Capitolo 2: The Black Mansion
La villa dei Black era una dimora che in pochi potevano
mancare una volta entrati nella cittadina. Sovrastava tutto dopotutto.
La strada che portava alla villa era circondata da alberi e
fogliame, rendendola oscura anche con la luce del sole, le buche su essa erano
poche e quasi inesistenti ma erano lo stesso abbastanza da creare una perenne
sensazione di angoscia in alcuni guidatori, gli avvallamenti di terreno ti
facevano chiedere se fosse davvero strada ciò che stavi attraversando con le
tue ruote o forse un cadavere lasciato per strada. Dopotutto era abbastanza
buio delle volte da renderti facile preda della paranoia e come evitarla se eri
qualcuno al corrente della storia della villa e dei suoi successivi abitanti?
I due agenti immobiliari erano terrorizzati dall’idea di
mettere piede in quella dimora ma cosa potevano farci? Dovevano vendere e
finalmente qualcuno voleva prenderla.
La dimora era una villa in stile vittoriano dai toni scuri,
tipici dell’epoca, aveva tre piani visibili dall’esterno e l’ambiente che aveva
intorno a sé urlava “creepy”. Il fatto che il tempo aveva deciso di aiutare
l’inquietudine di tutti oscurando il cielo quel che bastava per darti
l’impressione che saresti stato bloccato da un acquazzone lì per la notte non
aiutava per nulla.
-Da questa parte ms. –disse uno di loro aprendo la grande
porta ad arco della villa che invitò all’ingresso con un inquietante cigolio.
La prima cosa che potevi vedere entrando era polvere. Le finestre erano
oscurate da anni di negligenza, l’accumulo di polvere era tale che potevi
vederla ondeggiare nell’aria. I mobili erano coperti da teli bianchi, dando
sempre un dubbio su cosa ci fosse sotto quel telo…
L’ingresso dava sulle scale per salire al secondo piano.
Erano due rampe di scale messe a semi cerchio ai lati della stanza che
portavano poi alla balconata interna della casa. Il pavimento era fatto di
legno scuro e scricchiolò nel secondo qualcuno ci mise piede sopra. Il
gigantesco lampadario appeso al soffitto nel vuoto tra le due scale dava
l’impressione che poteva cadere davvero facilmente per qualche motivo, dando
ulteriormente inquietudine ai due agenti immobiliari. Ai muri vi erano vari
porta candela che originalmente tenevano delle candele di cera al loro interno
ma che erano state modificate da un precedente proprietario e poi dalla
compagnia che voleva vendere la casa per essere normali luci moderne con un
circuito elettrico e una lampadina. Sui muri nessun quadro era stato rimosso ma
erano tutti coperti da teli bianchi, ormai ingrigiti dalla polvere.
-Questo è l’ingresso della dimora ms. Come può notare la
situazione non è per nulla tragica ma la casa necessiterà dei lavori.
Non ricevendo risposta l’agente lo prese come un segno
positivo, anche se la loro cliente era difficile da decifrare, e continuò il
tour della dimora. La villa era in origine una dimora di nobili vittoriani, il
che comportò che cose come cucina, lavanderia, magazzino e altre stanze di uso
della servitù erano al primo piano mentre al secondo vi erano le camere da
letto e varie camere di hobby. Vi era una particolare biblioteca a due piani
che partiva dal piano terra e saliva fino al secondo piano. Gli scaffali erano
rovinati e per la maggior parte rotti o crollati, i libri ammucchiati in varie
scatole che iniziavano a mostrare segni di muffa, delle statue segnavano le
sezioni della biblioteca visto che gli scaffali erano stati costruiti tra varie
colonne di appoggio, dando l’idea di un labirinto a chiunque la visitasse per
la prima volta. Mentre gli agenti fecero del loro meglio per mettere una buona
parola sulla dimora, la futura padrona di casa allungò una mano per rimuovere
il telo su una delle statue, ignorando le proteste dei due agenti e i loro
volti pallidi quando videro quel demoniaco volto.
-I…I proprietari originali…pre…preferivano questo stile…pare
che sia…impossibile rimuoverli- disse l’agente sperando di non perdere altri
anni di vita.
-Non sono un problema- disse lei senza darci molto caso. Il
proprietario precedente aveva segnato ogni sezione con un gargoyle di pietra
finemente intagliato con il più orribile volto possibile ma la ragazza non
parve curarsene.
Le camere erano tutte nelle stesse condizioni dell’ingresso
e della biblioteca. I lavori che servivano per renderla vivibile erano parecchi
ma la nuova acquirente parve non darci molto peso e ascoltava con orecchio da
mercante ciò che i due uomini dicevano sulla casa. Non era particolarmente
curante delle superstizioni che giravano su di essa e non era particolarmente
interessata al valore della cittadina o del calore del vicinato. Era lì per
lavoro non per ozio.
