Capitolo 7: You’ll be my…

Scendo in cortile con calma, i miei saranno qui a momenti…

-Sposati mocciosa- dice un ragazzo guardandomi male

Io lo ignoro

-Mi hai sentito? Sono un barone io- dice lui e ora ci guardano tutti

-E con ciò? –chiede DeBlair

-Posso farvela pagare- dice lui. Ma si rende conto che sta parlando con un professore? Il professore che chiamano figlio del demonio tra parentesi…

-Se sfiori mia sorella ti stacco la testa- dice Lyo arrivando

-E tu saresti? –chiede lui

-Adrien Lyon De l’Épée- dice lui- fratello maggiore della ragazza che stai importunando e figlio dell’Arciduca a comando della scelta dell’erede al trono.

E il tipo è diventato pallido- io…

-Smamma- dice Lyo

DeBlair guarda Lyo- il famoso fratello causa dell’incidente presumo…

Lyo annuisce- colpevole. Lei è?

DeBlair fa una smorfia- Edward DeBlair, professore di Léonie e dottore della corte imperiale.

Lyo annuisce- piacere

-Credimi è tutto tuo- dice DeBlair, mio fratello non viene visto di buon occhio grazie al fatto che Dr Noir ha detto a tutti che sono quasi morta a causa sua…ora che ci penso non ho nemmeno mai usato il titolo di famiglia, nemmeno con l’Imperatrice.

-Tesoro- urla mia madre stringendomi, classi di maniere? Cos’è? Si mangia? –ti stai per laureare- a dodici anni- sono così fiera di te!

Io le sorrido- grazie mamma

-Davvero brava- dice mio padre, almeno lui sembra l’arciduca…

-Lui è il mio professore e mentore durante il tirocinio, Edward DeBlair- dico io

-Piacere- dicono i miei

Lui annuisce e mi guarda- l’Imperatrice ti vuole vedere subito dopo l’assegnazione del titolo medico

Io annuisco- sta poco bene?

-Non credo di averla mai vista più in salute- dice lui- vai a sederti appena finite qui. La cerimonia inizia a breve.

Io annuisco e Lyo mi abbraccia- mi sei mancata Lé

Io ridacchio- anche tu

-Hai davvero aiutato a curare l’Imperatrice? –chiede mio padre

-Ho solo dato lei la giusta cura- dico io

Mia madre sorride- l’ho detto che avrebbe avuto buona fortuna qui!

-Andiamo a sederci su- dice mio padre.

****

-Katherine Madeleine Léonie De l’Épée- chiama il preside- la più giovane allieva a laurearsi con il massimo dei voti e con l’aggiunta di aver salvato la vita all’Imperatrice. Hai guadagnato a pieno merito il titolo di dottore, congratulazioni

Io sorrido e prendo la pergamena- grazie

Mi torno a sedere al fianco dei miei compagni di laure.

Abbiamo quasi finito.

****

-E ora l’Imperatrice Veronique darà un annuncio- dice la guardia, non ci credo che ci hanno portato nella sala del trono dopo la cerimonia delle lauree…

Veronique entra con grazia regale e priva di alcun segno della malattia- verranno ora premiati i dottori che mi hanno tenuta in vita e chi mi ha salvato la vita

La ricompensa è per lo più denaro e qualche piccolo dono regale.

-Léonie- mi chiama lei io guardo l’Imperatrice e avanzo, inchinandomi come gli altri- mia cara tu sei stata l’unica a credere in me, a provare a salvarmi e a curarmi non solo fisicamente ma anche nello spirito. Per ciò, per i tuoi risultati accademici e anche perché mi fido di te e so che posso affidarti la mia vita senza paura o dubbio, oltre al premio in denaro e alla concezione di un tuo territorio e un tuo studio medico privato, io ti nomino medico privato della famiglia Imperiale e mio medico personale.

Mi poggia la spada da spalla a spalla e mi appunta la medaglia con il titolo sul mio camice- mi aspetto gradi cose da te

Io annuisco ancora leggermente frastornata. Ho 12 anni ed ho l’onore più grande che chiunque possa chiedere.

-Grazie –dico io

Lei mi sorride- dovrei essere io a dirlo

****

-Léonie- mi chiama Veronique appena entro nel suo studio. Mi sorride e fa segno di sedermi al suo fianco- sono davvero felice che tu sia venuta a prendere un thè con me.

Io le sorrido- non credo tu accetteresti un no come risposta

Lei annuisce- ovviamente e poi devo parlarti di qualcosa

-Dimmi pure- dico io

-La tua clinica è in costruzione –dice lei- hai intenzione di assumere madri di famiglia ho saputo di recente

-Ho intenzione di assumere professionisti, che siano o meno donne o madri non cambia- dico io

Lei sorride- bene…volevo informarti dei miei figli…

-Ne ha diciannove giusto? –chiedo io

Lei annuisce- ancora non riesco a capire la facilità con cui hai accettato le mie condizioni.

Veronique è una donna ma non lo è. Di fatto è un’ermafrodita con attivo l’organo maschile e quindi legalmente e biologicamente è “padre” dei suoi figli e moglie di diciannove mogli di cui diciassette sono morte di parto, uccise o condannate a morte per tradimento. Le ultime due rimaste sono quelle che davvero amano Veronique e sono trattate molto bene da lei.

-Non vedo nulla di male nelle tue condizioni Veronique- dico io

Lei sorride- grazie per questo. Sai normalmente ti chiederei come moglie ma credo mi daresti il due di picche

-Sicuramente- confermo io

Lei sorride- lo sapevo. Potrei sempre farti sposare uno dei miei figli e renderti mia figlia di conseguenza…

-So che hai diciannove figli maschi ma non credo sia corretto questo modo di pensare- dico io- e poi, non hai già messo fiancé ai tuoi figli?

-No –dice lei- i ministri stavano per forzarli a nozze, il mio diciassettesimo figlio a lottato per evitare ciò e una volta che mi hai curata ho rotto ogni proposta. I miei figli si sposeranno per amore non obbligo

Io le sorrido- un’altra ragione per cui sei così amata

Lei muove la mano- nulla di difficile…

-Ma?

Lei sospira- il mio diciassettesimo figlio, non ha intenzione di sposarsi

-Quanti anni ha? –chiedo io

-Farà ventisette anni tra poco- dice lei, ha quattordici anni più di me dunque, farò il mio tredicesimo compleanno in due mesi dopotutto…

-È giovane- dico io- ha ancora tempo e poi…magari vuole trovare la donna giusta, le nozze non sono un giocattolo, specie visto che potrebbe essere imperatore un giorno

Lei annuisce- hai ragione. Parlando di ciò…nozze?

-No- dico io, non sa il mio ruolo da nobile né del mio rifiuto per il secondo principe, figlio del re. Se lo sapesse credo forzerebbe la mano per evitare che lui abbia il trono.

-Mai dire mai, potrei farti innamorare di uno dei miei figli- sorride lei

-Non ci giurerei- dico io, come se mi potessi innamorare…

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