WitchandAngel : Capitolo 12: One ring

Capitolo 12: One ring




Capitolo 12: One ring

Non pensavo di essere così stupida.
Il giorno che William e io ci siamo sposati sono stata un’idiota. Avevo un continuo senso di nausea e malessere…pensavo addirittura di essere incinta. Non lo ero.
Era il mio istinto che mi gridava di non farlo. Di non dire quel sì.
Due anni…ho vissuto due anni prigioniera di nozze che non potevano essere più crudeli e prive di affetto.
Il momento in cui entrava in casa io me ne andavo e viceversa.
Le interazioni fuori erano così finte che potevamo sembrare una coppia di qualche telefilm…
Mentirei se dicessi che non ci sono stata male…lo amavo un periodo…
Ma da amore a odio vi è un passo.
Ogni volta che succedeva qualcosa la mia pazienza scorreva sempre meno…alla fine ha smesso di scorrere.
Essere tradita non era ciò che volevo nella mia vita. Volevo una famiglia che mi amasse e che io amassi. Non volevo finzione.
Quando il tradimento fu pubblico e chiesi il divorzio non provai emozioni.
Di fronte al giudice che mi diceva che avevo ottenuto tutto ciò che volevo non provai emozioni.
Di fronte a lui che mi urlava contro e cerca di incolparmi di tradimento per fregarmi i soldi non provai emozioni.
Di fronte alla sua dannata famiglia che voleva i miei soldi per “danni morali” non provai emozioni.
Non sono stupida con i miei soldi, con le mie aziende e con la mia vita lavorativa purtroppo per loro.
Non ebbero un singolo centesimo da me e io ebbi molti dei loro soldi per diffamazione e danni morali.
Sono stupida con i miei sentimenti però.
Nel momento in cui il divorzio fu finalizzato William venne da me, le mie guardie del corpo erano vicine ma lo stesso ebbi un malessere nel vederlo.
-Tornerai da me strisciando! –disse con il suo tono più altezzoso che potesse avere.
Ero priva di vista negli anni precedenti. Quest’uomo di amabile non aveva nulla.
Continuò ad insultarmi mentre le riviste facevano foto e video, mentre tutti ascoltavano le sue patetiche scuse sul perché mi aveva tradito e perché i miei soldi erano suoi.
-Hai finito? –fu tutto ciò che chiesi priva di emozioni. Non valeva nemmeno la pena di essere arrabbiata.
Che mi piacesse o meno lui era il marito che mi ero trovata…un sorriso ironico si dipinse sul mio volto quando dissi con estrema calma- preferisco morire che tornare nel buco di inferno in cui mi hai provato a rinchiudere.
La depressione non è solo essere tristi, isterici o con pensieri suicidi. La depressione può anche essere il semplice alzarsi dal letto per tornare a dormire subito dopo.
La fine delle nozze può apparentemente essere semplice ma non importa cosa, c’è sempre dolore dietro ciò. Fui fortunata a non avere figli di mezzo…non credo sarei riuscita a riprendermi da ciò.
Qualche mese dopo il mio divorzio io ero apparentemente normale. Non avevo pianto, non avevo urlato. Lavoravo come sempre ma mi mancava la vitalità di prima. I miei genitori e mio fratello lo videro, vedevano che mi stavo lentamente spegnendo e non sapevano come farmi riprendere.
Il nome di William divenne un tabù nella nostra famiglia, nessuno accennava a lui né alle mie nozze passate. Volevano che dimenticassi e la cosa non mi aiutava. Dovevo superare l’evento, non dovevo fingere che non fosse mai accaduto.
All’evento li vidi insieme, erano passati mesi dal divorzio, erano passati mesi dall’ultima volta che l’avevo visto e la sensazione di sentirmi priva di una vera emozione era ancora lì. Mi aveva rotta.
Sentii degli occhi su di me e quando mi girai notai un uomo osservare la coppia con uno sguardo simile al mio. L’avevo visto su riviste e sui vari social, come potevo non vederlo quando era anche lui vittima dei due?
Mi avvicinai senza pensarci e prima che il mio cervello lo realizzasse gli avevo parlato.
Sentii un battito riprendere lentamente mano a mano che parlavamo. Sentii un sorriso naturale apparirmi sul viso e una leggera allegria ritornarmi. In tanti giorni di pioggia, quella fu la prima volta che vidi un raggio di sole.
Di nuovo le mie azioni camminavano più in fretta di ciò che riuscivo a pensare di fare, mi ritrovai nel suo letto prima di realizzarlo totalmente e fu la prima volta che mi sentii di nuovo viva.
Quando andammo a provare i vestiti mi divertii, quando mi complimentò nell’abito da sposa mi sentii bene.
Erano mesi che non mi sentivo viva.
Quando mi trasferii da lui avevo quasi zero dubbi, quei pochi che avevo sparirono in meno di ventiquattro ore. Mi piaceva la sua compagnia. Mi piaceva stare con lui.
I miei genitori lo notarono che lui mi faceva bene. Ero così tranquilla e serena che anche se il nome veniva portato fuori non mi importava, anzi sorridevo perché non ero più con William.
Quando conobbi i suoi ero un fascio di nervi, volevo che loro mi trovassero in una buona luce e fui felicissima del fatto che lo fecero.
Ero tornata me e i miei genitori e mio fratello l’avevano notato, probabilmente anche questo fu uno dei motivi per cui provarono a conoscere Hunter meglio e a conoscere la sua famiglia meglio, volevano che fossi felice. Finalmente felice con qualcuno che mi amasse.
Mi bastava stargli vicino, parte di me voleva che lui mi amasse ma non osavo chiedere tanto.
E ora eccomi qui, nel panico più totale perché mi ha messo un anello al dito.
Lui mi libera dalla presa appena nota qualcosa- non…volevo farti piangere…io…
Sto piangendo?
Una lacrima cade sulle lenzuola intorno a me seguita da un’altra e un’altra ancora.
-Forse…è meglio che…fingiamo che non…- inizia lui
La mia mano trema ma riesco lo stesso ad afferrarlo e a guardarlo
-Non lasciarmi sola…- dico con una voce rotta
Lui mi guarda stupito, questa è la prima volta che mi ha visto così infondo.
Le sue braccia mi stringono lentamente ma con forza- non ti lascerò mai sola, anche se mi chiedi di andarmene non me ne vado…se non vuoi sposarmi va bene. Posso aspettare per…
Io scuoto la testa- non…sto rigettando la tua proposta…
Lui mi guarda aspettando che io continui a parlare.
-Dal divorzio sono stata…rotta…per mesi non ho riso, sorriso o avuto nessuna emozione. Non ho pianto, non mi sono arrabbiata…non ho provato nulla- dico io piano- poi sei arrivato tu…mi hai ridato me stessa…
-Eliza- dice piano lui
-Ti amo –dico io guardandolo- e non pensavo che avresti mai provato qualcosa per me…per questo sto piangendo…perché sei finalmente…
Non finisco la frase che lui mi bacia e mi sorride- mi sono innamorato di te mesi fa…qualche settimana dopo che ti ho conosciuta a dirla tutta…
Io sorrido mentre lui mi coccola.
-Quindi posso considerarlo un sì? –chiede lui
Io sorrido dandogli un bacio- non osare lasciarmi sola…
-E chi ti lascia, sono possessivo amore, non ti lascio per i prossimi millenni- dice lui stringendomi- Elizabeth Skylar, mi faresti l’uomo più felice del mondo accettando la mia proposta di nozze?
Io sorrido- sì…con piacere


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