Capitolo 6: I don’t want
to! Help me!
A quindici anni Arabelle venne lasciata sola a casa con il
suo fiancé e degli amici di lui.
Il padre l’aveva istruita sul portarsi a letto il principe.
Se lo faceva infondo l’avrebbe garantita la corona no?
Ma lei non voleva…
Purtroppo il fiancé aveva intenzione di provare la sua
fidanzata.
A quindici anni, Arabelle venne trascinata in un angolo
chiuso della sua camera. Gli uomini erano nella stanza con lei e lei era
completamente terrorizzata…era così spaventata che i suoi poteri, per la
seconda volta in vita sua non riusciva ad attivare i propri poteri.
Non sentiva rumori, non riusciva nemmeno a vedere
chiaramente.
Riusciva solo a sentire il rumore del proprio cuore e che
era terrorizzata.
Non voleva chiudere gli occhi.
Non voleva mostrarsi debole.
Ma era la prima volta dopo aver perso con la strega bianca
che si sentì indifesa.
Fu un puro miracolo ciò che accadde dopo.
Urlò istintivamente quando sentì la lama del coltello
tagliarle il vestito sul davanti.
Il suo fiancé era sopra di lei e cercava di tenerla ferma,
gli altri erano fuori dalla sua vista e non riusciva a capire cosa stesse per
succedere.
-Ti divertirai vedrai…- disse lui
Lei chiuse gli occhi solo per sentire la presa di lui
diminuire e qualcosa colarle sulla guancia. Aprì gli occhi piano e ciò che vide
fu una lama uscire dal petto del ragazzo che pareva altrettanto confuso.
-Chi…
La lama fu mossa velocemente tagliando verso l’alto e poi
qualcuno spinse il fiancé via da lei, facendo cadere il cadavere con un tonfo a
terra.
Fu la prima volta che Arabelle lo incontrò.
-Stai bene? –chiese con gentilezza il moro dagli occhi rossi
di circa diciassette anni che aveva di fronte. Tirò fuori un fazzoletto di
stoffa e pulì il sangue dal viso di Arabelle, poi si avvicinò di più levandosi
il mantello nero e mettendolo intorno alle spalle di lei. Non si mosse da
davanti a lei, bloccandole la vista. La prese in braccio con delicatezza e tirò
su il cappuccio, coprendole gli occhi- chiudi gli occhi, ti porto fuori di qui.
Non sapeva perché ma si fidò di lui nel secondo in cui lo
vide. Tra le sue braccia si sentiva a suo agio e sentiva finalmente di essere
al sicuro.
Chiuse gli occhi come aveva detto, sentendo il rumore degli
stivali di lui sul pavimento e su quelle che sembravano pozze di acqua ma
sapeva non era acqua. La posò solo quando raggiunsero la cucina, mettendola a
sedere sulla poltrona vicino al fuoco e andando a cercare qualcosa tra gli scaffali.
Dopo pochi minuti una tazza con una tisana calmante le venne offerta.
-Qual è la tua camera? Vuoi che ti prenda un cambio di
vestiti?
Lei annuì- t…terzo…piano…sesta porta…
Lui annuì- tornerò subito.
Il subito si rivelò essere davvero subito, fu veloce a
salire i tre piani di scale e tornare con alcuni vestiti comodi e caldi per
lei. L’aiutò ad andare nel bagno della stanza degli ospiti e la lasciò cambiare
mentre sparì a fare qualcosa per casa.
Più tardi scoprì che si era sbarazzato dei cadaveri.
Quando Arabelle si calmò e cambiò riuscì a chiedere perché quel
ragazzo fosse lì e chi fosse.
Un ladro entrato al momento giusto l’aveva appena salvata
ecco cosa era successo.
Il moro le sorrise- non vuoi stare qui giusto? Vuoi venire
via con me?
Lei esitò un secondo ma annuì.
-Io sono Alexander –si presentò lui- il tuo nome?
-Arabelle Roze…
-Non vuoi essere chiamata Arabelle vero? –chiese lui istintivamente
Lei annuì
-Roze allora? –chiese Alexander dolcemente
Lei annuì di nuovo.
Lui le sorrise- piacere di conoscerti Roze. Mi prenderò cura
io di te d’ora in poi.
A quindici anni, Roze incontrò finalmente la sua famiglia.
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