0.3 Il fumo uccide
Era mattina e Angel decise che era ora di cominciare il
piano per l’uccisione di Carlos, il cuoco. Per pranzo sarebbero venuti i
poliziotti e il detective John. Un’occasione da non perdere! Non solo avrebbe
ucciso Carlos, ma l’avrebbe fatto sotto il naso delle forze dell’ordine.
Andò nel garage e senza farsi vedere prese una chiave
inglese e senza farsi notare manomise i fornelli, ripulì la chiave e la mise a
posto. Poi si preparò per ricevere gl’ospiti.
Si mise un vestito bianco con dei bellissimi ricami neri. La
collana risaltava un po’. Da quando il padre gliela aveva regalata non l’aveva
più tolta, la faceva sentire più vicina a lui e le piaceva moltissimo come le
stava. Andò in cucina.
-Salve Carlos
-Piccola Angel, mi hai spaventato! Ti serve qualcosa?
“Odio essere chiamata piccola Angel! Io non sono piccola!”
-Volevo chiederti se ti posso aiutare con il pranzo, infondo
oggi avrai molto da fare e un aiuto fa sempre comodo
-Questa sì che è una brava ragazza! Accetto volentieri il
tuo aiuto!
Si senti suonare.
-Prima però vado a salutare i nostri ospiti
-Brava, brava. Io intanto cominciò a cercare gl’ingredienti
per le ricette.
Angel andò a salutare il poliziotti e il detective, disse
anche alla “mamma” che avrebbe aiutato Carlos con il pranzo.
-Che brava ragazza! –disse uno degl’agenti
-Angel aiuta sempre il nostro personale, anche senza che
qualcuno glielo chieda –disse il “papa” di Angel
-È una ragazza molto gentile e generosa -commentò un altro
agente
Angel raggiunse Carlos. Mentre i suoi “genitori” fecero
accomodare gl’agenti e il detective.
-I nostri ospiti sono arrivati
-Bene, ecco il tuo grembiule
-Grazie Carlos, allora che devo fare?
-Puoi aiutarmi tagliando la frutta per il dolce
-Con piacere
Angel si mise a tagliare la frutta e Carlos cominciò a
preparare gl’antipasti.
-Finito! Ora faccio la sfoglia per la crostata?
-Vedo che hai già capito cosa voglio fare per pranzo
eh? Comincia pure
Angel iniziò a impastare gl’ingredienti e a fare la crema.
Carlos iniziò ad affettare la carne e a tagliare le verdure.
“Bene, adesso accenderà i fornelli”
Carlos accese i fornelli. I quali esplosero e gli diedero
fuoco. Angel sapeva che fare, doveva fingersi terrorizzata e urlare. Angel
grido. Tutti corsero in cucina e videro il cuoco cadere a terra morto bruciato
e Angel in lacrime terrorizzata.
-Chiamate un’ambulanza! –urlò un poliziotto, che insieme
agl’altri agenti cercavano di spegnere il fuoco.
Intanto il detective John corse da Angel e la prese in
braccio prima che svenisse e la portò in soggiorno. Angel non si riprendeva e
tutti erano terrorizzati. Angel si riprese all’arrivo dei medici e ancora
spaventata e confusa chiese
-C-Carlos come sta?
-Purtroppo, tesoro non c’è la fatta –disse il “padre”
-Cos’è successo? –chiese il Detective John
-Signore non credo proprio che…-stava obbiettando uno dei
medici, ma Angel disse
-No, sto bene ora grazie.
-Va bene, però non la fate affaticare troppo, è ancora molto
debole
-Io stavo preparando il dolce e Carlos stava per cuocere la
carne. Come ha acceso i fornelli uno è scoppiato e gli ha dato fuoco. Se avessi
acceso io i fornelli ora lui non sarebbe…-pianse
-Non è colpa tua! Sono sicuro che anche Carlos la pensi
così! –la rincuorò il detective
-È strano però, i fornelli stamattina funzionavano
benissimo, ora invece sembravano quasi sabotati- Angel lo disse quasi come se
parlasse tra se e se
-Stai tranquilla, scopriremo cos’è successo! –disse il
Detective –adesso vorrei sapere dove eravate tutti voi stamattina e che cosa
facevate. Ovviamente Angel non centra, nessuno rischierebbe la propria vita nel
commettere un omicidio.
-Posso andare a dormire? Non mi sento molto bene
-Certo
Angel salì in camera sua e si addormentò. Il “padre” e la
“madre” salirono poco dopo e le diedero un pacco
-Tesoro questo la portato il postino per te
-Che cos’è?
-Non lo so
Angel lesse chi l’aveva mandato.
“Lucius Inferius? Carino il gioco di parole, papa”
-Chi è questo Lucius? –chiese il “padre”
-Un mio amico, l’ho incontrato tanto tempo fa
I “genitori” capirono che si riferiva a quando era
nell’orfanotrofio.
-Beh, che aspetti aprilo
Angel lo aprì e un cucciolo di doberman ne uscì fuori tutto
allegro
-Che carino! Lo posso tenere?
Dopo quello che era successo non si sentirono di dire di no-
certo tesoro. Come lo chiamerai?
-Sul suo collare c’è un nome, Cerbero
Il cucciolo abbaio.
-Allora Cerbero benvenuto
I “genitori” se ne andarono.
Arrivata la notte il padre di Angel le fece visita:
-Che genio che è la mia piccina! Oh, vedo che hai ricevuto
il regalo, ti piace?
-Moltissimo! Allora ti è piaciuta l’idea di fingere di
essere una delle vittime scampata per un soffio alla morte togliendo ogni
sospetto da me?
-hahaha, mia figlia è un genio l’ho sempre detto! Il secondo
regalo è la telecinesi, ti servirà per le prossime vittime. Ora meglio che
vada. Ci vedremo presto.
Il ciondolo si illuminò.
-Ciao papa e grazie per i regali.
Il padre sparì. Angel prese il libro e controllò chi sarebbe
stata la prossima vittima.
-Ma guarda un po’, non potevo chiedere di meglio, non mi è
mai piaciuto.
Posò il libro e rivolta a Cerbero disse:
-Io e te ci divertiremo molto, vero? Potremmo uccidere tanta
gente e portare tanti guai in questo mondo. Non vedo l’ora.
Cerbero abbaio. Angel aprì la finestra e chiamando Edgar
disse:
-Dì a papa che avrà presto ciò che mi ha chiesto.
Edgar volò via. Angel rientrò e si mise a dormire con
Cerbero coricato accanto a lei.
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