-I documenti dicevano di una cantina di vino- disse lei di
colpo quando si fermarono in cucina
I due annuirono- corretto, sarebbe sotto di noi in questo
momento. Vi sono due accessi, uno qui dalla botola che può vedere e l’altro è
all’esterno, vicino al capanno con gli attrezzi, il generatore e pezzi di
ricambio vari…
-Possiamo entrare nella cantina? –chiese lei
-Le piace il vino? –chiese uno degli agenti- abbiamo
dell’ottimo vino prodotto dai nostri con…
-La cantina- ripeté lei ignorando il tentativo di distrarla
dell’agente
-Mi spiace…non abbiamo trovato le chiavi della cantina di
vino, pare che siano andate perdute…
-Entrambe le entrate? –chiese lei alzando un sopracciglio
-S…si…pare…non sappia che cosa succedeva in questa dimora…-
iniziò uno dei due agenti beccandosi una gomitata dall’altro per silenziarlo.
-Degli omicidi? –chiese lei diretta- ne sono al corrente
-La cantina pare sia dove tenevano i corpi…- disse uno degli
agenti- non abbiamo mai trovato la chiave quindi non sappiamo…
-Visto che la dimora è ora mia…non avrò problemi a risolvere
l’inconveniente- disse lei tranquillamente
-Vuole comprarla? –chiesero i due in coro stupiti
-Pare che il vostro datore di lavoro non vi abbia
informati…ho comprato la dimora due giorni fa. Oggi siete qui solo per farmela
vedere- disse lei guardandosi intorno- le chiavi…
L’agente le lasciò il grosso mazzo di chiavi- spero lei si
trovi a suo agio qui e…
-Certo –disse lei tagliando corto la conversazione
-C…come mai ha scelto di vivere qui? –chiese l’altro
Lei alzò un sopracciglio- non è affar vostro mi
sembra…vorrei essere lasciata sola…grazie del vostro lavoro. Dovreste andare
prima che sia troppo tardi…
I due rabbrividirono guardando il tempo fuori e annuirono.
La ragazza li guardò partire in quarta per correre fuori dalla zona prima di
dirigersi alla sua automobile per recuperare degli scatoloni e delle valigie.
La sua auto era di modeste dimensioni e non così tanto vistosa, un colore scuro
e facilmente confondibile nella marea di auto che potevi vedere ovunque. Ora
era più visibile però grazie al piccolo rimorchio che aveva dietro con il
restante degli oggetti che si era portata. Per essere qualcuno che si stava
trasferendo in una dimora che poteva ospitare otto famiglie parecchio numerose,
la quantità di oggetti era davvero minima.
Tra le camere che poteva scegliere nel secondo piano per
rendere camera sua, decise di prendere quella con la targa che diceva Lord
Jonathan. Buttò sul letto matrimoniale la valigia e osservò disinteressata i
mobili in legno antico.
Ripulì velocemente la stanza e il bagno privato di essa e si
sistemò per la notte. Era troppo stanca per fregarsene del resto della dimora
in quel momento e avrebbe iniziato a sistemare tutto il giorno dopo.
Tirò fuori dalla borsa due panini e una bottiglia di acqua e
dopo aver cenato, si fece una doccia caldo, grata che le tubature parevano
funzionare, e si coricò a dormire nel letto.
In tutto questo, il proprietario della camera non sapeva
bene come reagire a ciò che aveva appena visto.
Gli abitanti della dimora scoprirono presto che la nuova
proprietaria dormiva poche ore la notte. All’alba era già in piedi e in giro
per sistemare la dimora. Dopo aver sistemato per mezza mattinata, entrò nella
biblioteca con un borsone da palestra dal quale tirò fuori un’ascia che
sembrava davvero ben tenuta e senza esitare iniziò a rompere gli scaffali della
sala. Dopotutto erano pericolanti di loro e sarebbero crollati ma vederli
abbattuti a colpi di ascia era qualcosa che lasciava un certo senso in sospeso…
La ragazza parve abituata ai lavori manuali e fu veloce
iniziare la creazione e montatura di nuovi scaffali con il materiale che si era
già preparata prima di venire a vivere nella dimora. Di fatto il rimorchio
aveva per la maggior parte solo oggetti per restaurare l’abitazione e lei aveva
già ordinato altro materiale nella cittadina che qualcuno le avrebbe portato
nel primo pomeriggio. Per fantasmi abituati a tempi non proprio moderni era
strano vedere una donna così indipendente e abile di fare cose che erano un
concetto maschile nella loro epoca. Avrebbero anche chiesto se si erano
sbagliati sul sesso del nuovo proprietario se non fosse per…evidenti prove di
che genere fosse la nuova proprietaria…prove parecchio evidenti che avevano reso
uno dei fantasmi parecchio silenzioso.
Quando si sentì il campanello dell’ingresso suonare la
ragazza decise di prendersi una pausa e raccogliere il materiale ordinato.
-Consegna per la signor…ina…-iniziò un castano dagli occhi
verdi- s…salve
Qualcosa era certa. La dimora e la proprietaria erano
particolarmente abili nell’attirare l’occhio altrui…
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