…
-Vattene da
qui…è pericoloso…
Il mostro
che mi inseguiva, un divoratore, uscì all’improvviso e puntò Amelia.
-NO!
Lei prese la
penna d’’argento, premette il bottone e lo trasformò in un fioretto con un
colpo solo affettò il divoratore. Cercai con lo sguardo il segno di armiere, di
cercatore o di qualche tutore, ma non c’era, era solo una bambina come le
altre. Ritrasformò la spada in penna e la mise in tasca. Si avvicinò e mi
accarezzò le orecchie.
-Andrà bene…ti
aiuterò io
-Cos…-svenni.
Quando mi svegliai ero in un letto ed ero fasciato.
-Buongiorno…come
stai?
Era seduta
accanto a me. Mi misi a sedere, come diavolo mi aveva portato una bambina al
sicuro?
-Ti sei
trasformato in un gatto, non ho avuto problemi a trasportarti qui, appena ti ho
poggiato sul letto sei tornato umano. Ti ho medicato, le ferite non erano gravi
ma hai perso molto sangue.
-Da quanto
sono qui?
-Due giorni-
mi diede la penna- ti era caduta signor tutore
-Come sai
che sono un tutore?
-Solo i
tutori si possono trasformare in animali e poi questa è la penna di un tutore,
l’arma che sceglie il proprio proprietario- me la mise nelle mani- vado a
prenderti qualcosa da mangiare
Sparì lasciandomi
a bocca aperta. Controllai le mie ferite, mi aveva guarito completamente, non
ci capivo più nulla, ricordavo i tagli profondi eppure non avevo nemmeno un
graffio o una cicatrice. Mi alzai, volevo vedere se era davvero una bambina
oppure se era una strega. Scesi con passo svelto le scale e mi accostai alla
cucina. La vedevo saltare nel tentativo di prendere lo zucchero. Mi venne da
ridere.
-Vuoi una
mano?
-No- prese
la rincorsa poggiò un piede sul muro e si appese allo scaffale, prese lo
zucchero e atterrò con delicatezza a terra- sono abituata ad avere le cose
fuori portata.
Era strano
ma sentivo una specie di legame con lei- dimmi i tuoi genitori?
-Uccisi- lo
disse senza emozioni- un divergente li ha divorati a Santa Monica.
Un
divergente era un mostro di livello 0, un mostro che nessuno aveva mai battuto,
a Santa Monica c’era stata una strage, avevo sentito della morte di una
dominatrice, un cercatore, un armiere e un tutore era rimasto gravemente ferito,
ma non mi aspettavo che avessero una figlia e di certo non mi aspettavo di
essere salvato da lei- io…
-Non
preoccuparti…sapevo che sarebbe successo…quando mi hanno detto che andavano a
battere il divergente l’avevo capito, sono fiera di essere la figlia della strega
d’argento e dell’uomo d’acciaio, di essere la nipote del falco d’oro e l’amica
del cervo bianco- erano i soprannomi del party morto nella battaglia- non ho
rimpianti, appena ho visto il mostro arrivargli addosso ho capito che non li
avrei più rivisti, non ho pianto, sapevo che erano orgogliosi di me e sapevo
che erano fieri di morire in battaglia. I miei occhi- si indicò gli occhi d’argento-
li ho presi dalla mamma, i capelli da papà, e ho preso anche i poteri da loro. Papà
sapeva maneggiare ogni arma, mamma era agilissima e leggera come una piuma,
dallo zio ho preso la velocità e il tutore mi ha insegnato a curare, tante
volte li ho curati, per questo sono riuscita a curarti, a uccidere quel
fantasma e a portarti qui…- mi mise su un piatto una fetta di torta al limone,
aveva un aspetto delizioso- mangia, sei a digiuno da giorni no?
Mi sedetti
docile, il cervo bianco era uno dei tutori che più rispettavo al mondo e il suo
party era noto per la potenza e la precisione, vedere che l’unica cosa che
rimaneva del loro Party era una bambina indifesa e sola al mondo mi spinse a
chiederle- hai un tutore?
-No, cervo
bianco si è ritirato a causa delle sue ferite…come sta?
-Meglio, da
quel che so si è messo a dormire per un paio di anni, dice che così si
rimetterà per bene e potrà recuperare “la sua gemma”, vallo a capire quel cervo
-Glielo ho
già detto di non chiamarmi gemma- si mise a sedere- non mi sono nemmeno
presentata io sono Amelia
Un nome che
significa forza, coraggio e velocità, perfetto per lei- io sono il tutore
Fulmine
-Puoi
restare qui signor Fulmine stavi scappando da un mostro più grande di quel divoratore
vero? La casa ha le protezioni del cervo bianco, puoi rimanere qui quanto vuoi
-Amelia…che
vuoi fare da grande?
Lei si era
girata- voglio diventare la migliore dominatrice al mondo, voglio battere il
livello 99 e stabilire un nuovo limite, voglio rendere il mio Party e il mio
tutore fieri di me, voglio vendicarmi del divergente, per questo mi alleno
sempre
****
Ero lì da un
po’, la osservavo muoversi con eleganza e agilità, si allenava nella palestra
sotto casa. Si muoveva con una grazia che avevo visto solo ai domatori di
livello 50. Così decisi di darle lezioni. Ci allenavamo insieme e vidi in lei
un talento innato, un potenziale infinito che se ben sfruttato avrebbe dato al
mondo la dominatrice più potente di tutta la storia. Così quando stavo meglio
glielo chiesi, ero lì da un anno, il consiglio mi voleva di nuovo nella città
galleggiante, ma io volevo starle vicino, era sola e anch’io lo ero, ma con lei
mi sentivo bene, non ero solo. Così glielo chiesi.
-Amelia,
vorresti che io diventi il tuo tutore?
-Si…mi
piacerebbe
Due anni
dopo era conosciuta come Lampo, poi aggiunsero il nome Demone d’argento, come
lei diventava più famosa i soprannomi aumentavano, nessuno l’aveva vista,
nessuno sapeva che ero il suo tutore, sapevano che mi ero trovato una protetta
ma non sapevano chi era.
*****fine
storia*****
-Amelia
quindi ti ha salvato la vita...-Jeremy aveva gli occhi lucidi
Anche il
cercatore che li spiava.
Amelia
accarezzò le orecchie di Fulmine- da allora non si è mai allontanato da me
-E mai lo
farò- affermò lui- nemmeno se tornassero in vita i miei protetti passati, non
me ne fregherebbe, ora l’unica per me è Amelia
Il cercatore
e l’armiere capirono, Fulmine era innamorato di Amelia, per questo le era così
legato. Ma di certo loro due non si sarebbero fatti battere da un gatto nero.
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