WitchandAngel : Capitolo 18: Run Max, Run

Capitolo 18: Run Max, Run




Capitolo 18: Run Max, Run

Max era un tecnico informatico da ciò che disse alla padrona di casa per cercare di entrarle in casa.
Era un così detto “esperto” che si occupava di installare una linea internet veloce e sicura.
La padrona di casa gli chiuse la porta in faccia.
Quando lui venne la seconda volta, la padrona di casa lo trovo ad armeggiare con la scatola di sicurezza della centrale elettrica della casa.
Perché quella? Beh lì era collegato il Wi-Fi dopotutto.
Problema era che la padrona di casa usava un router interno portatile e non connesso a quello pre-installato dalla società immobiliare. Quel coso era praticamente privo di una funzione se non decorativo. E beh, era utile per idioti che volevano accedere illegalmente alla linea di casa.
Perché fare ciò? Perché potevano vedere cosa la padrona di casa cercava su internet.
Purtroppo per lui, la padrona di casa e i fantasmi avevano ora un accordo e gli spettri furono più che felici di informarla del futuro cadavere.
Dopotutto chi aveva dato lui il diritto di ficcanasare nella loro dimora!?
La scena si concluse con Max che se ne andava e la padrona di casa con una pistola in mano.
La terza volta che lo videro fu quando entrò in casa nel cuore della notte.
-Certo che proprietà privata ha perso proprio valore oggigiorno –commentò Jonathan guardando il bruno gironzolare per la sala da ballo
Arabelle sorrise facendo cadere sul piede del tipo un quadro- meglio, le mosche devono finire nella tela per essere divorate
-Ara quello è il più orribile paragone che ti ho sentita fare- disse Morgana
Matthew guardò l’uomo- la proprietaria?
-Sparita- rispose Michael
-Come sparita? –chiese Jonathan
-L’abbiamo vista entrare nel sotterraneo –dissero in coro Katherine e George
Jonathan sospirò- vedi tu se questa si diverte senza di noi…
Max sorrise alzando lo sguardo verso le camere da letto- andiamo a vedere cosa trovo lì…
Non ci mise molto a trovare la camera di Madame Black ma si congelò sul posto.
-Perché diavolo…è come se tutto fosse identico a come era allora…
Aprì piano la porta solo per trovare una donna nella camera. I fantasmi si congelarono.
Era una giovane donna di spalle in un lungo vestito color cera. Aveva lunghi capelli neri ed era intenta a spazzolarsi i capelli canticchiando piano. Una canzone calma, quasi una ninna nanna solo che alle orecchie di Max era la cosa più inquietante di tutte.
La donna bloccò la spazzola e piegò la testa di lato.
-Uhm…cosa ci fai tu nelle mie camere? –chiese la voce della proprietaria della camera, facendo rompere l’incanto dei fantasmi. Purtroppo per Max, il suo cervello non collegò voce e viso, mantenendogli l’idea che quella fosse Madame Black.
Una Madame Black viva e vegeta.
Max indietreggiò terrorizzato e finì con lo sbattere contro qualcosa.
Jonathan gli sorrise sfiorandogli la spalla, nel buio era impossibile capire se fosse morto o meno.
-Un ospite? Come mai i servi non ti hanno annunciato? Cosa ci fai nelle camere di nostra madre?
-Ah…Jonny, conosci questo tipo? –chiese Morgana
L’aspetto di tutti era rimasto come quello da vivi infondo, solo leggermente più pallido e spettrale, ma nel buio della notte, chi poteva vederlo quel dettagli?
Per Max i sette sembravano vivi e vegeti.
Katherine sbadigliò- Madame Black, ho chiamato Sr. Michael per portare fuori l’intruso…posso tornare a nanna?
Max urlò correndo fuori dalla stanza.
I fantasmi si guardarono e un sorriso cattivo si dipinse sui loro volti.
Le scale di casa si inclinarono e Max, che stava correndo, finì con il cadere dritto su un cavo da lui lasciato in giro. Il cavo venne avvolto intorno al suo collo e gli spettri iniziarono a tirare.
Max poteva solo guardare verso le scale gli spettri posizionati sui vari gradini e dietro di loro una donna che era la copia più giovane di Madame Black
-Tu…non…può essere…
La padrona di casa sorrise ritornando nelle sue camere e lasciando ai fantasmi il loro nuovo giocattolo.
Il giorno dopo la fornace bruciò di nuovo un fumo nero…


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